di MAURO EVANGELISTI
«Il problema è che in Italia c’è una sorta di giustificazionismo
diffuso nei confronti di chi provoca un incidente. Un perdonismo verso
determinati comportamenti alla guida molto gravi che ha una ragione molto
semplice: perché sono comportamenti molto comuni...». Così comuni che spesso ci
immedesimiamo in chi ha provocato l’incidente, piuttosto che nelle vittime.
«C’è una sorta di complicità latente», sospira Giordano Biserni. Un passato
nella polizia stradale, è fra i promotori dell’Asaps (associazione amici della
polizia stradale, appunto), oggi è uno dei più duri combattenti sul fronte
della sicurezza alla guida. E basta collegarsi al sito Internet della sua
associazione per constatare quanto sia sensibile al tema “guida in stato di
ebbrezza”, al quale vengono dedicati numerosi link. «Non voglio essere giustizialista, ma parto da alcuni
punti fermi. In Italia non vai in galera neppure se guidi ubriaco, fai una
curva a tutta velocità nella corsia sbagliata e provochi la morte di due o tre
persone. Ecco - aggiunge Biserni - forse anche a livello simbolico, del messaggio
che si lancia su un tema delicato come quello delle vittime della strada, a
volte sarebbe giusto procedere all’arresto di chi ha causato un sinistro grave,
anche se questa misura è facoltativa». C’è la zona d’ombra della guida in stato di ebbrezza.
L’Italia, rispetto ad altre nazioni, è una sorta di terra dove tutto è
permesso. «E’ talmente sottovalutato questo problema di chi guida ubriaco che
in Italia i controlli all’anno sono 200 mila, in Francia 10 milioni, in Spagna
4 milioni e mezzo. L’Unione europea ha dato un’indicazione: da qui al 2010
almeno la metà dei patentati dovrebbe essere sottoposto a un controllo.
All’Italia serviranno almeno 170 anni, a questo ritmo. Guardiamo il resoconto
degli incidenti di questo week-end: una tragedia nel Veneto, due morti, colpa
di un automobilista ubriaco; in Sicilia, quattro vittime, ancora l’alcol». Cosa si rischia quando si guida dopo avere bevuto troppo?
«Una sanzione da 258 a 1.032 euro, la sospensione della patente. Anche un mese
di arresto. Non solo: la legge 102 varata il 21 febbraio grazie all’impegno
dell’Associazione vittime della strada ha inasprito le pene in caso di omicidio
colposo o lesioni gravi. E ha introdotto, oltre al carcere, anche la
possibilità di scontare la pena svolgendo lavori di pubblica utilità per alcuni
mesi senza essere pagati». «Insomma - conclude Biserni - , gli strumenti esistono, ma
non sempre vengono usati. Ma il paese che ha ridotto della metà le vittime
sulla strada, l’Inghilterra, l’ha fatto soprattutto con la severità delle
pene».
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