Ha corso nel Motomondiale nella 500 e nell’endurance con
(ASAPS) – Stare
sempre sotto il tiro incrociato di chi ti odia solo perché dici cose scomode, non
è affatto simpatico: alcuni giorni fa abbiamo diffuso la nostra analisi –
scientifica e schietta – sull’ecatombe dei motociclisti, tirando in ballo la
velocità – come sempre – al pari di comportamenti killer da parte di
automobilisti e di gravi inadempienze nella manutenzione delle infrastrutture.
Tutto inutile: proprio una parte di motociclisti, che evidentemente pretendono
di continuare a fare come più gli pare, ci ha pesantemente insultato in alcuni
blog. Qualcuno ci ha anche consigliato di trovarci “un lavoro vero”. Come se il nostro lavoro o la nostra passione
per la sicurezza fosse un passatempo leggero, come se noi non fossimo
motociclisti. Avere ragione, però, porta sempre la giusta soddisfazione e ieri,
il riconoscimento, ci arriva da una delle icone più sacre del motociclismo
italiano. Lui, Nico Cereghini, l’uomo che già ai vecchi tempi – vent’anni fa – chiudeva
le prove su strada raccomandando a tutti
“casco in testa e luci accese, anche di giorno”, era pronto e pimpante come
sempre nello studio di “Fuorigiri”, il settimanale di approfondimento che va in
onda su Italia 1 dopo la diretta del Motomondiale. Sommario e poi il suo
sguardo si fa cupo, la sua voce diventa grave. “Prima di andare avanti – dice –
devo dire una cosa ai motociclisti che ci seguono da casa. Anzi, la devo dire a
te – dice sornione – che ti stai già preparando per uscire con gli amici”. Era
tanto che aspettavamo, noi motociclisti additati come “falsi” da chi non
accetta rimbrotti o consigli, pronto a dire sempre che la colpa è degli altri.
Una volta dei “vecchiacci” che guidano male, una volta degli scooteristi, una
volta delle buche. Sempre colpa degli altri, mai loro. “Dico a te – continua
Cereghini, mentre l’inquadratura prende il primo piano della sua faccia sempre
giovane e grintosa – proprio a te. E ti dico che stai esagerando. Alpi,
appennini, ovunque tu sia stai creando troppi problemi. Ma non le vedi tutte
quelle fotine appiccicate sui guardrail mentre viaggi in sella ai tuoi 190
cavalli? Non le vedi quelle croci, quei mazzi di fiori? Sono i resti di gente
come te, che amava la moto sopra ogni altra cosa. Devi andare più piano, devi
rispettare gli altri. E se proprio vuoi correre, allora vai in pista”. Nico è
navigato, come centauro. Forse più di tutti noi. È un manico, è un giornalista
esperto, è uno che non si è mai schierato “contro” la categoria: allora precede
la domanda che tutti da casa gli avrebbero fatto. “E non tirate fuori la scusa
che le piste costano care – aggiunge severo – che se hai pagato 15mila euro
quella bestia, puoi anche accettare di pagarne 200 per un turno al sicuro”. Forse
di euro, per un turno, ne servono anche 500, però questo non cambia le cose. Noi,
ovviamente, non aggiungiamo altro. Non vogliamo. Certo che almeno grazie, a
Nico, glielo vogliamo dire. (ASAPS) |
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