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Notizie brevi 28/04/2006

Nassiriya, il dolore dei familiari delle vittime

La madre del capitano Ciardelli: «Sono orgogliosa di lui». La moglie: «Come faccio a tornare a casa?»

Nicola Ciardelli con la madre (Ansa)

PISA - «Spero solo che la morte di mio figlio sia servita a qualcosa». La signora Antonella Tornar risponde in lacrime ai giornalisti mentre rientra nella sua casa di Pisa. Suo figlio, il capitano della Folgore Nicola Ciardelli, è una delle vittime dell’attentato di Nassiriya. Nonostante il dolore, la donna ha la forza per dire: «Sono tanto orgogliosa di lui».
LA MOGLIE - Il capitano aveva fatto appena in tempo a vedere suo figlio, nato il 10 febbraio. Il 17 Nicola Ciardelli è partito per l’Iraq. La moglie, Giovanna Netta, si chiede adesso: «Come faremo a tornare a Pisa, sapendo che nella nostra casa non ci sarà più Nicola? Come faccio a tornare a casa?».
LA SORELLA - «Nicola intendeva l’esercito proprio come missione di pace. E ora spero che il suo sacrificio non sia inutile e che non si decida di ritirare le nostre truppe proprio adesso», ha spiegato una sorella di Nicola Ciardelli, Federica, 39 anni. «Nicola credeva e ha sempre creduto in quello che faceva. Decise quando aveva appena 18 anni che questa sarebbe stata la sua vita e si iscrisse all’Accademia militare di Modena. Lui stava nell’esercito non per fare la guerra, ma la pace».
MALORE - La madre di Carlo De Trizio, il maresciallo dei Carabinieri morto nell’attentato di Nassiriya, è stata invece colta da malore ed è stata soccorsa in casa. I genitori della vittima vivono a Bisceglie, in provincia di Bari. Dopo un breve ritorno dai suoi genitori, il maresciallo De Trizio, che vive a Roma, da alcuni giorni era ripartito per Nassiriya dove era era già stato in missione. «Aveva deciso di partire - ricorda suo padre, Nicola - perché voleva fare qualcosa di importante per quella popolazione. E noi benché preoccupati non ci eravamo opposti: avevamo capito con quale spirito intendeva svolgere la sua missione».

© asaps.it


Da Corriere della Sera.it
Spero che la morte di mio figlio serva a qualcosa»
Venerdì, 28 Aprile 2006
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