Militari italiani in
Iraq (Emblema) NASSIRIYA - Quattro morti (tre italiani e un rumeno) e un
ferito grave nell’esplosione di un ordigno avvenuta questa mattina a Nassiriya
verso le 7,30 ora italiana. Il Comando della missione Antica Babilonia comunica
che sono deceduti un capitano dell’Esercito, un sottufficiale dei Carabinieri e
un caporale della Polizia Militare rumena. Un altro sottufficiale dei
carabinieri è morto nell’ospedale italiano da campo dove era stato ricoverato
in gravissime condizioni dopo l’attentato. I medici militari hanno fatto di
tutto per salvargli la vita, ma ogni tentativo è stato inutile. Ricoverato con
lui un altro carabiniere. LE VITTIME - I tre morti italiani sono il capitano
dell’esercito Nicola Ciardelli, 34 anni, pisano, in servizio a Livorno, il
Maresciallo capo dei carabinieri Franco Lattanzio, originario dell’Aquila e in
servizio a Chieti e il maresciallo capo dei Carabinieri Carlo De Trizio, 27
anni di Bisceglie (Bari), in servizio al nucleo radiomobile di Roma, deceduto
in ospedale. Il militare rumeno è il caporale Hancu Bogdan. Aveva 28 anni e
faceva parte della Polizia militare rumena formata da 100 uomini e ospitata a
Camp Mittica. Il carabiniere ricoverato è Enrico Frassinito, 41 anni,
maresciallo aiutante Sups del comando provinciale Carabinieri di Padova, a sua
volta in gravi condizioni con ustioni su circa il 30% del corpo, ma pare non in
pericolo di vita. Nato nel Padovano ma residente a Sommacampagna (Verona). Frassinito e de Trizio si trovavano in Iraq da soli 13
giorni, erano giunti a Nassiriya il 14 aprile scorso. Mentre Lattanzio era
giunto in Iraq il 3 dicembre del 2005. DINAMICA -L’ordigno, collocato al centro della
carreggiata, è esploso al passaggio di un convoglio del contingente
internazionale. Uno dei mezzi - una camionetta italiana - è stato colpito. Il
convoglio marciava lungo una strada a sud ovest dell’abitato di Nassiriyah, e
si stava recando al PJOC (Provincial Joint Operation Centre, la sala operativa
integrata delle Forze di sicurezza della Provincia). Era formato da quattro
veicoli protetti del Reggimento carabinieri della Msu (Multinational
Specilaized Unit) con a bordo un Ufficiale dell’Esercito, 15 militari dell’Arma
dei carabinieri e graduato della Polizia Militare rumena. Lo scopo del
traferimento era quello di rilevare il personale in servizio presso un comando
locale della polizia irachena. Lo Stato maggiore della Difesa fa sapere che
«Sono in corso accertamenti, condotti in stretto coordinamento con la polizia
locale, intesi ad individuare la natura dell’ordigno, l’origine dell’esplosione
e gli eventuali responsabili». L’attentato è avvenuto in un punto di «un percorso
stradale noto e che i militari italiani percorrevano da quasi tre anni». Lo ha
detto il maggiore Marco Mele, portavoce del contingente italiano in Iraq. Il
portavoce ha anche sottolineato che benchè l’area di Nassiriya sembri essere
più tranquilla rispetto ad altre del Paese iracheno, «in realtà va ricordato
che la situazione è sempre potenzialmente a rischio». Quanto infine al clima
che ora si respira tra i componenti del contingente italiano, il portavoce ha
detto che «la vigilanza resta alta, è questo un colpo da ko e però ci
risolleveremo. Ricordiamo che la nostra è una missione di sicurezza, umanitaria
di collaborazione con le autorità locali per la convivenza civile e andremo
avanti». L’ultima «azione ostile» nei confronti dei militari
italiani si era avuta solo 5 giorni fa: un ordigno posto ai lati della
carreggiata, fatto esplodere, anche in quel caso, al passaggio di un convoglio.
Ma si parlò di una bomba a basso potenziale e di un’azione che poteva dunque
essere soltanto dimostrativa. |
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