(ASAPS) LONDRA (GB) – Diminuiscono, e di parecchio, i
morti inglesi tra i motociclisti, almeno nella City. È un dato in
controtendenza, almeno rispetto al resto dell’Unione Europea, dove invece il
trend di mortalità tra i caschi al manubrio e quelli sul sellino posteriore
sono invece in continua e preoccupante ascesa, Italia in testa. Secondo le
ultime rilevazioni, però, a Londra il numero di vittime decedute o gravemente
ferite tra i centauri, risulta essere diminuito di un terzo. Ma come hanno
fatto i sudditi di Sua Maestà la regina ad intervenire con successo anche in
questo segmento dell’utenza stradale, che rappresenta nel contempo una
percentuale minima della mobilità ma con un’incidenza altissima sul fronte
della sinistrosità? La spiegazione è in alcune misure definite “importanti”,
applicate con una strategia di grande impatto e in maniera simultanea tra loro.
L’amministrazione comunale, fin dal 2002, aveva capito che troppo sangue usciva
dalle visiere ed allora diede fondo a tutte le proprie risorse in una campagna
mediatica diffusa su televisioni, reti radio ed anche nei cinema, tra un tempo
e l’altro e prima dell’inizio degli spettacoli. Mentre questa iniziativa era in
atto, e cominciava ad interagire con la coscienza collettiva del “traffico”, partiva
il programma “BikeSafe”, letteralmente “Sicuri in Moto”, partito per iniziativa
della Polizia Metropolitana ed entrato nel vivo ad aprile 2003: un test messo a
punto dagli agenti consente tuttora ai motociclisti che accettano di
sottoporvisi di identificare i loro errori più grossolani. Oggi, oltre 2.500
motociclisti all’anno partecipano a queste lezioni, con poliziotti ed esperti
del settore in cattedra e circuiti predisposti per le prove pratiche. Altre
iniziative hanno riguardato l’uso dei fari anabbaglianti, che nelle zone urbane
possono essere utilizzati solo dalle moto e anche questo – secondo alcuni
esperti – ha contribuito ad aumentare la soglia di visibilità e di attenzione
rispettivamente dei motoveicoli e dei conducenti di auto. C’è poi da considerare
la presenza continua e costante di numerose pattuglie della Stradale, ed alla
fine se nel 2001 erano stati registrati 1.300 sinistri con morti o feriti
gravi, nel 2005 il bollettino si è fermato a 837. Un bel passo in avanti, senza
dubbio. (ASAPS)
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