Gli incontri di sensibilizzazione al
consumo di alcolici programmati dal comune di Parè (Como) e rendicontati nella
rassegna del 4 maggio scorso, hanno sollevato più che delle perplessità, ed anche
qualche protesta comunicata agli organizzatori. Abbiamo ricevuto una precisazione dall’assessore alle politiche
giovanili Fionda che riportiamo. INCONTRI DI SENSIBILIZZAZIONE AL
CONSUMO DI ALCOLICI A seguito delle vostre segnalazioni intendo chiarire
quanto pubblicato sul giornale “La Provincia” in data giovedì 4 maggio 2006. A
causa di un errore di comunicazione del quale mi assumo la responsabilità
informo che: in alcun modo saranno offerte ai partecipanti, minori di
anni 16 bevande alcoliche. I ragazzi di 14 e 15 anni sono invitati agli
incontri informativi ma per loro sono previste bevande analcoliche. La degustazione strettamente controllata non è in
alcun modo configurabile come pubblicità positiva al consumo degli alcolici né
tanto meno come attribuzione di efficacia terapeutica all’utilizzo di alcool.
Inoltre, in alcun modo s’intende rappresentare positivamente dei minori che
bevono alcol. L’obiettivo è la lotta all’alcolismo non la sua incentivazione.
Gli incontri vedranno la partecipazione di uno psicologo e di un medico per
descrivere le problematiche sociali e sanitarie del consumo degli alcolici,
nonché la presenza di esperti sommelier per la degustazione. Allo stesso tempo intendo ribadire l’assoluta bontà degli
incontri tesi a cercare di arginare e combattere un fenomeno come quello della
diffusione dell’alcol tra i giovani, in continuo ampliamento. Informo altresì che è stata inviata una rettifica al
giornale “La Provincia” e che sui volantini che pubblicizzano l’evento
s’informano i partecipanti di quanto detto sopra. In Italia si continuano a
registrare iniziative che vorrebbero prevenire i problemi alcolcorrelati
promuovendo nel contempo le bevande alcoliche. Una delle scuse che vengono
accampate per giustificare questa contraddizione è che "se non c’è l’alcol non
viene nessuno". I ragazzi non sono scemi, e
chiedono messaggi chiari e coerenti. Il grandissimo successo della manifestazione di Levico, che ha sapientemente coinvolto i giovani nell’organizzazione della festa, dovrebbe fare riflettere molto attentamente chi si occupa di iniziative di prevenzione. L’ADIGE del 7 maggio
2006 Niente
alcol, bar pieno Prima tappa a Levico per
"diversamente divertente" E tanti giovani si riuniscono per bere
l’aranciata di NICOLA MARCHESONI LEVICO - Doveva essere un pomeriggio senza alcool, alla fine è stato molto di più. È stata una grande festa popolare, sana e divertente, alla quale hanno preso parte tantissimi giovani, ma non solo, provenienti da tutta la Valsugana. Non ci poteva essere un esordio migliore per il tour «Diversamente divertente». Il primo appuntamento dell’iniziativa organizzata Coordinamento alcool e guida si è svolta nella giornata di ieri presso il bar Turismo di Levico. «Non mi aspettavo l’arrivo di un numero così alto di ragazzi. Manifestazioni del genere vanno ripetute in modo più frequente» dichiara Carmelita Baldo , responsabile del Centro Aperto. E aggiunge: «Quanto successo oggi (ieri, ndr) è la chiara dimostrazione che i giovani hanno voglia di stare insieme. Per risolvere il problema alcool dobbiamo dunque cercare di offrire loro maggiori opportunità per confrontarsi e socializzare». Il divieto di consumare bevande alcoliche, ieri pomeriggio, è scattato intorno alle ore 14. Fino alle ore 21 chi voleva bere una birra o un bicchiere di vino doveva andare in un bar cittadino diverso dal Turismo. «È andata bene. Non abbiamo registrato nessuna lamentela. I nostri clienti hanno rispettato in pieno la regola. In futuro, ve lo assicuro, ripeteremo pomeriggi senza alcool» afferma Lorenzo, uno dei titolari dell’esercizio. Il giardino antistante al bar Turismo continua a riempirsi. Tommaso Acler , consigliere comunale con delega alle politiche giovanili, parla con diversi partecipanti alla festa: «Volevo raccogliere, in presa diretta, alcune valutazioni su un’iniziativa che, a mio avviso, ha delle potenzialità enormi. Chi lo avrebbe mai detto che ad una serata dove non gira alcool si sarebbe avuta una tal folla»? I gruppi musicali locali (Fantida, Raccolta Differenziata e Taleban) iniziano a cantare. Tanti passanti si fermano, prendono del materiale informativo e fanno amicizia tra di loro. Per qualche ora Levico si vivacizza e diventa frizzante. Non si contano i brindisi a base di aranciata, tè alla pesca e acqua minerale. «Ma sapete che così è più divertente»? si lascia scappare Michele , giovane del posto. «Spesso quando ci si sbronza non si gusta la serata. Si perde il piacere di ridere, non si apprezza la musica e, perché nasconderlo, anche con le donne è meno facile aver fortuna». Arturo Benedetti , assessore alle politiche sociali di Levico e una vita spesa per aiutare le persone ad uscire dal tunnel, senza fine, dell’alcoolismo è entusiasta: «Non credo che in Trentino ci sia mai stato nulla di tutto questo. Ho l’impressione che abbiamo imboccato una strada destinata a portarci lontano». La sera è già calata da un pezzo. Intorno al bar Turismo, però, c’è sempre tanta gente. Nessuno vuole tornare a casa. Anche dopo le ore 21 tanti giovani vanno avanti a bibite analcoliche. Una rarità in Trentino. L’appuntamento con «Diversamente divertente» è per giovedì sera, presso la discoteca Number One di Pergine. L’iniziativa si concluderà allo stadio del ghiaccio a Baselga di Piné il 20 maggio BRESCIA OGGI Un successo di pubblico la terza edizione della
manifestazione al «San Filippo». Presenti gli assessori Lamberti e Capra Party analcolico, con i comici di
Zelig
Molto apprezzato il comico bresciano Giorgio
Zanetti, nel personaggio della suora Una serata iniziata con le «cover» del gruppo «Gli amici
di tua moglie» Bella serata. E senza un goccio di alcol. Raffiche di
battute al posto della consuta «birretta», tipica del week end, hanno scaldato
il pubblico accorso al San Filippo per la terza edizione dell’«Analcoholic
party». I volti noti dei comici di Zelig hanno richiamato tanti
ragazzi e non pochi adulti per la manifestazione organizzata dal Comune di
Brescia in collaborazione con Acat (Associazione dei club degli alcolisti in
trattamento) e Palco Giovani. È toccato alle cover grintose del gruppo bresciano «Gli
amici di tua moglie» dare il la ad una serata partita un po’ tiepidina. Complici i divertenti travestimenti del duo e le
barzellette un po’ spinte, in meno di mezz’ora tutti cantavano a squarciagola e
ridevano a crepapelle, per l’irriverente rivistazione di brani cult delle
canzoni di cantautori italiani. Una volta aperta la pista, la strada era in discesa anche
per la folta schiera degli artisti di Zelig, che hanno offerto due ore di
risate, tra i flash continui delle macchine fotografiche. Decisamente più tecnologico il popolo degli «under 18» con
le braccia alzate per immortalare sul telefonino Giorgio Zanetti, Andrea
Vasumi, Alessandro Ponti, Giancarlo Barbara e i Mammuth. In prima fila anche gli assessori Giorgio Lamberti e Fabio
Capra parevano gradire la performance del bresciano Giorgio Zanetti, giunto
alla ribalta della trasmissione di Claudio Bisio con l’esilerante personaggio
della suora al telefono. Una sorta di Franca Valeri alle prese con i problemi
surreali dei fedeli di una fantomatica parrocchia. Lo sketch, tutto costruito
su giochi di parole chiaramente allusivi, non ha risparmiato i peccatucci
dell’italiano medio. Senza mai offendere nessuno, gli artisti hanno sdognato la
parolaccia, incontrando l’approvazione di un pubblico sempre più caloroso.
Andrea Vasumi e i suoi ricordi dell’infanzia a Forlì e le rocambolesche
disavventure piovutegli adosso una volta trapiantato a Milano sono finestre al
vetriolo sulla vita al nord. Ma anche i siparietti sui quotidiani battibecchi
di una vita in coppia strappano parecchi applausi e suscitano le reciproche
gomitate da parte delle numerose coppie, riflesse nell’ironia delle gag. La conclusione dello spettacolo è affidata a Alessandro
Politi, il mago pasticcione che svela i trucchi del mestiere e ai trailers di
Giancarlo Barbara. I Mammuth, artisti torinesi emersi nell’utima edizione della
nota trasmissione televisiva, salutano la platea rinviando l’appuntamento
all’anno prossimo. I comici di Zelig hanno dissacrato in modo bipartisan sacro
e profano, punzenzecchaindo parecchie volte anche gli assessessori in prima
fila. Unico tabù: l’alcol. Censurata ogni battuta su vino e dintorni, perchè sulla
piaga dell’alcolismo giovanile c’è poco da scherzare. A parte la provocazione
di Marco all’uscita. Il giovane spettatore fa sapere ai volontari dello stand
di Acat che lui «una birretta prima di entrare se l’è fatta». Federica Papetti CORRIERE ADRIATICO L’azione svoltada Roberto Amadiogià presidentedell’Arcated
ora operatorenel centro fermano“Prevenzionema anche ascolto di chi èin
difficoltà” L’attività svolta dal centro “La Rondine” a Marina di
Altidona “Così si combatte l’alcolismo”
ALTIDONA - Una serie di iniziative dedicate alla
prevenzione dell’alcol. Un problema in continua espansione che non può essere
sotto valutato. L’A.R.C.A.T. (Associazione Regionale Club Alcolisti in
Trattamento ) in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha
organizzato alcune manifestazioni e una serata di gala finale con festa e
rappresentazione della commedia dialettale Pronto l’Argentina interpretata dal
gruppo Le Matricole. “Una sensibilizzazione da parte di tutti cercando di non
ignorare una dura realtà che parla con fatti tangibili, sarebbe già un grande
passo in avanti” commenta Roberto Amadio, già presidente dell’Arcat ed
attualmente “servitore insegnante” al club La Rondine sita a Marina di Altidona
nei locali adiacenti la parrocchia. Questo è uno dei dodici centri presenti nelle Marche (in
Italia se ne contano circa 2400) dove settimanalmente si ritrovano le famiglie
che hanno questo problema. Ci si confronta, si discute cercando di aprirsi reci
procamente senza paura nè vergogna. Ognuno - sottolinea Roberto Amadio - porta
la propria esperienza ed insieme si cercano delle soluzioni aiutati,
naturalmente anche da specialisti che vanno dal medico di base allo psicologo”. Come funzionale il centro di Altidona e qual è il compito
degli assistenti. “Il mio compito è quello di ascoltare e cercare di capire;
chi meglio di me potrebbe farlo ho avuto anch’io una brutta esperienza, ora
tutto ciò che ho imparato desidero metterlo a disposizione di chi ne ha
bisogno. Basandosi su dati statistici, l’Italia è il primo paese consumatore di vino in Europa (palma d’oro per le Marche) ma la cosa che più sorprende sta nel fatto che è aumentato considerevolmente l’abuso di alcol da parte della donna. Il problema, quindi, esiste ma unendo le forze si può sconfiggere. La dipendenza non è una malattia irreversibile, si riesce ad uscirne ma servono due fattori fondamentali che sono la grande forza di volontà e l’amore della famiglia. Se una di queste due componenti viene a mancare, tutto diventa più difficile. Ci sono ulteriori dati forniti dalla stessa Organizzazione della Sanità che mettono i brividi. Qualche esempio: in Europa si registrano circa 7500 morti a causa dell’alcool,in Italia muore una persona ogni quindici minuti per lo stesso motivo. Mortalità causata dall’alcolismo, intorno alle 35000 unità ogni anno; per droga 1500. Tutto questo non può non far riflettere. “Il nostro lavoro, anzi la nostra opera di amore, andrà avanti ha concluso Amadio non senza aver ringraziato pubblicamente “il parroco di Marina di Altidona don Alberto Cinti per la disponibilità del locale e tutti quelli che in qualche modo ci sono vicini”. IL QUOTIDIANO (CALABRIA) "E’ bello essere liberi dalla
vergogna"
Dopo la scaletta d’interventi di esperti, il momento
emotivamente più coinvolgente dell’incontro, è stato quello delle testimonianze
di alcolisti e familiari di alcolisti: piccole dosi di ’lezioni di vita’ per la
platea; racconti pieni di fiducia, di tanta voglia di uscire da un tunnel buio
e ricominciare a vivere. "Sono Rocco, tutt’oggi sono un alcolista. Dalla mia
esperienza di sobrietà ho imparato quanto è bello essere liberi dalla vergogna,
dai sensi di colpa che addossa la società; che è bello essere liberi dal
compatimento degli altri. Ho detto basta all’alcol una sera, quando, conoscendo
A.A, ho intravisto una luce nel buio del mio inferno, fatto dei miei figli che
vivevano nel terrore che io, non più me stesso, tornassi a casa ubriaco, tosto
e violento qual’ero". Francesco:"Ricordo com’ero17 anni fa, quando per la
prima volta, ’imbevuto’, sono venuto al gruppo qui a Reggio: ero giovanissimo,
stavo per prendere la via della morte, ma non riuscivo a smettere. Al gruppo,
senza imposizioni e col tempo, ho capito che ero malato, che dovevo accettarmi
e curarmi. All’inizio è stata molto dura, perchè l’astinenza è difficilissima,
e per smettere bisogna lavorare molto su sé stessi, consapevoli che
dall’alcolismo si guarisce, ma non se ne esce. Comunque, sono contento d’aver
avuto questa malattia, che mi ha permesso di conoscere due vite: quando avevo
tanto ma non riuscivo a sentirmi soddisfatto, e l’altra ora, che dopo la
sofferenza apprezzo anche le cose più piccole e riesco a vedere il sole anche
tra la nebbia". Giuseppe:"Ho iniziato a bere sui 20anni e ho smesso a
56; oggi ne ho 60: praticamente, ho vissuto una vita nell’alcol e si può dire
che ’vivo’ solo dagli ultimi 4 anni, grazie al programma di A.A. Quando ho
conosciuto l’associazione avevo toccato il fondo, ero distrutto, bevevo
continuamente; avevo anche crisi epilettiche, ed allora ho iniziato a
ragionare: piano, piano, ho anche riconquistato i miei figli che, cosa più
brutta per un padre, avevano paura di me". Sara di Al-Anon:"Sono portatrice di lieve disabilità
e all’inizio, pur avendo in casa un alcolista, per non chiedere aiuto agli
altri, per orgoglio, ero restia a rivolgermi ad Al-Anon. Poi, il mio alcolista
ha toccato il fondo; ho capito che lo stavo perdendo per sempre, ed allora ho
messo da parte ogni orgoglio, ho urlato forte il mio grido d’aiuto, ho lanciato
via la mia stampella, mi sono staccata dalla disabilità. Finalmente sono
riuscita ad essere caparbia con me stessa, una caparbietà che mi sta
permettendo di aiutare il mio alcolista che ha ancora tanto bisogno, e non solo
lui, perché ho capito l’importanza racchiusa in una frase: vado, ascolto e
porto". Lisa:"Sono un’alcolista, e prima di A.A mi sentivo
una donna piena di sensi di colpa: figlia, madre e lavoratrice disonesta; poi,
il gruppo, mi ha fatto cadere questi sensi di colpa. Venivo da una vita agiata
e per ’il bere’, mi sono ritrovata pignorata di tutto. Ero una persona,
’chiusa’ dicevo io, ma in realtà, ero superba. Allora, nel mio inferno, mi sono
spogliata di tutto: non avevo più nulla di mio e non me ne importava niente, e
col tempo, grazie alla sofferenza che mi ha portata dagli amici di A.A, sono
diventata umile, soprattutto ho acquistato la sensibilità che permette di
ascoltare gli altri, che prima disconoscevo. Ero atea, oggi credo". g. n. L’ARENA Ubriachi al volante, scatta il
giro di vite
I colleghi dell’appuntato De Vita hanno voluto
ricordarlo tornando sulla strada. In pattuglia dopo la tragedia Alcoltest e controlli sulla
statale 11: ritirate sette patenti per guida in stato d’ebbrezza su 52
automobilisti fermati Uno scappa, ma viene preso di Alessandra Vaccari Quella dell’altra notte non è stata una pattuglia
qualsiasi per i carabinieri di Villafranca e Sommacampagna. È stata la prima
pattuglia senza l’appuntato scelto Ciro De Vita, a una settimana esatta dal suo
omicidio. Sei mezzi tra auto e stazioni mobili, 14 carabinieri oltre al
comandante di compagnia, Costantino Meloni. In pattuglia la notte tra sabato e
domenica ha voluto esserci di nuovo il collega di Ciro, Luca Bonora, che per 12
anni era uscito in pattuglia con lui. I «fidanzati» li chiamava l’ex
maresciallo, ora in congedo Silvano Ciuffetti, che li ha cresciuti con
l’etilometro in mano. Bonora è tornato in strada dopo aver passato sei giorni
chiuso in ufficio nella stazione a sbrigare lavoro burocratico. Poi ha deciso
che doveva tornare in pattuglia. Doveva riaffrontare
i luoghi, le strade, i bar in cui per anni ha passato le notti a fare controlli
con l’amico che non c’era più. L’ha ammesso Bonora, che è un gigante d’uomo che
è stato difficile. Tanto difficile. A fare controlli c’era anche il maresciallo Giampietro
Bosetti, l’ultimo comandante di De Vita. Anche lui, l’altra notte ha voluto
essere lì, con «i suoi». Il modo migliore per ricordare l’appuntato ucciso da
un automobilista ubriaco proprio mentre controllava che al volante non ci
fossero persone in quello stato. Destino cinico e beffardo, il suo. Eppure la tragedia accaduta soltanto una settimana fa non
è servita a far riflettere. Almeno a giudicare dai risultati dei controlli.
L’altra notte nel turno in strada dalle 24 alle 6, (ma poi per un’altra ora i
carabinieri sono stati in caserma a sistemare pratiche), sono state ritirate 8
patenti per guida in stato d’ebrezza, con valori alcometrici che variavano
dallo 0.60 a 1.90 di percentuale di alcol nel sangue. Il parametro ammesso
dalla legge italiana è di 0.50. E secondo le tabelle fino a 1.50 c’è ebrezza,
da 1.50 a 3.50 si è ubriachi, oltre c’è il coma etilico. Non è stato facile mantenere la calma davanti agli
automobilisti che sostenevano di non essere ebbri nonostante l’esito della
macchina dell’alcoltest. Non dev’essere stato semplice cercare di essere
gentili mentre questi si agitavano, offendevano perché la procedura prevede,
nel caso di test positivo, di chiamare un carro attrezzi per far portare l’auto
in custodia cautelare. Sugli uomini è prevalsa la divisa. Pazienti fino
all’alba hanno spiegato, sottolineato, suggerito. Qualcuno tra quelli cui è
stata ritirata la patente ha capito il pericolo per sè, per gli altri. Qualcun
altro invece ha inveito. Durante i controlli, una pattuglia del nucleo
radiomobile ha anche inseguito un automobilista che vedendo la stazione mobile
aveva fatto un’inversione di marcia cercando di eluderlo. L’uomo è stato
raggiunto, era un brasiliano in regola con il permesso di soggiorno, ma guidava
con una patente non riconosciuta in Italia. Per questo aveva cercato di fuggire
al controllo. Qualche giorno fa, a Villafranca, un automobilista ubriaco
aveva investito un’altra automobilista, poi era scappato. La donna aveva
riportato dieci giorni di prognosi. L’investitore era poi fuggito. I
carabinieri l’hanno ritrovato carambolato in un prato. L’uomo è stato
denunciato per guida in stato d’ebbrezza, gli è stata ritirata la patente e
deve rispondere anche di omissione di soccorso. L’altra notte sono stati
controllati 52 veicoli e 73 persone. Dalla settimana prossima, come ha annunciato il capitano
Meloni arriveranno i colleghi del Coi (comando operativo interforze), per
rafforzare i controlli sulle strade, aiuteranno nelle compagnie dei vari territori,
ma se non cambia la consapevolezza e il senso di responsabilità di ciascuno di
noi la lotta è impari. «Quando stasera li ho visti entrare nel bar non ho potuto
fare a meno di scoppiare a piangere. Troppi anni passati insieme, un caffè, una
camomilla, un panino quando magari fuori diluviava. Ciro era un burlone, aveva
la battuta sempre pronta. Amava raccontare dei suoi figli, della moglie. Era
una bella persona». Sono le due di notte e Maria, che gestisce il bar la
Freccia nera a Bosco di Sona ricorda così l’appuntato scelto De Vita. Si faceva mettere di pattuglia
notturna spesso De Vita, per poter stare con i figli il giorno dopo. Prevenire
gli incidenti e soprattutto controllare che non vi fossero ubriachi al volante
era uno dei suoi obbiettivi principali. «Era stato a bere un caffè qui con il collega Bonora
sabato scorso», ha continuato Maria, «fuori veniva giù una pioggia pazzesca, ma
lui e i colleghi hanno voluto tornare in strada. Si sono spostati al cavalcavia
verso Sona. Era quello un altro dei loro punti quando pioveva troppo. Forse se
fossero rimasti una mezz’ora in più, se avessero mangiato un panino adesso Ciro
sarebbe ancora qui con noi». Il pensiero l’altra notte correva per forza a quel
militare morto durante il servizio, facendo il suo lavoro. Quando sabato notte scorso i
colleghi hanno suonato il campanello di casa De Vita, Fernanda, la moglie della
vittima ha visto il capitano Meloni gli ha detto: «Non mi dica niente, ho
capito perché è qui. Non voglio sentire». Ci sono tante donne ogni notte che
temono di sentir suonare il campanello. Donne «invisibili», che si
materializzano solo nelle tragedie. Un pensiero l’altra notte è stato anche per
loro. (a.v.) IL SECOLO XIX
Frontale in auto, muore a 44 anni Tragico incidente stradale nella notte sull’Aurelia a
Celle. Claudio Oddone, dipendente della Tirreno Power, stava rientrando in
città Il conducente dell’altra vettura è stato denunciato per
guida in stato di ebbrezza Celle Stava rientrando verso casa al volante della sua
utilitaria, quando è stato "centrato" da una monovolume che viaggiava
nella direzione opposta e che, per cause che i carabinieri stanno cercando di
accertare, ha invaso la sua corsia di marcia. Dai primi rilievi effettuati dai
militari, sembra però che il conducente del mezzo investitore fosse in evidente
stato di ebbrezza. L’urto è stato violentissimo, e per il conducente
dell’utilitaria non vi è purtroppo stato nulla da fare. Inutili i tentativi di rianimarlo
effettuati dal personale dell’automedica di "Savona Soccorso" giunta
sul luogo dell’incidente nel giro di pochissimi minuti. La vittima del tragico episodio si chiamava Claudio
Oddone, era nato 44 anni fa a Savona, dove risiedeva in un appartamento di via
San Lorenzo, nel quartiere di Villapiana. Sposato e con due figli, era da anni
dipendente della centrale della Tirreno Power (ex Enel) di Vado. L’incidente è accaduto lungo l’Aurelia, nel tratto
compreso tra i Piani e il centro di Celle (poco più di duecento metri di strada
particolarmente stretta e tortuosa), quando mancavano pochi minuti alle quattro
della notte tra sabato e ieri. Claudio Oddone, secondo una prima ricostruzione
dell’accaduto effettuata dai carabinieri della stazione di Celle e dai loro
colleghi del nucleo radiomobile della compagnia di Savona, stava percorrendo la
strada litoranea al volante della sua Citroen AX. Proveniente da Varazze, era
diretto verso Savona. All’improvviso si è visto piombare contro un’altra
vettura, un monovolume Chrysler Voyager, alla cui guida si trovava Luca V., 19
anni, residente a Varazze, che stava percorrendo l’Aurelia in direzione
contraria e che all’improvviso ha sbandato invadendo l’opposta corsia di
marcia. Lo scontro frontale è stato a quel punto inevitabile e
violentissimo. Ad aver la peggio è stato Claudio Oddone, rimasto privo di sensi
e quasi imprigionato tra le lamiere della sua utilitaria. L’allarme è scattato
immediatamente e nel giro di pochissimi minuti sull’Aurelia a Celle sono giunte
due ambulanze della Croce Rossa e i vigili del fuoco di Varazze, e subito dopo
l’automedica di "Savona Soccorso". Il medico rianimatore Angelo
Giusto ha cercato in tutti i modi di strappare alla morte Claudio Oddone, ma i
suoi sforzi non sono purtroppo serviti a nulla. Troppo gravi le lesioni
riportate dall’uomo nel tremendo urto frontale. Se l’è invece cavata con ferite più lievi Luca V.,
che accompagnato in ospedale è stato sottoposto anche all’esame del sangue per
verificare il tasso di alcol presente nel sangue. Esame che è risultato
positivo. Il giovane varazzino è stato così denunciato dai carabinieri
all’autorità giudiziaria per guida in stato di ebbrezza, ma nei suoi confronti
dovrebbe scattare nelle prossime ore anche una denuncia per omicidio colposo. «Sono
in attesa del fascicolo relativo all’incidente redatto dai carabinieri -
sottolinea il sostituto procuratore Ubaldo Pelosi - ma da quello che mi è stato
riferito a voce mi sembra esistano pochi dubbi sulla dinamica e quindi sulla
responsabilità dell’incidente». La notizia dell’improvvisa morte di Claudio Oddone si è
diffusa nel quartiere di Villapiana e a Vado nelle prime ore della mattinata di
ieri. Destando profondo cordoglio e commozione. Gianluigi Cancelli Ieri sera in viale della Pace corsa “pazza” di un giovane immigrato
Ubriaco in furgone semina il
panico
E si “arrende” in una strada chiusa
(e. mar.) Semina il panico per mezz’ora e alla fine si
ferma in una strada chiusa. Ieri sera un furgone impazzito ha attraversato viale
della Pace a zig zag, danneggiando tutto quello che trovava. Alla fine il mezzo guidato da un magrebino, residente ad
Arzignano di 25 anni con precedenti per guida in stato di ebbrezza, si è
fermato in strada degli Alidosio in un tranquillo quartiere residenziale, non
distante da via Martiri delle foibe, che si è svegliato all’improvviso per il
rumore assordante che il motore del furgone provocava. La pazza corsa dello straniero si è conclusa alle 23,
quando il motore del furgone si è fuso in mezzo alla strada. Il tour era iniziato dopo le 21,30 quando
l’extracomunitario alla guida di un Renault Traffic con la targa Milano, era
stato visto sfondare insegne pubblicitarie, cartelli stradali, sfiorare auto e
fare sorpassi a dir poco pericolosi. Ad un certo punto, l’uomo che aveva completamente perso l’orientamento, si è infilato in via Martiri delle foibe, prima di finire la sua corsa in strada degli Alidosio. Il mezzo impazzito ha cercato di uscire dalla strada, sgommando all’impazzata. Finchè il Renault Traffic non ce l’ha più fatta. Sul posto è arrivata la pattuglia della volante e dei vigili urbani che ben presto hanno accertato che il ragazzo era in evidente stato di ubriachezza. MANTOVA.COM Marocchino ubriaco aggredisce
carabiniere in borghese
Protagonista della vicenda è Omar Aassal, marocchino
33enne già noto alle forze dell’ordine, che si è presentato sabato sera poco
dopo le 19, al Net Cafè di Poggio Rusco. Completamente ubriaco, e
particolarmente agitato, l’uomo ha cominciato ad infastidire gli avventori del
locale, fino a quando non è intervenuto un carabiniere in borghese della locale
caserma, che si trovava a passare di lì per caso. A quel punto, il marocchino non c’ha visto più: improvvisamente si è scagliato violentemente contro il militare, provocando un gran parapiglia all’interno del locale, con alcuni clienti che erano intervenuti in soccorso al militare aggredito. La situazione è tornata alla normalità solo grazie all’intervento di una pattuglia dei carabinieri, avvisati dalla titolare del bar. Il carabiniere aggredito, ha riportato un trauma cervicale, mentre il marocchino è stato condotto nel carcere di Mantova, e dovrà rispondere di resistenza e violenza a pubblico ufficiale, e di lesioni aggravate. Investito da un furgone, dopo che gli hanno ritirato la
patente Da automobilista indisciplinato, a pedone sfortunato, investito da un altro automobilista ‘poco attento’. Il tutto nel giro di poche ore. Questa in sintesi, la singolare vicenda accaduta ieri notte intorno alle 4, lungo la statale 10 nei pressi dell’abitato di Grazie di Curtatone. Il protagonista è G.F., 26enne di Volta Mantovana, che stava rientrando a casa a piedi, quando è stato investito da un furgone condotto da D. C., 52enne del posto. I soccorritori accorsi sul posto, avevano pensato subito ad un investimento da auto –pirata, ma poi qualcuno si è giustamente domandato cosa ci facesse quel giovane a piedi, di notte, a 20 km da casa. Il ‘mistero’ è stato presto svelato: il ragazzo, era stato fermato e appiedato poco prima, nei pressi di Castellucchio, da una pattuglia di carabinieri che l’aveva trovato positivo all’alcoltest. Così, un po’ per smaltire la sbornia, un po’ perché magari non ha ‘lucidamente’ trovato soluzioni più congeniali, G.F. si è incamminato sulla statale, quando sfortunatamente, o ‘per fortuna’, è stato urtato dal furgone, riportando lievi ferite, e successivamente trasportato in ambulanza al Poma. Gli uomini della Stradale intervenuti sul posto, hanno poi ricostruito l’accaduto, che si è concluso, per fortuna, senza gravi conseguenze per nessuno. METRONEWS Bologna: ubriaco su scooter
rubato, denunciato dalla polizia
Bologna, - (Adnkronos) - Andava in giro su uno scooter rubato e per giunta ubriaco. Per questo un foggiano di 33 anni, gia’ noto alle forze dell’ordine, e’ stato denunciato ieri pomeriggio dalla polizia in via de’ Carracci, alle spalle della stazione ferroviaria di Bologna. IL MESSAGGERO (PESARO) Sabato notte di paura in centro. Ragazza stava cercando il
suo cane sfuggito al guinzaglio quando è stata assalita da un uomo Tenta di violentarla in strada, arrestato Ventunenne russo ubriaco aggredisce giovane che reagisce
tra automobilisti indifferenti Sabato notte di paura tra via Pisacane e via Faggi. Una giovane pesarese di 36 anni è stata aggredita tra l’indifferenza di alcuni automobilisti, sordi alle richieste di aiuto della vittima che è riuscita però a reagire, a sottrarsi all’aggressore, rintracciato poi dalla Polizia e finito in carcere. La giovane stava cercando il suo cane, verso l’una di notte che le era sfuggito al guinzaglio. All’improvviso è stata avvicinata da un energumeno, visibilmente ubriaco, alto circa un metro e 90, biondo, di corporatura robusta. Che risulterà poi un ventunenne russo, clandestino. L’aggressore ha iniziato a infastidirla. La giovane ha subito intuito che era un tipo poco raccomandabile ed ha allungato il passo chiamando ad alta voce il suo cane. Ma all’improvviso l’uomo l’ha aggredita alle spalle nel tentativo esplicito di violentarla. La giovane, seppur minuta di corporatura di fronte al suo aggressore più corpulento, è riuscita con tutte le sue forze a divincolarsi. Un attimo di esitazione nel tentativo di recuperare il cellulare caduto nella colluttazione e il russo, ormai privo di qualsiasi freno inibitore, l’ha raggiunta e l’ha strattonata fino a farla cadere faccia a terra. Poi le è saltato addosso, cercando di bloccarla da sopra. Ma la “preda”, seppur ferita, è riuscita a sferrare un calcio provvidenziale, colpendo il suo aggressore. Che ha mollato la presa. E la ragazza è riuscita a fuggire. Una corsa senza respiro, aiutata da un passato da atleta che le ha permesso di distanziare il suo aggressore, più instabile sulle gambe per le dosi di alcol. La giovane ha imboccato via Rossi ed ha cercato di fermare le auto che transitavano. Inutili le sue richieste di aiuto. Cinque o sei automobilisti sono passati senza fermarsi. Sordi, chiechi e pavidi su quanto stava accadendo a pochi metri di distanza. A quel punto la giovane ha ripreso la corsa ed ha raggiunto due fidanzati che stavano rientrando. E che hanno subito chiamato la Polizia. Gli agenti hanno rintracciato poco dopo il russo rimasto ancora nei paraggi mentre stava tentando di rubare un motorino con una specie di cacciavite. Che poteva diventare anche un’arma pericolosissima per la sua vittima. Il russo, aveva già avuto un decreto di espulsione e si era reso protagonista tempo fa di una devastazione in un locale. E’ stato subito arrestato e condotto a Villa Fastiggi. La ragazza, bravissima per la sua prontezza e reazione, ha riportato ferite ed escoriazioni sul viso e nel corpo guaribili in cinque giorni. BRESCIA OGGI La Stradale sul Garda Alla guida «alticci»: ritirate
quindici patenti Altre quindici patenti ritirate per guida in stato di
ebbrezza. La nuova notte di controlli ha lasciato a piedi quindici giovani
automobilisti che aveva alzato troppo il gomito prima di mettersi al volante. I
controlli contro le stragi del sabato sera sono stati messi in atto da alcune
pattuglie della polizia stradale sotto il comando del distaccamento di Salò.
Gli agenti hanno verificato le condizioni degli automobilisti che sono passati
nella zona di Desenzano e Sirmione, una zona «calda» perchè zeppa di locali. I
poliziotti hanno fermato 45 vetture e controllato una cinquantina di persone.
Dei 45 automobilisti 15 non sono stati trovati lucidi. Ben due terzi dei
giovani sottoposti a controllo non hanno superato il test con l’etilometro,
l’apparecchiatura che misura la concentrazione di alcol nel sangue. Tutti e 15
i giovani avevano un tasso alcolemico superiore all’un per cento, mentre il
limite imposto dalla legge è di 0,50. Ai 15 automobilisti sono stati tolti
dieci punti dalla patente ed è stata ritirata l’auto. Molti degli automobilisti controllati non erano in regola con il codice della strada: 15 si sono visti togliere cinque punti dalla patente per non aver avuto le cinture allacciate.w.p. IL MESSAGGERO (PESARO) Nel pomeriggio i funerali a Colombarone e Cattabrighe. Sul
sito internet della discoteca Cocoricò continuano ad arrivare messaggi da
amici Schianto a Marotta, oggi l’addio a
Elvira e Matteo
Stazionarie le condizioni del
ragazzo ferito, è accusato di omicidio colposo e guida in stato di
ubriachezza di THOMAS DELBIANCO
Il giorno dell’addio ad Elvira e Matteo. Il giorno più
triste, quello dei funerali. I familiari e i tanti amici dei due giovani amici
pesaresi rimasti uccisi venerdì notte in un tragico incidente stradale sulla
provinciale Pergolese, a Marotta, parteciperanno questo pomeriggio alle loro
esequie. Il primo dei due funerali, quello di Matteo Ventrella, 25 anni,
celebrato da don Lino Capriotti, si terrà alle 15, nella parrocchia Sacra
Famiglia di Colombarone, il paese dove Matteo abitava con i genitori e altri
due fratelli di età minore. Il corpo del giovane, poi, sarà portato al cimitero
di Fiorenzuola di Focara, il paese di origine della madre Angela, dove il
ragazzo aveva vissuto fino a dieci anni. I funerali di Elvira Farrauto, 29
anni, invece, si terranno alle 17 nella parrocchia di San Terenzio di
Cattabrighe, vicino alla casa dei genitori e della sorella dove lei aveva
abitato fino a tre anni fa, e verranno celebrati da don Graziano. La ragazza
verrà poi sepolta nel cimitero di Santa Maria delle Fabbrecce. Intanto, sono stazionarie le condizioni di Danilo Donini,
25 anni di Orciano, l’unico dei tre ragazzi coinvolti nell’incidente scampato
alla morte, che era alla guida della Seat Leon che ha colpito la Polo con a
bordo Elvira e Matteo. Il giovane, figlio di commercianti, con una passione per
i cani, è ricoverato all’ospedale di Fano con una prognosi di 90 giorni per le
fratture riportate nello scontro di venerdì notte. I carabinieri di Marotta,
dopo aver chiarito la dinamica dell’incidente, stanno portando avanti le
indagini per accertare le responsabilità dell’accaduto. Danilo è stato
sottoposto al test dell’alcol: il tasso alcolico è risultato essere superiore,
anche se di poco, alla norma. Nei suoi confronti è scattato l’accusa di guida
in stato di ebbrezza ed è stato indagato per omicidio colposo. Il giovane
orcianese, al momento dell’impatto con la Polo dei due pesaresi, stava
probabilmente procedendo ad una velocità piuttosto sostenuta: a sostegno di
questa ipotesi, il fatto che la Polo è stata scaraventata avanti per oltre
quaranta metri. Nell’accertamento delle responsabilità va però considerata
anche la manovra che Matteo, alla guida della Polo, avrebbe azzardato: il
ragazzo, una volta uscito dall’autostrada, si era immesso sulla Pergolese in
direzione Mondolfo, ma, stando alle ricostruzioni dei carabinieri, avrebbe
improvvisamente invertito la direzione di marcia. Proprio mentre dall’altra
parte stava arrivando la Seat di Danilo. Continuano, intanto, a piovere, sul forum della discoteca Cocoricò, i messaggi dedicati a Elvira, la quale, fino a qualche tempo fa, frequentava spesso il locale di Riccione: “Ti saluto per l’ultima volta Elvi e spero che tu abbia intrapreso un cammino migliore del nostro”. IL GAZZETTINO (PADOVA) MONSELICE Movimentata mattinata in centro. Dopo lo slalom
tra le fioriere nelle vie del centro, è stato bloccato in piazza Mazzini Ubriaco con il camion urta un
ciclista
Trentatreenne denunciato per guida in stato di ebbrezza.
L’uomo investito non è grave Ha scorazzato per il centro di Monselice con un furgone, a
velocità sostenuta, investendo anche un ciclista. È accaduto ieri, in una
tranquilla domenica mattina. Per A.G., 33 anni, residente a Monselice, alla
guida del suo Fiat Iveco in preda ai fumi dell’alcol, è scattata una denuncia
per guida in stato di ebbrezza da parte degli agenti della polizia municipale
che lo hanno bloccato in piazza Mazzini. Nella sua corsa senza mèta, l’uomo, poco dopo le 9 ha
investito, fortunamente senza gravi conseguenze, L.T., di 54 anni, anche lui
residente a Monselice, che stava percorrendo in bici via San Giacomo in
compagnia della moglie. Il furgone, giunto all’altezza del ciclista, lo ha
urtato al gomito del braccio sinistro con lo specchio del camion. L.T., sia
pure dolorante, è riuscito a mantenersi in equilibrio. È stato prontamente
soccorso dalla moglie mentre il conducente del furgone ha proseguito
in
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