COMUNICATO ASSOCIAZIONE ITALIANA FAMILIARI E VITTIME DELLA STRADA Ai massmedia e ai responsabili
dei gruppi politici Uguale
modalità per uccidere: ubriacarsi e andare contromano dovunque ci si
trovi, a Catania, sulla Pontina, a Verona, a Torino ecc. La guida in stato di
ebbrezza è responsabile del 50% degli incidenti mortali L’Associazione Italiana
Familiari e Vittime della Strada denuncia la grave responsabilità delle
istituzioni e della giustizia che ancora sottovalutano questo reato di strage
ed applicano pene risibili che offendono le vittime ed i familiari e lasciano
liberi gli assassini. L’AIFVS chiede efficaci controlli sulle strade e
forti misure sanzionatorie e penali per chi guida in stato di ebbrezza
provocando la morte di persone, ritenendo la guida in stato di ebbrezza una
gravissima aggravante del reato: ritiro definitivo della patente di
guida e piena applicazione delle pene previste dall’articolo 589 del codice
penale, riferite al limite massimo (anni 12) e non al limite minimo (anni
uno ridotto di un terzo e sempre con sospensione condizionale della pena) come
fino ad ora è stato arbitrariamente fatto nei tribunali italiani, che
hanno così contribuito alla reiterazione del reato. L’AIFVS chiede ai nuovi
organi di governo di contrastare la guerra non solo in Irak ma
anche sulle strade italiane, assumendo pubblicamente l’obiettivo
di "prevenire l’incidente stradale" come primo punto assoluto del
loro impegno. Giuseppa Cassaniti Mastrojeni presidente AIFVS LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (BARI) Uno dei club occupa alcune stanze del centro
sociale del San Paolo che sarà presto chiuso
Gli angeli degli alcolisti Sono numerosi (e
invisibili) i club baresi di autoaiuto Due gazebo in
piazza, il 29 aprile, per informare la gente sul problema della dipendenza da
alcol Ci sono anche loro in quel centro sociale della discordia, ormai prossimo alla chiusura. Si chiamano «La Speranza», occupano alcune stanze dell’edificio di via Emilia che la Circoscrizione del San Paolo sta per dismettere a causa degli insostenibili costi di gestione. «La Speranza» è uno dei club degli alcolisti in trattamento che fa capo alla più ampia rete dell’Acat (Associazione club alcolisti in trattamento, via Perrone 19, tel. 080/5544914, numero verde 800 597 545). Un’organizzazione reticolare straordinaria. I club baresi sono venti, disseminati sull’intero territorio urbano, a testimonianza di un’emergenza, quella della dipendenza da alcol, che non accenna a diminuire. Disagio, solitudine, abbandono... Le cause di questa dipendenza sono innumerevoli quanto impalpabili. I club si muovono in silenzio nel solco del dolore, anche se hanno deciso di incontrare la gente, in occasione del mese della prevenzione alcologia: sabato 29 aprile due gazebo saranno allestiti in piazza Umberto e nella piazza di Carbonara. Enzo Ferrulli è uno dei protagonisti del club «La Speranza» che opera in un quartiere, il San Paolo, che nelle dipendenze tende a stemperare gran parte dei suoi mali. È preoccupato per la sorte che toccherà ai volontari, allorquando il centro sociale di via Emilia chiuderà i battenti. Il primo a lanciare l’allarme per la chiusura del centro è stato Tonino Silvestris, dell’Emergenza Radio San Paolo, mettendo a rumore, con il suo appello «energico», gli ambienti sociali e politici del quartiere. Il presidente della Circoscrizione, Francesco Ferrante, da parte sua, ha da tempo avviato una sorta di crociata contro la burocrazia (e contro l’indifferenza) per occupare i locali di via Lazio, belli, spaziosi ma totalmente da ristrutturare. Alla «Gazzetta», l’assessore comunale ai Lavori Pubblici Simonetta Lorusso, ha annunciato che, con un notevole sforzo finanziario, la sede di via Lazio sarà finalmente ristrutturata per accogliere le numerose associazioni di volontariato che spendono il proprio impegno per gli ultimi, in un quartiere pieno di emergenze. «Noi incrociamo le dita. - dice Ferrulli - Un luogo dove incontrarsi è fondamentale per il nostro lavoro. Rimanere senza una sede, anche se solo temporaneamente, è un rischio per il successo della nostra attività». c.f. IL GAZZETTINO (PADOVA) Il progetto è in fase avanzata.
Un’agenzia specializzata fornirà una decina di vigilantes radiocollegati e
pronti ad intervenire in caso di bisogno Spritz, una "task force"
in aiuto dei baristi
E il Comune prepara un’ordinanza
per chiudere i locali a mezzanotte. Riguarderà le Piazze, il Ghetto e il
Portello Chiusura anticipata a mezzanotte per tutti i locali,
bevande a gradazione alcolica contenuta, e adozione di speciali etilometri,
ovvero strumenti che avvertano gli avventori quando hanno alzato eccessivamente
il gomito. Sul fronte dello spritz le idee e le proposte non mancano. E sono
benvenute, se possono servire ad evitare il fenomeno degli assembramenti e a
garantire il giusto riposo dei residenti. Problema riemerso in tutta la sua
gravità con l’aumento della temperatura che ha trasformato il Ghetto e le
piazze in tanti campi di battaglia pieni di bottiglie, cartacce e persino
segnati da "tracce" di urina e vomito. Ma il "piano
strategico" si arricchisce ora di un’altra novità. È la costituzione degli
"spritz angels", una sorta di task force composta da una decina di
vigilantes pagati direttamente dai titolari dei bar. Indosseranno una divisa
nero-gialla, saranno radiocollegati con i locali ed entreranno in azione
immediatamente nei casi venissero segnalati comportamenti scorretti. «Non
chiamiamoli "buttafuori" - dice Mauro Marini, gestore del bar ex
Zanellato di via dei Fabbri insieme a Dario Zannoni - Sono piuttosto dei
professionisti, capaci di garantire la sicurezza con discrezione e nel pieno
rispetto della legge». Il progetto è già in fase avanzata. Entro la settimana,
con la mediazione della Confesercenti, alcuni baristi incontreranno una grossa
agenzia specializzata per preparare una bozza di accordo. «In questo modo -
continua Marini - e grazie alla sinergia, i locali che vi aderiranno potranno
risparmiare ed avere la sicurezza che i clienti più esagitati verranno
isolati». Anche il Comune si sta muovendo. Di fronte ad una
situazione che rischia di sfuggire ad ogni controllo, sta per emettere
un’ordinanza che prevede la chiusura a mezzanotte di tutti i locali. Il
provvedimento, a quanto pare, non verrà applicato solo nelle piazze e nel
Ghetto, ma anche in via Barbarigo, dove vi sono altri locali a rischio, in
altre zone del centro storico e al Portello, in particolare in via Tiepolo.
All’ordinanza, che diventerà operativa a metà maggio, sta lavorando
l’assessorato al commercio, in possesso delle indicazioni emerse dal
monitoraggio effettuato recentemente dalla Polizia Municipale. «Non rappresenta
una vera rivoluzione - sottolinea l’assessore Carrai - perchè già ora sono
molti i bar che chiudono alle 23,30». Mauro Marini si dichiara completamente
d’accordo con il provvedimento. «Io l’ho sempre detto - ricorda - Ho sempre
sostenuto che l’orario di chiusura anticipata deve valere per tutti. Perchè
solo così potremo distinguere i bar virtuosi da quelli che non lo sono». C’è inoltre un punto sul quale il gestore insiste.
«Abbiamo constatato - dice - che molti giovani acquistano le bevande nei
supermercati e nei negozi vicini alle piazze. Bisognerebbe quindi intervenire a
monte, magari bloccando le vendite degli alcolici dalle 18 in poi». (*) Più
fattibile è invece l’idea che prevede l’installazione nei locali, dello
"spritzometro". «Si tratta di un etilometro dal funzionamento
semplicissimo - spiega Marini che ne rivendica il progetto - I giovani soffiano
un palloncino e sul display di un apparecchio potrebbe apparire la scritta:
"Hai bevuto troppo, vai a casa". (**) Se l’iniziativa avrà successo,
ne proporremo l’adozione in molti altri bar». Le idee insomma non mancano. E si aggiungono al pacchetto
"emergenza spritz" che la Confesercenti due settimane fa ha
presentato a sindaco, prefetto, questore e ai comandanti di tutte le forze
dell’ordine. Una di queste, ritenuta prioritaria, prevede di rioccupare gli
spazi di piazza delle Erbe e del Ghetto con la concessione di plateatici.
Naturalmente in orari compatibili con lo svolgimento dei mercati su area
pubblica. Paolo Gabrielli (*) Nota: dal punto di vista dei bevitori gli
alcolici che fanno male sono sempre quelli bevuti dagli altri. Dal punto di
vista degli esercenti gli alcolici che fanno male sono quelli venduti da altri. (**) Nota: si potrebbe anche applicare un apparecchio al registratore di cassa del bar, in modo che dopo aver venduto troppi alcolici compaia una scritta. A voi immaginare quale. PAGINEMEDICHE.IT Italiani e alcol: gli ultimi dati sulla diffusione del
consumo di bevande alcoliche in Italia e in Europa Gli adolescenti italiani bevono troppo. E’ l’allarme
lanciato nei giorni scorsi, in occasione della quinta Giornata di Prevenzione
Alcologica organizzata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dall’Istat che
ha messo sotto la lente di ingrandimento il rapporto tra giovani e alcol nel
nostro Paese tra il 1998 e il 2005. In questo periodo il consumo di bevande alcoliche
sembra essere rimasto sostanzialmente invariato, ma si è registrato, invece, un
pericoloso aumento delle giovani donne bevitrici (che sono passate dal 53,3%
del 1998 al 56,3% del 2005 per la fascia di età 18-19 anni, e dal 57,6% al
60,4% per quelle tra i 20 e i 24 anni). Lidia Laura Sabbadini, direttore centrale dell’Istat, ha
spiegato che rimane invariato il dato relativo ai bevitori di vino (57,6%), a
quelli di birra (47%), mentre sono aumentati dal 39,5% al 43,1% coloro che
assumono altre bevande alcoliche, tipo amari, liquori, drink e aperitivi. Nonostante questi dati sembrino preoccupanti, però, la
Sabbadini ha gettato acqua sul fuoco ribadendo che l’Italia è all’ultimo posto
nella classifica europea per consumo di alcol negli ultimi mesi e ha ribadito
che l’assunzione di bevande alcoliche resta limitato, per la maggior parte
della popolazione, a momenti di convivialità. Resta il dato preoccupante relativo al consumo di alcol da
parte di ragazzini sotto i 15 anni: il 19,5% dichiara di aver consumato almeno
una bevanda alcolica nell’anno e, nel 2005, il 69,7% degli undicenni e più
(oltre 36 milioni di ragazzini) (*) ha dichiarato di aver consumato almeno una
volta nell’ultimo anno una o più bevande alcoliche. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha colto
l’occasione della Giornata della prevenzione alcologica per annunciare che in
Europa si beve più che nel resto del mondo - il doppio che negli altri paesi,
per la precisione – e aumentano anche le patologie collegate all’assunzione di
bevande alcoliche. La mortalità causata dall’alcol è salita del 15% tra il 2000
e il 2002 e, dopo ipertensione e fumo, l’alcol è il terzo fattore di rischio di
morte e disabilità. Ad essere maggiormente allarmante, secondo l’OMS, è il dato
relativo alle donne europee: coprono, infatti, tra il 20 e il 30% della
popolazione di bevitori europei, ma si tratta della percentuale più alta al
mondo. MFL Comunicazione - 26/04/2006 (*) Nota: 36 milioni di ragazzini mi sembrano un po’ troppi. Potrebbe essere un errore di trascrizione. L’ISTAT tuttavia non è molto affidabile sui dati sull’alcol: attribuisce ad esempio ad esso poco più del 2% degli incidenti stradali. MARKETPRESS.INFO ALCOL, MOIGE: “LA PREVENZIONE DELL’ALCOLISMO CHIAMA IN
CAUSA MOLTI ATTORI SOCIALI” AFFINTA: “SEDE PRIMARIA DELL’EDUCAZIONE È LA
FAMIGLIA MA TUTTI DEVONO COLLABORARE” Inviato da redazione Roma, 26 aprile 2006 - “L’alcolismo è un problema e deve essere affrontato con senso di responsabilità da tutte le istituzioni sociali. Il buon esempio e l’educazione certamente devono partire dalla famiglia, ma per contrastare la cultura dello sballo serve un’azione sinergica di molti attori; la scuola, le istituzioni, i media e le aziende produttrici”. Così Antonio Affinita, direttore delle relazioni istituzionali del Moige – Movimento Italiano Genitori è intervenuto in occasione del congresso organizzato dall’Iss nell’ambito della giornata nazionale per la prevenzione dell’alcolismo. “Le campagne di prevenzione rivolte ai giovani non possono essere calate dall’alto senza che ci sia riguardo al problema una presa di carico collettiva – ha detto Affinita – non si può parlare bene per poi dare esempi contrastanti, promuovere la cultura dello sballo sui media, o attraverso gli spot, e dare ai ragazzi il messaggio che tutto sia legale e permesso”. “I genitori sono certamente i primi ad essere chiamati in causa – ha concluso – in particolar modo attraverso l’esempio quotidiano; fuori dalla famiglia però ognuno deve sentirsi chiamato a fare la sua parte, senza proibizionismi ma con una educazione responsabile”. CORRIERE ROMAGNA Guida in stato di ebbrezza
Campagna nei locali pubblici
Forlì - Oltre 1.500
patenti ritirate in provincia ogni anno per guida in stato di ebbrezza, decine
gli incidenti che ogni fine settimana coinvolgono i giovani sulle strade
romagnole: dati sconfortanti, certo, ma le soluzioni per scongiurarli ci sono,
e partono da un preciso impegno delle istituzioni a promuovere sempre di più la
cultura della sicurezza e della consapevolezza dei rischi cui si va incontro
con l’alcol, già nelle scuole.Per evitare poi atteggiamenti moralistici o
azioni puramente repressive, la Provincia - insieme ad Aci, Centro servizi
amministrativi, Consulta degli studenti, Confesercenti, Confcommercio e Azienda
Usl - ha sviluppato un esperimento, riuscitissimo tra l’altro, proprio nei
luoghi dove si beve, nei pub. Lunedì sera, infatti, alcuni rappresentanti delle
scuole superiori locali hanno invitato i loro coetanei a “confrontarsi” con un
vero etilometro, potendo così accertare il limite di alcolemia avuta in corpo
(che alla guida non deve superare lo 0,5 grammi per litro di sangue)
direttamente in due dei posti più frequentati della città: ai “Giardini
Orselli”, in piazzetta delle Erbe, e all’“X-Ray”, in via Forlanini. Tutti
assolti - o quasi - dall’esito del “soffio”, “a riprova del fatto - come ha
commentato Davide, dell’Istituto aeronautico - che non tutti i ragazzi sono
spericolati come troppo spesso si fa credere”.Soddisfatto del test anche
Roberto Casadei, della Polizia provinciale, che annuncia una prossima
sperimentazione. “Stavolta itinerante - spiega - con l’etilometro che sarà
ospitato all’interno di un autobus pronto a ospitare i giovani disposti a
verificare il loro stato alcolico”.Diverse comunque le campagne di
sensibilizzazione e di intervento messe in campo dalla Provincia.“A partire dal
miglioramento delle infrastrutture - rivela Edgardo Valpiani, dell’ufficio
viabilità - ma anche dal potenziamento del servizio di pattugliamento
territoriale, e nella diffusione, appunto, di un’educazione alla prudenza e al
rispetto delle regole”. A nome dei ragazzi che hanno partecipato al progetto,
infine, Franca Cenesi, del Centro servizi amministrativi. “Hanno mostrato
entusiasmo e curiosità, ben vengano dunque questo genere di iniziative anche in
futuro”. Alfredo Corallo IL MATTINO (CASERTA) IL SONDAGGIO Droga e alcool Macerata città a
rischio
MICHELE RAUCCI Due ragazzi su dieci si sono ubriacati una o addirittura più volte, mentre più della metà non sa distinguere fra droghe leggere e pesanti. Offrono particolari spunti di riflessione i risultati, recentemente pubblicati in un libretto dal titolo «Indagine sulla prima adolescenza: tre comuni a confronto», del sondaggio condotto dalla cooperativa sociale «InVento» tra i 249 alunni della terza classe delle scuole medie inferiori di Capodrise, Macerata Campania e Recale. «Il dato rilevante è che la stragrande maggioranza dei ragazzi intervistati circa il 94% - spiega l’equipe che ha effettuato la ricerca - ha dichiarato di non aver mai fumato una canna e il 57% del campione, pur ritenendo di conoscere la differenza tra droghe leggere e pesanti, in realtà, come emerge dalla lettura attenta dei questionari, fa confusione tra le varie sostanze stupefacenti. Un altro risultato che induce a riflettere è che la maggior parte dei ragazzi fa uso saltuariamente di alcolici in linea con le statistiche nazionali che rilevano, negli ultimi anni, un largo consumo di bevande alcoliche tra i giovani». In sostanza, dal confronto fra i tre comuni emergono significative differenze. Macerata Campania è il comune in cui c’è la percentuale più alta di giovani che conoscono persone che fanno uso di droga e in cui più ragazzi ammettono di essersi ubriacati almeno una volta. A Capodrise, invece, molti ragazzi hanno dichiarato che accetterebbero una canna se fosse loro offerta, mentre Recale è il comune meno a rischio. IL GAZZETTINO (TREVISO) Controlli ferrei sulla festa in
chiesa
«A Santa Margherita il permesso è per 150 persone, non ne entrerà
una di più» Massima
sorveglianza su Santa Margherita in occasione della festa danzante del 30
aprile: la chiesa sconsacrata, già palestra di pattinatori e cestisti e ora
destinata a riaprire per una notte all’insegna della musica, sarà nell’occasione
controllata a vista dalle forze dell’ordine. "Faremo rispettare le regole
durante l’evento organizzato da Trevisoviva - assicura infatti il comandante
della Polizia municipale Danilo Salmaso - Hanno il permesso per centocinquanta
persone? Bene, noi controlleremo che non venga assolutamente superato questo
limite". E sebbene l’evento punti a sostenere la campagna contro la
guida in stato di ebbrezza, il lato socialmente utile dell’iniziativa non
convince Salmaso. "Lo scorso anno abbiamo speso oltre ventimila euro per
pagare ore di straordinario e controlli notturni contro chi guida dopo aver
assunto quantità eccessive di alcool - spiega il comandante della Polizia
municipale - queste azioni di sensibilizzazione vanno eseguite in sinergia, non
singolarmente. Una festa è qualcosa di estemporaneo, lascia il tempo che trova.
Il Comune, al contrario, ha investito e continua a investire in questo
campo". Le perplessità, tuttavia, non si limitano all’efficacia
dell’aspetto sociale dell’evento: "Vogliono mettere in evidenza il
problema del bere - osserva Salmaso -, ma non credo serviranno acqua minerale e
bibite durante la festa". Il prosindaco Gentilini, invece, fatica a digerire il
mancato accordo con l’amministrazione cittadina per l’organizzazione
dell’evento. Sebbene si sia parlato infatti di patrocinio del Comune, Gentilini
ieri ha negato di essere mai stato interpellato a proposito. "Ogni
manifestazione va concordata con gli enti della città - ha affermato il
prosindaco - Le feste portano gioia e ricchezza, ma devono avere l’appoggio
delle istituzioni e delle forze dell’ordine. Non bisogna fare balzi in
avanti". Si vocifera comunque che il patrocinio sarà concesso in
settimana, tant’è vero che sulla locandina dell’evento c’è il logo del Comune.
La situazione - assicura Mirella Tuzzato di Trevisoviva - è stata chiarita
ieri. Ciò non toglie che le polemiche non si stempereranno facilmente: non
tutti infatti condividono la destinazione festaiola di Santa Margherita.
"Una festa non deve essere un richiamo per mangiare e bere: serve
moderazione. Il demanio, inoltre, dovrebbe utilizzare la chiesa in altri modi -
sostiene ancora Gentilini - L’amministrazione di Treviso non c’entra: la chiesa
di Santa Margherita, infatti, non è patrimonio del Comune. Destinare il tempio
ad una festa, in ogni caso, non è affatto una buona idea. Servirebbe, invece,
un progetto di recupero culturale". Sulla stessa lunghezza d’onda si schiera parte
dell’opposizione: "E’ scandaloso - sostiene Alberto Cocco, consigliere
comunale di Rifondazione comunista - che manchi una soluzione alternativa per
l’utilizzo di quella chiesa. In questa città non ci sono progetti di recupero
culturale, le poche iniziative presentate, inoltre, non vengono mai realizzate.
Ed è vero che la chiesa di Santa Margherita rischia di essere danneggiata
ospitando una festa". Anna Girotto IL MATTINO (AVELLINO) «Necessaria la prevenzione» Ariano Irpino. Come non rimanere sconcertati per questa
nuova vicenda di violenza tra le mura domestiche? Non bastavano le cronache dei
giorni scorsi. Come non ritenere necessario insistere sulle iniziative in corso
per prevenire il fenomeno della diffusione della droga o dell’alcol tra i
giovani o per aiutare i tossicodipendenti ad uscire dal tunnel? Il sindaco
della città, Domenico Gambacorta, sa bene che non si può criminalizzare
un’intera comunità e soprattutto non si può far cadere sui quartieri periferici
la croce per quanto di negativo si registra oggi, ma avverte anche l’esigenza
di favorire una svolta. Proprio per dimostrare che la parte sana della comunità
è di gran lunga prevalente e che ci sono tutti gli antidoti per andare avanti .
«Da tempo - sostiene - abbiamo avviato con la chiesa, gli istituti scolastici e
le altre istituzioni un confronto con le famiglie. Partendo dall’ascolto. Non
sempre si riesce a raggiungere l’obiettivo. Qualche difficoltà in più si
registra proprio nelle scuole. Ma non per questo bisogna desistere. I risultati
sicuramente dovranno venire. Per il 28 aprile è prevista, per esempio,
un’iniziativa di intesa con il Sert di Grottaminarda per una campagna che aiuti
i giovani ad uscire dalla dipendenza dall’alcol. Il 3 maggio prossimo saremo
con a San Patrignano ospiti di Muccioli per concordare attività che aiutino i
giovani a stare alla larga dalla droga. Delegazioni di alcuni istituti
scolastici di Ariano sono state già a San Patrignano. Anche con le forze
dell’ordine c’è un costante rapporto per monitorare i fenomeni della
tossicodipendenza sul territorio. Certo, bisogna pensare anche ad aiutare le
famiglie, a sostenerle nel reddito nel caso in cui si trovano alle prese con
figli in difficoltà. Ma dobbiamo farlo insieme, convinti di combattere una
battaglia comune». Don Carmelo Nunno, parroco di San Giovanni, che da tempo
gestisce di notte il «telefono amico», ritiene, invece, di dover ritornare la
sera davanti ai locali notturni frequentati da giovani con biglietti sui quali
stampare semplici messaggi di invito alla vita. «Chi non si rende conto -
sostiene - che a volta basta poco per cambiare una situazione? I giovani vanno
soprattutto ascoltati». vin.gra. Il sindaco di Ariano chiede più collaborazione tra le istituzioni ASAPS FROSINONE, SICUREZZA STRADALE:
PROVE DI PROCESSO IN AULA PER GLI STUDENTI. HANNO RICOSTRUITO UN DIBATTIMENTO
PER GUIDA IN STATO DI EBBREZZA FROSINONE – Ci sono le aule scolastiche e quelle dei tribunali: per una volta, a Frosinone, gli studenti sono passati da quelle solite con cattedra e lavagna per finire in quelle dominate dallo scranno dei giudici: lo scopo era quello di ricostruire, nella Corte d’assise nel palazzo di giustizia, un processo per omicidio colposo provocato da un conducente in stato di ebbrezza. Un’iniziativa inedita, in Italia, alla quale hanno partecipato più di 700 studenti provenienti da 70 scuole superiori della Ciociaria. A volere questa simulazione, l’amministrazione provinciale di Frosinone, l’ordine provinciale degli avvocati e la Procura della Repubblica. Lo scopo? Semplice e senza commenti: far vivere la realtà processuale agli studenti e mostrare loro le conseguenze di chi sceglie di mettersi alla guida ubriaco: in questo caso la morte di una persona. Insomma, di “alcol passivo” si muore, e il colpevole deve pagare. LA REPUBBLICA Si chiama
"Durmibus" ed è stato progettato dagli studenti del Politecnico della
Catalogna. Ha capsule per dormire, wc, doccia e "alti standard
abitativi" Dalla Spagna un bus per dormire dedicato al nomadismo
urbano
Il bus può essere utilizzato anche
ad evitare le stragi dovute alla guida in stato di ebbrezza o ad accogliere i
sopravvissuti di un disastro MADRID - Come evitare
le stragi del sabato sera o accogliere i sopravvissuti di un disastro naturale?
Gli studenti dell’Universitat Politècnica de Catalunya hanno avuto una singolare
idea: quella di progettare un autobus, battezzato "Durmibus",
"dedicato a tutti quelli che vivono e praticano il nomadismo
contemporaneo".
IL MESSAGGERO (PESARO) Ubriaco al volante, patente subito
ritirata
I poliziotti si
erano fermati sull’asse per aiutare i carabinieri nei rilievi di un incidente
che ha visto come protagonista E. M., 29 anni di Ancona che, alla guida della
sua Lancia Delta, ha effettuato vari testacoda prima di finire contro il
guardrail, cinquanta metri prima della galleria che precede l’uscita per Brecce
Bianche e Q3. Il ragazzo ha fatto tutto da solo, non riuscendo a gestire
l’elevata velocità del suo mezzo, complice il fatto di aver alzato troppo il
gomito, come dimostrato dalla prova del palloncino. Risultato: non solo ha
dannegiato l’auto, ma E.M. si è visto anche ritirare immediatamente la patente
cui per di più sono stati tolti 10 punti. L’ADIGE Una ragazza di 28 anni di Trento fermata in via Brennero:
all’alcoltest tre volte oltre i limiti Brilla in auto, non basta la
battuta
Rischia di investirli, poi scherza con i «carabineros» Dopo aver rischiato di investire il carabiniere che da
bordo strada le mostrava la paletta, frenando e fermandosi poco più avanti, in
evidente stato d’ebbrezza una ragazza ha cercato di cavarsela ricorrendo allo
spirito. E ai militari che si preparavano ai controlli di rito si è rivolta con
un un caloroso «ehi, carabineros!». Ma la simpatia della giovane non ha
commosso i militari: il successivo alcoltest ha chiarito che la ragazza, una
28enne di Trento, superava di tre volte il limite ammesso per la guida.
L’episodio è avvenuto ieri mattina, alle 4.30, in via Brennero. Alla donna è
stata ritirata la patente. M. VIGANÒ CORRIERE ROMAGNA Donna salvata dalle mani dello stupratore RIMINI - “E’ la mia ragazza, è la mia ragazza”, ha gridato, con ancora la donna a terra e i pantaloni calati, all’indirizzo degli agenti delle Volanti.Una zaffata di alcol ha tradito le sue condizioni alterate, quanto alla scena non c’erano dubbi: solo il pronto intervento degli agenti, messi in allarme dalla telefonata di un passante, ha evitato lo stupro a una badante di origine ucraina di 54 anni.L’aggressore, un uomo di 33 anni originario dell’Ecuador che lavora come lavapiatti e vive a Riccione, è stato arrestato.Il sudamericano - che ha provocato nella colluttazione contusioni a un polso ad un agente, giudicate guaribili in una decina di giorni - deve rispondere di violenza sessuale, lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale.L’episodio è accaduto lunedì quando era ancora giorno, attorno alle 20, nella zona dell’anfiteatro di via Roma. E’ stata appunto la chiamata di un cittadino, fatta col cellulare all’uscita del cinema, a segnalare l’aggressione al 113. Gli agenti della Volante si sono immediatamente recati sul posto, hanno sentito i pianti e le richieste di aiuto di una donna e hanno notato due persone distese a terra, seminascoste da una siepe dei giardinetti. L’uomo, con i pantaloni abbassati, stava tentando di strappare gli indumenti intimi della vittima. Nonostante il suo tentativo di giustificare la situazione i poliziotti si sono subito gettati addosso all’extracomunitario e hanno ingaggiato con lui una colluttazione per bloccarlo.La donna è stata trasportata al pronto soccorso dell’ospedale, dove i medici le hanno riscontrato contusioni, escoriazioni ed ematomi. La prognosi è di 10 giorni.La vittima del tentativo di violenza è stata ascoltata in questura dagli uomini della Squadra mobile. La badante ha raccontato di essere appena arrivata a Rimini, come fa ogni sera, per assistere un anziano. In stazione avrebbe incontrato il giovane e approfondito, per qualche minuto, la sua conoscenza. Il 33enne, quindi, si sarebbe offerto di accompagnare la donna fino alla casa dove lei presta assistenza. In via Roma, poi, avrebbe cercato di baciarla. Di fronte al rifiuto, infine, le è saltato addosso come un animale. IL MESSAGGERO (UMBRIA) SULLA E-45 Ubriaco allunga le mani su una ragazza, insulta l’autista
e ferma il pullman: denunciato CITTA’ DI CASTELLO - Una pattuglia della Squadra Volante
di Perugia è stata chiamata ad un intervento sulla E-45 in direzione di Città
di Castello. L’allarme e la richiesta di aiuto era arrivata alla centrale DEL
113, alla questura di Perugia a Pian di Massiano, dal telefono dell’autista di
un pullman di linea extraurbana diretto da Perugia a Castello. A bordo, con gli altri passeggeri era salito anche un immigrato.
L’uomo era chiaramente ubriaco. Durante il viaggio ha cominciato ad agitarsi,
ad inveire contro la gente e a molestarla. Poi si è avvicinato all’autista,
disturbando la sua guida e costringendolo, per precauzione a fermarsi al bordo
della strada, anche per poter difendere gli altri passeggeri. Ma visto che non
era possibile calmare l’energumeno, l’autista è stata costretto a chiamare sul
posto gli agenti. Prima che arrivassero però l’uomo ha messo le mani addoso ad
una ragazza che tornava a casa dal lavoro, palpeggiandole il seno. Quando gli
agenti sono arrivati ha anche opposto resistenza ed è stato fermato. La squadra volante lo ha poi identificato: è un ventitreenne originario della Costa d’Avorio. E’ risultato ubriaco e già inquisito in passato per guida in stato di ebbrezza. Lo straniero aveva insultato e minacciato l’autista dell’autobus. Dagli accertamenti è risultato anche che l’ivoriano aveva molestato una ragazza che stava tornando a casa. È stato quindi denunciato per minacce, violenza sessuale e interruzione di pubblico servizio. IL GAZZETTINO (UDINE) VAJONT Abuso sessuale nel 2009
I giudici della Corte d’Appello di Trieste hanno fissato nel novembre del 2009 il processo nel quale l’operaio con problemi di alcol Giacomo Della Putta, 54 anni, di Vajont, dovrà rispondere dell’accusa di molestie sessuali ad una barista. L’uomo, sottoposto ad accertamenti psichiatrici e ritenuto pericoloso, ma capace di partecipare al processo, in primo grado è stato condannato a un anno e due mesi di reclusione. Nei prossimi giorni, in Tribunale a Pordenone, ci sarà un’ulteriore processo nel quale Della Putta dovrà rispondere di un’altro episodio di molestie sessuali alla barista. LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Cinque minori hanno detto di aver avuto rapporti con
lui Caccia a sacerdote italiano per sesso con bimbi in Brasile RIO DE JANEIRO Un sacerdote italiano, Siro Acquistapace, di 61 anni, è ricercato dalla polizia del Mato Grosso do Sul con l’accusa di abuso sessuale nei confronti di minori d’età. Lo rivela la stessa polizia. Il prelato, dal 1997 parroco di Dois Irmaos do Buriti, a un centinaio di chilometri dalla capitale, Campo Grande, è sparito dalla circolazione senza neppure celebrare la messa di Pasqua, dopo che il 18 aprile è stato emesso contro di lui un mandato di carcerazione preventiva. Nel fascicolo aperto a suo carico, il religioso è accusato di sfruttamento sessuale di bambini e adolescenti, corruzione di minori e distribuzione di bevande alcoliche a giovanissimi. Durante le perquisizioni condotte nella casa di Acquistapace, sono state trovate, fra l’altro, fotografie del prelato mentre faceva il bagno con minorenni e 90 pillole di Cytotec, un medicinale destinato a chi soffre di ulcera ma usato anche per gli aborti illegali. Gli investigatori stanno anche raccogliendo le testimonianze di cinque ragazzini, di età compresa tra i 10 e i 15 anni. Tutti hanno confermato di avere avuto rapporti sessuali con il parroco. La polizia teme che l’uomo stia tentando di lasciare il Brasile per tornare in Italia e ha già diramato un avviso con l’identikit che raffigura il sacerdote italiano in tutti gli aeroporti internazionali del Paese. LA PROVINCIA DI CREMONA Ieri mattina Resa dei conti Tensione al bar
Una tarda mattinata di tensione e violenza — probabilmente
anche a causa dell’abuso di alcol — in un bar situato alla prima periferia
della città, non distante da via del Giordano. Intorno alle 11.45 due uomini,
dopo un alterco molto acceso, sono passati dalle parole ai fatti. Ci sono stati
vari colpi proibiti ed è scattato l’allarme alle forze dell’ordine. Gli agenti
sono piombati sul posto nell’arco di pochi minuti ed hanno riportato la calma.
Pochi giorni fa le forze dell’ordine sono interv
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