Libertà di parola Caro Direttore, l’Appuntato scelto Ciro De Vita è
stato ucciso, travolto da un automobilista ubriaco, a Villafranca di Verona. Solo pochi giorni fa una coppia di
giovani fidanzati sono stati travolti e uccisi, a Verona, da un conducente che
guidava ubriaco. Verona è la capitale del vino, la
città del Vinitaly, manifestazione in cui il ministro Alemanno, un anno fa,
ebbe a dire, soddisfatto, ai produttori di vino che aveva fatto oscurare
l’informazione scientifica destinata ai cittadini italiani per metterli in
guardia sui rischi del bere. Il ministro, divertito, in quell’occasione spiegò
che "non esiste la sbronza passiva". Verona continua a piangere morti ammazzati dal vino, dalla
birra e dagli altri alcolici, tutte persone vittime della "sbronza
passiva". Il carabiniere Ciro De Vita è
stato ucciso mentre svolgeva il suo lavoro, il suo servizio, così come i suoi
colleghi morti ammazzati in Iraq. Anche lui merita il cordoglio di tutta la
nazione, la commemorazione in Parlamento, il minuto di silenzio, il lutto al
braccio sui campi di calcio, la processione dei cittadini italiani in camera
ardente. Anche i suoi famigliari, sua moglie, i suoi due bambini di 11 e 17
anni, i suoi genitori, meritano l’abbraccio del Presidente della Repubblica, in
diretta televisiva. A meno che le stragi sulle strade italiane siano
considerate stragi di serie B. A meno che la vita di chi muore
sull’asfalto venga considerata una vita meno importante. Carla Mariani Portioli Ass. Europ.
Fam. e Vittime della Strada Casoni di Luzzara (Re) SALUTE di Repubblica Editoriale del 4 maggio 2006 In agenda la lotta all’alcolismo di Guglielmo Pepe Il
passato governo non ha dato prova di buona amministrazione. Altrimenti avrebbe
vinto le elezioni. Eppure, tra leggi ad personam, forzature istituzionali e
costituzionali, qualcosa di "sano" ha lasciato: il divieto di fumo e
la patente a punti. Ambedue hanno dato risultati positivi per la salute
pubblica. In particolare le norme antisigarette hanno fatto diminuire i
fumatori e di conseguenza ci sarà un calo delle persone con problemi
cardiovascolari e tumori e anche la diminuzione delle spese sanitarie (che oggi
servono per assistere i "malati da fumo"). In sostanza è stata varata
una "riforma" dai costi molto bassi (tranne per chi - ristorante o
bar - ha voluto creare spazi appositi per fumatori), che dà e darà alti
risultati. Ecco dunque un caso di intervento pubblico che potrà essere preso
come esempio dal prossimo ministro della Salute e dal governo, per affrontare un
altro grande problema di salute collettiva: l’alcolismo. È un flagello. Sociale, sanitario, culturale, familiare (mettete
questi termini nell’ordine che volete: il "prodotto" non cambia). I
guasti sono devastanti e dolorosi. Ogni giorno la cronaca racconta gli effetti
dell’alcol: violenze e abusi contro famigliari (soprattutto figli), omicidi,
aggressioni, incidenti mortali. Per non parlare delle migliaia di vittime per
malattie (come la cirrosi epatica), determinate da abuso di alcol. I danni
economici complessivi non sono calcolabili. Va
però detto che talvolta si tende ad esagerare, accentuando fenomeni
circoscritti (l’aumento dell’uso tra i giovanissimi), così come si diffonde
una certa propensione al proibizionismo (*). C’è da considerare che un
consumo moderato (ripeto, moderato) di alcol, non è la fine del mondo. Tenendo
ferma la regola prima: evitare di bere prima di mettersi al volante. Perché
sulle conseguenze dell’ubriachezza in auto non permangono dubbi. Come ha
raccontato proprio su "Salute" il sociologo Guido Blumir,
l’Organizzazione Mondiale della Sanità già 40 anni fa, dopo alcune rilevazioni
statistiche, stabilì che circa la metà degli incidenti stradali - soprattutto i
più gravi - andava attribuita all’alcol. E nei primi anni Settanta, il
ricercatore dell’Oms, Dale Cameron, diceva: "Noi consegniamo i rapporti ma
i governi hanno la tendenza a metterli in un cassetto". È proprio qui che si può intervenire, con maggiore decisione.
Iniziando dai controlli con etilometro: in Italia nel 2004 sono stati appena
122.569, e 33.960 i casi constatati di guida in stato di ebbrezza. Ora appare
un po’ poco, visto che ogni giorno circolano sulle strade del Paese 30 milioni
di autoveicoli. Oltre ai controlli, c’è il capitolo pene: per l’omicidio
colposo non c’è arresto immediato. E può accadere, come a Latina lo scorso 17
aprile, che un conducente ubriaco e contromano investa e uccida tre persone,
senza andare in carcere neanche un giorno. Si dice che i giudicanti, essendo un reato
colposo, tendano ad applicare la pena minore. Sarà, ma questa sorta di impunità
appare sconcertante agli occhi delle vittime (pensiamo agli invalidi) e dei
loro familiari. Che
fare? La Camera dei deputati ha già approvato una nuova legge che innalza le
pene per omicidio colposo in auto quando c’è lo stato di ebbrezza e fa
sospendere la patente per cinque anni (secondo gli esperti non basta). Comunque
il governo dovrebbe dare un altro segnale: spendendo pochi milioni di euro
potrebbe far dotare tutte le pattuglie stradali di etilometro. L’aumento dei
controlli, porterebbe ad un aumento delle multe e ad un numero minore di
incidenti. Più in generale, sull’alcolismo si dovrebbero organizzare
campagne di informazione e di prevenzione. Rivolte a tutti. Senza però
criminalizzare i ragazzi, i loro comportamenti. Bere in gruppo fa parte della
ritualità e della socialità giovanile. E una birra non ha mai ucciso nessuno. g.pepe@repubblica.it (**) (*) Nota: mi occupo di questo
problema da quasi vent’anni, come curatore di questa rassegna stampa leggo ogni
giorno centinaia di articoli sull’argomento, e mai ho incontrato il
pensiero di qualcuno che intendesse proibire il consumo di alcol in Italia. Le uniche limitazioni di legge, mi
pare ampiamente condivise, sono quelle relative al bere prima di guidare e al
bene dei minori di 16 anni, ma questo è buon senso, non proibizionismo. (**) Nota: la questione è
estremamente complessa. E’ ovvio che solo una parte dei
bevitori hanno, o avranno, problemi alcolcorrelati, ma non è possibile
individuare in anticipo chi li avrà. Il problema è che tutti
vogliono discutere il bere degli altri, il bere sbagliato è sempre il bere
degli altri: naturalmente così non cambia niente e nessuno, con i tragici
risultati che sappiamo. Si vuole combattere contro i
problemi alcolcorrelati e difendere il bere... ma i problemi arrivano bevendo. Talvolta si vuole combattere
l’alcol e promuovere le bevande alcoliche... ma i problemi vengono con
l’assunzione delle bevande alcoliche: nessuno beve l’alcol. Si vorrebbero più controlli con gli etilometro sulle strade, purché i controlli vengano fatti agli altri... e non si rinuncia al bicchiere, anche se dopo si deve guidare. L’ADIGE Alcol, un nemico sulle strade Ragazzi “contromano” allo
skatepark Si è svolta ieri pomeriggio allo skatepark di via Ghiaie al motto «Io sono contromano non bevo» la festa finale del progetto M.A.P.P.A. Promosso dal consorzio delle cooperative sociali Con.Solida.in partnership con il servizio attività alcologiche, il servizio politiche sociali e il progetto politiche giovanili del Comune di Trento, con il finanziamento della Provincia. Il progetto nasce con lo scopo di sensibilizzare la comunità trentina rispetto ai rischi provocati dall’alcol sulla salute dei giovani che troppo spesso ormai associano questa parola al divertimento. «Lo scopo - dichiarano Francesca e Andrea, responsabili del progetto - è cercare di stimolare la creatività e la fantasia di ragazzi, perlopiù tra i 14 e i 20 anni, e di puntare piuttosto che sulla repressione, sull’educazione teorica e sulla diffusione di utili informazioni. Questa è la festa finale di un percorso durato un anno e mezzo nel quale abbiamo organizzato svariate attività come cineforum, feste analcoliche e animazioni sportive. Per questa festa, ad esempio, abbiamo organizzano un concorso artistico sul tema alcool e guida sicura che ha dato risultati davvero confortanti». Nello skatepark è stato allestito un percorso di macchine artigianali che permetteva di comprendere, seppur in maniera limitata, cosa vuol dire guidare una automobile senza controllo e dava la possibilità ai ragazzi di sfidarsi in gare senza la vita come posta in palio. Per i più grandi c’era la possibilità di vedere numerosi video forniti dai vigili urbani sulle stragi del sabato sera e di documentarsi grazie alla presenza di numerosissimi volantini informativi. I ragazzi si sono dati da fare nell’inventarsi cocktail analcolici fornendo inoltre uno spuntino gradito ai molti partecipanti. La manifestazione è culminata con la premiazione delle migliori opere artistiche eseguite dai ragazzi. Nella categoria giovanissimi il premio è andato a Matteo Ambrosi di 16 anni, nella categoria giovani a Jacopo Giacomoni , il premio gruppi allo Studio Andromeda , il premio femminile a Casa Zambiasi e il premio comunicazione a Nicola Srdic. «Sono molto contento di questo premio - ha detto quest’ultimo - perché io a causa dell’alcol ho fatto un grave incidente. La vita è un bene prezioso: ragazzi non bevete». A.R. L’ADIGE Levico:
bar senza alcol Il Tour di feste «Diversamente divertente» parte oggi a Levico nel Bar Turismo alle 17.30. Suoneranno i gruppi musicali locali Fantida, Raccolta Differenziata, e Taleban. La festa fa parte del ciclo di eventi organizzato dal Coordinamento alcol e guida per proporre ai giovani spazi di divertimento liberi dagli alcolici. In caso di pioggia sarà spostato al 14 maggio. IL MESSAGGERO (Pesaro) Il Questore lancia l’allarme Baia
Flaminia «Alcol e risse ne fanno un’area problematica».
Gita scolastica: ai ragazzi del
Marconi proibita la birra «Tra le zone più problematiche della città, per la concentrazione di punti di ritrovo giovanile e per il suo decentramento urbano, c’è sicuramente Baia Flaminia». Lo ha sottolineato ieri mattina in piazza del Popolo, alla festa per il 154° anniversario della fondazione della Polizia di Stato, il questore di Pesaro, Giuseppe Mastrogiovanni. Da Pesaro alla provincia. A Urbino «rimane invariata la situazione conflittuale tra i residenti del centro storico e gli studenti dei paesi limitrofi». Intanto per gli studenti in gita scolastica, dopo il ritrovamento della droga, continuano i provvedimenti dei professori: niente più birra per tutta la gita». IL MESSAGGERO (Pesaro) «Ed ora birra vietata agli
studenti in gita ma Pesaro tolga la maschera d’ipocrisia» di LUCA FABBRI Diciamoci la verità, da sempre le gite scolastiche sono
ricordate per intrusioni notturne nelle camere altrui, con conseguenti
bicchierini di troppo e fuggi fuggi generale quando, immancabilmente, il
professore passava a controllare. Tutte le gite, ma non quella di quest’anno
dei ragazzi del liceo scientifico Marconi in visita in Sardegna. Il ritrovamento, da parte degli uomini della Guardia di
Finanza, di diversi grammi di hashish addosso a cinque studenti, infatti, oltre a provocarne
l’immediato ritorno a Pesaro, ha reso più teso e intransigente il comportamento
dei professori accompagnatori, tanto da vietare l’alcool a cena e in qualsiasi
altro momento della giornata per gli altri 400 compagni rimasti nell’isola.
«Già dopo le perquisizioni della prima giornata – spiegano gli studenti in gita
– a cena e a pranzo potevamo bere acqua o sprite. Ci era concessa solo una
birra piccola al bar dell’hotel. Da ieri, invece, ci è negata anche la birra,
certo è diverso dalla gita precedente però visto come sono andate le cose penso
che ci stia». Per i ragazzi di età compresa tra i quindici e i
diciotto anni, quindi, si prospetta un proseguo della settimana all’insegna
della sobrietà più assoluta, senza possibilità di cedere alle tentazioni di
Bacco, come spiega lo stesso dottore al seguito della comitiva scolastica,
Maurizio Sebastiani. «In ogni gita – spiega – controlliamo che i nostri ragazzi
non esagerino con la birra o con il vino, ma ora abbiamo deciso di bandire
completamente gli alcolici per il resto della permanenza». Una misura che i professori hanno deciso di adottare,
anche per tranquillizzare i genitori che da casa, ogni giorno, chiamano
preoccupati per il comportamento dei propri figli «Credo che la questione vada
un po’ ridimensionata – spiega Sebastiani – certo è vero dei ragazzini hanno fatto
una bravata, ma diciamoci la verità questo è sempre accaduto in tutte le gite.
Anzi, penso che solo cinque studenti su quattrocento non sia un numero
eccessivo e inoltre, credo che tutti torneranno a casa più maturi e
consapevoli». Il medico Maurizio Sebastiani vuole anche rassicurare i genitori degli alunni sulla sicurezza del liceo Marconi, apparso in questi giorni come un luogo di perdizione per giovani studenti incoscienti. «Innanzitutto – spiega il dottore – voglio precisare che il controllo è stato fatto su tutto il traghetto, perciò la droga ritrovata per terra poteva appartenere a qualsiasi passeggero, inoltre penso che Pesaro dovrebbe togliersi questa maschera di ipocrisia che fa gridare allo scandalo quando accadono cose che tutti sanno e prima fingevano di non conoscere. In qualsiasi altra scuola pesarese è possibile trovare degli studenti che si fanno uno spinello, il Marconi non è un caso isolato».
Lettere al giornale Quella
non era «droga da stupro» Si è
(tristemente) guadagnato le prime pagine dei giornali il ragazzo ledrense
trovato in possesso di diverse dosi di MDMA, anfetamine molto in voga tra i
giovani, pronte per il consumo o la cessione. Senza alcuna intenzione di
sminuire la gravità di un eventuale reato di spaccio, che considero di assoluta
gravità e tra i più odiosi, credo sia giusto puntualizzare alcune cose. La
prima questione non è, purtroppo, una novità per la nostra provincia: la brutta
abitudine dei giornali a sostituirsi anticipatamente ai tribunali, in barba ad
ogni presunzione di innocenza. Certo, la nuova legge impone soglie rigide (e
molto basse) per configurare il reato di spaccio: a maggior ragione, però,
bisogna attendere il risultato delle analisi che chiariranno la quantità di principio
attivo contenuto nelle sostanze. Sembrano finezze da azzeccagarbugli, ma quando
si ha a che fare con la vita privata e con il futuro di persone spesso
giovanissime, non ci si improvvisa ghigliottinatori, e al contrario è
necessario rispettare le regole di una giustizia che, in linea di massima,
garantisce la presunzione di innocenza fino a giudizio contrario. Secondo
punto: è inaccettabile che un giornalista, tanto per creare titoli ad effetto,
inventi cose inesatte e fuorvianti. L’MDMA (metilenediossimetanfetamina), più
comunemente conosciuta con il nome di "ecstasy", non ha nulla a che
vedere con il GHB, la cosiddetta "droga da stupro", che è un
gammidrossibutirato definito erroneamente "ecstasy liquida", pur
essendo una sostanza completamente diversa sotto il profilo chimico. Studi
medici paragonano l’effetto del GHB a quello dell’alcol, piuttosto che a quello
delle anfetamine, e una relazione della Commissione Europea sottolinea la forte
pericolosità del GHB (e l’aumento del suo effetto stordente, finalizzato
appunto alla violenza sessuale) se combinato con l’assunzione di sostanze
alcoliche, che per essere precisi fino in fondo sono ancora oggi la più grande
fonte di "sballo" in circolazione, sia per effetti che per diffusione
di consumo. (*) Ciò che dico non toglie nulla alla gravità del possesso di
dosi di MDMA, sostanza pericolosa per la salute propria e degli altri: ma
voglio con forza sottolineare che è prima di tutto cattivo giornalismo quello
sensazionalistico, che chiama "droga da stupro" ciò che non lo è. Per
affrontare il fenomeno delle droghe e delle dipendenze non serve né l’ideologia
né il sensazionalismo: è necessario un approccio scientifico, laico,
consapevole, per dare risposte precise a questioni che il terrorismo mediatico
tende solo a peggiorare. Tommaso
Iori, Giovani Comunisti/e - Trento (*)
Nota: quello che questo lettore non ha scritto è che il GHB, ovvero la
pericolosissima droga definita “droga da stupro”, particolarmente pericolosa se
abbinata ad alcol, da alcuni medici e da alcuni servizi in Italia viene
prescritta a persone con problemi di alcol, con il nome farmaceutico di
ALCOVER, talvolta con effetti estremamente negativi. Così ho incontrato persone che ai già terribili problemi alcolcorrelati, hanno aggiunto, per prescrizione medica, problemi “alcovercorrelati” molto seri. IL GAZZETTINO (Rovigo) L’INDAGINE Record in negativo anche per l’età in cui si
avvicinano alla bottiglia. L’incontro però va deserto Droga e alcol, boom tra i giovani Il consumo di eroina stimato del
13,5 per cento superiore alla media nazionale Adolescenti apatici, solitari e pronti ad attaccarsi alla
bottiglia già ad undici anni. È il ritratto degli studenti delle scuole medie
superiori di Rovigo emerso da un’indagine regionale sul disagio giovanile e la
promozione del benessere in ambito scolastico, presentato ieri mattina al liceo
scientifico Paleocapa. «Sono stati coinvolti sei istituti
superiori - spiega l’assessore provinciale Laura Negri - per ogni scuola sono stati
intervistati in maniera anonima gli studenti di ogni singola sezione, per un
totale di 540 ragazzi». I risultati sono stati davvero scoraggianti, come
spiega Ivano Spanò, docente di sociologia all’Università di Padova e
responsabile della ricerca. «Per quanto riguarda il consumo di eroina il dato
veneto è dieci volte superiore rispetto al dato nazionale - spiega Spanò - ma
quello di Rovigo è superiore del 13,5 per cento. E si tratta soprattutto di
ragazzi. Quasi il settanta per cento, poi, dichiara di fumare, e di questi
un trenta per cento regolarmente, a partire dagli undici anni di età». Anche vino, birra e superalcolici circolano regolarmente
tra i ragazzi fin dalla più giovane età. Bere vino è comunque considerato
saltuario, mentre il consumo di birra si concentra soprattutto nei fine
settimana, così come per i superalcolici. I giovani polesani, poi, si
avvicinano alla bottiglia ad un’età di molto inferiore a quella della media
nazionale. «I ragazzi di oggi riescono a socializzare solo con questi mezzi -
conclude Spanò - il reale problema, quindi, è a monte, ossia il modo in cui i
ragazzi vivono la loro giovinezza, caratterizzata da vuoto interiore e
invisibilità apparente. Spesso gli adolescenti hanno una scarsa visibilità
sociale, che scompare del tutto se entrano in una fase di reale disagio». Gli amministratori del Comune e della Provincia hanno
concordato di mettere a punto una serie di azioni specifiche contro il
problema, a cominciare proprio dalle scuole e dalle famiglie. A questo
proposito, però, è stato forse un segnale d’allarme da non sottovalutare la
scarsa affluenza di pubblico alla presentazione della relazione. Erano stati
infatti spediti 12mila inviti, tra sindaci, genitori dei ragazzi delle
scuole, docenti e operatori in ambito socio - sanitario. Ma ieri mattina
nell’auditorium del Paleocapa ci saranno state più o meno trenta persone. Maria Benedetta Errigo L’ARENA di Verona Serata di interventi per le pattuglie della polizia
municipale Due giovani finiscono fuori strada Entrambi avevano
ecceduto nel bere Due incidenti stradali rilevati ieri notte dalle pattuglie
della Polizia municipale e due accertamenti per guida in stato di ebbrezza.
Fortunatamente gli automobilisti, entrambi giovani, non hanno coinvolto altri
veicoli. Il primo è accaduto attorno all’una e mezza in via Monte
Cimone, dove una Honda Civic guidata da un ventiquattrenne di Verona è andata a
sbattere contro un muretto. Nulla di particolarmente grave e conducente
apparentemente illeso, ma le pattuglie hanno rilevato un tasso di alcool nel
sangue doppio a quello consentito. Poco dopo un’altra pattuglia è intervenuta in via Monte
Ortigara, dove un Fiat Ulisse aveva abbattuto un palo della luce ed una decina
di paletti dissuasori della sosta. Anche in questo caso il conducente, un
trentaseienne di Verona, è stato sottoposto a controllo tramite etilometro, risultato
positivo con un valore di 2,57 grammi di alcool per litro di sangue, quando il
massimo è consentito dalla legge è 0,5. Ad entrambi gli automobilisti è stata ritirata la patente
di guida. Proprio questi due incidenti dimostrano come sia
necessario essere nel pieno delle condizioni psicofisiche prima di mettersi
alla guida. Infatti i dati elaborati dal Nucleo infortunistica relativi agli
incidenti del 2005 dimostrano come questo tipo di incidenti sia molto più
frequente nelle persone che hanno bevuto rispetto al totale degli altri
conducenti. Infatti le capacità di valutazione e reazione vengono
gravemente compromesse, e la probabilità di andare a sbattere aumenta del
triplo, indipendentemente dal coinvolgimenti di altri utenti della strada. Altri controlli sono stati effettuati nelle vie del centro, piazza Erbe e piazza SanNicolò, dove sono state sanzionate alcune auto per intralcio e divieto di sosta. I controlli proseguiranno anche nelle prossime sere. IL GAZZETTINO (Treviso) MOGLIANO Dal letto di ospedale la
testimonianza di Carlo Maffei, il barista accoltellato nella rissa al bar «Ho pensato di non uscirne vivo» Gli inquirenti setacciano la zona a caccia dei
responsabili, una targa potrebbe portare agli autori Mogliano «Posso dire di essermela cavata
per un pelo: i medici mi hanno dato 25 punti di sutura all’addome per la coltellata
che ho preso a tradimento». Queste le parole che Carlo Maffei, 31 anni,
pronuncia dal letto di ospedale, al Ca’ Foncello dove si trova ricoverato. È lì
dall’altra notte a seguito della furibonda rissa avvenuta
all’enoteca-cicchetteria "Casetta Rossa" in via Don Bosco in centro a
Mogliano. Maffei fortunatamente è stato giudicato fuori pericolo dai sanitari
del Ca’ Foncello e oggi dovrebbe rientrare a casa. Chi invece è già tornato
dietro il bancone del bar è Paolo La Terza, 40 anni, cognato di Maffei. Anche
lui è rimasto ferito nella rissa. È stato colpito alla gola dal gruppo di
clienti che, al momento di pagare il conto, hanno estratto il coltello e
scatenato quella gazzarra che ha messo a repentaglio la vita dei due gestori
del locale. Erano tutti ubriachi, di conseguenza "attacca brighe"
gli avventori che si sono presentati verso l’una e mezza di giovedì notte alla
"Casetta Rossa". Tra la ventina di giovani, dall’inconfondibile
accento meridionale, c’erano anche tre donne. Forse delle "lucciole"
che battono il Terraglio che sono state convinte dal gruppo in cerca di
emozioni forti a bere qualcosa in compagnia. «Non avevo mai visto prima
quelle facce», racconta La Terza che ha un vistoso cerotto all’altezza della
carotide. «Mi hanno colpito con un pezzo di vetro - aggiunge il barista -
mentre tentavo di difendermi dall’improvvisa aggressione. Ho avuto paura
quando ho visto uno degli aggressori rompere una bottiglia in testa a Paolo,
che poi è stato brutalmente colpito dalla coltellata. Volavano bicchieri e
bottiglie dappertutto. È successo all’improvviso. Dopo il primo giro di
bevute di vino, birra e qualche bibita, mi è stato chiesto il conto. Invece di
pagare, il gruppo ha ordinato un secondo giro. E’ a questo punto che i più
esagitati del gruppo hanno cominciato ad offendere: "Sei un ... te la
facciamo pagare"» «Due di loro - continua il barista - mi sono saltati
addosso. Nel frattempo Carlo ha allertato le forze dell’ordine, ed è stato a
sua volta sopraffatto e colpito dal micidiale fendente».Il gruppo di violenti
aggressori è riuscito a dileguarsi prima dell’arrivo delle pattuglie della
Polizia di Stato. Le indagini della squadra Mobile si starebbero indirizzando
agli operai delle numerose imprese che stanno operando nel territorio per la
realizzazione di opere pubbliche, come il Passante di Mestre. Gli inquirenti
sembrano essere sulla buona strada. Sembra che un cliente dell’enoteca sia
riuscito a rilevare il numero di targa di una delle vetture parcheggiate lungo
via Don Bosco. Si fa anche affidamento sul sistema della videosorveglianza
installata dal comune di Mogliano in piazza Caduti. La brutale aggressione dei
gestori della "Casetta Rossa" ha destato preoccupazione e sdegno tra
la cittadinanza moglianese. Si è così riproposto il problema del pattugliamento
delle forze dell’ordine nelle ore serali. Dopo le 10 di sera i cittadini di
Mogliano, in caso di necessità, possono contare sull’intervento delle pattuglie
di Carabinieri e Polizia che arrivano da Treviso. Nello Duprè IL GIORNALE DI VICENZA Giovedì al Festari incontro promosso dal Lions Club di Giancarlo Brunori Il sindaco lo aveva detto: nel mese di chiusura dei due
bar della strada degli aperitivi, «non resteremo con le mani in mano e non
mancheranno momenti di confronto e di riflessione» sulla questione dell’alcol.
Ed ora è arrivata la prima occasione per affrontare in modo razionale i
problemi legati all’abuso nei giovani. Giovedì prossimo sarà ospitato a palazzo
Festari un incontro per trattare la questione sotto vari aspetti: dopo
l’accoltellamento avvenuto in via Garibaldi la sera di sabato santo, è giunto
il momento che le istituzioni di siedano attorno ad un tavolo. A confronto ci sono rappresentanti di Comune, Ulss 5,
Associazione alcolisti anonimi ed Acat. “Le insidie dell’alcol e come uscire
dall’alcoldipendenza” è il tema trattato, a partire dalle 20.30, per fare il
punto sulla situazione e per capire come aiutare le persone a superare i momenti
di difficoltà. Alla serata organizzata in collaborazione con il Lions
Club Valdagno, di cui è presidente Domenico Berselli che si occuperà di
coordinare l’incontro, parteciperà anche Giancarlo Acerbi, assessore ai servizi
sociali. Per affrontare il problema in tutti i suoi aspetti, soprattutto legati
all’aspetto medico e della dipendenza, interverranno Giuseppe Cicciù
responsabile del Sert dell’Ulss 5 Centro alcologico residenziale di Valdagno
con relazione sul “Progetto Teseo”, Fabio Armellini direttore del Dipartimento
area medica dell’ospedale S. Lorenzo di Valdagno sul tema “Il ruolo del
Dipartimento area medica nel Progetto Teseo” e Renato Magnabosco responsabile
del Centro salute mentale del “S. Lorenzo” di Valdagno sul tema “L’alcool ed i
giovani”. Importante sarà anche il contributo di due esponenti di
associazioni che quotidianamente operano sul territorio, per assistere e
sostenere persone che hanno iniziato un percorso di recupero cercando di
allontanarsi dall’alcol dopo averne abusato per periodi più o meno lunghi.
Saranno presenti, come relatori, anche due rappresentanti del gruppo “Aiuto
Aiuto” per affrontare il tema sotto il punto di vista delle associazioni
“Alcolisti anonimi” e “Club alcolisti in trattamento”. La serata è di interesse anche per i residenti del centro, che da tempo lamentano problemi di ordine pubblico in via Garibaldi. IL GIORNALE DI VICENZA Malo. Le forme di dipendenza sono molteplici (v. c.) I genitori di Malo s’interrogano sull’uso ed abuso
di sostanze alcoliche e stupefacenti. Se ne è parlato nel corso di una
conferenza organizzata da Blu Runner in collaborazione con l’assessorato ai
Servizi sociali del Comune e l’Ulss 4 e ha avuto come relatore un vero esperto
del settore: il dottor Giovanni Greco, vicepresidente della Società italiana di
alcologia, che ha fin da subito sottolineato come l’abuso di alcolici e
stupefacenti non sia il problema di una singola persona ma di una famiglia, e
quindi dell’intera società. L’incontro è stato incentrato soprattutto sul consumo di
alcol fra i giovani e gli adolescenti; solo un breve accenno invece riguardo
all’uso sempre più frequente di droghe nella nostra società, con una
riflessione riguardo alla grande diffusione di cocaina in tutte le fasce di
età. Aumentano, infatti, i contesti in cui oggi un ragazzo è
portato a bere: happy hours, street bar e lounge bar hanno ad esempio
incrementato significativamente i consumi di aperitivi alcolici tra i giovani. «Non esiste l’alcolismo - precisa il dottor Greco -
esistono gli alcolismi: cioè molteplici modalità in cui una persona può
sviluppare una dipendenza dall’alcol». Uno dei problemi più gravi della società moderna è infatti
quello del bere precoce: il bicchiere rappresenta un elemento di transizione
verso il mondo adulto e diventa troppo spesso un metodo per dimostrare agli
altri e a sé stessi di “essere grandi”. Con la conseguenza che l’età della prima bevuta si abbassa
notevolmente e si tende non solo a consumare alcolici, ma a provarne di diverse
specie. Una riflessione significativa è stata dedicata, più nello
specifico, all’aumento delle giovani donne che bevono, prevalentemente per
manifestare parità ed autonomia nei confronti dei maschi coetanei. La tematica affrontata arriva, poi, a pochi giorni dalle polemiche sulla “via degli spritz” a Valdagno, seguite all’accoltellamento di un giovane: un argomento, quello dei ritrovi giovanili e del consumo di alcol, che tiene banco in tutto il territorio dell’Alto Vicentino. IL GAZZETTINO (Padova) Lettere Sono uno studente di 25 anni,
abito a Piove di Sacco, e alle volte mi piace proprio venire in centro a Padova
per bermi un aperitivo con gli amici. Il problema degli spritz c’è. Inutile
negarlo. E purtroppo le varie misure prese dalla precedente giunta prima, e
dall’attuale ora, si dimostrano lesive di entrambe le categorie, clienti ed
esercenti. Io ho un’idea ce l’ho, l’ho copiata da una festa a cui sono andato
l’anno scorso in quel di Mallorca, l’isola delle Baleari, in Spagna. Ad una
specie di festival, mi ha subito colpito il fatto che il posto era davvero
pulito. Ma dov’erano i bicchieri di plastica? Eppure c’era un bel po’ di
gente abbastanza brilla. Appena sono andato a prendermi da bere pure io,
sono stato sorpreso: 4 euro per una birra media, e ad un festival abbastanza
piccolo e provinciale! In Spagna poi le cose costano meno! Però! Mah... La
bibita mi è stata servita in un bicchiere di plastica rigida, e mi è stato
subito detto che se fossi andato a riempirlo di nuovo, al posto di 4 euro, ne
avrei pagati solo 2 e mezzo. E se prima di andare via glielo avessi riportato,
mi avrebbero dato il mio euro e mezzo di "cauzione". (*) Bene. Come
può applicarsi questa cosa a Padova? Ipotizziamo che un qualsiasi avventore
vada a prendersi uno spritz in uno dei tanti bar. Lo paga 3 euro. Si aprono
quindi tre strade. Nel primo caso si beve il suo spritz, chiacchiera un po’,
riporta indietro il bicchiere, il barista gli ridà il suo euro di
"cauzione" e sono tutti contenti. Niente bicchiere di plastica per
terra. Nel secondo caso il cliente decide di berne tre o quattro, di spritz.
Gli potrà scappare la pipì, ma se ci sono i bagni aperti, va a farla lì, ma non
ha buttato via tre o quattro bicchieri. Nel terzo, e più divertente caso, il
cliente trangugia lo spritz e butta via il bicchiere. Poi si rende conto della
cosa controproducente, si prende un altro spritz a 3 euro, e nel caso in cui
l’alcool lo abbia già annebbiato, butta via anche il secondo bicchiere. Ora ha
speso 6 euro, quando avrebbe potuto spenderne 4. Per il primo giorno va bene lo
stesso, e magari anche per il secondo. Ma al terzo giorno impara... Per i
bicchieri si potrebbe fare un accordo con il Comune e i bar, vista l’attuale
tensione, non penso che sarebbe difficile fare un summit. Un bel bicchiere
sponsorizzato dal Comune, con un bel logo magari creato mediante un concorso,
oppure con la collaborazione di comunità, anche virtuali. Un bicchiere di
plastica rigida, che non si rompa, che abbia una bella forma, riutilizzabile. Fosco Tonetto (*) Nota: nella “questione spritz” il problema dei bicchieri che sporcano mi pare quello meno grave. IL GAZZETTINO (Padova) VANDALI IN CENTRO L’altra sera, intorno a mezzanotte, alcuni ubriachi hanno danneggiato il portoncino di ingresso di un palazzo di via Squarcione. I vandali sono stati messi in fuga dai residenti. Dal luogo è stato visto allontanarsi un giovane con i capelli lunghi. Sul posto è intervenuta una Volante della polizia. IL GAZZETTINO (Padova) I BARISTI Nasce il comitato dei bar del centro per combattere l’ordinanza
anti-spritz (chiusura anticipata dei locali a mezzanotte anzichè alle 2)
targata Flavio Zanonato. Una ventina di esercenti, la scorsa notte, si è
riunita di nascosto, stile carboneria, per escogitare uno strumento che possa
consentirgli un dialogo immediato ed efficace con l’amministrazione comunale.
Portavoce del neo nato movimento è Federico Contin, titolare del pub "Il
Vecio Bacaro - Ai Dadi" di via Soncin. «Nei prossimi giorni decideremo
tutti insieme il nome da dare al comitato. Ci siamo riuniti, cosa per altro
assai rara, perchè sentiamo la necessità di instaurare un rapporto diretto con
il Comune. Al nostro meeting hanno partecipato non solo i bar raggiunti dal
provvedimento del sindaco, ma anche altri locali che hanno voluto essere solidali
alla nostra causa. In più, bisogna capire che noi attualmente non siamo
rappresentati da nessun legale. Molti avvocati ci hanno contattato perchè hanno
fiutato la possibilità di guadagnare. Noi, però, nella riunione di giovedì
all’Appe abbiamo pensato di non intraprendere azioni legali e di percorrere la
strada del dialogo». Fate le dovute premesse, Federico Contin punta senza
indugi il bersaglio. «Questo comitato è sorto sì per comunicare con
l’amministrazione comunale, ma pure per essere determinato e combattivo.
Lunedì, come da accordi presi con l’Appe, consegneremo all’associazione un
documento, che poi sarà recapitato al sindaco e all’assessore alla Polizia
municipale Marco Carrai e all’assessore al Commercio Ruggero Pieruz, dove
indicheremo la strategia che intendiamo perseguire per risolvere la parte
negativa del fenomeno spritz». «Crediamo - prosegue Contin - che per affrontare
alcune questioni, sia necessario muoversi nell’ambito sociale. Quindi dialogare
il più possibile con tutte le tipologie di persone che vengono a bere
l’aperitivo nelle piazze e nel Ghetto. Nel mio locale, ad esempio, vengono
spesso Disobbedienti e "punkabestia", e non è mai successo nulla.
Dobbiamo indicare ai giovani come comportarsi per non recare danno agli altri. Siamo
favorevoli a vietare la consumazione di bottiglie di alcol all’esterno dei
locali, a mettere dei bagni chimici ed, eventualmente, ad assoldare dei
vigilantes preparati che, però, non devono fungere da buttafuori. Insomma,
abbiamo ideato tante belle iniziative, che per altro se il Comune accetterà,
saranno tutte a nostre spese».Il punto cruciale è proprio questo, perchè non è
per nulla garantito che la giunta Zanonato si pieghi alle richieste degli
esercenti. «In caso di risposta negativa - sottolinea Contin - attueremo
diverse forme di protesta piuttosto dure. Inizieremo con il non partecipare
alla Notte Bianca. Il Comune non ha ancora capito il reale valore del
fenomeno spritz e continua a dare credito alle lamentele di quattro ricchi
anziani residenti del centro che vogliono la città deserta per riposare. Le
stesse persone che affittano in nero i loro appartamenti agli studenti e poi
vengono a fare la morale agli stessi universitari che sfruttano. La verità è
che Padova è provinciale e sta affogando in un mare di ipocrisia». Marco Aldighieri IL GAZZETTINO (Vicenza) Investito mentre cammina a centro strada Trevignano E’ stato investito mentre camminava a centro strada, probabilmente
alticcio, venerdì sera, alle 22.30. Vittima un giovane marocchino, il ventenne
L.E.G. residente a Trevignano. E’ stato travolto in via Schiavonesca vecchia,
sulla buia strada che collega Volpago a Trevignano, da u
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