MARKETPRESS.INFO Inviato da Franca Scotti Il vino nei santuari della notte? Ora si può. Dove? Nella
capitale del divertimento, la Romagna. Con “Genuvino”, un percorso di qualità
tra vino e liturgie da sabato sera, di scena in alcuni locali simbolo
dell’aggregazione notturna, con inizio a Cesena al Teatro Verdi il 29 aprile
(ore 22,30). E con la partecipazione speciale di testimonial cari al popolo
della notte: figure-simbolo come Niconote, notissima performer–dj nelle
principali discoteche italiane e un cast misto di rapper, writer e spray artist.
Obiettivo esportare il consumo consapevole e la cultura del vino in discoteca
dove oggi invece i protagonisti sono i cocktail, la birra, i superalcolici, gli
energetici… Mentre il grande latitante è proprio lui, il vino di qualità, e
ancora più latitante è il vino prodotto
vicino a casa. Particolare
importante: Genuvino non propone il bere tout court, bensì promuove la cultura
della degustazione che guarda al vino nella sua lentezza, necessaria per essere
compreso. In altre parole l’iniziativa vuole rallentare l’uso dell’alcol nei
tre quarti d’ora della durata dell’evento, modificandone la cultura del
consumo. Allora tutti pronti al blitz. Nella lunga notte dei locali cult della
Romagna vanno in scena cinquanta minuti di spettacolo e degustazioni in cui i
linguaggi del popolo della disco si mescolano con quelli della cultura del
vino. Nessun monologo né tantomeno dotte spiegazioni. Invece, a dettare la
legge del vino sarà un banco d’assaggio temporaneo allestito nei locali dove
sommelier professionisti in divisa dell’Ais faranno scorrere bianchi e rossi di
Romagna, innestando le degustazioni all’interno di percorsi condivisi fra
rapper, dj vocalist, video a tema e live show. Ma attenzione, tutto questo a due condizioni: prima di tutto il
rispetto dello stretto legame col territorio. Il vino presentato, infatti, è
quello di qualità prodotto in Romagna, con particolare attenzione al territorio
della provincia di Rimini, che sponsorizza gli eventi, nell’ambito dei progetti
di sviluppo e promozione del territorio del Gal L’altra Romagna. In secondo
luogo il coinvolgimento dei testimonial della notte, artisti e dj capaci di
essere il trait d’union con il popolo della discoteca. Ogni notte quindi la
giostra delle degustazioni debutta con un format preciso, sapientemente
adattato ai linguaggi notturni. Si comincia con Le notti bianche momento di
spettacolo dove protagonisti sono l’albana Docg, il trebbiano e il pagadebit
doc di Romagna, per poi lasciare il posto al Fil rouge dove trionfano le doc
Colli di Rimini e il sangiovese di romagna doc, in una sorta di percorso che fa
leva su situazioni diverse, fuse tra loro, dove la presenza del vino diventa
un’incursione inaspettata, un’esperienza inconsueta che vuole fissarsi nella
memoria e radicarsi come un incontro piacevole. Il via a Cesena. Si parte
sabato 29 aprile alle 22,30 al Teatro Verdi di Cesena, un locale simbolo del
territorio di Forlì-cesena, riscoperto come teatro polivalente che con le
serate disco attira migliaia di giovani. Dopo Cesena l’iniziativa sarà ripetuta,
nelle settimane successive, in un locale della Provincia di Rimini e di
Ravenna. Le date saranno comunicate nei prossimi giorni. Come si svolgono le
serate. Il mondo della notte, si sa, ha le sue regole. Dunque, Genuvino
viaggerà tra diverse proposte di intrattenimento, unite dal comune denominatore
del vino. Più nel dettaglio nella discoteca sarà allestito uno spettacolo che
per 50 minuti alternerà momenti di vino a performance a tema di artisti e dj. I
protagonisti delle degustazioni saranno sommelier professionisti dell’Ais
(Associazione Italiana Sommelier) per una volta calati in un insolito ambiente,
quello della discoteca. Genuvino propone tre piccoli assaggi di vini e il
dialogo con i sommelier preposti alla mescita, promuovendone la qualità, la
genuinità e il consumo responsabile. I sommelier saranno affiancati da artisti
e performer-Dj che hanno fatto del recupero della tradizione una risorsa del
loro essere artisti. Troveremo così Boord-l crew funky-folk, che moduleranno
riletture lounge e funky delle partiture del mitico Secondo Casadei, il re del
liscio romagnolo di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita,
completamente reinventato per l’occasione; Eron live show, riconosciuto
internazionalmente come uno dei migliori writer e spray artist italiani, le cui
realizzazioni in pubblico sono veri e propri capolavori di spettacolo; Word il
rapper dialettale riminese, affabulatore e poeta che con le sue spiccate doti
da palcoscenico si proporrà anche come figura alternativa di conduzione. Il
tutto mixato dall’attenta regia di Niconote, che proporrà live un suo originale
percorso sonoro/musicale sul vino. (*) Nota:
quando era stata proposta, questa iniziativa aveva suscitato diverse reazioni
in alcuni lettori di questa rassegna (cfr rassegna 27.3.06). Abbiamo già
commentato sul controsenso di una pubblicità al vino mascherata da promozione
alla salute. Tanta palese insulsaggine fa venire voglia di mettere in atto
iniziative eclatanti. Si accettano proposte. Una prima idea può muovere dalla Legge
quadro sull’alcol (125/01) che all’art. 13 dice proibisce: di "rappresentare in
modo positivo l’assunzione di bevande alcoliche o superalcoliche" e
"pubblicizzare direttamente o indirettamente le bevande alcoliche e
superalcoliche nei luoghi frequentati prevalentemente dai minori di 18 anni di
età". Un esposto alla questura di Forlì – Cesena potrebbe essere un primo
passo. Se ci farete pervenire altri commenti o proposte per fermare questa assurda iniziativa, ne daremo conto nelle prossime rassegne stampa. Qui di seguito presentiamo un primo commento del presidente ASAPS Giordano Biserni. ASAPS Originale iniziativa romagnola Se non fosse assurda, “Genuvino” l’iniziativa della AIS
(Associazione Italiana Sommelier), che è addirittura sponsorizzata dalla
Provincia di Rimini, di “salvare i giovani dallo sballo del sabato sera”,
dando loro da bere del vino, sarebbe persino divertente. Diciamo subito che a
noi pare ridicola e non ce la danno a bere. In pratica si vuole far
passare una semplice operazione di promozione del vino, pur legittima in altri
contesti, col travestimento di un’operazione contro lo stragismo stradale.
Il problema è che tutto questo viene fatto forse anche con soldi pubblici.
Complimenti agli ideatori e organizzatori. Non sapevamo che l’alcol si
combatte con l’alcol, si tratta di una novità assoluta anche per noi. Se questa
si rivelerà il modo giusto per debellare il fenomeno degli incidenti stradali
non finiremo mai di darci degli stupidi per non averci pensato prima. Ma come
abbiamo fatto, proprio noi che da tanti anni ci occupiamo in prima linea di
sicurezza stradale? Come ha fatto a non pensarci l’AICAT o l’Istituto superiore
di Sanità?Si parte da Cesena (ottima scelta per la presenza della già storica
scuola della Polizia Stradale) per poi approdare in altre realtà dei locali
della costa.La cosa che ci fa sentire ancora più inadeguati è il fatto che
anche il Sert di Bologna, cioè proprio il servizio che istituzionalmente si
occupa di dipendenze da sostanze e alcol, si è dimostrato, a sorpresa, comprensivo
“Bere meno, bere meglio, l’importante è non sbronzarsi”. E noi che pensavamo -
poveri ingenui - che per salvarsi dai gravi incidenti del sabato sera fosse
opportuno non bere per niente quando si deve guidare! Altro che storie. Il
limite di 0,5 g/l è una border line molto sottile, facilmente superabile. Le
conseguenze sono sotto gli occhi e le gomme di tutti.Complimenti anche per il
tempismo. Con questa trovata originale che viene dopo un fine settimana in
cui l’asfalto è stato intriso di sangue e di alcol come poche, dopo che solo 7
giorni fa - il 20 aprile scorso - si è celebrata la giornata mondiale contro
l’alcol. Veramente entusiasmante l’opportunità dell’iniziativa. Vorremmo
ricordare agli organizzatori che sulla strada non ci vanno poi solo quelli che
bevono, i quali col loro fegato possono fare quello che vogliono, ma ci siamo
tutti. Troviamo già inammissibile che un ebbro abbia ancora in questo
paese la quasi impunità quando emette una condanna a morte, inappellabile
ed immediatamente eseguita sul posto anche a carico di perfetti innocenti
che hanno la sventura di incrociare il suo cammino. Ora avrà anche gli sponsor.
Se questa è cultura della sicurezza stradale a noi non ci resta che cambiare
mestiere. Forlì, lì 27 aprile 2006 Giordano Biserni
di Franco Medri Ufficio studi Asaps
Ispettore Superiore della Polizia Stradale Con la pubblicazione della legge 30 marzo 2001 n° 125 “Legge quadro in
materia di alcol e di problemi alcolcorrelati” sono state introdotte le norme
finalizzate alla prevenzione, alla cura ed al reinserimento sociale degli
alcoldipendenti. Nota: Per le finalità previste dalla Legge 125/2006, il comma 2
dell’articolo 15 stabilisce che “i controlli alcolimetrici nei luoghi di lavoro
possono essere effettuati esclusivamente dal medico competente ai sensi
dell’articolo 2, comma 1, lettera d), del decreto legislativo 19 settembre
1994, n. 626, e successive modificazioni, ovvero dai medici del lavoro dei
servizi per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro con funzioni
di vigilanza competenti per territorio delle aziende unità sanitarie locali”.
IL GAZZETTINO (VENEZIA) L’Associazione italiana familiari
... L’Associazione italiana familiari e vittime della strada
sede di Venezia "denuncia" dopo l’ennesimo incidente mortale per
colpa di chi guida sotto l’effetto di alcool (vedi i 2 giovani motociclisti) la
non volontà da parte delle istituzioni nel voler cambiare questo quadro di
morte a cui assistiamo impotenti. Si ricordano anche i troppi casi di morti per
incidente per mano di automobilisti ubriachi o drogati che continuano
imperterriti a guidare perchè l’emendamento votato dal Senato secondo il quale
chi provoca un incidente mortale guidando ubriaco incorrerà nella revoca
definitiva della patente solamente se trovato con alcolemia superiore a sei
volte il limite previsto dalla legge, limite sulla soglia del coma etilico,
permette e consente alle persone che non sono in grado di mettersi al volante,
di continuare ad uccidere, anzi, mettono loro in mano a questi assassini la
licenza di uccidere! Perchè non allineare l’Italia agli altri paesi europei? in
Francia Chirac intervenendo personalmente nel programma sulla sicurezza
stradale ha ottenuto un risultato eccezionale: riduzione del 20\% dei morti in
soli 18 mesi! Ci si chiede allora chi sia il vero responsabile, colui che guida
in stato di ebbrezza o la nostra legge permissiva? Voglio sperare che
l’Istituzione permanente dell’Osservatorio per la Sicurezza stradale del Veneto
- di cui faccio parte - non si soffermi solo nel prendere conoscenza precisa
del territorio nè che si fermi a meri numeri statistici ma che intervenga
concretamente a livello centrale - come governo e parlamento - con un unico
obiettivo così come dichiarato dal Proc. Antonio Foiadelli, coordinatore del
Comitato, la difesa della vita umana, adottando una linea dura e repressiva per
chi viola il codice della strada. Richieste che l’Aifvs appoggia e sostiene e
che intende riaffermare e riproporre come fatto nella passate legislatura.
L’indifferenza e la superficialità con cui si tratta il tema dell’incidentalità
stradale è incomprensibile ed inaccettabile per la nostra società così detta
civile!! Pierina Guerra Ass. Familiari e Vittime della Strada Venezia IL GAZZETTINO (PADOVA) "Party dai giovani nigth", una festa per spiegare la
pericolosità dell’alcol Marostica (B.T.) "Party dai giovani". Non poteva avere nome più accattivante la doppia iniziativa organizzata in occasione del mese della prevenzione alcologica dall’Unione dei Comuni del Marosticense e dall’Ulss 3, in collaborazione con numerose altre realtà comunali del comprensorio e Blu Runner. Un convegno e una festa per parlare di alcol e della sua corretta assunzione; un’ occasione per spiegare ai ragazzi e non solo la pericolosità sanitaria e sociale dell’abuso alcolico, divenuto oggi un problema sempre più frequente soprattutto tra i giovanissimi. Sarà l’ex chiesetta di San Marco ad ospitare venerdì, a partire dalle 9, il convegno che vedrà la partecipazione di alcuni tra i maggiori esperti italiani del settore. Nell’occasione Emanuele Scafato dell’Istituto superiore della Sanità parlerà di "Italia-Europa, quali politiche sull’alcol. Dove, come e quando si divertono i giovani", mentre il vicepresidente della Società italiana di alcologia Giovanni Greco tratterà il tema "Alcol e mamma, scorte e consumi domestici". Giovanna Le Divelec, della Fondazione Devoto di Firenze si occuperà de "L’educazione, il consumo, le risposte, il divario giovani-adulti", mentre l’originale tema del rapporto tra alcol e alimentazione sarà al centro dell’intervento del gastroenterologo Andrea Quartini. Il compito di spiegare le implicazioni cliniche dell’abuso di alcolici, sarà lasciato a Luigi Piloni, dirigente medico del settore alcologia dell’ Ulss 3, mentre spazio sarà dato anche al volontariato e all’importanza dell’educazione al divertimento sano tra i giovani. E proprio in quest’ottica, s’inserisce il secondo degli appuntamenti in programma, previsto per la serata di sabato 29 aprile. "Party dai giovani night", il titolo dell’evento gratuito ospitato al palatenda del quartiere Brenta di Nove, dove dalle 20.30 fino a notte fonda, gli animatori di Blu Runner organizzeranno una serata a base di musica, ballo, giocoleria e tutto quanto è in grado di portare divertimento. Special guest della serata il notissimo gruppo di percussionisti Bloko Maranhao. LA PROVINCIA DI CREMONA ‘Niente alcol per i giovanissimi’
Anche il divertimento, in una società spesso malata di eccessi, pare diventato un problema. Soprattutto per i giovanissimi, maggiormente inclini ad assimilare modelli negativi proposti dai ragazzi più grandi come dai mass media. ‘-16... NO ALCOL !’ è un’incisiva campagna di sensibilizzazione contro il consumo di alcolici da parte di minori di 16 anni promossa dal Gruppo provinciale dei Pubblici Esercizi (FIPE), aderente all’Associazione del Commercio, del Turismo e dei Servizi della provincia di Cremona, in collaborazione con il Dipartimento per le Dipendenze Nucleo Operativo Alcologia dell’ASL, con l’Associazione Bussola e con l’Associazione Europea familiari e vittime della strada. Richiama, già nello slogan, l’articolo 689 del Codice Penale che vieta la somministrazione di bevande alcoliche ai minori di 16 anni. «È un monito quanto mai opportuno ed attuale – osserva il dottor Sorini, del nucleo SERT dell’ASL di Cremona –. L’ O.M.S. evidenzia infatti, un massiccio incremento del consumo di bevande alcoliche anche tra i giovanissimi (14-17 anni), in particolare tra le ragazze e spesso fuori pasto. Anche in Italia alcuni studi dimostrano che il fenomeno del consumo giovanile di alcolici presenta dati a dir poco allarmanti: risulta infatti che i ragazzi iniziano a consumare alcolici intorno ai 12 anni. EMILIANET Alcool e stupefacenti: corso di
formazione a Quattro Castella Promosso dal Comando convenzionato di Polizia
Municipale col patrocinio della Regione
QUATTRO CASTELLA (RE, 26 apr. 2006) - Il Comando
Convenzionato di Polizia Municipale di Quattro Castella ed Albinea organizza un
corso di aggiornamento professionale sull’uso e l’abuso di alcool e sostanze
stupefacenti rivolto agli operatori di polizia municipale, ai volontari della
Croce Rossa Italiana di Quattro Castella e della Croce Verde di Albinea e ai
responsabili dei centri giovani dei due comuni. IL GIORNALE DI VICENZA La droga? “Ritagliati fuori”
Tra studenti e operai 550 i contatti sui pullman
delle Ftv
(s. s.) Senza dubbio il momento più difficile è stato
l’approccio. Infatti racconta ora il coordinatore del progetto “Senza filtro”
Gianni Bonotto: «Forse qualcuno di primo acchito deve averci scambiato per
spacciatori: d’altra parte cosa può pensare un ragazzo al quale uno sconosciuto
fa strane domande sulla droga? Di sicuro poi in molti ci hanno confuso con i
controllori che cercano di pizzicare i “portoghesi”, che viaggiano senza pagare
il biglietto». LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (BASILICATA) Parte il corso di prevenzione
delle dipendenze
MATERA Adolescenti: giovani a rischio. E la richiesta di
sostegno nel gestire questa età così delicata cresce, da parte di insegnanti ed
operatori scolastici. È quanto hanno rivelato Isidoro Gollo e Natale Pepe,
sociologi del Sert, il Servizio per le tossicodipendenze dell’Asl n.4, che la
Gazzetta ha incontrato nella prima giornata di corso di auto aiuto per la
prevenzione delle dipendenze, nell’Osservatorio socio-epidemiologico
dell’Azienda. Un corso di formazione rivolto agli orientatori delle comunità locali,
in particolare volontari del sociale, per promuovere la cultura dell’ascolto.
L’iniziativa, a numero chiuso per 25 partecipanti, è organizzata in cinque
incontri su altrettanti temi caldi della comunicazione: richiesta d’aiuto,
risposta alla domanda d’aiuto, ascolto, consapevolezza nella comunicazione,
gruppo come risorsa. La docente è Carmela Ascolillo, psicologa. «Questo corso -
spiega Pepe - è il secondo livello di un percorso intrapreso da circa due anni,
in cui abbiamo girato in alcuni comuni del Materano, interagendo con persone
"non del settore": insegnanti, familiari, volontari, e tutti coloro
che, nelle comunità , svolgono un ruolo di orientamento relazionale. Gente che
ha antenne sensibili sui bisogni del territorio, e che è in grado di recepire i
problemi dei giovani, e di chiunque altro soffra di dipendenze patologiche, e
di indirizzare queste persone verso le strutture socio-sanitarie giuste, dove
troveranno gli operatori adeguati a sostenerli nella ripresa». La struttura
ideale, in questo senso, è il SerT, che nell’ultimo anno ha visto aumentare il
numero di utenti da 350 e 408: i due terzi di essi sono dipendenti da eroina;
gli altri, da alcol, soprattutto i giovanissimi, e da cocaina. «Il meccanismo
che crea la dipendenza - afferma Gollo - è sempre lo stesso. E c’è bisogno di
gente che sia punto di riferimento per questi "soggetti deboli", che
ne raccolga i problemi. Cercando anche di riportare l’emergenza nella comunità:
perché, paradossalmente, il livello di attenzione delle istituzioni e della
pubblica opinione su questi problemi è un po’ scemato. Come se le dipendenze,
soprattutto quelle considerate "leggere", fossero normali,
fisiologiche, quasi una tappa della vita, in particolare quando si parla di
adolescenza. Puntiamo invece a stimolare nuovamente l’attenzione su questi
temi». Molte volte, il vero ostacolo è convincere le persone affette da
dipendenza a farsi aiutare. «Il filo conduttore è l’ascolto - dice Ascolillo -.
Il tentativo è portare la persona sfiduciata a parlare con qualcuno: è per
questo che cerchiamo di intervenire sulle famiglie, sulle scuole, sulle
associazioni». Intanto, in 4 anni, il Sert ha già organizzato 10 corsi per
insegnanti di scuola superiore sul tema «rischio accettabile» i quali, a loro
volta, hanno lavorato con oltre 1500 studenti in laboratori educativi in
classe. Ora sta per partire un progetto ancora più delicato, un lavoro di
sensibilizzazione su alunni e professori di scuole medie: 13, 14 anni è l’età
più a rischio per cadere nelle dipendenze patologiche, soprattutto per quanto
concerne il consumo di alcolici. Il seminario sarà una risposta alle richieste
precise che arrivano da presidi, docenti, genitori. «Ma lavorando bene -
assicura Pepe - si ottengono risultati importanti, sui giovanissimi: nei corsi sul
rischio, dopo averli sensibilizzati sulla pericolosità di alcune situazioni,
abbiamo conseguito quello che per noi è un risultato ottimale: un terzo di loro
ha acquisito la consapevolezza del rischio, e deciso di modificare i propri
comportamenti». Grazia Tantalo L’Asl n.4 forma 25 volontari del sociale per promuovere la cultu- ra dell’ascolto L’ADIGE Gli incontri sono strutturati per un gruppo minimo di dieci persone e massimo di venti e la quota di partecipazione è di dieci euro a persona (informazioni e iscrizioni: Agostino 348/3368185 o Maddalena 340/6017324). Il primo incontro (relatori Walter Raoss e il dottor Valerio Costa) avrà come tema «Conosci quel che bevi: la birra nei suoi colori. In questo «gioco» chi comanda?». Seguirà venerdì 5 maggio, stessa ora, stesso luogo, una serata a tema «Alza il «grado» di attenzione. Salute e alcool: quali verità?», relatori alcuni sommelier e il dottor Agostini. Il terzo incontro, che concluderà il ciclo, è in programma venerdì 12 maggio e avrà come tema «Il vero gusto del vino: tradizione e storia. Alcool e guida: sai cosa rischi», relatori Flavio Cristoforetti, Franco Penner e Vigilio Baldessarini. PAGINEMEDICHE.IT Italiani e alcol: gli ultimi dati
sulla diffusione del consumo di bevande alcoliche in Italia e in Europa Gli adolescenti italiani bevono troppo. E’ l’allarme
lanciato nei giorni scorsi, in occasione della quinta Giornata di Prevenzione
Alcologica organizzata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dall’Istat che
ha messo sotto la lente di ingrandimento il rapporto tra giovani e alcol nel
nostro Paese tra il 1998 e il 2005. In questo periodo il consumo di bevande
alcoliche sembra essere rimasto sostanzialmente invariato, ma si è registrato,
invece, un pericoloso aumento delle giovani donne bevitrici (che sono passate
dal 53,3% del 1998 al 56,3% del 2005 per la fascia di età 18-19 anni, e dal
57,6% al 60,4% per quelle tra i 20 e i 24 anni). IL MESSAGGERO (UMBRIA) Allarme alcol, adesso bevono
soprattutto i giovanissimi
Nonostante la frenata generale registrata negli ultimi anni, gli alcolici stanno disegnando una mappa diversa. Cresce infatti il consumo tra i giovanissimi, soprattutto donne. In Umbria l’Istat calcola che il 70,3% delle persone sopra gli 11 anni in un anno consumi alcol almeno una volta (la media nazionale è del 69,7%) mentre i consumatori giornalieri sono il 34,3%. La quota maggiore riguarda comunque gli adulti, in particolare la fascia di età compresa tra i 45 ed i 54 anni, con 3 persone su 4 che dichiarano di aver bevuto alcolici almeno una volta l’anno. Il dato crescente, e preoccupante, è quello dei giovanissimi: un quinto dei ragazzi di età compresa tra 11 e 15 anni è stato "iniziato" a birra, cocktail e, molto di moda, i soft drink. Ma mentre negli ultimi 8 anni tale dato sembra essersi stabilizzato, tra le ragazze dai 18 ai 24 anni appare in costante crescita. L’impennata si nota anche in relazione al titolo di studio: laureati e laureati infatti rinunciano alle bevande alcoliche meno volentieri dei diplomati. LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (CAPITANATA) Allarme alcool tra i giovanissimi
Un fenomeno in crescita che interessa anche molti
piccoli centri
ROSETO VALFORTORE L’allarme l’ha lanciato qualche giorno
fa l’Istat: i giovani fanno uso di alcool. E’ un rituale ben preciso quello di
ritrovarsi di sera e prendere una sbornia. Un fenomeno in crescita che
interessa anche il Preappennino dauno. La conferma arriva dal portavoce del
Coordinamento nazionale dei piccoli comuni, Virgilio Caivano. Intervenuto nel
corso di un programma radio, Caivano, riprendendo i dati dell’Istat, ha
scoperto una piaga che sta dilagando nei paesi tascabili della fascia montana,
della quale si parla molto poco e altrettanto poco si fa per correre ai ripari.
«Quello dell’uso di sostanze alcoliche è un fenomeno molto diffuso anche dalle
nostre parti. E’ la birra la regina delle bevande, molto ambita anche dalle
ragazzine. E’ inutile nascondersi dietro un dito, ma il problema esiste e
bisogna assolutamente trovare delle soluzioni. E’ una questione che preoccupa».
Secondo Caivano mancano dei programmi di educazione e prevenzione. Nei piccoli
comuni, spesso, l’azione amministrativa si riduce ad un mero esercizio di
gestione di fondi per la realizzazione di lavori pubblici. IL GIORNALE DI CALABRIA COSENZA. Sette giovani su dieci bevono alcolici. A 13 anni
l’età media del primo bicchiere. I consumatori abituali rappresentano il 18,7
per cento di chi ha dichiarato di aver bevuto almeno 5 unità di bevande
alcoliche nell’ultimo mese. Oltre 18mila gli under 18 capitati in moto o in
auto con il guidatore in stato di ebbrezza. Conferenza stampa dell’Eurispes
Calabria in occasione della giornata mondiale sulla prevenzione di alcool.
Presenti il direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, Cesare
Pelaia, il direttore dell’Azienda sanitaria di Cosenza, Battista Aquino e la
responsabile dell’Unità operativa alcologia dell’Asl di Cosenza, Maria
Francesca Amendola. “È necessario fare rete per proteggere le giovani
generazioni dai rischi alcol-correlati. I giovani - ha dichiarato il presidente
dell’Eurispes Calabria, Raffaele Rio - costituiscono un target molto esposto ai
rischi legati al consumo di alcool. Rischi spesso assunti in maniera
inconsapevole e sempre più influenzati dalle pressioni sociali, mediatiche,
pubblicitarie, familiari. L’alcool, a differenza degli altri principali fattori
di rischio, gode di una accettazione sociale e di una familiarità e popolarità
legate alla cultura italiana del bere, una cultura mediterranea che poneva,
sino ad un decennio fa, il consumo di vino come componente inseparabile
dell’alimentazione. Oggi si può affermare senza ombra di dubbio - ha continuato
Rio - che, a fronte delle modificate abitudini e modelli di consumo e della più
ampia disponibilità ed offerta di bevande alcoliche, i giovani, e spesso anche
gli adulti e, tra questi, le donne in particolare, hanno adottato modelli di
consumo che, separando il bere dalla ritualità dei pasti, hanno trasformato il
significato originale del bere in un valore comportamentale prevalentemente
legato all’uso dell’alcol in funzione degli effetti che esso è in grado di
esercitare sulle performance personali. L’alcool - ha concluso Raffaele Rio - è
usato, e non consumato, per sentirsi più sicuri, più loquaci, per facilitare le
relazioni interpersonali, per apparire più emancipati e più “trendy”, alla
moda, per essere più facilmente accettati dal gruppo o, in alcuni casi, per
conquistare un ruolo di (presunta) leadership tra i pari”. Il consumo:
“trincano” sette ragazzi su dieci. in testa Paola, Rossano e Lamezia. Il
consumo di bevande alcoliche tra i ragazzi calabresi risulta molto diffuso: 7
giovani su dieci (70,8%) hanno dichiarato di bere alcolici con una prevalenza
maggiore fra i ragazzi (75%) rispetto alle ragazze (66,2%). Riguardo i luoghi
di ritrovo in cui abitualmente i giovani consumano bevande alcoliche, in testa
alle preferenze troviamo i pub e le birrerie (30,7%); seguono la propria casa o
casa di amici (17,5%) e la pizzeria (15,0%), pochi, invece, i ragazzi che si
ritrovano a bere alcolici in discoteca (3,8%). Nella disarticolazione dei dati
per ASL di appartenenza dei giovani intervistati, è possibile tracciare una
graduatoria del livello di diffusione del fenomeno tra le diverse aree della
regione. In testa alla classifica, con la più alta percentuale di soggetti che
dichiara di consumare sostanze alcoliche, si collocano le ASL di Paola con
l’81,6%, Rossano con il 76,3% e Lamezia Terme con il 75,3%. A seguire, con
valori di poco inferiori, le ASL di Crotone e di Cosenza entrambi con un valore
pari al 74,3%; nei gradini più bassi si posizionano invece le ASL di Locri
(63,1%), Vibo Valentia (61,5%) e Palmi (59,7%). La “prima volta” a 13 anni.
Relativamente all’età della prima assunzione, si rileva, che l’età media in cui
i ragazzi hanno iniziato a bere è 13 anni. In particolare, l’analisi per sesso
evidenzia ancora una volta che i ragazzi iniziano prima delle ragazze: il 20%
dei primi a fronte del 10% delle seconde hanno provato sostanze alcoliche prima
dei dodici anni (precisamente tra 8-11 anni). Poco meno di 3 ragazzi su 4 (il
73,1%) hanno iniziato tra i 12 e i 15 anni (quasi indistintamente, sia per i
maschi, il 73,6%, che per le femmine, il 72,7%), l’11,5% tra i 16 e i 18 anni
ed in questo caso, a conferma di quanto appena osservato, sono di più le
ragazze che i ragazzi (rispettivamente il 17,1% a fronte del 6,6%). Le
motivazioni al consumo: la compagnia fa l’uomo ladro per 1 giovane su 2. Ma
quali sono i motivi che spingono i giovani calabresi a consumare sostanze
alcoliche? La maggioranza del campione intervistato, il 51,3%, indica come
motivazione principale lo spirito di gruppo, ossia la possibilità o volontà di
farlo in compagnia (51,3%). Un’altra quota rilevante, il 25,9%, non individua
una ragione specifica sostenendo che l’alcool procura, comunque, piacere; il
10,2% sostiene, invece, che esso aumenti il divertimento, pochi coloro che
trovano nel bere un modo per evadere dai problemi quotidiani (4,1%) o ancora
una condizione che li può fare sentire più adulti (1,1%). La birra “prima di
tutte”. Relativamente alla tipologia di alcolici ed alla modalità di consumo
delle stesse, si nota innanzitutto che i ragazzi, in generale, fanno un
maggiore uso di alcolici rispetto alle loro coetanee. La bevanda più consumata,
principalmente durante i pasti (59,2%) risulta la birra: hanno dichiarato di
berla il 93,7% dei maschi e l’86,8% delle femmine; a seguire, con un numero
sensibilmente inferiore di consumatori, il vino, anch’esso bevuto per lo più
durante i pasti (56,9%), dal 72,5% dei ragazzi e da un più basso numero di
ragazze, il 58,4%. Rilevante è anche la quota di soggetti, il 71,7% dei maschi
a fronte del 64,7% delle femmine, che ha dichiarato di bere superalcolici, che,
a differenza del vino e della birra, vengono consumati quasi esclusivamente
fuori dai pasti (64,5%). I digestivi risultano le sostanze alcoliche meno
consumate, incontrando comunque i gusti del 62,7% dei ragazzi e del 57,7% delle
ragazze. Sono quasi il 20% quelli abitudinari all’alcol COSENZA. La frequenza di consumo di bevande alcoliche: gli abitué sono il 18,7%. Uno dei quesiti relativi al comportamento dei giovani rispetto all’uso di bevande alcoliche era diretto ad indagare la frequenza di consumo di queste sostanze. Alla domanda “...nell’ultimo mese quante volte ti è capitato di bere 5 o più unità di bevande alcoliche...”, metà del campione intervistato, il 50,9%, afferma di non aver raggiunto questi livelli di consumo (in misura maggiore le ragazze, 58,9%, rispetto ai ragazzi, 43,1%), l’altra metà (il 49,1%), invece, risponde positivamente. Più specificatamente, un quinto dei soggetti intervistati, il 26,5%, dichiara di avere bevuto con questa frequenza 1-2 volte nell’ultimo mese, il 13,5% lo ha fatto 3-5 volte, mentre una non trascurabile fetta del campione lo ha fatto con una certa continuità nell’ultimo mese: 6-10 volte il 5,1% e 11 volte o più il 4,1%. Quest’ultimi, che costituiscono i consumatori abituali di bevande alcoliche, pesano sul numero complessivo di soggetti che hanno dichiarato di bere 5 o più unità nell’ultimo mese per il 18,7%. Ancora, dall’analisi dei dati per sesso, si nota che le frequenze di consumo tendono ad aumentare fra i maschi e a diminuire fra i soggetti del sesso opposto. È interessante nell’analisi territoriale, definire le aree in cui si registra un più elevato consumo di alcool. Escludendo il numero di quanti hanno risposto di non avere mai consumato nella stessa occasione 5 o più unità di bevande alcoliche, in base alla frequenza di consumo il campione è stato suddiviso tra consumatori occasionali (quanti hanno dichiarato di bere 5 o più unità “1-2” volte o “3-5” volte nell’ultimo mese) e consumatori abituali (quanti hanno dichiarato di bere 5 o più unità “6-10” volte o “11 e più” volte nell’ultimo mese). Pertanto, in relazione alle due categorie individuate, si può osservare che in testa alla graduatoria dei consumatori più assidui si collocano i ragazzi dell’Asl di Paola e di Reggio Calabria, rispettivamente con il 26,6% ed il 25,3%; seguono i ragazzi dell’ASL numero 9 di Locri, con il 23,6%, e dell’ASL numero 7 di Catanzaro, con il 23,3% dei casi; in coda, si pongono i ragazzi dell’ASL numero 2 di Castrovillari, con il 14%, e dell’ASL numero 3 di Rossano, con il 10,2%. Ultima in graduatoria l’ASL numero 8 di Vibo Valentia che, con il 9,5%, resta l’area in cui è presente il minor numero di consumatori abituali di sostanze alcoliche. Vite spericolate: oltre 18mila under 18 in auto o in moto con guidatore in stato di ebbrezza. Capire i comportamenti legati al consumo di alcool diventa molto importante ai fini della prevenzione dei rischi connessi a questa abitudine, che, ad oggi, come dimostrano i dati, risulta molto diffusa tra i ragazzi. Si tratta di un fenomeno molto ricorrente in Italia che ha indotto ad introdurre controlli e misure molto severe, oltre che un inasprimento delle pene. Ma i giovani calabresi sono coscienti dei rischi che si corrono guidando una moto o un auto sotto l’effetto dell’alcool? Salirebbero su una macchina o su una moto sapendo che il guidatore ha bevuto ed è in stato di ebbrezza? Dall’analisi delle frequenze di risposta, si deduce chiaramente che i giovani dimostrano di essere abbastanza prudenti e in misura maggiore le ragazze rispetto ai ragazzi: rispettivamente il 92,3% ed il 79,2%, ha dichiarato di non avere viaggiato, negli ultimi 30 giorni, con persone che si trovavano sotto l’effetto di sostanze alcoliche. IL GAZZETTINO (PADOVA) Con il caldo aumentano le presenze all’interno del
complesso Serenissima, luogo di ritrovo anche per gli immigrati che non abitano
nel quartiere. E, di conseguenza, non mancano discussioni e litigi,
"favoriti" spesso dall’assunzione di bevande alcoliche. L’altra notte
c’è stata una vera e propria rissa
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