I lettori de Il Centauro e i visitatori del
nostro sito www.asaps.it avranno visto come da tempo seguiamo, monitoriamo e
analizziamo tutti gli aspetti legati al consumo dell’alcol alla guida e quelli
relativi ai fatti di violenza fisica contro le divise su strade. Spesso due
facce della stessa medaglia. Larga parte di questo numero della rivista è
proprio dedicata a questi due pericolosi aspetti. Parliamo di un Paese che
conta un milione di etilisti cronici, 3 milioni e di consumatori eccessivi e 35
milioni di patentati a rischio che in casi frequenti consumano disinvoltamente
alcolici e poi si mettono alla guida. Almeno il 30% degli incidenti gravi e
mortali sono alcolcorrelati. Un articolo inchiesta di Lorenzo Borselli, un
intervista al Procuratore della Repubblica di Treviso Antonio Fojadelli un
magistrato molto impegnato sul versante del contrasto all’alcol alla guida,
pezzi di Alessandro Sbarbada e Franco Taggi, due fra i massimi esperti del
pericolo ebbrezza, arricchiscono la nostra inchiesta. Completata da un articolo
sugli esiti del sondaggio attivato dall’Università di Bologna, Facoltà di
Psicologia con Asaps, firmato dal dr. Luca Pietrantoni e dalla dr.ssa Valentina
Pericoli, sulle aggressioni alle divise su strada, la metà delle quali, guarda
caso, determinate da abusi di alcol. Alcuni recenti episodi ci hanno
particolarmente colpito e ci hanno indotto ad insistere su questo percorso.
Come non ricordare i numerosi fatti di pirateria stradale che avevano quale
causa scatenante persone in stato di ebbrezza da alcol o da sostanze
stupefacenti che dopo avere investito persone si sono date alla fuga? Come non
ricordare la recente uccisione di un agente della Polizia di Stato a Firenze,
il 29enne Sergio Romeo, ammazzato un mattino mentre andava ad assumere servizio,
da un ubriaco andato completamente contromano. Oppure l’assurda vicenda del
processo a chi aveva causato la morte del sovrintendente Pierluigi Giovagnoli
della Polizia Stradale di Forlì, ucciso mentre era di scorta ad una gara
ciclistica da un etilista che aveva oltre 3 g/l nel sangue. Il giorno del
processo, tre anni dopo, si presenta il solo teste che viaggiava quel giorno
col conducente: palesemente ubriaco, racconta cose inverosimili, poi se ne va.
Quando la sua escussione finisce, il giudice consiglia agli stessi colleghi di
Giovagnoli, della Polizia Stradale di Forlì, di seguirlo. Gli vanno dietro fino
ad un bar, dove si incontra con un’altra persona e bevono insieme. I due
ripartono con una macchina, sbattono contro un muretto, vengono poi fermati e
alla guida – sorpresa – c’era l’imputato nel processo per la morte di Pierluigi
che non si era presentato in aula e che di mattino guidava ancora in stato di
ebbrezza con 1,29 g/l. Prosegue la nostra battaglia contro questi personaggi in
grado di pronunciare una condanna a morte, inappellabile e immediatamente
eseguita su strada, contro altre persone innocenti. Vanno fermati. Si deve
arrivare alla confisca dei veicoli, alla revoca della patente al secondo caso
di guida in stato di ebbrezza, con proibizione di riottenerla per almeno 5
anni. Non si può più permettere che dei Killer seriali della strada, al 4° o
5° ritiro continuino poi a colpire. Vanno disarmati! Intanto i casi come quella della Driver Beer
la birra “in regola con il codice della strada”, pubblicizzata sui siti anche
da Giancarlo Fisichella (uno dal piede pesante anche fuori pista) che appare
anche nelle aree autostradali, la dicono lunga su come si affronta il problema
da noi. L’Aicat (vedi sotto), riprendendo le posizioni e gli argomenti
dell’Asaps ha presentato una denuncia all’autorità garante della concorrenza e
del mercato per pubblicità ingannevole. Intanto si continua con una politica
morbida verso l’etilismo stradale. La prova? In Francia anche nel 2005 si sono
superati 8 milioni di controlli antialcol. In Spagna si cresce a vista
d’occhio, oltre due milioni e 190.000 controlli nel solo ponte dell’Immacolata.
In Italia, in tutto l’anno circa 150.000. Una vera inezia. * Presidente Asaps ASSOCIAZIONE ITALIANA DEI CLUB Genova, 24/1/06 La campagna costringe a fare alcune
riflessioni: • l’alcol è associato al professionista della
velocità, incoraggiando a bere per assomigliare al campione L’Associazione Sostenitori ed Amici della
Polizia Stradale (ASAPS) ha fatto una pubblica denuncia proprio ieri,
intitolata UNA STRADA SEMPRE PIU’ INTRISA DI ALCOL E SANGUE dove si legge, fra
l’altro “Una lettura della stampa quotidiana dimostra che ormai su alcol e
guida siamo in una situazione di vera emergenza! E’ ora di chiamare in gioco
precise responsabilità. La strada è diventata una lotteria i cui croupiers sono
i conducenti ubriachi”. Quindi, l’unico messaggio che si può accettare è che
“Chi guida non beve”. Chiediamo l’immediata sospensione di questa ingannevole e
illusoria campagna pubblicitaria.
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