CORRIERE DELLA SERA BRUXELLES - Gli europei bevono piu’ di tutti, almeno il doppio rispetto agli altri abitanti del pianeta. Un consumo eccessivo che fa dell’alcol la terza causa di morte in Europa - dopo ipertensione e fumo - e il principale fattore di rischio tra i giovani. La mortalita’ nel vecchio continente e’ aumentata del 15% dal 2000 al 2002 e oggi rappresenta il 6,3% di tutte le cause di morte, soprattutto per giovani e classi sociali disagiate. Un problema che all’Europa costa ogni anno tra il 2 e il 5% del prodotto interno lordo. Per combatterlo sono gia’ state individuate alcune politiche - contenute nel documento Salute 21 dell’Oms - che mirano a ridurre entro il 2015 gli effetti negativi per la salute derivanti da tabacco, alcol e droghe. (Agr) REPUBBLICA ASSICURAZIONE Sul totale delle cause accertate o presunte di incidente
stradale, quelle Più incidenti per aver alzato il gomito. L’ultima
relazione del ministro della salute al parlamento sulla legge quadro
sull’alcol, del dicembre 2005, è chiara: sul totale delle cause accertate o
presunte di incidente stradale, quelle per stato di ebbrezza erano l’1,2% nel
2003, sono salite all’1,5% nel 2004. Gli incidenti legati all’abuso di alcol avvengono
soprattutto in città, spiega ancora la relazione. Lo stato di ebbrezza
rappresenta, nel 2004, il 72% del totale delle cause dovute allo stato
psicofisico del conducente, con 4.140 Casi rilevati (contro i 3.548 Del 2003). Ma non è tutto: sette giovani su dieci bevono alcolici. A
13 anni l’età media del primo bicchiere. I consumatori abituali rappresentano
il 18,7 per cento di chi ha dichiarato di aver bevuto almeno 5 unità di bevande
alcoliche nell’ultimo mese. Oltre 18mila gli under 18 capitati in moto o in
auto con il guidatore in stato di ebbrezza. Conferenza stampa dell’Eurispes
Calabria in occasione della giornata mondiale sulla prevenzione di alcool.
Presenti il direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, Cesare
Pelaia, il direttore dell’Azienda sanitaria di Cosenza, Battista Aquino e la
responsabile dell’Unità operativa alcologia dell’Asl di Cosenza, Maria
Francesca Amendola. "E’ necessario fare rete per proteggere le giovani
generazioni dai rischi alcol-correlati. I giovani - ha dichiarato il presidente dell’Eurispes
Calabria, Raffaele Rio - costituiscono un target molto esposto ai rischi legati
al consumo di alcool. Rischi spesso assunti in maniera inconsapevole e sempre
più influenzati dalle pressioni sociali, mediatiche, pubblicitarie, familiari.
L’alcool, a differenza degli altri principali fattori di rischio, gode di una
accettazione sociale e di una familiarità e popolarità legate alla cultura
italiana del bere, una cultura mediterranea che poneva, sino ad un decennio fa,
il consumo di vino come componente inseparabile dell’alimentazione. Oggi si può affermare senza ombra di dubbio - ha continuato
Rio - che, a fronte delle modificate abitudini e modelli di consumo e della più
ampia disponibilità ed offerta di bevande alcoliche, i giovani, e spesso anche
gli adulti e, tra questi, le donne in particolare, hanno adottato modelli di
consumo che, separando il bere dalla ritualità dei pasti, hanno trasformato il
significato originale del bere in un valore comportamentale prevalentemente
legato all’uso dell’alcol in funzione degli effetti che esso è in grado di
esercitare sulle performance personali. L’alcool - ha concluso Raffaele Rio - è
usato, e non consumato, per sentirsi più sicuri, più loquaci, per facilitare le
relazioni interpersonali, per apparire più emancipati e più "trendy",
alla moda, per essere più facilmente accettati dal gruppo o, in alcuni casi,
per conquistare un ruolo di (presunta) leadership tra i pari". Il consumo: "trincano" sette ragazzi su dieci.
in testa Paola, Rossano e Lamezia. Il consumo di bevande alcoliche tra i
ragazzi calabresi risulta molto diffuso: 7 giovani su dieci (70,8%) hanno
dichiarato di bere alcolici con una prevalenza maggiore fra i ragazzi (75%)
rispetto alle ragazze (66,2%). Riguardo i luoghi di ritrovo in cui abitualmente i giovani
consumano bevande alcoliche, in testa alle preferenze troviamo i pub e le
birrerie (30,7%); seguono la propria casa o casa di amici (17,5%) e la pizzeria
(15,0%), pochi, invece, i ragazzi che si ritrovano a bere alcolici in discoteca
(3,8%). Nella disarticolazione dei dati per ASL di appartenenza
dei giovani intervistati, è possibile tracciare una graduatoria del livello di
diffusione del fenomeno tra le diverse aree della regione. In testa alla
classifica, con la più alta percentuale di soggetti che dichiara di consumare
sostanze alcoliche, si collocano le ASL di Paola con l’81,6%, Rossano con il
76,3% e Lamezia Terme con il 75,3%. A seguire, con valori di poco inferiori, le
ASL di Crotone e di Cosenza entrambi con un valore pari al 74,3%; nei gradini
più bassi si posizionano invece le ASL di Locri (63,1%), Vibo Valentia (61,5%)
e Palmi (59,7%). La "prima volta" a 13 anni. Relativamente
all’età della prima assunzione, si rileva, che l’età media in cui i ragazzi
hanno iniziato a bere è 13 anni. In particolare, l’analisi per sesso evidenzia
ancora una volta che i ragazzi iniziano prima delle ragazze: il 20% dei primi a
fronte del 10% delle seconde hanno provato sostanze alcoliche prima dei dodici
anni (precisamente tra 8-11 anni). Poco meno di 3 ragazzi su 4 (il 73,1%) hanno
iniziato tra i 12 e i 15 anni (quasi indistintamente, sia per i maschi, il
73,6%, che per le femmine, il 72,7%), l’11,5% tra i 16 e i 18 anni ed in questo
caso, a conferma di quanto appena osservato, sono di più le ragazze che i
ragazzi (rispettivamente il 17,1% a fronte del 6,6%). Le motivazioni al consumo: la compagnia fa l’uomo ladro
per 1 giovane su 2. Ma quali sono i motivi che spingono i giovani calabresi a
consumare sostanze alcoliche? La maggioranza del campione intervistato, il
51,3%, indica come motivazione principale lo spirito di gruppo, ossia la possibilità
o volontà di farlo in compagnia (51,3%). Un’altra quota rilevante, il 25,9%,
non individua una ragione specifica sostenendo che l’alcool procura, comunque,
piacere; il 10,2% sostiene, invece, che esso aumenti il divertimento, pochi
coloro che trovano nel bere un modo per evadere dai problemi quotidiani (4,1%)
o ancora una condizione che li può fare sentire più adulti (1,1%). La birra
"prima di tutte". Relativamente alla tipologia di alcolici e alla
modalità di consumo delle stesse, si nota innanzitutto che i ragazzi, in
generale, fanno un maggiore uso di alcolici rispetto alle loro coetanee. La bevanda più consumata, principalmente durante i pasti
(59,2%) risulta la birra: hanno dichiarato di berla il 93,7% dei maschi e
l’86,8% delle femmine; a seguire, con un numero sensibilmente inferiore di
consumatori, il vino, anch’esso bevuto per lo più durante i pasti (56,9%), dal
72,5% dei ragazzi e da un più basso numero di ragazze, il 58,4%. Rilevante è
anche la quota di soggetti, il 71,7% dei maschi a fronte del 64,7% delle
femmine, che ha dichiarato di bere superalcolici, che, a differenza del vino e
della birra, vengono consumati quasi esclusivamente fuori dai pasti (64,5%). I
digestivi risultano le sostanze alcoliche meno consumate, incontrando comunque
i gusti del 62,7% dei ragazzi e del 57,7% delle ragazze. Nel nostro paese sono alcolcorrelati circa la metà degli
incidenti stradali. Il fatto che solamente nel 1,5 per cento degli incidenti venga rilevato lo stato di ebbrezza dei conducenti coinvolti dimostra, ancora una volta, la inaccettabile carenza di controlli alcolemici. IL TEMPO Alcol, a 11 anni il primo bicchiere ALLARME alcolici per i minorenni: un ragazzo su cinque (19,5%) fra gli 11 e i 15 anni e uno su due tra i 16 e i 17 (50,9%) ha assunto bevande alcoliche nell’ultimo anno. Lo afferma - sottolineando la «preoccupazione» del dato - l’Istat in un’indagine sull’uso ed abuso dell’alcol in Italia nel 2005, realizzata su un campione di 20 mila famiglie (complessivamente 50 mila individui) che per la prima volta ha preso in esame anche i ragazzi da 11 anni. Fra 11 e 15 anni, ha assunto alcol il 21,8% dei maschi e il 17% delle femmine; nella fascia successiva, 16-17 anni, il consumo arriva a 58,8% fra i maschi e al 42,4% fra le femmine. E ben il 3,2% dei ragazzi (1,3% tra le ragazze) con 11-15 anni ha dichiarato di essersi ubriacato almeno una volta nel 2005, percentuale che sale al 10,9% fra i 16-17 anni (e uno su 4 si è ubriacato almeno 3 volte). Da notare che la legge italiana vieta la somministrazione di alcolici ai minori di 16 anni. Fra l’altro, l’1% dei ragazzi di 11-15 anni consumano alcol fuori pasto almeno una volta la settimana; il 4,7% nella fascia di età successiva, 16-17 anni. In generale, rispetto all’Europa, l’Italia presenta un quadro meno allarmante, collocandosi tra gli ultimi posti per consumo di alcol. Gli italiani fanno un uso «moderato» dell’alcol: lo assumono per lo più vino durante i pasti. IL GAZZETTINO (UDINE) Binge-drinking, la moda fatale Si diffonde in Friuli la
trasgressione "trendy" fra ragazzi: bere per ubriacarsi Avamposto contro il killer. Dovrà esercitare tutte le sue
capacità il Friuli per rispondere alla chiamata romana. La Conferenza Stato-Regioni ha assegnato alla nostra Regione il ruolo di
capofila a livello nazionale per il coordinamento sull’applicazione della legge
125 del 2001 sulla lotta all’alcolismo. Un’operazione vitale, in
considerazione dell’assunzione smodata da parte dei giovanissimi di sostanze
alcoliche. L’abuso per l’abuso sembra diventare anche da noi il passatempo
preferito dai teenager: inizia a sbarcare una moda trasgressiva che nell’Europa
del Nord è diventata ormai un’abitudine. Si chiama binge drinking: pratica di
consumo ad alto rischio che si concretizza nel ’bere per ubriacarsi’. Da qui i
fenomeni in ascesa di intossicazione da alcol: si inizia con cinque drink uno
di seguito all’altro per sperimentare la pazzia di un bere no-stop. Il binge
drinking non comporta una particolare tipologia di bevanda alcolica: può essere
vino, birra, superalcolico e ancora, più frequentemente, un mix di diversi
bicchieri. Le conseguenze sul piano fisico di questo uso sconsiderato, spesso
associato a sostanze psicoattive, sono come una bomba dentro il corpo. Irene Giurovich IL GAZZETTINO (UDINE) Prevenzione alcologica L’Acat (Associazione club alcolisti in trattamento) ha organizzato per domani al teatro San Giorgio in via Grazzano due rappresentazioni teatrali ( alle 11 e alle 17). La compagnia di Pino Rovereto metterà in scena «Capriole». Domenica, in piazza Matteotti, dalle 9 alle 19, sarà allestito un gazebo dove saranno distribuiti volantini e materiale informativo sul problema alcol. Entrambe le iniziative rientrano tra quelle previste in occasione del mese di prevenzione alcologica IL GAZZETTINO (ROVIGO) ADRIA - Aprile è il mese della prevenzione alcologica ADRIA - Aprile è il mese della prevenzione alcologica. L’iniziativa nazionale, giunta alla 5°edizione, è promossa dall’Istituto superiore della sanità, dalla Società italiana di alcologia e dall’Aicat, l’Associazione italiana club alcolisti in trattamento. Anche quest’anno l’Ulss 19, tramite il Dipartimento per le dipendenze diretto dal dottor Andrea Finessi, aderisce con diverse iniziative in collaborazione con l’Acat Basso Polesine, municipalità, scuole ed associazioni. Per tutto il mese continuerà l’attività di informazione e sensibilizzazione ai problemi alcolcorrelati svolta con gli operatori degli ambulatori di Adria, Porto Tolle, Porto Viro e Taglio di Po. Sarà portata a termine la lunga serie d’incontri che ha coinvolto 31 classi quarte e oltre seicento studenti delle scuole medie superiori di Adria, Porto Viro e Porto Tolle, e le otto autoscuole presenti in Basso Polesine per sensibilizzare i ragazzi ai problemi collegati all’uso di alcolici nella guida. Il 13 aprile sono iniziati a Taglio di Po, grazie all’Acat, gli incontri rivolti alle famiglie sui temi della salute in relazione all’uso e dipendenza da alcol e il 19 aprile si è tenuta una giornata di formazione, organizzata in collaborazione con i Dipartimenti di medicina e di salute mentale e rivolta a 40 operatori dell’ospedale e del territorio per trattare l’approccio famigliare ai problemi alcolcorrelati. Un altro appuntamento importante è in programma per il 24, giorno di mercato settimanale ad Ariano Polesine. Col Servizio tossicodipendenze collaborerà l’Acat Basso Polesine, il Comune, l’associazione Solidarietà Delta di Porto Tolle e l’Istituto professionale per i servizi alberghieri e della ristorazione di Adria. Nella piazza del mercato sarà distribuito materiale informativo sui rischi collegati al consumo di alcol e saranno offerte bibite analcoliche preparate dagli studenti della scuola alberghiera. Tutte queste iniziative sono orientate a cambiare la cultura collegata all’uso degli alcolici, i cui danni sono ampiamente dimostrati a livello biologico e sociale. L’ADIGE Inquietanti i dati dell’Istat: il 40% dei ragazzi tra gli
11 e i 15 anni beve. Il vizio dei drink fuori pasto Il Trentino Alto Adige è ai vertici di una classifica ben poco esaltante, quella dell’abitudine al bere. Il 75% dei trentini beve alcolici e oltre il 13% si concede un bicchiere anche fuori dai pasti. In queste graduatorie siamo preceduti di poco, rispettivamente da Veneto e Friuli. L’indagine dell’Istat mette in evidenza anche altri dati preoccupanti nel Nord-Est: quasi il 40% dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni beve alcolici; l’11% dichiara di essersi ubriacata più di 12 volte in un anno L’ADIGE Ziano: interclub degli alcolisti L’associazione Club alcolisti in trattamento di Fiemme organizza per domenica 23 aprile a Ziano l’interclub zonale di Fiemme e Fassa, alle ore 14 in sala parrocchiale. Tema della giornata, «Non bere: una scelta della famiglia». IL GIORNALE DI VICENZA EMERGENZA SALUTE. L’Istituto superiore di sanità traccia
un quadro preoccupante Rischio alcol per giovani e donne Roma. Alcolismo: un problema che coinvolge sempre più
giovanissimi, adolescenti e donne e che ha pesanti ripercussioni non solo sulla
salute, ma anche sulla società, visto che ogni anno in Italia circa 100 mila
infortuni sul lavoro sono causati dall’alcol, che rappresenta secondo i dati
dell’Oms il terzo fattore di rischio di mortalità e disabilità dopo
ipertensione e fumo. Una situazione che subisce l’influenza anche delle
abitudini familiari, visto che nei nuclei parentali dove il capofamiglia è un
bevitore ad alto rischio, è più alta la probabilità che anche conviventi, coniugi
e figli facciano altrettanto. È il quadro che emerge dai dati dell’Istituto
Superiore di Sanità (Iss), che ha organizzato ieri a Roma la quinta edizione
della Giornata per la prevenzione dell’alcol. (*) Nota: finalmente quest’anno l’”Alcohol Prevention Day”
ha avuto una notevole visibilità, su giornali, radio, televisione. La rassegna di oggi, per evitare ripetizioni, riporta solo
alcuni tra i moltissimi articoli pubblicati oggi dalla stampa sul tema (alcuni
con titoli orribili, come quello riportato di seguito). A parte il cosiddetto “decalogo per i genitori” (vedi
rassegna di ieri), che mi ha lasciato molto perplesso (è stato davvero trovato
un limite preciso che separa l’uso dall’abuso di alcol? ), mi
pare che sia stato fatto un lavoro davvero eccellente, e di questo dobbiamo
essere grati soprattutto all’Istituto Superiore di Sanità, che ha lavorato in
maniera straordinaria per questa importantissima iniziativa. Bene così. IL GAZZETTINO LA GIORNATA ANTI-ALCOLISMO Un cin cin tra amici fa bene, ma oltre centomila infortuni sul lavoro l’anno sono causati dall’eccesso di alcol IL GIORNALE DI VICENZA Il Cappellano del carcere: «C’è una responsabilità
personale del carcerato ma non dimentichiamo la società» «Sognano di poter ricominciare» Il detenuto è una persona che soffre per la privazione
della libertà. I carceri sono chiamati Istituti di Pena e la condanna è una
pena da scontare. Nell’immaginario collettivo trovo sempre la convinzione che i
detenuti oggi «fanno un carcere facile» che non sortisce alcun effetto. Invece
la privazione della libertà è una gran pena. Chi studia da un punto di vista
psicologico l’esperienza detentiva la paragona alla perdita di un genitore che
come prova morale e affettiva sta al vertice. IL MESSAGGERO Alcol, emergenza donne e adolescenti ROMA - Il binge drinking (dai sei bicchieri in su) è
arrivato anche da noi e si è diffuso tra i giovanissimi. Un ragazzo su cinque,
tra gli undici e i quindici anni, ha fatto uso di alcolici, concentrando il
bere in una sola serata. L’allarme lo hanno lanciato l’Istat, nell’indagine
presentata ieri sull’uso e l’abuso di alcol e l’Istituto superiore di Sanità
che ha diffuso un decalogo di consigli alle famiglie. Pronte le reazioni di
alcuni psicologi e nutrizionisti, tra questi Andrea Poli, della Nutrition
Fondation of Italy, che parla di «terrorismo epidemiologico» e di «proiettili
mediatici» lanciati su un fenomeno circoscritto che non corrisponde agli
accenti usati. Posizione condivisa dagli psicologi Giorgio Bressa e Federico
Bianchi di Castelbianco. Giampaolo Fabris, sociologo, si chiede se questa tendenza al proibizionismo non sia solo un modo per
criminalizza un settore merceologico (*). Le statistiche
sull’alcol, dunque, dividono gli esperti. E riaccendono un antico dibattito tra
chi vede nel bicchiere un killer capace di uccidere e chi, invece, sdrammatizza
esaltando l’innocuità e gli aspetti conviviali, legati ai consumi moderati del
vino. Ieri, nella giornata dedicata alla prevenzione, l’Istituto superiore di
Sanità e l’Istat hanno diffuso dati. Emerge che c’è un allarme minori. Un
ragazzo su cinque (19,5%) fra gli 11 e i 15 anni e uno su due tra i 16 e i 17
anni (50,9%), rileva l’Istat, ha fatto uso di bevande alcoliche nell’ultimo
anno. E se c’è un consumo eccessivo nella fascia culturalmente meno elevata,
c’è anche, di contro, un consumo che accompagna gli alti livelli di istruzione
(beve il 46% delle donne con la licenza elementare e il 73,8% delle donne
laureate). Anche l’alcol, dunque, quando si cade nell’abuso diventa una droga
trasversale, come la cocaina o l’ecstasy. Aumenta il consumo, dunque. Ma,
osserva l’Istat, in Italia «il consumo di alcol è per tradizione culturale
moderato ed è soprattutto legato alla gastronomia e agli aspetti conviviali
della vita». IL MESSAGGERO Non fa sconti Fiorello, ci va ... ROMA - Non fa sconti Fiorello, ci va giù duro, senza
freni, veste i panni del fustigatore armato di randello e, stavolta, non c’è
nulla da ridere, non si tratta delle sue imitazioni, delle sue prese per i fondelli,
dei suoi scherzi telefonici. «Ergastolo, ergastolo» grida dai microfoni di Viva
Radio due, durante la puntata del suo celebratissimo programma quotidiano. Ce
l’ha coi pedofili che devono stare in galera, dice, senza se e senza ma e,
soprattutto, senza fare sconti. E poi ce l’ha anche con l’alcol che va
combattuto e non venduto negli autogrill: «Finché non metteranno sulle bottiglie di whisky la scritta ”nuoce
gravemente alla salute” continuerò a dire che è peggio della marijuana» proclama.
Applausi in studio. Rosario è gasatissimo. E la sua filippica non si placa,
neppure quando esce dallo studio, prende la macchina e assieme alla moglie,
Susanna, prende la strada di Venezia. Che succede Fiorello? ”Viva Radio” due sembrava una
tribuna, non un programma comico. IL MESSAGGERO (FROSINONE) Locali gratis per chi guida senza bere Realizzare una
forte campagna informativa nelle scuole del territorio e attuare il progetto «guidatore
designato», che consiste nel riservare ad una persona abilitata alla guida che
si impegni a non bere e a portare in sicurezza altri amici a casa l’ingresso
omaggio in uno dei locali serali aderenti all’iniziativa o, dove l’ingresso è
gratuito, una consumazione analcolica gratuita: sono due degli obiettivi
previsti dal protocollo sottoscritto dalla Provincia di Frosinone, Automobile
Club Frosinone e Csa Frosinone per contrastare il preoccupante fenomeno degli
incidenti automobilistici causati dall’utilizzo di alcool e droghe da parte dei
giovani, di cui si discuterà oggi a Frosinone nell’ambito della presentazione
dell’iniziativa «Ama la vita». La campagna di sensibilizzazione interesserà gli istituti superiori e tende a rendere consapevoli i ragazzi del rischio che corrono nel mettersi al volante dopo aver bevuto alcolici. All’iniziativa partecipano anche alcuni locali notturni che offriranno biglietti d’ingresso omaggio e drink analcolici al “guidatore designato”: sarà lui ad avere il compito di accompagnare, a fine serata, gli amici a casa. Riducendo i rischi di incidenti.
IL MESSAGGERO (LATINA) L’Arma della prevenzione di GIOVANNI DEL GIACCIO A loro basta uno sguardo per capirsi. Condividono da anni i servizi in strada, le pattuglie, i controlli, ma soprattutto la prevenzione. E’ il loro primo obiettivo. Marescialli, brigadieri, appuntati, tanta esperienza e capacità di analizzare al volo le situazioni. Di notte come di giorno, in città come in periferia. Basta un “giro” con le pattuglie dei carabinieri del comando provinciale di Latina, guidato dal colonnello Domenico Libertini, per rendersi conto ancora meglio di quanto sia complesso il ruolo che sono chiamati a svolgere. I militari della compagnia di Latina, diretti dal maggiore Alessandro Sessa, e quelli in particolare del “radiomobile” conoscono la città e i dintorni palmo a palmo. Preparano i servizi, verificano le “zone” assegnate, partono e possono trovarsi di fronte a tutto. Dalla rapina in corso al furto in appartamento, dall’incidente stradale al controllo per l’alta velocità, dalle liti in famiglia - all’ordine del giorno - a ubriachi che vagano per la città. E’ una Latina per pochi intimi quella della sera e della notte ma con tanti disagi. Si comincia dando un’occhiata ai grandi supermercati che dopo le 20 chiudono e raccolgono l’incasso. Tutto a posto, in alcuni locali i militari sono ormai noti e basta un cenno per intendersi. Come nelle aziende “a rischio”, le multinazionali, dove sono i responsabili della sicurezza interna a fare un cenno su movimenti strani. Si scoprono addirittura stradine sconosciute tra Borgo Faiti e Sermoneta e «qui se vediamo un’auto sospetta la fermiamo subito». Fortunatamente c’è solo gente che rientra a casa. Nel giro vengono tenuti d’occhio gli uffici postali, qui approfittando del buio qualcuno potrebbe lavorare tranquillamente a creare un buco e farsi trovare dentro la mattina per una rapina. La prima “emergenza” è il controllo di uno straniero in via Corridoni, rifiuta le generalità ma alla fine si convince. Nessun problema. Posto di controllo con qualche “movimento” in più, visto che un paio di ragazzi sembrano aver bevuto e hanno precedenti, ecco l’etilometro ma risulterà negativo. «E’ nei fine settimana che riscontriamo il boom di positivi, alcuni quando ci vedono chiedono di farlo per verificare come stanno prima di ripartire». Prevenire, appunto. Degli stranieri con un furgone sono carichi di arnesi che sarebbero ottimi per lo scasso. Serve tempo e pazienza, collegarsi con il computer, stabilire che è tutto in regola. E’ già tempo per un’altra chiamata, lite in strada, l’autore è una vecchia conoscenza, un mucchio di precedenti anche per violenza sessuale. E’ stranamente libero, ubriaco, ma la ragazza si è allontanata e tutto rientra. Poco distante un “barbone” dà in escandescenza in un locale di via Epitaffio, ha vecchi documenti, si fa accompagnare dopo essersi calmato su una panchina. Sarà il suo “letto” mentre sulla strada d’accesso a Latina corrono tutti come folli. C’è tempo per una lite, due ex conviventi con lei che non vuole più saperne e lui che intende chiarire. In mezzo la madre della ragazza che fa da paciere ma alla fine chiama i carabinieri. Il giovane si convince ma avverte: «Io resto qui». Fuori al cancello, per tutta la notte. Lo avvertono che non deve provare a rientrare se vuole evitare guai peggiori. La prevenzione, anche per questo turno, ha funzionato. IL MESSAGGERO (ABRUZZO) PAURA IN CITTA’ Scatena il cane contro i passanti Prima ha spaventato
i passanti in piazza Sacro Cuore poi ha aizzato il suo molosso contro le auto
ed infine ha preso via del Santuario ed è arrivato a via di Villa Basile dove
ha terrorizzato una signora uscita a spasso con i suoi due cani e costretto
alla fuga altre due donne che hanno avuto la sfortuna di trovarsi nel posto
sbagliato al momento sbagliato. IL MESSAGGERO (MARCHE) Servizio alcologico: gazebo alla rotonda con i bar
protagonisti Il Servizio Risposte Alcologiche del Settore Attività Sociali ed Educative del Comune, in occasione del Gazebo informativo che sarà oggi in viale Secondo Moretti a partire dalle ore 10, ha invitato tutti gli esercenti del centro cittadino ad aderire alla giornata di prevenzione alcologica per sensibilizzare i propri clienti sui rischi che il consumo di bevande alcoliche può provocare alla guida. Il Caffè Moretti, il Bar Chantilly, il Caffè Florian, il Caffè Sciarra, Demais e il Ristorantino del Mar, condividendo pienamente le finalità dell’iniziativa (Se guidi, non bevi), proporranno ai propri clienti la degustazione di drink analcolici. Presso il gazebo, i cittadini riceveranno materiale informativo gratuito e simpatici gadgets. Inoltre, presso l’info-point, le famiglie dei Club degli Alcolisti in Trattamento della città, alle ore 11.00, premieranno i vincitori del concorso, indetto dall’APCAT, rivolto alle quarte e quinte classi delle Scuole elementari pubbliche e private di S. Benedetto dal titolo: ”Il Mondo è a colori! Ma con l’alcol” . LA PROVINCIA DI CREMONA Assistenza. Il Sert ospita due club di Alcolisti in trattamento.
Presto una nuova apertura a Pianengo. Dati e cifre Alcol, problema per 3mila di Luca Bettini Il dato positivo: negli ultimi 20 anni, il consumo di
alcolici in Italia è diminuito del 37%. Quello negativo: sempre più giovani
bevono, bevono solo per sbronzarsi. Crema sta nella media. Più o meno 3mila
persone hanno problemi di alcol, se non dipendenza abuso e quello che ne
consegue: malattie, incidenti stradali e domestici, problemi sul lavoro e in
famiglia. Ieri mattina al Sert di Crema conferenza dei Cat, club degli
alcolisti in trattamento. Attualmente sono due in città e presto ne verrà
aperto un terzo a Pianengo. Responsabile del servizio è Serena Quaresima. Anche loro si affidano al reparto di alcologia
dell’ospedale Santa Marta di Rivolta d’Adda, storico punto di riferimento a
livello provinciale per la terapia contro l’alcolismo. «Rivolta è una realtà di
grandissima importanza. Il nostro è però un approccio diverso — spiega la
dottoressa Quaresima —: meno medicine e più dialogo, più coinvolgimento delle
famiglie». Due volte alla settimana (il martedì e il mercoledì dalle 18 alle
19,30) le persone che vogliono uscire dalla dipendenza dalla bottiglia si
trovano, discutono, insieme ai parenti e ai ‘servitori insegnanti’. Per ora
oltre a Quaresima, lavorano Nicoletta Lari e Valentina Ricetti. «Abbiamo in
carico — prosegue la responsabile dei Cat — 41 alcolisti puri, 10
alcol-dipendenti e sette ragazzi ospiti del Cuore di Crema che hanno alle
spalle storie di droga e alcol. All’inizio c’è un colloquio. Spesso sono i
famigliari che decidono di rivolgersi a noi, senza dire nulla alla persona che
ha dei problemi, poi inizia la terapia di disintossicazione farmacologica, in
day hospital al Sert, oppure a Rivolta, fase che può durare dai cinque ai dieci
giorni». Risolti i guai fisici inizia il lavoro di recupero. «L’alcol — dice
Lari, una delle educatrici — è uno strumento di sballo legale, accettato dalla
nostra società. Noi vogliamo creare una contro cultura del bere. Smettere
significa avere cura del proprio corpo e degli altri. Molte persone in terapia
riprendono a fare sport, si appassionano a hobby che avevano abbandonato per
colpa della dipendenza». Alla conferenza stampa erano presenti anche due ‘soci’
di uno dei club di Crema, Andrea e Antonio. Hanno raccontato brevemente la loro
esperienza. Con leggerezza: «Smettere non è facile, ma non è nemmeno un’impresa
impossibile: basta provarci». (*) (*) Nota: come spesso accade, la terminologia utilizzata
in questo articolo (e nel prossimo) è molto distante da quella dell’approccio
ecologico-sociale, approccio incentrato sul Club degli alcolisti in
tr
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