Ma quanto
se n’è parlato! Tanto, tantissimo. Da ottobre e per tutto l’inverno l’argomento
“Aviaria” o influenza degli uccelli, ha occupato per settimane, fra uno
starnuto e l’altro, le prime pagine dei giornali e le aperture dei
telegiornali, con inchieste e servizi dedicati all’argomento, mano a mano che
dall’Asia la malattia dei pennuti (in particolare acquatici) si avvicinava
all’Europa e all’Italia. Sedicenti esperti (?) si lasciavano andare con tutto
il loro scibile più o meno catastrofico. Cosa fare? Esiste un vaccino? Ci sarà
una cura? E’ una nuova versione della spagnola? Insomma di tutto e di più. Alla
fine (tocchiamo ferro), tutto si è ridotto a 16 cigni morti, serviti
televisivamente in tutte le salse, tanto che probabilmente, dall’aldilà,
Ciaikovski si sarà pentito di aver scritto il suo Lago dei Cigni. Risultato?
L’aviaria per fortuna non è arrivata, la guardia è stata tenuta alta, il
Ministro della salute si è dimesso, ma per altri motivi, non certo per le
malattie infettive. Anzi, quasi che i virus si prendessero gioco di noi,
quest’anno anche la normale influenza, sì quella in servizio permanente
effettivo, è stata sicuramente molto meno severa e pervasiva di altri anni. Va
a capire! Conseguenza: molte aziende avicole - un segmento produttivo nazionale
molto attivo - sono andate in piena crisi: riduzione del lavoro, licenziamenti,
famiglie in difficoltà, polli guardati con sospetto. Pensare che mai, proprio
mai, come ora i pennuti sono stati così controllati. Risultato? Conoscete
qualcuno che si sia ammalato di aviaria? Così come non avete conosciuto
certamente nessuno che si è ammalato della sindrome di mucca pazza vero? Nel
frattempo? Nel frattempo sulle strade hanno perso la vita ancora molte persone
con una media di 16 morti al giorno, proprio come i cigni (in un anno), ma
nessuno ne parla. Non è di moda, troppi interessi ci sono dietro. Aggiungiamo
anche una media di 800 feriti ogni giorno, tanto per quadrare. Qui sì che ci
verrebbe una efficace parodia come quella di Fiorello che fa Amadori (quello
dei polli) che al confine spara a tutti i volatili che tentano di entrare in
Italia! Ma di aviaria questa volta ne abbiamo voluto parlare anche noi,
seriamente, come misure di cautela nel trasporto di polli e volatili in genere,
nell’articolo di Lorenzo Borselli che segue. Un contributo non allarmistico, ma
tecnico su un rischio che è bene non sia sottovalutato (ma neanche gonfiato a
vantaggio delle case farmaceutiche). La comunicazione ha un ruolo importante,
importantissimo. Vorremmo che funzionasse meglio anche per quel che riguarda
gli incidenti stradali. Lo faremo in una tavola rotonda organizzata per
celebrare i primi 15 anni di Asaps, dove parleremo anche della forza
comunicativa che ha avuto la nostra associazione su questo versante. Alle fine
della tavola rotonda seguirà una tavola imbandita. Dove si serviranno cose
buone. Pollo compreso. |
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