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Rassegna stampa alcol e guida del 19 aprile 2006

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

 

 

ASAPS

da "Il Centauro" n.102
Togliamo il coperchio dalla pentola dell’abuso di alcol, ebbrezza e aggressioni alle divise
Il centauro affronta su questo numero un tema delicato e molto sottostimato

di Giordano Biserni *

I lettori de Il Centauro e i visitatori del nostro sito www.asaps.it avranno visto come da tempo seguiamo, monitoriamo e analizziamo tutti gli aspetti legati al consumo dell’alcol alla guida e quelli relativi ai fatti di violenza fisica contro le divise su strade. Spesso due facce della stessa medaglia.

Larga parte di questo numero della rivista è proprio dedicata a questi due pericolosi aspetti. Parliamo di un Paese che conta un milione di etilisti cronici, 3 milioni e di consumatori eccessivi e 35 milioni di patentati a rischio che in casi frequenti consumano disinvoltamente alcolici e poi si mettono alla guida. Almeno il 30% degli incidenti gravi e mortali sono alcolcorrelati. Un articolo inchiesta di Lorenzo Borselli, un intervista al Procuratore della Repubblica di Treviso Antonio Fojadelli un magistrato molto impegnato sul versante del contrasto all’alcol alla guida, pezzi di Alessandro Sbarbada e Franco Taggi, due fra i massimi esperti del pericolo ebbrezza, arricchiscono la nostra inchiesta. Completata da un articolo sugli esiti del sondaggio attivato dall’Università di Bologna, Facoltà di Psicologia con Asaps, firmato dal dr. Luca Pietrantoni e dalla dr.ssa Valentina Pericoli, sulle aggressioni alle divise su strada, la metà delle quali, guarda caso, determinate da abusi di alcol. Alcuni recenti episodi ci hanno particolarmente colpito e ci hanno indotto ad insistere su questo percorso. Come non ricordare i numerosi fatti di pirateria stradale che avevano quale causa scatenante persone in stato di ebbrezza da alcol o da sostanze stupefacenti che dopo avere investito persone si sono date alla fuga? Come non ricordare la recente uccisione di un agente della Polizia di Stato a Firenze, il 29enne Sergio Romeo, ammazzato un mattino mentre andava ad assumere servizio, da un ubriaco andato completamente contromano. Oppure l’assurda vicenda del processo a chi aveva causato la morte del sovrintendente Pierluigi Giovagnoli della Polizia Stradale di Forlì, ucciso mentre era di scorta ad una gara ciclistica da un etilista che aveva oltre 3 g/l nel sangue. Il giorno del processo, tre anni dopo, si presenta il solo teste che viaggiava quel giorno col conducente: palesemente ubriaco, racconta cose inverosimili, poi se ne va. Quando la sua escussione finisce, il giudice consiglia agli stessi colleghi di Giovagnoli, della Polizia Stradale di Forlì, di seguirlo. Gli vanno dietro fino ad un bar, dove si incontra con un’altra persona e bevono insieme. I due ripartono con una macchina, sbattono contro un muretto, vengono poi fermati e alla guida – sorpresa – c’era l’imputato nel processo per la morte di Pierluigi che non si era presentato in aula e che di mattino guidava ancora in stato di ebbrezza con 1,29 g/l. Prosegue la nostra battaglia contro questi personaggi in grado di pronunciare una condanna a morte, inappellabile e immediatamente eseguita su strada, contro altre persone innocenti. Vanno fermati. Si deve arrivare alla confisca dei veicoli, alla revoca della patente al secondo caso di guida in stato di ebbrezza, con proibizione di riottenerla per almeno 5 anni. Non si può più permettere che dei Killer seriali della strada, al 4° o 5° ritiro continuino poi a colpire. Vanno disarmati!

Intanto i casi come quella della Driver Beer la birra “in regola con il codice della strada”, pubblicizzata sui siti anche da Giancarlo Fisichella (uno dal piede pesante anche fuori pista) che appare anche nelle aree autostradali, la dicono lunga su come si affronta il problema da noi. L’Aicat (vedi sotto), riprendendo le posizioni e gli argomenti dell’Asaps ha presentato una denuncia all’autorità garante della concorrenza e del mercato per pubblicità ingannevole. Intanto si continua con una politica morbida verso l’etilismo stradale. La prova? In Francia anche nel 2005 si sono superati 8 milioni di controlli antialcol. In Spagna si cresce a vista d’occhio, oltre due milioni e 190.000 controlli nel solo ponte dell’Immacolata. In Italia, in tutto l’anno circa 150.000. Una vera inezia.

* Presidente Asaps


ASAPS

da "Il Centauro" n.102
Quando il vino… fa sangue
Alcol passivo e tragedie stradali. Il parere di un esperto, che da anni raccoglie i dati sul fenomeno

di Alessandro Sbarbada*

L’alcol è tra i principali responsabili di tante tragedie che purtroppo continuano a colpire le famiglie italiane: le nostre famose e celebrate “Strade del Vino” spesso sono strade di vino misto a sangue. Qualche tempo fa mi colpì la lettera di Giancarlo, papà di Sabrina, una ragazza morta in un incidente stradale: Giancarlo scrisse che quell’anno sua figlia non avrebbe potuto rivedere il mare. Quanti ragazzi l’anno prossimo non rivedranno il mare?

Da oltre quindici anni mi occupo, a titolo volontario, di alcol e di problemi alcolcorrelati, attraverso la mia attività in un Club degli alcolisti in trattamento e come curatore, insieme all’amico Roberto Argenta, di una quotidiana rassegna stampa su vino, birra e altri alcolici. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, in Italia circa la metà degli incidenti stradali sono legati al consumo di bevande alcoliche. Ricordo dati, di qualche anno fa, in cui ISTAT e ACI ci dicevano invece che solo nel 1,9% degli incidenti stradali era stata dimostrata una concentrazione di alcol nel sangue dei protagonisti superiore ai limiti consentiti dalla legge. Mi sono interrogato sul perché di questa enorme differenza statistica. Non voglio pensare che i dati vengano falsificati per difendere gli interessi dei produttori di bevande alcoliche, non ci credo: la mia ipotesi, piuttosto, è che i pochi casi riscontrati da ACI e ISTAT siano un segnale dell’abitudine, nel nostro Paese, di controllare l’alcolemia ancora raramente, magari solo quando i responsabili degli incidenti appaiono visibilmente ubriachi. Il problema vero è che, come dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il maggior numero di incidenti alcolcorrelati avviene in associazione a livelli moderati di consumo. Questi oggi troppo spesso non vengono riconosciuti. La metà delle vittime di incidenti stradali alcolcorrelati sono “vittime da alcol passivo”, ovvero persone incolpevoli travolte da guidatori ubriachi. Chi vuole bere lo faccia pure, ma non prima di guidare l’automobile. In altri paesi europei vige già la consuetudine di eleggere il “guidatore sobrio” che riporterà tutti a casa dopo la discoteca, o dopo il ristorante (non pensiamo che sia solo un problema dei giovani). In queste nazioni, chi guidava in stato di ebbrezza sapeva di avere grandi probabilità di essere fermato da una pattuglia che lo avrebbe sottoposto all’alcol-test: a forza di controlli la cultura e cambiata e gli incidenti sono molto diminuiti. Il mio modesto parere è che la strada da percorrere sia intensificare i controlli con l’etilometro, facendoli a campione anche a chi non appare visibilmente alterato da sostanze, e a tappeto in chi è stato protagonista di un incidente stradale

Da qualche tempo in provincia di Mantova, dove risiedo, si è cominciato a verificare a tappeto l’alcolemia di ciascun conducente coinvolto in ogni incidente, anche senza feriti: il risultato è impressionante, in quasi tutti gli incidenti rilevati almeno un conducente aveva bevuto. Si tratta di quella stessa provincia di Mantova nella quale i dati ufficiali del 2003 rilevavano meno del 3 per cento di incidenti causati dallo stato di ebbrezza di un conducente. Evidentemente non è che, da queste parti, da un giorno all’altro si sono messi tutti a bere come spugne, più semplicemente fino a poco tempo fa chi guidava in stato di ebbrezza non veniva controllato per il suo bere, nemmeno quando provocava un incidente! Io penso che purtroppo questa sia ancora una realtà in molte zone del nostro paese. Quando la Polizia Stradale mi fermerà per verificarmi l’alcolemia, non mi sentirò accusato di essere ubriaco, da qualcuno che sospetta di me: non c’è niente di negativo o di offensivo in questi controlli. Al contrario, si tratta di tutelare la sicurezza, di proteggere la vita, nell’interesse di tutti quanti. Anche degli operatori turistici di quelle località balneari dove tanti ragazzi, l’anno prossimo, potranno tornare a rivedere il mare.  

Servitore insegnante in un Club di alcolisti in trattamento.
Esperto in problemi alcol correlati e curatore della rassegna stampa nazionale di vino, birra e altri alcolici, con Roberto Argenta.
  


 
ASAPS

Da "Il Centauro" n.102
EURO ALCOL E GUIDA, L’ AZIONE REPRESSIVA DI CHI FA SUL SERIO.
L’ESEMPIO DI PAESEI COME SPAGNA E FRANCIA NEL CONTRASTO AL FENOMENO CI SERVA DA LEZIONE

di Lorenzo Borselli *

 

 “Noi abbiamo a che fare con un gran numero di persone, che trovandosi sotto un continuo influsso latente del vino, paiono quello che non sono, son specie di maschere di se stessi, che ci ingannano. Ci troviamo intorno delle generosità, delle eloquenze, delle bontà, dei caratteri ameni, che sono fittizi, che esistono solamente a ore, ma che esistendo per quelle tante ore ogni giorno, producono in chi le incontra un’illusione stabile”.

Edmondo De Amicis

 Ora non vogliamo scherzare più: è il momento di fare sul serio. Cercheremo di non entrare nel merito delle abitudini, in questa inchiesta, ma una cosa deve essere chiara subito: l’alcol è una sostanza pericolosa. Può nascondersi in modi e gradazioni diverse in tutte le bevande di maggior consumo, si tratti di vini pregiati che quelli in cartone, di birre da 20 centesimi come di quelle da intenditori e di tutti i drink da discoteca, da dopocena o da serata impegnata. È, tra le sostanze psicoattive, una di quelle che ha maggior tossicità intrinseca e questo significa che fa danni praticamente dappertutto e non solo nel fisico. Anche la mente ne esce provata e questo rende la sua dipendenza una delle più difficili da recuperare, in primis perché generalmente sottovalutata e poi perché da un punto di vista sociale comporta problemi davvero seri nella riconquista di quel concetto di salute di cui fa menzione l’OMS[1].

 

 

Non scherzeremo più perché abbiamo ormai tutti sotto gli occhi che i pirati della strada, quelli che colpiscono e scappano, sono spesso ebbri[2], e che una moltitudine di incidenti stradali sono provocati da persone in stato di ebbrezza recidiva, gente che ha già subito il ritiro di patente ex articolo 186 cds e che magari aveva già ucciso nella stessa maniera.

Non scherzeremo più perchè la sicurezza stradale non è una palla di stracci con cui improvvisare una partitella in giardino.

È una questione di sopravvivenza, un’insidia ben più letale dell’influenza aviaria, che per essere arginata – visto che non è nemmeno pensabile di potersi muovere a rischio zero – ha bisogno di essere studiata scientificamente.

L’impegno c’è, e si vede, ma ogni volta che un risultato positivo viene raggiunto, proprio quando si è sul punto di assicurarsi una maggiore condivisione da parte del grande pubblico, ecco sbucare un cecchino che apre il fuoco, uccidendo senza pietà l’opinione che tanto faticosamente si era ottenuta.

Ci riferiamo alla “Drive Beer”, la cui comparsa sul mercato rischia di compromettere in maniera pesante ogni sforzo fatto per limitare l’assunzione di alcol prima di mettersi alla guida: l’idea della società produttrice, la “Tarricone spa” – dalla quale ha preso le distanze anche Asso Birra – con una nota giunta in redazione all’indomani della pubblicazione sul nostro sito è sulla carta geniale. In un’epoca storica in cui la paura di incorrere in sanzioni derivanti dalla guida in stato di ebbrezza risulta essere l’unico strumento forte in mano ad uno Stato che fa una quantità di controlli risibile rispetto a quella di paesi confinanti (si parla di 200mila all’anno contro gli 8 milioni della Francia), lanciare sul mercato una birra a bassa gradazione (2,5%) spacciandola come “in regola con il codice della strada” è un colpo basso.

Per quanto riguarda i controlli effettuati in Italia, il dato al quale ci riferiamo con certezza è comunque quello diffuso dall’Interno e stilato in base all’attività di Polizia Stradale e Carabinieri: nel 2004 le verifiche dei conducenti con etilometri e strumenti precursori sono state 148.118 (+24% rispetto al 2003) con una crescita della positività accertata del 17,4%, segno che quanto più si sviluppa la ricerca delle ebrietà al volante più ebbri vengono scoperti[3].

Asso Birra, è giusto precisarlo, si è presa la responsabilità di informare il consumatore dai rischi derivanti dall’uso di sostanze alcoliche, segno di una crescente responsabilità anche fra i produttori, che fanno del consumo popolare (sic!) la propria ragione di esistere: per questo prende le distanze dalla Drive Beer e da chi la produce, perché distrugge la credibilità di chi almeno si pone il problema di una bevibilità – passateci il pasticcio di parole – che sia “sostenibile”.

 Il “caso Drive Beer”: pubblicità ingannevole?

L’azione pubblicitaria della “Tarricone” è, a nostro parere, quantomeno ingannevole: lo dice la legge, sia ben chiaro, che disciplina la materia dal 1991, quando il decreto “Vizzini” (DL n° 425 del 30.11.1991) si propose di regolare i messaggi pubblicitari televisivi sugli alcolici. All’epoca, si ritenne sufficiente impedire ai produttori di rivolgersi ai minori, di convincere i consumatori che il consumo di alcolici aumentasse la capacità fisica e di conduzione dei veicoli, che bere facilitasse il successo, che certe bevande possedessero qualità terapeutiche e che l’alta gradazione fosse un fattore positivo. Una serie di prescrizioni, molte delle quali ci sembrano essere state puntualmente violate dall’imponente battage pubblicitario della Drive Beer e che sono, secondo noi, in palese contrasto anche con il codice etico di Autodisciplina Pubblicitaria in vigore dal 1996, istituito per limitare le promozioni pubblicitarie a “canoni di lealtà, veridicità, onestà e correttezza[4]”.

È fin troppo evidente, infatti, che il messaggio pubblicitario proposto venga oggettivamente interpretato come un incoraggiamento all’uso eccessivo della bevanda (come se il poco alcol la rendesse analcolica) e soprattutto che il suo uso costituisca un’inevitabile associazione alla guida dei veicoli.

La legislazione in tal senso è comunque tardiva ed ha seguito un passo completamente diverso rispetto a quella che ha di fatto impedito la promozione diretta dei tabacchi, sulle cui confezioni oggi è scritto a chiare lettere l’assoluta nocività.

In Francia e in Svizzera, si è già andati oltre. Infatti, il ministro della Salute francese, Xavier Bertrand, ha proposto con decisione di far indicare su tutte le bottiglie di vino, birra e liquori la scritta “nuoce gravemente alla salute”, esattamente come avviene per sigarette, sigari, e trinciati vari. Questo perché un’inchiesta giornalistica di Hervè Chabalier rivela che ogni anno 45mila francesi muoiono a causa dell’alcol. Un’ecatombe, che mette la repubblica transalpina al primo posto in Europa, per un costo sociale di oltre 17 miliardi di euro all’anno (l’1,42 % del Pil). Per inciso, il doppio del tabagismo, che raggiunge lo 0,8%[5]. Forti restrizioni pubblicitarie sono del resto vigenti in Francia fin dal 1991, anno in cui entrò in vigore la legge “EVIN” in materia di tabagismo ed alcolismo: si pensi che sulla scia di quella legge, i ciclisti vincitori di tappe al Tour non potevano stappare lo champagne in pubblico, per non associare la vittoria sportiva al consumo di alcol[6]. La legge francese venne varata contemporaneamente all’approvazione in Italia del decreto “Vizzini”, ma risultò assai più severa.

Restiamo nel campo delle sigarette ancora due righe, solo per dire che non è solo a le Mans che abbiamo visto i nostri beniamini dei motori correre senza gli sponsor dei tabacchi: anche a Donington (Inghilterra), al Sachsenring (Germania) e ad Istambul (Turchia) ne è tassativamente vietata la pubblicità.

In Svizzera, invece, è stata vietata nei cantoni di Turgovia, Basilea, Campagna, Berna, Zurigo e Ginevra, l’affissione pubblicitaria per alcolici, vino compreso, nonostante in una prima fase le aziende vinicole sembravano essere state risparmiate dall’azione censoria[7].

A Singapore, come si vede nella foto, il messaggio sulle sigarette è ancora più chiaro.

Le difficoltà di questo difficile allineamento è forse nella cultura italiana, oltre che nella sua secolare tradizione vinicola. Attenzione però a non farne un paravento, visto che tutta l’umanità ha sempre fatto uso di sostanze alcoliche, siano queste state ricavate dalla fermentazione che dalla distillazione di liquidi zuccherini: si pensi alla birra o al vino, che è antico quanto la civiltà occidentale.

Un punto di partenza.

A noi, in questa sede, interessa la sempre crescente incidenza dell’alcol nell’infortunistica stradale e nella sfera di reati commessi nell’ambito della circolazione (che in Svizzera viene definita con efficacia “criminalità stradale alcolica”[8]), quali la pirateria o i comportamenti. L’OMS, definendo nel 1990 i costi sociali dell’alcolismo, ha effettuato una vera e propria classificazione della fenomenologia partendo dalla distinzione tra “problemi sociali da intossicazione acuta” e da “intossicazione cronica”. Quelli che ci interessano di più (ma non è detto che si tratti di una distinzione netta) sono appunto i primi, spesso alla base di comportamenti violenti che possono sfociare in abuso di minori e devianze sessuali in genere, assenteismo ed inefficienza nel lavoro, tentativi di suicidio, incidenti stradali e domestici.

C’è però un problema di fondo: la scarsità di controlli. Il Servizio Polizia Stradale, ha dato disposizione a tutti i propri uffici sul territorio di sottoporre ad etilometro tutti i conducenti coinvolti in sinistri. A nostro parere tutti dovrebbero soffiare ad ogni controllo, ma per ora il grande vuoto nel panorama della sicurezza è dovuto al fatto che manca una strategia comune a tutte le forze di polizia, siano queste dello Stato che degli enti Locali, alcuni dei quali sembrano ancora poco interessati al contrasto della guida in stato di ebbrezza. È lecito almeno chiedersi se la ragione non stia nel fatto che non ci sono – in questo settore – proventi di multe da mettere nel bilancio preventivo, visto che gli introiti delle ammende incluse nei decreti penali di condanna sono destinate alle case dello Stato. Ci sono comunque, soprattutto nei grandi centri, esempi di grande responsabilità da parte delle Polizie Locali, in prima linea anche contro questo fenomeno.

Si consideri infatti che nel 2004, gli incidenti nei quali sia stata accertata l’ebrietà dei protagonisti sono stati 4.140, di cui 3.032 in strade urbane e 1.108 su quelle extraurbane. Si aggiunga anche il ruolo dei pedoni in stato di ebbrezza coinvolti a vario titolo in sinistri, e che costituiscono comunque una realtà della circolazione stradale: nel 2004 ne sono stati censiti 32, di cui 25 in città e 7 su rete extraurbana[9].

<!--[if !vml]--><!--[endif]-->A noi, francamente, pare davvero strano che l’alterazione psico-fisica dovuta all’ingestione di alcolici abbia un’incidenza così bassa sul totale: si tratta di dati assolutamente non in linea con i segnali che giungono innanzitutto dalla strada e con quelli dell’Europa.

Una delle ricerche più serie e complete che siano state per ora portate a termine, giunge dalla Spagna, dove secondo la Direzione Generale del Traffico (DGT) – una sorta di dipartimento della sicurezza stradale in seno al ministero delle Infrastrutture – l’alcol è risultato responsabile delle morti sulla strada con percentuali elevatissime, tra il 30 ed il 50%[10]. Si tratta di uno studio dell’Istituto Nazionale di Tossicologia, che nel 2004 ha effettuato 1.389 autopsie su altrettanti conducenti uccisi in incidenti stradali: tra questi, il 36,1% avevano alcol nel sangue, dei quali il 30,3% evidenziava valori oltre il limite consentito dalla legge (0,5%). Un attento analista del fenomeno capisce che anche sotto la soglia di legge nessuno può garantire l’assenza di effetti incompatibili con la guida, peraltro ampiamente dimostrati fin dallo 0,2%. A differenza di quanto accade puntualmente in Italia, dove si continua a ritenere che il limite dello 0,5% sia eccessivamente basso, in Spagna la percezione del rischio si è consolidata, soprattutto in chi informa, previene e reprime: la risposta è stata infatti immediata, secondo l’esempio francese, e nel solo periodo dell’Immacolata le forze dell’ordine sono riuscite ad effettuare 195mila controlli, contro i 110mila dell’anno precedente. In pratica in soli 13 giorni di attività la Spagna ha fatto quanto nel nostro paese si riesce a fare in un anno.

Uno studio analogo è stato effettuato in Canada, in Québec, dove l’alcol è considerato – su dati statistici – la prima causa di incidente mortale sulle strade: secondo le informazioni raccolte dal governo locale, infatti, nel solo 2003 l’assunzione di sostanze alcoliche ha causato 240 decessi, 1.100 invalidi permanenti e 2.500 feriti.[11]

Tornando alla Francia, paese che più di altri in Europa (ad eccezione dell’Inghilterra) ha dimostrato che “volere è potere”, la Prévention Routière stima che permanentemente circa il 3% dei conducenti sia sotto l’effetto dell’alcol, fornendo anche un profiling dell’ebbro: non si tratta di un etilista, ma di un “acuto”, che in caso di incidente finisce 1 volta su 3 fuoristrada o contro un ostacolo fisso. La percentuale di ebbri sulla strada aumenta però spaventosamente nelle notti del fine settimana, quando i controlli della Gendarmeria e della Polizia Nazionale hanno rilevato fino al 30% di positivi: in 1 caso su 2 si tratta di giovani appena usciti dalle discoteche. Alcuni esperti transalpini ritengono che il rischio di incidente stradale mortale sia doppio quando il conducente abbia una percentuale di alcol nel sangue da 0,2 a 0,5% e si moltiplichi per dieci da 0,5 a 0,8%. C’è da riflettere a pensare che per una persona con tasso alcolemico compreso tra 0,8 e 1,2 g/l la possibilità di restare uccisa al volante è 35 volte superiore rispetto ad una sobria. Su una cosa c’è comunque uniformità: 1 incidente mortale su 3, in Francia, è dovuto all’alcol.

Per questo le sanzioni sono durissime e in caso di recidiva o di tasso alcolemico elevato si va in prigione per 3 anni, si pagano 4.500 euro di ammenda, si perde la patente e per tre anni non è possibile ottenerla di nuovo: in più le assicurazioni non corrispondono rimborsi ai propri assicurati (solo alle controparti pretendendo poi dal contraente la restituzione di quanto dovuto), non pagherà loro l’avvocato difensore e una volta definita la pratica subirà un aumento della polizza del 400%.

Da noi ci sono ancora falle pazzesche, come la questione del foglio rosa: chi non riesce a conseguire la patente, soprattutto per i motocicli, può circolare quasi liberamente rinnovando continuamente il foglio rosa, al quale – lo sappiamo – non si applicano decurtazioni di punti né sospensioni.

Non è ora di rimboccarsi le maniche anche da noi?

 
*Sovrintendente della Polizia Stradale


 

Comunicato al Procuratore Capo della Repubblica Dott. Giuseppe Mancini della Associazione Europea Familiari e Vittime della Strada

Carcere per il folle della Via Pontina. No al patteggiamento
Durante Tangentopoli il dibattito politico che ne è scaturito ha fatto spesso riferimento ad un uso diremmo "disinvolto" dello strumento della carcerazione preventiva. Già allora lo scrivente sodalizio sentiva piuttosto di esprimere il suo incondizionato apprezzamento alla magistratura, non dubitando mai, neppure per un attimo, che dietro alla richiesta e/o all’adozione di determinate misure si potessero nascondere ordini di scuderia, cui quella determinata procura o quel determinato procuratore o sostituto procuratore avesse inteso rispondere, secondo un becero e mai creduto sistema di lottizzazione politica. Ritenevamo allora che dietro ogni misura di custodia cautelare vi fossero ragioni di buon senso e la puntuale e rigorosa applicazione della legge, di cui ogni Stato di Diritto deve farsi garante.
Oggi, di fronte ai gravi fatti accaduti nella notte tra sabato e domenica u.s., quando uno sconsiderato per essersi posto alla guida della propria autovettura in stato di ebbrezza, procedendo contromano sulla Via Pontina, spezzava tre vite umane, rievocando nel giorno della Resurrezione, in ciascuno di noi familiari, l’inspiegabile sacrifico dei nostri cari - al quale mai potremo rassegnarci - l’Associazione Europea Familiari e Vittime della Strada - Onlus attende dalla Procura di Latina lo stesso buon senso, lo stesso rigore, certa che non mancheranno.
Che costui insomma venga imprigionato, che mediti tra quelle quattro mura, sulla gravità del fatto commesso, sul plurimo assassinio perpetrato a discapito di poveri innocenti, circostanziatosi secondo modalità tali da farne un soggetto altamente e socialmente pericoloso. Ritenere diversamente non farebbe altro che diffondere quel senso di impunità ormai generalizzato, una delle principali cause del crescente fenomeno della incidentalità stradale nella provincia di Latina, che ha fatto ormai perdere del tutto, inesorabilmente, alla pena quella irrinunciabile funzione generale preventiva.
Soprattutto lo scrivente sodalizio confida in un processo che potrà consentire di accertare le precise ed effettive responsabilità del reo, considerando fin da ora deprecabile qualunque ipotesi di definizione "patteggiata" dello stesso.

Presidente Regionale
Giovanni Delle Cave


 
LA PROVINCIA DI CREMONA

Alcolisti in trattamento Il mese della prevenzione

In occasione dell’Alcool Prevention Day, da tre anni diventato ‘Mese di prevenzione alcologica’, l’associazione Apcat domani presenta l’appuntamento che si svolge con la collaborazione di diverse realtà. Nell’occasione verranno illustrate iniziative che avranno come base la metodologia collaudata dei club degli alcolisti in trattamento, attivi nel nostro territorio dal 1986.


 
LA PROVINCIA DI COMO

Una giornata contro l’alcol assieme al club «La Torre» di Alzate

ALZATE BRIANZA Una giornata di sensibilizzazione sull’alcolismo: la propone - per domani - il club La Torre di Alzate Brianza, legato all’Associazione degli alcolisti in trattamento, che ha la sua sede in piazza Fiume 1. Per l’intera giornata, domani, la sede sarà aperta a chiunque voglia avere informazioni sul funzionamento dell’associazione che dà sostegno alle famiglie alle prese con problemi di alcoldipendenza, fenomeno che anche nel nostro territorio ha una diffusione preoccupante. Anche per questo motivo, l’associazione intende aprire una sede anche a Cantù. Per il momento, i punti di riferimento sono anche a Erba e Mariano, coinvolgendo complessivamente oltre dieci famiglie che si riuniscono periodicamente per affrontare assieme il difficile percorso dell’affrancamento dall’alcol di uno dei propri componenti. Molte volte, uno degli ostacoli maggiori perché una famiglia si "apra" e quindi affronti a viso aperto il problema è la vergogna. Mettendo in comune le esperienze, l’ostacolo viene superato: ci si sente meno soli, meno "abbandonati" a se stessi. Proprio per far comprendere questi aspetti della "terapia" è stato deciso di organizzare questa giornata: domani, la sede del club "La Torre" sarà aperta dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 19.30: si potranno ottenere informazioni e consigli.


 
GENIUS

Imola - Tutti i rischi per chi beve e poi si mette al volante

19.04.2006 - IMOLA - Prosegue l’impegno dell’Ausl per la prevenzione alcologica e la lotta all’abuso di alcolici, con tutte le nefaste conseguenze che possono seguirne. Questa sera la campagna dell’azienda sanitaria in collaborazione con l’Associazione alcolisti in trattamento (Acat) propone un incontro sul tema "Alcol e guida", schierando in veste di relatore una persona che sicuramente la sa molto lunga su rischi e inconvenienti che comporta mettersi al volante ubriachi o comunque dopo aver bevuto: Ivano Tabanelli, comandante della Polizia stradale di Imola.Coordinatrice della campagna "Aprile mese della prevenzione alcologica" è la dottoressa Lucia Galli, psichiatra e responsabile del settore alcologico dell’Unità operativa dipendenze patologiche, che tratteggia una situazione sgradevole: "A differenza di quanto avviene per le sostanze stupefacenti illegali, la nostra cultura accoglie il concetto di moderazione nell’uso di alcol. In realtà non è possibile definire la moderazione in questo caso: il rischio è zero solo per chi non beve alcolici".La soglia considerata pericolosa per la salute espressa in Unità alcoliche (quantità arbitraria che corrisponde a un bicchiere di vino, una birra media o un aperitivo) è di tre al giorno per gli uomini e due per le donne. "Ma anche se il consumo è inferiore a questi valori - aggiunge la dottoressa Galli - si corrono dei rischi. Per questo è importante contare i bicchieri: perché loro contano". Ovviamente il consumo di alcolici andrebbe completamente evitato per tutti coloro che sono in situazioni maggiormente a rischio, come chi deve condurre un veicolo o un macchinario, donne in gravidanza o durante l’allattamento (l’alcol è molto nocivo per lo sviluppo del sistema nervoso del bambino), chi assume farmaci o soffre di patologie acute o croniche, chi si sente solo o depresso, eccetera. "E se si hanno meno di 16 anni: per ragioni legali - conclude la Galli - e soprattutto perché l’alcol su un cervello giovane ha effetti molto più gravi che su un adulto". L’iniziativa si concluderà con un appuntamento fissato per mercoledì 26 aprile alla parrocchia Nostra Signora di Fatima, in via Vivaldi. Sarà l’incontro "Il club degli alcolisti in trattamento come risorsa per le famiglie con problemi alcol correlati", alle ore 20.30


 
IL GAZZETTINO (Nordest)

I GESTORI

«C’è un decalogo delle regole per un divertimento pulito»

Jesolo

NOSTRO INVIATO

«La droga è un problema che c’è dappertutto, non solo in discoteca. Ciò che è accaduto alla Tnt di Lugugnana avrebbe potuto accadere ovunque. Quella discoteca, poi, è da sempre impegnata sui temi della sicurezza e dei controlli». Renato Giacchetto, presidente nazionale del Sindacato Italiano Locali da Ballo, a Jesolo è conosciutissimo. Il suo nome si è legato, in passato, al King, a La Villa e The Club, nomi e luoghi che hanno fatto la storia del divertimento sul litorale veneziano.

Con questi temi drammatici - non solo i morti per abuso di stupefacenti, ma anche per corse folli il sabato sera - è da anni che si confronta. «È il male di vivere che oggi non coinvolge ormai solo i giovani, ma anche gli adolescenti. Una recente ricerca del ministero della Sanità ha accertato che cominciano a ubriacarsi a 12 anni». Più precoci, imprevedibili. «I giovani sono incontrollabili. Almeno una volta chi vigilava in un locale poteva sentire l’odore di certe sigarette e intervenire. Ma le pastiglie si portano addosso e si ingoiano in un attimo, mica si può chiedere ai ragazzi che cosa hanno in tasca». Cosa si può fare? «Un mese fa a Rimini, nell’ambito della mostra internazionale delle tecnologie per eventi, spettacolo e locali, abbiamo presentato il "decalogo", una proposta di divertimento più sicuro e di qualità». Un vero codice di comportamento etico. «Esatto, norme a cui attenersi per ridurre i rischi. E mi risulta che lo applicassero anche alla Tnt, una discoteca di musica techno. Tutti abbiamo l’interesse ad avere locali più "puliti". Ma nonostante questo la droga arriva dappertutto, come a scuola. L’assunzione di droghe è anche la manifestazione di un disagio sociale e generazionale».

Come tutti i decaloghi, anche questo è sulla carta importante per contenuti e per impegni, anche se traccia l’avvio di una linea di tendenza piuttosto che uno stato acquisito. I gestori di discoteche «intendono offrire un divertimento "sicuro" a tutela della salute e della incolumità dei giovani».

Il primo capitolo riguarda proprio la lotta alla tossicodipendenza. In tre punti. Primo: favorire la formazione di personale per un primo soccorso sanitario. Secondo: garantire il massimo controllo all’interno del locale segnalando alle forze dell’ordine ogni irregolarità. Terzo: favorire le campagne di informazione e prevenzione in tema di tossicodipendenza.

Il secondo capitolo riguarda gli alcolici con vari punti. Si va dal divieto a somministrare bevande a chi ha meno di 16 anni, al rifiuto a far entrare chi è ubriaco, al divieto per i clienti a portarsi alcolici da casa. I gestori si impegnano a promuovere il consumo di analcolici, a incentivare (anche con premi o consumazioni gratuite) la pratica del Guidatore Designato (che non deve bere), a collaborare con le iniziative di sensibilizzazioni promosse da enti e istituzioni .

G.P.


 
IL MATTINO

CIF Prevenzione alcologica in campo le associazioni

Il Centro Italiano Femminile di Avellino scende nuovamente in campo per riprendere il discorso sulla prevenzione alcologica. Il gruppo giovani di Avellino, in collaborazione con l’Asl Av2, l’associazione familiari vittime della strada, ha organizzato: «Un giorno di aprile a ballo senza sballo». Materiale informativo sull’approccio al bere, incontri-dibattito con gli studenti e confronti con i giovani costituiscono il piatto forte dell’iniziativa rivolta soprattutto ai giovani.


 


IL MESSAGGERO (Ancona)

Posatora, infermiera uccisa

Ubriaco con la pistola Il Procura indaga su chi non disarmò il poliziotto “assassino” 

Anni fa, in seguito ad alcune segnalazioni, venne sottoposto a visita medica e poi riabilitato all’uso delle armi. La pistola d’ordinanza non gli fu mai tolta. Ma Tiziano Gentile, 44 anni, assistente capo di polizia in carcere dallo scorso primo aprile con l’accusa di omicidio volontario, qualche problema ce l’aveva. E qualcuno doveva pur sapere. Ma chi? E se qualcuno sapeva, perché non ha fatto qualcosa per evitare il peggio? Su questo aspetto della vicenda intende far luce la Procura. Con indagini mirate, che sposteranno l’attenzione sul luogo di lavoro di Gentile.
Preciso, efficiente, instancabile. Di lui hanno questo ricordo il questore Gulì ed il questore vicario Palombi. Ma la mattina del primo aprile il poliziotto ha ucciso la propria convivente, Anna Maria Fracassa, 39 anni, infermiera all’Utip del Lancisi a Torrette con due colpi di pistola alla testa. Era ubriaco, come attestato dall’esito del test alcometrico e, cosa ancora più grave, la sua pistola d’ordinanza era già pronta a fare fuoco. Alle 11 Anna Maria giaceva a terra, esanime, riversa su un fianco, nella cucina dell’appartamento di via Monte Pennino 10 a Posatora. Se Gentile non avesse bevuto, la donna forse sarebbe ancora viva. Se non avesse avuto in dotazione l’arma, tutto si sarebbe probabilmente risolto con un litigio come tanti altri.
Così non è stato. Dal primo aprile Tiziano Gentile è dietro le sbarre. La difesa del poliziotto (avvocati Gianluca Campodonico e Marta Balestra), al quale vengono attualmente somministrati psicofarmaci e che è stato di recente sottoposto al parere di psichiatri e psicologi al fine di valutarne lo stato mentale, sta puntando sulla semi-infermità psichica.
Intanto è stata discussa ieri mattina in Cassazione la richiesta di concessione degli arresti domiciliari presentata dagli avvocati della difesa Lucia Stecconi e Mario Scaloni per Luigi Manzotti, ferroviere osimano di 51 anni in carcere dallo scorso 17 dicembre per l’omicidio di Victoria Leiva, la squillo argentina di 52 anni uccisa nell’appartamento-alcova di Brecce Bianche. Il giudice si è riservato.
Lu.Mo.


LA SICILIA

La polizia denuncia trentunenne in preda ai fumi dell’alcol   
Ubriaco maltratta moglie e figlio 

Si era convinto che le scommesse clandestine avrebbero risolto ogni problema economico. Ma non aveva fatto i conti con la dura realtà e, in poco tempo, ha perso tutti i soldi che gli passavano i familiari per soddisfare questo suo convincimento.
Un disoccupato palermitano di 31 anni, però, in preda all’alcol, la notte di Pasqua ha buttato giù dal letto moglie e figlio di sei anni, chiedendo alla donna oggetti di valore da poter vendere per racimolare denaro da ’investire’ nelle scommesse. In pratica è accaduto che la consorte, stanca delle promesse di una vincita che non è mai arrivata, e che, forse, non arriverà mai, ha chiuso al marito la ’’banca’’ di casa, il borsellino contenente i risparmi giornalieri. «Basta - ha detto la donna - con i miei soldi non ti ubriacherai mai piu’. Cercati un lavoro e mettiti la testa a posto».
Neanche il tempo di metabolizzare quelle parole, che l’uomo, in preda all’ira, ha cominciato ad inveire nei confronti della donna, alla presenza del bimbo di 6 anni il quale, atterrito, ha assistito alla nevrotica azione del genitore impegnato a sfasciare alcuni arredi di casa.
Non contento dei danni nell’appartamento nei pressi di piazza Ingastone, il disoccupato ha aperto una finestra e ha cominciato a gettare dalla finestra tutto ciò che gli capitava a tiro: dai mobili alle piccole suppellettili. A chiamare il 113 sono stati alcuni vicini di casa che hanno udito le urla del disoccupato e le implorazioni della giovane moglie. Gli agenti del commissariato ’’Zisa-Borgo’’, diretti dal funzionario Domenico Guarino, sono intervenuti tempestivamente, e hanno raccolto la testimonianza della moglie. Quindi hanno bloccato e denunciato il disoccupato. La donna e il bambino ora si trovano a casa della madre di lei.
Leone zingales


IL MATTINO

GROTTAMINARDA

Incidente stradale con rissa tra autisti

NICOLA DILUISO Grottaminarda. Quella appena trascorsa è stata una Pasquetta decisamente movimentata per due persone, a Grottaminarda. Tutto per colpa dell’eccessivo alcol assunto. Un bicchiere di troppo, un giro in macchina, una semplice distrazione causata dalla perdita di riflessi e alla fine l’incidente. Di poco conto, ma sufficiente a mandare su tutte le furie il proprietario di un Fiat Ducato il quale si è scagliato contro un giovane del beneventano alla guida di una Mercedes Sw, auto contro la quale il Ducato si era scontrato. L’autista del furgone, visti i danni determinati dall’impatto, ha perso le staffe e, oltre ad aggredire il giovane sannita, ha anche preso a calci la Mercedes, danneggiandone la carrozzeria. L’episodio, verificatosi in mezzo al traffico, non è passato inosservato. L’esuberanza del conducente del Ducato è stata talmente plateale che qualcuno, preoccupato per come potesse andare a finire la rissa, ha immediatamente chiesto l’intervento dei carabinieri della stazione di Grottaminarda, al comando del maresciallo Giovanni Delli Santi. I militari si sono subito portati sul luogo del sinistro, unitamente ad una pattuglia della radiomobile della Compagnia di Ariano Irpino, accertando le modalità dell’episodio. Ma i militi nel cercare di placare l’ira dell’uomo hanno riscontrato lo stato di ebbrezza in cui questi versava. Il malcapitato conducente della Mercedes è stato aggredito, tant’è vero che si è reso necessario un ricovero in ospedale dove i medici gli hanno riscontrato diverse escoriazioni, mentre il conducente del furgone è stato sottoposto all’alcol test che ha confermato il dubbio dei carabinieri. All’uomo, denunciato presso la Procura della Repubblica di Ariano, con le accuse di percosse, minacce, ingiurie e danneggiamento, gli è stata, quindi, ritirata la patente per guida in stato d’ebbrezza.


 
BRESCIA OGGI


In cella un indiano «molesto»

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GOTTOLENGO - I carabinieri della stazione di Leno hanno arrestato un operaio di origini indiane con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.
L’episodio è accaduto nel tardo pomeriggio di Pasquetta in via Lazzaretto a Gottolengo. L’asiatico, palesemente ubriaco, ha cominciato a molestare dei passanti.
A telefonare ai carabinieri è stata alla fine una coppia di ragazze vittime dei pesanti apprezzamenti dell’indiano rintracciato poco dopo nella sua abitazione.
Alla richiesta dei documenti, lo straniero ha reagito in maniera violenta scagliando una sedia contro uno dei carabinieri. I militari hanno cercato di calmarlo ma lui ha risposto con calci e pugni.
Dopo una colluttazione, l’indiano è stato alla fine bloccato e arrestato.
Si tratta di S.S., 37 anni, operaio, incensurato, che si trova ora al carcere di Canton Mombello in attesa dell’interrogatorio di garanzia.


 
IL GAZZETTINO (Udine)

POLIZIA STRADALE

Trentacinque patenti ritirate nel weekend pasquale

Trieste - Sono state in tutto trentacinque le patenti che sono state ritirate durante il weekend pasquale appena concluso nel corso dei controlli effettuati in Friuli Venezia Giulia: lo ha reso noto il comando regionale della Polizia Stradale, che ha svolto i servizi di vigilanza e di prevenzione lungo le principali direttrici di traffico, a partire dalle autostrade fino ad arrivare alle strade che conducono al confine e alle principali località turistiche.

Fra le maggiori violazioni contestate dalla Polstrada ai conducenti, ventitrè sono state quelle relative all’articolo 186 del codice della strada, riguardante la guida in stato di ebbrezza. Altre trentun infrazioni riscontrate nel weekend pasquale, sempre secondo i dati forniti dalla polizia stradale, sono relative all’articolo 142, sulla violazione dei limiti di velocità.


 
IL GAZZETTINO (Treviso)

CAMPODARSEGO. DUE AMICI DI VILLANOVA CONDANNATI DAL GIUDICE DOPO LA SBORNIA ALLA FIERA DEGLI UCCELLI

Sorpresi a fare la pipì in pubblico, arrestati dai carabinieri

Campodarsego - (N.M.) Si erano messi a fare la pipì alla luce del sole, nel pieno della tradizionale Fiera degli uccelli (*) che, l’altro ieri, a Campodarsego, ha visto la presenza di migliaia di persone. Ad accorgersi di quanto stavano facendo, poco lontano da stand e bancarelle, una pattuglia dei Carabinieri della locale stazione. I militari dell’Arma li hanno invitati ad allontanarsi, ma i due, ubriachi fradici, hanno

Giovedì, 20 Aprile 2006
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