Ai ragazzini il chinotto La birra
può attendere Proteste a Parè per gli incontri sul consumo degli alcolici Chi
non ha ancora compiuto 16 anni dovrà limitarsi alle bibite PARÈ Qualcosa che non filava c’era, e pure più ingombrante di una contraddizione in termini, più ostile delle opinioni private di chi l’ha presto definita «iniziativa indecente». Bere per non bere più, o non troppo, o meglio, o con maggiore consapevolezza: una birra in compagnia in municipio, allettante invito e preambolo a lezioni collettive contro l’abuso giovanile di alcol. Lodevoli i propositi. Solo che la legge non indulge, nemmeno quando sono buoni e ingenui come l’età dell’assessore Alessio Fionda, 22 anni. Con strategia poco apprezzata, per vincere il nemico aveva scelto prima di farselo amico. Rielaborato il motto celebre del «Se lo conosci lo eviti», e visto che per conoscere non bastano le spiegazioni di un medico o uno psicologo, aveva deciso di coinvolgere il palato, facendo precedere i due incontri di sensibilizzazione al consumo corretto di alcolici, rivolti ai ragazzi dai 14 ai 25 anni, da "degustazioni" di birra, la sera d’esordio a Gironico, e vino, una settimana più tardi a Parè. Mancano due giorni al primo degli appuntamenti che, nel frattempo, sono stati riformati. Insospettito dal numero elevato di adesioni, qualcuno non si è lasciato convincere. Tradotta “degustazione” con “incentivo al vizio”, ha subito condannato l’idea, portando a sostegno prima questioni morali, appellandosi poi al codice penale, invocando infine l’intervento di carabinieri e magistrati. «Offrire bevande alcoliche a minori di sedici anni è reato»: divulgato il programma, lettere di protesta contro la «trovata balorda» sono prolificate, anche fuori paese e Provincia. Di fronte alle accuse di compiacenza alla trasgressione, commessa «da un utente pubblico con denaro pubblico», l’assessore si è affrettato a correggere: «Ai minori di sedici anni – ha chiarito – saranno somministrate bevande analcoliche». Alle polemiche si può anche soprassedere. All’articolo 689 no. L’«arresto fino a un anno», previsto per chi «somministra, in luogo pubblico o aperto al pubblico, bevande alcoliche a un minore di anni sedici», si è scoperto deterrente più efficace dei principi etici e opinabili. Che, appunto, nella parte in cui non sconfinano nell’illegalità, sono stati respinti: se per i partecipanti più piccoli il brindisi sarà “soft”, a base di aranciata o chinotto, rimane invece confermata, venerdì prossimo, la bicchierata inebriante per chi ha dai sedici anni in su. E poco importa se, mette in guardia Guido Dellagiacoma in una e-mail, «l’alcol è una droga» e «il terzo e più importante fattore di rischio di morte e di disabilità in Europa». Nostro obiettivo, replica l’amministrazione comunale, è proprio «la diffusione di una cultura del bere attento e salutare». «Promuovere le bevande alcoliche per combattere l’alcol è una scemenza – interviene Alessandro Sbarbada, in disaccordo sui metodi - così come lo sarebbe promuovere le sigarette per combattere il fumo». Dei meccanismi del vizio insegnava già qualcosa la finzione letteraria. Nel diario di Zeno, la sigaretta è ogni volta l’ultima, ogni volta l’ennesima; né gli avvertimenti degli specialisti resero morigerato il protagonista del romanzo, vinto non mai dall’ansia salutistica, ma sempre dal ricordo di quel «gusto più intenso» che acquista il piacere davanti all’ossessione di privarsene. Sara Bracchetti LA PROVINCIA DI COMO L’assessore alessio fionda
ribadisce la bontà del progetto «Ho sbagliato, ma l’iniziativa resta più che
mai valida» (*) PARÈ Continua a far discutere l’inedita quanto singolare
iniziativa ribattezzata “Impariamo a bere” promossa per venerdì sera dalla
commissione cultura e dall’assessorato alle politiche giovanili del Comune di
Parè con la commissione assistenza di Gironico e la cooperativa sociale «Questa
Generazione» di Como. L’assessore alle politiche giovanili Alessio Fionda ha
voluto meglio chiarire i termini dei due incontri di sensibilizzazione al
consumo degli alcolici anche a seguito di alcune vibrate proteste. «Per un mio
errore di comunicazione del quale mi assumo ogni responsabilità vorrei
precisare che in alcun modo saranno offerte bevande alcoliche ai partecipanti
minori di sedici anni – dichiara il giovane assessore Fionda - Sull’iniziativa
sono sorte ambiguità che è bene precisare visto che le amministrazioni di
Gironico e Parè non pagano da bere a nessuno ma semplicemente hanno promosso
due serate di sensibilizzazione accompagnate da degustazione controllata di
vino e birra». «I ragazzi di quattordici e quindici anni sono invitati agli
incontri informativi ma per loro sono previste solo bevande analcoliche. La
degustazione strettamente controllata non è in alcun modo configurabile come
una pubblicità positiva al consumo degli alcolici né tanto meno come
attribuzione di efficacia terapeutica all’utilizzo di alcol. Inoltre, in alcun
modo s’intende rappresentare positivamente i minori che bevono alcol». «Gli
obiettivi dell’iniziativa - aggiunge Fionda - rimangono la lotta all’alcolismo
non la sua incentivazione, la diffusione di una cultura del bere attenta e
salutare che oggi è poco presente se non inesistente». «Gli incontri vedranno
la partecipazione di uno psicologo e di un medico per descrivere le
problematiche sociali e sanitarie del consumo degli alcolici - termina
l’assessore - Allo stesso tempo intendo comunque ribadire l’assoluta bontà
degli incontri tesi a cercare di arginare e combattere un fenomeno come quello
della diffusione dell’alcol tra i giovani, in continuo aumento». Dalle
dichiarazioni dell’assessore della giunta Arrigoni non prevale dunque nessun
ripensamento sui due incontri che rimangono confermati: anzi proprio ieri
pomeriggio l’evento è stato rilanciato pure dalle “newsletter” edite dalla
biblioteca comunale con un messaggio promozionale indirizzato ai propri
utenti». Primo appuntamento venerdì alle 21 nella sala polifunzionale di
Gironico con la birra e “bis” giovedì 18 maggio alle 21.15 nella sala
consiliare di Parè con il vino. Dario Lucca (*) Nota: dopo aver preso atto che l’iniziativa è sbagliata sarebbe stato meglio annullarla. Così come si prospetta, questa degustazione di vino e birra è diventata di un bizantinismo quasi comico. Attenzione a non presentare positivamente gli alcolici, somministrare solo analcolici ai minori di sedici anni presenti, il medico e lo psicologo che mettono in guardia dai pericoli... e per concludere un assaggio di vino o birra. Per gli adolescenti presenti, che come tutti gli adolescenti saranno molto attenti alla coerenza degli adulti, sarà dura capirci qualcosa. IL GAZZETTINO (ROVIGO) IL PROGETTO Al via un’iniziativa per tutelare i minori.
L’Ulss 19 aderisce, nessun segnale dalla 18 Esercenti e volontari assieme
contro l’alcol
Ha sicuramente ragione il funzionario dell’Ascom Bruno
Meneghini quando sottolinea che si tratta di «una bella sfida che si può
vincere col tempo e su cui vale la pena misurarsi». Così come coglie nel segno
il presidente della Confersecenti Primo Vitaliano Bressanin, convinto che gli
esercenti, su un tema delicato come l’abuso di alcol che tocca aspetti
sanitari, sociali ed anche economici «hanno un’alternativa in più: la vendita
di bevande analcoliche che non danneggiano la salute e scongiurano ogni possibile
conseguenza negativa per la società». Però quando si parla di alcol, dipendenza e problematiche
sociali connesse, prioritaria resta l’omogeneità della risposta. Omogeneità
che, per ora, pare mancare. Se, infatti, debutta in Polesine "Un locale
amico", progetto che unisce l’azione delle associazioni specializzate in
assistenza e recupero di soggetti alcolist, a quella di associazioni genitori,
Provincia, vari Comuni e molti commercianti, in campo per sensibilizzare gli
esercenti sul problema, non è chiaro perché completi il quadro l’Ulss 19 e il
suo Sert, ma brilli per l’assenza l’altra Ulss polesana. Ieri, l’assessore ai Servizi sociali Tiziana Virgili ha
presentato il progetto che ha lo scopo di aumentare l’autocoscienza in tema di
tutela della salute sui problemi collegati all’alcol, attivando
l’interfacciarsi dei gestori dei locali con i consumatori, soprattutto se
giovani o addirittura minori. In previsione anche un numero verde al quale gli
esercenti possano rivolgersi avvisando parenti od organismi preposti se singoli
o comitive hanno abusato di alcol nei loro locali. «La nostra provincia ha il triste primato del numero di
alcolisti, in particolare nelle fasce più giovani - ha spiegato Virgili -
occorre attivare circuiti di risposta anche sociale». Un problema che per il
presidente della Confesercenti Bressanin può essere affrontato proprio grazie
alla collaborazione. Di nuova cultura da costruire in chi si trova a diretto
contatto con i consumatori ha parlato Meneghini dell’Ascom «prima che si arrivi
a drastici diktat proibizionistici in stile Padova». «Non si parte da zero - ha
osservato Giuseppe Marangoni dell’Acat, alcolisti in trattamento - l’Ulss 19 ci
sta dando un cospicuo sostegno che permette già numerose iniziative». Il progetto durerà tre anni e si rivolge con particolare
attenzione proprio ai più giovani. «Non è raro vedere nei locali gruppi di
minori soli - ha sottolineato l’assessore portotollese Silvana Mantovani - In
assenza dei genitori toccherebbe proprio agli esercenti controllare che non
abusino di alcolici». Franco Pavan CORRIERE ROMAGNA “Pronti a chiudere gli
stabilimenti”
Ravenna - L’esigenza di tutelare un’economia da una parte.
La necessità di salvaguardare l’ordine e la sicurezza pubblica dall’altra.
Diritti entrambi meritevoli della massima considerazione, ma con un peso
diverso nella scala gerarchica e negli incroci di interessi. Il problema di
Marina, quello degli happy hour e di un modello destinato a cambiare, è
stato affrontato negli ultimi giorni su più tavoli. In Prefettura, ma anche
all’interno delle associazioni di categoria, nelle sedi amministrative centrali
e periferiche, in Questura. Incontri ne sono stati fatti, altri se ne faranno.
Questo perché la questione non può essere affrontata secondo uno schema unico.
Non esiste una soluzione sic et simpliciter, non c’è una formula matematica o
una bacchetta magica in grado di risolvere il problema. Lo sballo ad ogni costo
- inteso come stile di vita che come introito economico di qualche operatore -
impone una riflessione ed un’azione su più fronti. L’appello fermo ad una
maggiore responsabilità lanciato nelle ultime ore, il richiamo ad un approccio
diverso, l’invito ad un’azione condivisa, vanno in una direzione comune. Il
senso della convocazione urgente del Comitato per la sicurezza e l’ordine
pubblico e delle diverse anime che vi hanno preso parte era proprio quello di
affrontare insieme il problema. Ognuno secondo la propria competenza.LOCALI A
RISCHIO CHIUSURA. Nel vertice allargato di ieri, il questore di Ravenna, Fulvio
Della Rocca, si è presentato con il “mattinale”, l’elenco degli interventi e
delle richieste pervenute nella notte tra domenica e lunedì. Una lista dove si
susseguono e si intrecciano le parole “rissa”, “ubriachezza” e “droga”. L’altro
registro, quello del 118, parla invece di collassi e difficoltà nel raggiungere
le persone da soccorrere a causa della presenza di ubriachi in mezzo a strade e
stradelli. In una parola, il caos.Oltre alle misure predisposte dal questore,
che già lunedì aveva incaricato la Divisione amministrativa della Polizia di
controllare gli stabilimenti balneari nell’occhio del ciclone, il prefetto
Umberto Calandrella ha assicurato che verranno attuate tutte le forme di
prevenzione per evitare il ripetersi degli episodi dei giorni scorsi e ha
annunciato un rafforzamento dei controlli. Nel mirino, il comportamento di
qualche gestore o collaboratore che, forse nella foga di rientrare dalle spese
per l’avvio della stagione balneare o per cupidigia, ha continuato a
distribuire bevande alcoliche anche a soggetti non in grado di intendere e
volere. Sotto questo aspetto, il clima che si respirava ieri era all’insegna
della “tolleranza zero”. Nella nota diffusa dalla Prefettura, si legge che
“verranno adottati quei provvedimenti cautelari nei confronti degli esercizi
dove sono avvenute risse e turbative dell’ordine pubblico. Al riguardo, il
questore ha comunicato l’avvio della procedura per la sospensione dell’attività
di alcuni esercizi nei confronti dei quali il prefetto ha manifestato l’intenzione
di procedere, ai sensi dell’art. 19 del Dpr 616/77, per la richiesta al sindaco
di revoca della licenza”. Il messaggio è chiaro. Se nel prossimo fine settimana
dovessero ripetersi le scene degli ultimi due weekend, per qualcuno la stagione
finirebbe prima ancora di cominciare. LE REAZIONI DEGLI OPERATORI Ai rappresentanti di Ascom e
Confesercenti, il Prefetto ha rivolto l’invito a collaborare sensibilizzando i
propri associati a non incentivare l’assunzione di bevande alcoliche,
richiamando anche l’articolo 691 del Codice penale che vieta di somministrare
alcolici a persone già ebbre e prevede, in caso di violazione, la sospensione
della licenza per gli operatori di pubblici esercizi. Calandrella ha poi
ribadito la necessità di non vendere bevande in contenitori di vetro da asporto
e di controllare in modo più assiduo la viabilità. Parole che hanno trovato
concordi le associazioni di categoria. “Facciamo nostre e condividiamo le
preoccupazioni espresse - ha rimarcato Gianluca Gasperoni della Confesercenti
-. Servono azioni tempestive e ognuno deve fare la propria parte. La
maggioranza degli operatori di Marina di Ravenna ha sempre tenuto un
comportamento nell’ambito delle regole. Occorre essere inflessibili nei
confronti di quanti non le rispettano. Ci troviamo di fronte ad un passaggio
delicato e cruciale per il futuro della località. Il comportamento di pochi non
può penalizzare l’appeal e il lavoro fatto in questi anni”.Nei prossimi giorni
la Confesercenti si rapporterà con gli operatori di Marina mentre oggi i
bagnini si incontreranno con una delegazione dei residenti di Rivaverde, i
primi a patire i disagi legati agli happy hour. “Confermiamo e rinnoviamo il
nostro impegno - ha dichiarato Gasperoni -; da parte nostra c’è una forte e
convinta assunzione di responsabilità che vogliamo condividere con gli
operatori e quanti hanno a cuore l’interesse della località”.Sulla stessa linea
anche il presidente della Pro loco di Marina, Marino Moroni. “Occorre una presa
di coscienza da parte degli operatori, sia sulle condizioni dei clienti che
sulla loro età. Per il comportamento scorretto di pochi non può rimetterci
l’intera collettività. Certo è che quello che si evince da questa situazione è
che il modello che finora ha tenuto è destinato a morire. Occorre ancorarsi ad
un turismo diverso, concordato e condiviso. Tutti hanno avuto la propria
responsabilità in quanto si è verificato, ma ora occorre ripartire, puntando
sulla qualità. Bisogna cambiare - ha dichiarato -. Forse all’inizio costerà, ma
alla lunga i vantaggi si vedranno”. gi.ro. LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (CAPITANATA) L’iniziativa attuata con gli studenti delle scuole
medie «Così migliora la vita» Concluso
il corso dell’Asl/2 con gli studenti
MARGHERITA DI SAVOIA«La relazione sana anche come prevenzione dei comportamenti a rischio nei giovani» è stato il tema dominante del progetto «Robagi 2», coordinato dal Dipartimento delle dipendenze patologiche dell’Ausl FG/2, sotto la direzione del dirigente Matteo Giordano, e messo in pratica presso gli istituti della scuola media statale di Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia e Trinitapoli, i tre Comuni facenti parte dell’ex Distretto «2» dell’Ausl FG/2 (ora Distretto «1» dell’Ausl Bat/1). Il progetto, giunto quest’anno alla sua seconda edizione, è stato un contesto in cui si è data la possibilità di prestare attenzione e di rispondere ad alcune prime istanze dei giovani studenti delle terze classi della scuola media «G. Pascoli» di Margherita di Savoia (dirigente scolastico: Ceci; docente referente alla salute: Riefoli), della scuola media «G. Garibaldi» di Trinitapoli (dirigente: Trufini; docenti referenti alla salute: Terlizzi, D’Errico e Rendina) e della scuola media «Papa Giovanni XXIII^» di San Ferdinando di Puglia (dirigente: Ceci; docenti referenti alla salute: Colucci e Frontino), che riguardano la «prevenzione dei comportamenti a rischio» (alcool, fumo, ecc.). Ad incontrare i ragazzi ed interloquire con essi nella scuola sono stati i tre specialisti del Ser:T. di Margherita di Savoia, lo psicologo clinico, Leonardo Pallotta, il medico, Giuseppina Porzio e l’assistente sociale, Laura Cristiano. Il progetto, realizzato nell’arco di un anno, dal mese di aprile 2005 al mese di marzo 2006, dall’equipe del Sert margheritano, insieme alle istituzioni ed agli studenti partecipanti, ha creato un contesto interattivo per lavorare con i ragazzi sul «miglioramento della qualità di vita». G.M.L. IL GAZZETTINO (VENEZIA) SAN DONÀ Propensione al rischio e droghe
Studenti a scuola dal Ser.T
(D.D.B.) Due i progetti rivolti agli studenti in tema di prevenzione recentemente realizzati da parte del Ser.T dell’Asl 10. Il primo si intitola "Di che rischio sei?", proposto per il quinto anno consecutivo, ha coinvolto 5 istituti superiori di San Donà, Jesolo, Fossalta e San Stino. Pensato per gli alunni di terza e quinta, ha coinvolto un totale di 20 classi e circa 400 studenti. Il progetto mirava a discutere con i ragazzi analizzando la propensione a vivere forti emozioni, favorendo una riflessione dei giovani sulle spinte che li portano ad assumere il rischio e incrementare una maggiore consapevolezza sulle possibili conseguenze. Il secondo, dal titolo "Sballando non s’impara", è stato realizzato con 735 studenti di 47 classi del quarto anno delle superiori di Sandonatese e Portogruarese, con l’obbiettivo di favorire un atteggiamento consapevole sull’uso ed abuso di sostanze psicoattive, incluso l’alcol. Questo progetto ha interessato 10 istituti di San Donà, Jesolo, Fossalta, Portogruaro e San Stino, con il coinvolgimento diretto di un insegnante per classe, che in una prima fase ha sottoposto agli studenti un questionario su comportamenti a rischio e uso di sostanze. In un successivo intervento, tenuto dagli educatori dei Ser.T è stata stimolata la discussione sulle motivazioni e occasioni d’uso e sugli effetti ricercati e conseguenti all’uso di sostanze. "L’obiettivo - ha spiegato il dirigente Davide Banon - è aumentare la conoscenza sugli effetti legati all’uso delle nuove droghe e sondare l’impiego del tempo libero, specie nel fine settimana, evidenziando anche le principali alterazioni subite dalle funzioni fisiologiche coinvolte nella guida sotto l’effetto di alcol e droghe". IL GIORNALE DI
CALABRIA PORTARE IN GIRO LA CULTURA DELLA LEGALITA’ Parte martedì da Brancaleone
l’edizione 2006 di “Verso Sud”, iniziativa nell’ambito del Pon per il
Mezzogiorno mentre sul sito del Pon, www.sicurezzasud.it; sono disponibili on line, in tempo reale, le puntate della passata edizione di Verso Sud e i 10 appuntamenti di Rai life, programma trasmesso in diretta l’anno scorso, nel periodo agosto-ottobre, il sabato su Rai 1 Notte (e su Rai Utile e Isoradio), presentato da Stefano de Martino, finanziato dal Pon e tutto dedicato proprio ai temi del divertimento “sicuro”, contro le stragi del sabato sera e l’uso di alcol e di droghe LA PROVINCIA DI SONDRIO Stamattina I pericoli della strada
valgono un’assemblea Il campione di rally Galli in visita al «Mattei» (an.cia) Un testimonial di prestigio come il pilota di rally Gigi Galli per l’assemblea dell’Istituto Tecnico Industriale "E. Mattei" di Sondrio in programma stamattina. Hanno fatto le cose in grande i ragazzi della scuderia sondriese della Rally Company del presidente Thomas Bardea che con piacere hanno accettato il compito di partecipare all’organizzazione di un evento a cui parteciperanno circa cinquecento ragazzi e che avrà il compito di sensibilizzare i ragazzi su un argomento sempre molto attuale: «Il principale tema che discuteremo sarà il rapporto tra automobilismo sportivo con in particolare i rally e la sicurezza stradale in un’ottica rivolta soprattutto verso i giovani con chiari riferimenti alle stragi del sabato sera e alle possibili conseguenze fate dall’abuso di sostanze stupefacenti e di alcol – ha detto Bardea -, per arrivare pronti all’avvenimento abbiamo realizzato filmati e documentari sulla storia dei rally, sulla sicurezza stradale e sui pericoli del bere e del drogarsi prima di mettersi alla guida che spero siano presi in giusta considerazione dai ragazzi». IL GAZZETTINO (UDINE) L’assessore ai servizi sociali ...
L’assessore ai servizi sociali del Comune di Udine Daniele
Cortolezzis, ha esposto, ieri sera nella Sala del gonfalone del Comune,
un’ampia relazione sulla progettualità dell’amministrazione riguardante i temi
della cooperazione internazionale e del reinserimento sociale di ex detenuti,
ai rappresentanti della Commissione "Politiche sociali e diritti di
cittadinanza". Vista la delega alla cooperazione internazionale
dell’assessorato, il Comune di Udine ha sostenuto e promosso, in questi ultimi
anni, quattro progetti internazionali, sia in compartecipazione economica (per
circa 10.000 euro), ma soprattutto attraverso la competenza organizzativa.
Questi progetti, condivisi con alcune importanti associazioni locali, sono in
gran parte finanziati dalla Regione, e sono indirizzati in Bolivia, dove nella
regione di Cochabamba il vescovo friulano Tito Solari sta portando avanti,
assieme alla popolazione, una dura battaglia per il diritto all’acqua dei
residenti, a Dakar, capitale del Senegal, in un’iniziativa di sostegno alle
associazioni dei portatori di handicap, in Romania con un progetto in comune
con l’ASL e volontari per lo sviluppo di comunità locali di ex alcolisti, e
infine in Palestina e Israele con l’accoglienza di studenti e scambi culturali
con la nostra città. Per fare conoscere alla cittadinanza l’impegno delle
moltissime persone che lavorano nei centri di volontariato, in questi e in
altri progetti, l’amministrazione comunale ha previsto una settimana intera,
dal 20 al 27 prossimi, di convegni e iniziative, dove verranno affrontati i
temi dei diritti e dove le associazioni porteranno la loro esperienza. Nella seconda parte della relazione, l’assessore ha
esposto la nuova convenzione fra i servizi sociali del Comune e quelli delle
Case penitenziarie. L’amministrazione, seguendo i dettami della legge di ordine
giudiziario, intende prestare attenzione alla funzione "espiatoria"
di chi ha commesso un reato nei confronti della società, e si trova nell’ultima
fase della carcerazione. Qui è prevista un’attività di volontariato di utilità
sociale, o in alcuni casi una "borsa lavoro" di sei mesi e 250 euro
per lavori socialmente utili, come ad esempio il progetto "No alla
solitudine", oppure accompagnamento e sostegno di soggetti deboli. Giorgio Cantoni LA PROVINCIA DI CREMONA Laboratorio maggengo Al San
Domenico premi agli ex alcolisti Domani sera alle 21, presso il teatro San Domenico, il ‘Laboratorio teatrale provvisoriamente maggengo’ mette in scena ‘Quadri’, mostra di storie attraversate dall’alcol. Uno spettacolo che rientra tra le attività previste dal Servizio di alcologia dell’ospedale Santa Marta di Rivolta d’Adda diretto da Giorgio Cerizza. Lo spettacolo, ideato e diretto da Fausto Lazzari, nasce e si sviluppa sulla base di riflessioni e testi scritti da alcolisti in trattamento, ma anche da familiari. Brevi racconti autobiografici in cui emergono sempre valori intensi e profondi, sia di sofferenza che di speranza, di disperazione e di aspettative, illusioni e problemi familiari. L’idea è quella che rimanda alla visita di una mostra, dove i quadri sono i singoli episodi narrati da chi ha avuto la vita attraversata dall’alcol. Il coordinamento dell’opera è di Sarah Caffi, che prenderà anche parte alla messa in scena con Moira Baselli, Ylenia Boschi, Diego Cassani, Mino Cavalli, Marco Di Donato, Irenea Guercilena, Franco Ivone, Claudio Maffazioli, Anna Maria Quaglia e Roberto Riera. Nel corso della serata ci sarà la premiazione degli alcolisti in astinenza. IL MESSAGGERO «Punire i consumatori? Assolutamente inefficace» ROMA
- Cosa farà il nuovo governo con questa legge?
«E’ una normativa che va cambiata. E’ un pasticcio e un
disastro insieme», sostiene Gloria Buffo, parlamentare ds. «Non convince chi
usa droghe leggere a non usarle, dunque non affronta il problema del consumo
giovanile diffuso, e non affronta i problemi dei tossicodipendenti. Si tratta
di un manifesto ideologico attraverso il quale An sperava di prendere voti». I consumatori sono in crescita. Cosa proponete per
limitare il fenomeno? «Le leggi inutilmente repressive hanno fallito in tutti i
paesi. Punire il consumo, come fa questa legge, è assolutamente inefficace.
Bisogna educare, semmai, non criminalizzare i consumatori. E andare incontro
alle persone tossicodipendenti, tentare il recupero. E invece questa normativa
si limita a dare una bella bastonata a tutti, indistintamente». Cosa altro contestate di questa normativa? «L’equiparazione tra droghe pesanti e leggere, un assurdo.
Serve una legge diversa, più pensata e non ideologica. Bisogna fare un discorso
laico e sensato per convincere i giovani a stare lontani dalle droghe e
dall’alcol, informandoli nelle scuole, ma senza punirli». M. Lo. IL GAZZETTINO (PADOVA) «L’ordinanza rimane». Così si è
... «L’ordinanza rimane». Così si è espresso l’assessore alla
Polizia Municipale, Marco Carrai, al termine dell’incontro avvenuto ieri
mattina tra Federico Contin, portavoce del neo nato comitato "Bar per il
centro" composto da 18 esercenti, il segretario dell’Appe Angelo Luni, il
legale di due locali, "I Paparazzi" e la "Cantina del Gufo",
avvocato Alessandro Pietrogrande e il capo settore del Commercio Carla Franka. «Ho accolto positivamente - spiega Carrai - le iniziative
espresse da questo nuovo comitato per fronteggiare il fenomeno spritz. Gli
esercenti si sono dimostrati piuttosto aperti ed è quindi nostra intenzione
iniziare un dialogo, come già indicato dall’Appe, tra loro e l’amministrazione
comunale. Tuttavia, riteniamo che il provvedimento che vuole la chiusura alla
mezzanotte di 20 locali anzichè alle 2, debba rimanere». «Il Comune - prosegue Carrai - è molto contento che
migliaia di giovani si riuniscano tra le piazze e il Ghetto, soltanto che ha la
ferma intenzione di punire chi non si comporta bene. Il giorno clou per il
popolo dell’aperitivo è il mercoledì sera, quando in piazza delle Erbe si
radunano circa 2 mila persone. Praticamente il 99 per cento di studenti e un
gruppetto di cinquanta appartenenti ai centri sociali. No global che, comunque,
stanno in piazza senza per altro divulgare il loro credo politico. Il fatto è
che il Comune ha il dovere di arginare la parte negativa del fenomeno spritz.
Per cui oltre all’ordinanza, la polizia municipale si impegnerà al massimo per
identificare e sanzionare chi non sta alle regole. In più, cercheremo di
indicare ai ragazzi come comportarsi con un opuscolo che sta preparando il
sindaco e che distribuiremo tra i giovani». L’incontro di ieri sembra aver soddisfatto, almeno in
parte, il comitato "Bar per il centro" (www. barperilcentro.com).
«Sapevamo - commenta Contin - che l’ordinanza sarebbe rimasta in vigore. Tuttavia
al dialogo con il Comune ci crediamo. Abbiamo anche segnalato all’assessore
Carrai, grazie alla nostra autoregolamentazione, che per venire incontro al
problema spritz cinque bar possono chiudere prima. Come: il mio locale Ai Dadi,
il Verde Oro, il Cafè Madrid, Ai do Archi e Bertelli’s. Inoltre, abbiamo
pubblicizzato quelle iniziative che secondo noi renderebbero ancora più bello
il fenomeno spritz. Ad esempio, assoldare dei vigilantes professionisti che
sappiano parlare con i clienti, pulire in continuazione l’area presso i nostri
locali e promuovere una campagna contro l’abuso di alcol. Abbiamo infatti
intenzione di produrre delle magliette con stampigliata la scritta
"stasera non bevo"». «Chiunque la indossi ed entri in un bar iscritto al
comitato potrà consumare gratuitamente bevande analcoliche. Insomma, - conclude
Contin - speriamo collaborando con il Comune di migliorare l’intera
situazione». Meno propensi a collaborare con l’amministrazione comunale sono
sembrati, invece, i due esercizi "I Paparazzi" e la "Taverna del
Gufo" rappresentati dall’avvocato Alessandro Pietrogrande. «Al più presto
- afferma il legale - organizzerò una conferenza stampa. Certo così non va. Ora
spetta ai miei clienti decidere se attuare ricorso al Tar». Marco Aldighieri L’ADIGE Due roveretani, via Benacense Salgono in moto alticci, patenti
ritirate dalla Ps
Non sono mai abbastanza gli appelli rivolti a chi ancora si mette alla guida dopo aver consumato alcol. E non bastano neppure i recenti fatti di cronaca a scoraggiare nuovi episodi. L’altra sera la volante del Commissariato ha infatti fermato due motociclisti che stavano procedendo con andatura poco rassicurante in via Benacense. Ai controlli dell’alcoltest entrambi i centauri sono risultati positivi, cioè al di sopra dei limiti di legge. Ad entrambi è stata ritirata la patente di guida. Si tratta di due roveretani, di 29 e 25 anni L’ADIGE Dorme in auto dopo la festa,
multato
Positivo all’etilometro, perde Mercedes e patente Il 2006 è cominciato in modo disastroso per un rappresentante di commercio trentino che la mattina del primo gennaio - dopo una notte di bagordi e brindisi - dormicchiava in città nella sua Mercedes. Pur essendo in un parcheggio, aveva il motore acceso per far fronte al freddo. Mai avrebbe immaginato di essere sottoposto ad alcol test e di vedere la sua preziosa Mercedes - auto che per un rappresentanze è un mezzo di sussistenza - sottoposta a sequestro preventivo. Possibile? Sì perché secondo la giurisprudenza, essere al posto di guida di un veicolo fermo ma con motore acceso equivale a guidare e dunque si è sottoposti a tutti i limiti di legge compresi quelli sul tasso alcolimetrico nel sangue. Questo però è un caso particolare, anzi è un caso forse più unico che raro. Il protagonista infatti in precedenza era già incappato in un etilometro. Come accade sempre in questi casi, la patente gli era stata ritirata. Ma l’uomo per ragioni di lavoro non poteva fare a meno di spostarsi in auto e dunque aveva ingaggiato un amico come autista. Il giorno di capodanno, finita la festa a casa di amici, si era fatto riaccompagnare alla sua Mercedes, ferma in un parcheggio tra passaggio Dorigoni e via Torre Verde. Qui doveva attendere l’amico-autista a che a sua volta doveva venire a prenderlo. L’uomo, come tutti quella mattina, era su di giri ma stanco. L’auto era gelata: mentre aspettava l’amico, accese il motore e presto si assopì nel tepore dell’abitacolo. Il risveglio fu improvviso e poco piacevole. Erano le sei quando un passante, scorgendo all’interno dell’auto un uomo che non dava segni di vita, decise di chiamare il 118. Sul posto insieme all’ambulanza arrivarono i carabinieri. L’uomo venne sottoposto al test dell’etilometro che diede risultato positivo. I valori alcolimetri erano ben oltre quelli consentiti e così scattò una doppia contravvenzione e il sequestro del mezzo. Una multa per guida in stato di ebbrezza ed un’altra per guida senza patente. Tutto questo benché il veicolo in quel momento non stesse circolando. Il rappresentante, appiedato e senza patente, non ha potuto far altro che rivolgersi ad un avvocato, Bonifacio Giudiceandrea. Questi come prima mossa è riuscito ad ottenere dal giudice di pace il dissequestro dellla Mercedes. Ma i sigilli sull’auto sono tornati poco dopo perché su iniziativa del pm Alessia Silvi, il veicolo è stato sottoposto a sequestro preventivo nell’ipotesi che il proprietario potesse continuare ad utilizzare la Mercedes in violazione della legge. E così la difesa è tornata all’attacco con un ricorso al tribunale del riesame discusso ieri. Ma la strada per l’automobilista è tutta in salita a causa del motore. Per la giurisprudenza il fatto che fosse acceso rende quel veicolo identico ad uno in marcia anche se il guidatore dormiva. LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (BARI) POLIGNANO Rubato vino dalla cantina di un ristorante Una sbronza finita in carcere per
uno studente universitario
Polignano. Voleva sbronzarsi con vino d’annata, ne ha rubato 11 bottiglie dalla riserva speciale di un ristorante ma è stato scoperto e arrestato dai carabinieri. Protagonista di questa bravata ad alta gradazione alcolica è stato un uomo di 27 anni, di Conversano, studente universitario fuori corso della facoltà di Medicina. I militari lo hanno sorpreso in «flagranza di brindisi», mentre, insieme alla comitiva dei suoi amici, faceva sparire il corpo del reato. Brindisi da quasi 50 euro a bottiglia che il giovane appassionato di vini ha smaltito insieme alla costosa sbronza dietro le sbarre del carcere di Bari dove è stato rinchiuso dopo l’arresto. Dalla ricostruzione fatta dai militari, lo studente è entrato nella cantina del ristorante forzando una porta che si affaccia direttamente su uno spiazzo al quale è possibile accedere dalla strada. Sapeva che in quegli ambienti posti sotto il livello della strada avrebbe trovato il vino e una volta all’interno ha scelto tra le bottiglie della riserva speciale. Pensava di farla franca e invece la costosa degustazione gli ha aperto le porte del carcere. l.nat. L’ARENA L’udienza
davanti al giudice Ardito è durata meno di mezz’ora Direttissima, ma solo a luglio
Citata
l’assicurazione in veste di responsabile civile
Un’udienza durata poco meno di mezz’ora quella iniziata
ieri davanti al giudice Valeria Ardito e al pm Giovanni Benelli. Breve, durata
il tempo necessario all’avvocato Paolo Costantini (sostituto processuale del
collega Giuseppe Cappiotti) per la costituzione di parte civile dei genitori di
Andrea Gecchele e Giulia Biondani, i due giovani di 23 anni morti il 22 aprile
in seguito allo scontro con una Opel Astra condotta da un cittadino rumeno di
30 anni, Gheorghe Iftime. Lui, imputato con l’accusa di duplice omicidio colposo
aggravato dalla guida in stato di ebbrezza, non c’era. Erano presenti i suoi
legali, gli avvocati Paola Malavolta e Francesca Campostrini, che hanno
prospettato al giudice la possibilità di avvalersi di un rito alternativo. Ma
tutto slitta a luglio, dopo che sempre ieri è stata chiesta la citazione a
responsabile civile di Cattolica, la compagnia con cui è assicurato Iftime. Un rito direttissimo che però è «rallentato» dai tempi tecnici necessari per il risarcimento del danno. Non sono state disposte perizie sulla dinamica dell’incidente anche perchè lo stesso conducente dell’auto, durante l’interrogatorio reso al pm Benelli, aveva ammesso di aver bevuto alcune bottigliette di birra (per festeggiare il suo onomastico) e un bicchierino di Vecchia Romagna. Nel suo sangue, secondo i rilievi dei vigili urbani, c’era un tasso alcolico di 3,12. Ammise di aver accusato i sintomi della stanchezza e di aver imboccato viale Piave ma di non aver visto il cartellone che indicava che stava entrando in una carreggiata contromano. E fu per questo che si scontrò con la Ducati Monster su cui viaggiavano i due ragazzi. Uccidendoli. (f.m.) IL MESSAGGERO Sulle t-shirt il volto della
vittima al processo contro autista ubriaco
PISTOIA - Il volto dell’amica sulle magliette con uno slogan sulla sicurezza stradale, per ricordare la morte dell’amica Sara Cinalli, 17 anni, uccisa in un incidente. Una settantina di ragazzi hanno atteso fuori dal palazzo di giustizia il processo all’uomo accusato di aver ucciso la giovane guidando ubriaco. IL MESSAGGERO (METROPOLITANA) Tentata violenza.
Sulla figlia Sotto i fumi dell’alcol voleva
abusare della ragazza: arrestato di MASSIMO SBARDELLA OLEVANO ROMANO - Tenta di abusare della figlia ventenne e finisce in
manette. L’ennesima brutta storia di violenza tra le mura domestiche si è
verificata l’altra notte ad Olevano Romano dove la ragazza vive in un
appartamento poco distante dalla sorella. L’uomo, E.S., 50 anni, aveva già
scontato in passato dei periodi di detenzione per reati analoghi e da tempo era
stato diffidato dal giudice e costretto a risiedere in un comune dell’area
prenestina distante una ventina di chilometri dalle ragazze. Ex fornaio, oggi senza fissa occupazione, pare che l’uomo
fosse anche dedito all’uso dell’alcool. Ed è proprio sotto gli effetti
dell’alcool che, l’altra notte, ha di nuovo tentato di abusare sessualmente
della ragazza. Nonostante la diffida il balordo, in stato di evidente
alterazione psico fisica, ha pensato bene di fare visita alla figlia con strane
idee per la testa. Sorpresa per l’inattesa, e probabilmente temuta, visita la
giovane ha tentato di calmare le intemperanze del padre. Che ha iniziato ad
agitarsi ulteriormente e, dopo aver rotto la bottiglia che aveva in mano, ha
preso a minacciarla con il collo di vetro. Poi, tirati giù i pantaloni, l’ha
invitata a soddisfare i propri desideri sessuali. Vistasi alle strette la
ragazza si è attaccata al telefono, dando l’allarme. In pochi concitati istanti
l’ex fornaio ha tentato di serrare la porta, per impedirle di uscire, poi l’ha
afferrata dando vita ad una breve colluttazione dalla quale la giovane ha avuto
la meglio, riuscendo a guadagnare la porta d’uscita e trovare riparo nella
vicina abitazione della sorella. Nel frattempo, attivata dalla richiesta di aiuto, la centrale operativa della Compagnia carabinieri di Palestrina faceva convergere sul posto i militari delle stazioni di Olevano Romano e della vicina San Vito Romano i quali, giunti sul posto, sorprendevano l’autore l’uomo ancora intento a minacciare le due figlie cercando di farsi aprire la porta d’ingresso della casa dove si erano rifugiate terrorizzate. Inutile, alla vista delle gazzelle dell’Arma, il tentativo di darsi alla fuga con i militari che prontamente riescono ad immobilizzarlo, disarmarlo e trarlo in arresto con l’accusa di tentata violenza sessuale aggravata nei confronti della figlia. L’uomo è ora rinchiuso nella casa circondariale di Roma Rebibbia a disposizione dell’autorità giudiziaria mentre la giovane è stata accompagnata al pronto soccorso di Palestrina dove ha ricevuto le cure e l’assistenza del caso. IL MESSAGGERO (LATINA) di ALDO CEPPARULO Uccidere il padre. Freddarlo nel
... Uccidere il padre. Freddarlo nel proprio letto, mentre
dorme, con due colpi di fucile a bruciapelo. E’ successo all’alba di ieri a Sezze.
Erano passate da poco le 6 del mattino e Claudio Savo, 36 anni, per tutta la
notte non aveva chiuso occhio. La decisione di eliminare suo padre Giuseppe, 77
anni, agricoltore tutto d’un pezzo e lavoratore con le mani callose, era stata
presa già dalla sera prima. Claudio, segaligno, volto emaciato per i problemi
di depressione e alcol che lo affliggevano da anni, aveva preso la vecchia
doppietta da caccia del padre e l’aveva caricata con le c
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