Sembra
che i giochi siano fatti. Dopo l’approvazione con modifiche
del DL 151 che modifica il CdS, poiché al Senato il provvedimento
dovrebbe essere blindato, si possono già trarre delle conclusioni.
Alcuni allentamenti nel meccanismo di recupero dei punti, e nella
perdita di punti ai
neopatentati (ora di 3 anni), si mischiano ad alcuni aggravamenti
nei prelievi, ciò fa ritenere che il telaio della riforma nel suo
insieme possa, sulla carta, resistere e dare anche buoni risultati.
L’inasprimento delle sanzioni e del meccanismo di prelievo a carico
di chi si dà alla fuga disinnesca una tendenza dei conducenti, già
segnalata dalle divise della strada, a "bucare" un blocco di controllo.
Molto positive anche le sanzioni e i sistemi di registrazione dei
punti per i conducenti stranieri, ciò elimina un’evidente disparità
di trattamento fra conducenti nazionali e non. Si spera che le misure
limate per l’autotrasporto rimangano però dissuasive.
Condivisibile anche la norma che prevede che le scorte a trasporti
eccezionali siano svolte ora da privati e non più dalla Polizia
Stradale. Misura che non è stata presa nella giusta considerazione
dalla stampa, ma che si traduce in un risultato effettivo di notevole
recupero del personale. Si consideri che
la Polizia Stradale potrà in questo modo recuperare fra 30 e 40.000 pattuglie l’anno: ciò vuol
dire un aumento che sfiora il 10%
delle attuali pattuglie annue.
Ora però perché la legge produca i risultati auspicati (già intravisti
col calo dei sinistri in queste settimane) saranno essenziali 3
elementi, assolutamente irrinunciabili, pena il fallimento della
riforma.
- Un concreto incremento
quantitativo e qualitativo dei controlli su strada, per evitare
che l’effetto novità venga riassorbito dall’automobilista che si
rende poi conto che la norma è scritta solo sulla carta. Per altro
gli "abbuoni" biennali senza controlli porterebbero a breve ad avere
il 99% dei patentati con 30 punti, non tanto per meriti quanto per
la carenza di verifiche.
- Una reale funzionalità della banca dati presso il DTT, affinché
ogni forza di polizia possa conoscere in tempo reale lo stato del
punteggio del conducente. Ciò anche ai fini di dare seguito pratico
ai casi di recideva a cui consegue il ritiro temporaneo della patente.
Si consideri poi che ora il meccanismo si è fatto ancor più complesso
poiché nella banca dati dovrà essere registrato non solo ciò che
il conducente ha commesso, ma anche ciò che non ha commesso al termine
del periodo biennale di "osservazione" che gli permetterà di recuperare
periodicamente 2 punti, arrivando ad un massimo di 10.
-
Celerità ed equità nei giudizi dei Giudici di Pace. Si tenga conto che
i punti non potranno essere sottratti e contabilizzati in diminuzione
fino alla conclusione del procedimento sanzionatorio. Gli uffici del
GdP sapranno far fronte alla immaginabile mole di ricorsi che si
scaricheranno sulle loro scrivanie?
Se anche uno solo di questi tre delicati elementi non
funzionerà a dovere la riforma, che presenta aspetti sicuramente positivi e
condivisibili, ad esclusione dell’inutile e propagandistico possibile limite dei
150 Km/h nelle autostrade, sarà destinata ad un ennesimo fallimento con gravi
responsabilità a molti livelli. E di tutto potrebbe rimanere funzionante proprio
solo quel nuovo limite e i cartelli bilingue.
Forlì, 18 luglio 2003
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