L’alcol
è tra i principali responsabili di tante tragedie che purtroppo continuano a
colpire le famiglie italiane: le nostre famose e celebrate “Strade del Vino”
spesso sono strade di vino misto a sangue. Qualche tempo fa mi colpì la lettera
di Giancarlo, papà di Sabrina, una ragazza morta in un incidente stradale:
Giancarlo scrisse che quell’anno sua figlia non avrebbe potuto rivedere il
mare. Quanti ragazzi l’anno prossimo non rivedranno il mare? {foto3s}
Da oltre quindici anni mi occupo, a titolo volontario, di alcol e di problemi
alcolcorrelati, attraverso la mia attività in un Club degli alcolisti in
trattamento e come curatore, insieme all’amico Roberto Argenta, di una
quotidiana rassegna stampa su vino, birra e altri alcolici. Secondo l’Istituto
Superiore di Sanità, in Italia circa la metà degli incidenti stradali sono
legati al consumo di bevande alcoliche. Ricordo dati, di qualche anno fa, in
cui ISTAT e ACI ci dicevano invece che solo nel 1,9% degli incidenti stradali
era stata dimostrata una concentrazione di alcol nel sangue dei protagonisti
superiore ai limiti consentiti dalla legge. Mi sono interrogato sul perché di questa enorme differenza statistica. Non
voglio pensare che i dati vengano falsificati per difendere gli interessi dei
produttori di bevande alcoliche, non ci credo: la mia ipotesi, piuttosto, è che
i pochi casi riscontrati da ACI e ISTAT siano un segnale dell’abitudine, nel
nostro Paese, di controllare l’alcolemia ancora raramente, magari solo quando i
responsabili degli incidenti appaiono visibilmente ubriachi. Il problema vero è
che, come dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il maggior numero di
incidenti alcolcorrelati avviene in associazione a livelli moderati di consumo.
Questi oggi troppo spesso non vengono riconosciuti. La metà delle vittime di
incidenti stradali alcolcorrelati sono “vittime da alcol passivo”, ovvero
persone incolpevoli travolte da guidatori ubriachi. Chi vuole bere lo faccia
pure, ma non prima di guidare l’automobile. In altri paesi europei vige già la
consuetudine di eleggere il “guidatore sobrio” che riporterà tutti a casa dopo
la discoteca, o dopo il ristorante (non pensiamo che sia solo un problema dei
giovani). In queste nazioni, chi guidava in stato di ebbrezza sapeva di avere
grandi probabilità di essere fermato da una pattuglia che lo avrebbe sottoposto
all’alcol-test: a forza di controlli la cultura e cambiata e gli incidenti sono
molto diminuiti. Il mio modesto parere è che la strada da percorrere sia intensificare
i controlli con l’etilometro, facendoli a campione anche a chi non appare
visibilmente alterato da sostanze, e a tappeto in chi è stato protagonista di
un incidente stradale.
Da qualche tempo in provincia di Mantova, dove risiedo, si è cominciato a
verificare a tappeto l’alcolemia di ciascun conducente coinvolto in ogni
incidente, anche senza feriti: il risultato è impressionante, in quasi tutti
gli incidenti rilevati almeno un conducente aveva bevuto. Si tratta di quella
stessa provincia di Mantova nella quale i dati ufficiali del 2003 rilevavano
meno del 3 per cento di incidenti causati dallo stato di ebbrezza di un
conducente. Evidentemente non è che, da queste parti, da un giorno all’altro si
sono messi tutti a bere come spugne, più semplicemente fino a poco tempo fa chi
guidava in stato di ebbrezza non veniva controllato per il suo bere, nemmeno quando
provocava un incidente! Io penso che purtroppo questa sia ancora una realtà in
molte zone del nostro paese. Quando la Polizia Stradale mi fermerà per
verificarmi l’alcolemia, non mi sentirò accusato di essere ubriaco, da qualcuno
che sospetta di me: non c’è niente di negativo o di offensivo in questi
controlli. Al contrario, si tratta di tutelare la sicurezza, di proteggere la
vita, nell’interesse di tutti quanti. Anche degli operatori turistici di quelle
località balneari dove tanti ragazzi, l’anno prossimo, potranno tornare a
rivedere il mare.
Servitore insegnante in un Club di alcolisti in trattamento.
Esperto in problemi alcol correlati e curatore della rassegna stampa nazionale
di vino, birra e altri alcolici, con Roberto Argenta.
|