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Articoli 15/04/2006

CHI CI DOVRA’ GOVERNARE NON POTRA’ DIMENTICARE LE MIGLIAIA DI VITTIME DELLA STRADA

Serve una diversa cultura del movimento. Strisce alla rovescia per i pedoni. Piste ciclabili più larghe. Stragi sabato sera: dopo le 2 di notte caffè, cappuccini e paste. SUV pericolosi. Non solo air-bag, che quando esplodono in certe macchine ti ritrovi a guidare un canotto. Strade con toppe che sembrano jeans. Asfalti rifatti ogni 9 anni e mezzo.

 


Foto di Pier Luigi Alberici

Certamente è uno dei personaggi dello spettacolo più amato dal pubblico e non solo per la sua innata e ben conosciuta comicità, quanto per il fatto che ha saputo abbinare al gusto della risata quello della riflessione, un binomio davvero difficile per un comico dei giorni nostri. Beppe Grillo ci è riuscito ed ha trasformato i suoi show cabarettistici in vere e proprie battaglie in difesa dei diritti dei cittadini, tanto che i suoi fans lo hanno capito e per questo lo seguono ovunque, anche sul suo blog che ogni giorno registrata centinaia di visite anche dall’estero.

Noi lo abbiamo incontrato e ci è sembrato molto attento anche alle problematiche che riguardano la sicurezza stradale, preannunciando che ci lavorerà sopra per spronare il nuovo Governo ad occuparsene in maniera seria.

Vero Beppe…?

“Certamente, anche perché sulla sicurezza stradale ed in particolare su quella che riguarda i giovani ho dedicato uno dei miei ultimi spettacoli che ha ottenuto un successo incredibile e chi ci dovrà governare non potrà dimenticare le migliaia di vittime che ogni anno vengono raccolte su tutte le strade d’Italia, una vera e propria carneficina che non è degna di un Paese che si considera civile.”

Forse bisognerebbe lavorarci di più…

“Se la gente sapesse quante magagne ci sono in questo settore ne verrebbe fuori un’opera enciclopedica, senza dimenticare che non si capisce bene per quale motivo si spendono camionate di soldi per una sicurezza stradale che definirei un poco strana…”

Cosa intendi dire?

“Senti, ti faccio un esempio: l’ultimo modello della Bmw dispone di dodici air-bag che se per caso tamponi ti ritrovi improvvisamente a guidare un canotto. Così facendo l’impianto interviene dopo l’incidente e siamo al si salvi chi può, cioè chi può spendere tanti soldi per una macchina da due tonnellate è fortunato, gli altri si debbono arrangiare. Basti pensare che ciascuno di quegli air-bag costa sui due milioni di vecchie lire, moltiplica per dodici e il conto è fatto. E poi continua a sembrarmi tutto strano…”

Che cosa?

“Il fatto che si debbano creare queste protezioni all’interno dell’abitacolo e non al di fuori.”

Fuori…?

“Sì, fuori, come già avviene in altri Paesi dove si cerca di limitare al massimo il contatto stridente tra le lamiere e la possibilità che queste possano farti del male. Allora mi sono chiesto il perché e ho scoperto che le membrane con cui sono formati questi cuscini andrebbero a rovinare la vernice della carrozzeria, la quale dovrebbe essere realizzata con materiali più innovativi e costosi. Alla faccia della sicurezza, mi sono detto…”

Confesso che questa non la sapevo proprio, ma sempre parlando della parte esterna delle autovetture non dobbiamo dimenticare che ogni tanto cozzano pure contro qualcos’altro che magari cammina a piedi o va in bicicletta.

“Il problema è dei più drammatici e dovrebbero incentivare la ricerca sui frontali piuttosto che lasciare alle auto il compito di tritare i pedoni senza tanti complimenti. Alla stessa maniera dovrebbero fare in modo che il punto di contatto sia il più basso possibile per limitare i danni alla persona, pensa un poco cosa succede quanto ti bacia uno di quei cosi che chiamano Suv...”

Immagino che anche qui siamo alle solite…?

“Certo, questa ricerca costa cara e le case automobilistiche investono il minimo indispensabile se non ricevono una spinta dall’esterno che le obblighi a compiere studi e mettere in atto i risultati. Però c’è dell’altro.”

Sarebbe?

“Vedi, sono tante le cose che si potrebbero fare per aumentare la sicurezza della strada e soprattutto quella degli utenti più deboli come i pedoni, che spesso sono rappresentati da bambini ed anziani. Ad esempio si potrebbero disegnare le strisce pedonali alla rovescia, cioè in maniera trasversale e non longitudinale rispetto al senso della strada.”

Stai scherzando, vero?

“Nulla di più serio, invece. E’ una cosa che hanno già sperimentato e poi basta rifletterci su per capire come l’idea sia molto più sensata di quel che potrebbe apparire. Con gli attraversamenti che abbiamo oggi, le auto si accorgono all’ultimo momento del pedone che sta attraversando la strada e le strisce longitudinali danno un senso di continuità alla propria marcia. Pensa invece se ci si trovasse di fronte non a una ma a dieci strisce trasversali che danno l’idea di doversi sempre e comunque fermare. Il concetto è partito da qui ed hanno stimato che si potrebbero diminuire del cinquanta per cento gli investimenti che avvengono sugli attraversamenti. Mi chiedo perché non provarci, poi esiste anche il problema della sicurezza dei ciclisti e anche qui parliamo di nuovo di persone anziane e soprattutto di bambini.”

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Foto di Pier Luigi Alberici

Cosa si potrebbe fare?

“Intanto, sempre per ribadire un concetto importantissimo, cominciamo ad investire di più anche sulla tecnologia che riguarda le biciclette. Basti pensare al fatto che hanno dietro queste luci rosse piccolissime, quasi impercettibili, che se non stai attento le scambi per un lumino del cimitero a passeggio. Poi bisogna fare in modo che vengano costruite con materiali altamente visibili e accessori che consentano al ciclista di fare tutte le manovre con estrema facilità. Per non parlare poi delle piste ciclabili.”

Parliamone, invece!

“Basta con certe piste ciclabili così piccole che si perdono accanto ad una strada dieci volte più grande, che quando ti passa accanto un tir se non stati attento per lo spostamento d’aria finisci per terra. Cominciamo a costruire piste ciclabili larghe quattro o cinque metri e a ridurre il resto della strada. Ma chi l’ha detto che i mezzi a motore devono avere la supremazia sulle biciclette, creiamo un diversa cultura del movimento.”

Cultura del movimento…?

“Sì, come avviene in certi paesi della Spagna o dell’Olanda, dove hanno eliminato totalmente la segnaletica stradale nei pressi degli incroci e quando arrivi sei costretto a fermarti perché nessuno ha la precedenza, anzi le macchine sono le ultime ad averne diritto. Sembrano cose da pazzi, invece funzionano benissimo e così facendo la strada ridiventa di proprietà della gente e le auto devono chiedere permesso quando si trovano davanti pedoni, ciclisti e altro ancora. Mica lo dico io, queste cose esistono per davvero.”

Interessante, ma torniamo un attimo alle auto. Nonostante l’introduzione della patente a punti che ha fatto registrare discreti risultati in termini di riduzione degli incidenti, nessun effetto positivo ha riguardato le cosiddette stragi del sabato sera. Cosa fare?

“Facciamo un nuovo regolamento che coinvolga anche i titolari dei locali notturni e delle discoteche.”

Cioè?
”Dopo le due di notte si va a cappuccini e caffè fino alle sei e così si lancia anche una nuova cultura della notte. Scusami, non è forse vero che oggi si usa fare le colazioni notturne a suon di brioche? Pensa un poco che vantaggio sarebbe trovare dentro la discoteca un forno che ogni ora ti butta fuori decine di cornetti e bomboloni caldi alla crema e di fianco il barista che ti prepara cappucci e caffè, farebbero soldi a palate. Poi si lamentano che c’è crisi nel settore…”

Mica male come idea. Beppe, l’intervista è terminata, una stoccata finale.

“Bè, di tutto abbiamo parlato meno che della cosa più facile e immediatamente visibile: lo stato delle strade. Ancora oggi esistono asfalti che vengono rifatti dopo nove anni e mezzo, toppe di catrame che fanno concorrenza a quelle dei jeans e soltanto su alcune autostrade si converte l’asfalto ordinario con quello idroassorbente. Occorre investire e lavorare di più anche su questo settore, tempo ne abbiamo già perso troppo col rischio di vedere sempre più incidenti stradali.”

Nulla di più vero, così come forse pochi lettori si aspettavano di trovare un Beppe Grillo così preparato e informato anche su questa materia. Al di fuori dell’intervista, però, dice di apprezzare molto il lavoro che le forze dell’ordine svolgono ogni giorno per la sicurezza stradale e mi chiede di poter rivolgere un particolare saluto ai ragazzi della Polizia Stradale. Prego.

“Siete forti ragazzi, parola di Beppe Grillo!”

© asaps.it

Intervista di Roberto Rocchi

Esclusivo: Il Centauro intervista Beppe Grillo
Sabato, 15 Aprile 2006
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