REPUBBLICA.IT L’incidente vicino a Benevento, la vettura è
piombata sul gruppo e si è fermata solo dopo aver urtato contro veicoli
posteggiati Ubriaco perde il controllo dell’auto 2 morti e 3 feriti fuori da discoteca BENEVENTO - Tragedia davanti a una discoteca a
Rotondi, in provincia di Avellino: un’auto impazzita è piombata sulle persone
che si trovavano fuori dal locale e le ha travolte. Il bilancio delle vittime è
pesantissimo, due morti e tre feriti. Alla guida della vettura c’era un uomo
ubriaco. La sciagura è avvenuta a pochi chilometri da
Benevento, lungo la statale Appia. La ricostruzione è ancora frammentaria.
Secondo una prima versione fornita dagli agenti della polstrada di Benevento,
mentre alcune persone si attardavano di fronte al locale un’auto senza
controllo è piombata sul gruppo, uccidendo due persone e ferendone gravemente
altre tre. A quanto pare, il conducente della vettura, che proveniva da Caserta
e viaggiava in direzione di Benevento, era ubriaco. L’auto, dopo aver investito un primo gruppo di persone ha urtato tre vetture parcheggiate ai lati della strada, finendo successivamente la sua corsa sulla statale. Il guidatore è rimasto a sua volta ferito ed è ora ricoverato in ospedale. CORRIERE.IT MONZA Investì ambulanza «Arresti domiciliari» Un comportamento che denota «scarsa considerazione della vita altrui». Così il gip del tribunale di Monza Alessandro Rossato ha giustificato l’ordinanza che costringe agli arresti domiciliari V.R., 32 anni, l’automobilista che 15 giorni fa, ubriaco, ha travolto un’ambulanza sulla tangenziale nord ferendo un medico e un’infermiera e uccidendo un motociclista. CORRIERE ROMAGNA (Rimini) L’hanno ucciso per pochi spicci RIMINI - L’ultima frase pronunciata con
stupore da Elio Morri, la vittima, prima di essere massacrato è stata una
domanda: "Ma chi siete?". Un uomo mite come lui, che in tasca
custodiva solo un pezzo di formaggio e i santini di Rita da Cascia, non poteva
spiegarsi tanta cieca ferocia. La risposta l’hanno data, tre giorni dopo la
sua morte, gli investigatori: i due cittadini romeni fermati venerdì sera per
l’omicidio si chiamano Marian Balauca, 20 anni, e Eduard Arcana, 19 anni,
originari della stessa città, Roman, clandestini, arrivati a Rimini assieme nel
mese di gennaio. Il motivo di tanto accanimento non lo sanno neppure loro: l’aggressione
mortale davanti al bagno 106B, l’ultima di una serie, è avvenuta al termine
di una notte di alcol e violenza gratuita. Schiaffi e pugni ai passanti in
cambio di spiccioli, più per divertimento che per trarne profitto. Solo dopo
ore di interrogatorio, alle 5.30 del mattino, Marian, l’ultimo dei due a
rendere una confessione sufficiente a inchiodarlo è parso rendersi conto dell’accaduto.
"Sono rovinato - ha sussurrato - uscirò di galera a cinquanta anni".
I due, difesi rispettivamente dagli avvocati Corrado Bongiovanni e Simone
Campolattano, rischiano l’ergastolo. Sono accusati di omicidio volontario
aggravato da motivi futili e abietti e dalla crudeltà, tentata rapina
aggravata, ma anche - per un precedente episodio - di rapina aggravata, e
lesioni personali gravi. Tutti i reati sono contestati in concorso: a nulla
varrà il tentativo, cominciato già nel corso delle conversazioni intercettate
tra i due, di scaricarsi l’un l’altro le responsabilità maggiori. Eduard, il
primo a crollare davanti agli uomini della Squadra mobile, ha ricostruito
l’intera sequenza delle brutalità. Pieni di birra, acquistata a più
riprese in un supermercato aperto fino a tardi, e con ancora le bottiglie in
mano si sono piazzati, dopo mezzanotte, a presidiare la loro zona di caccia. Il
tratto di lungomare che va dal bagno 100 al bagno 125. Il posto scelto per dare
dimostrazioni di stupida prepotenza e arrotondare i guadagni in nero da
muratore e carpentiere. Il primo a incappare nei due balordi è stato un
italiano, non ancora identificato. Era in bici, ha raccontato Eduard. L’hanno
bloccato, spintonato. Gli hanno chiesto i soldi. Lui, terrorizzato, ha svuotato
le tasche: 80 euro. Quindi ha ricominciato a pedalare più in fretta possibile
verso casa. "Avesse denunciato l’episodio, non sarebbe accaduto
l’omicidio", commenta rammaricato un poliziotto. Magari non quella sera,
ma si potrebbe aggiungere che aggressioni dello stesso tipo e nella stessa
zona, e probabilmente da parte delle stesse persone, avvenivano con regolarità
ormai da un mese. Presi di mira gli studenti stranieri in gita scolastica.
Anche quella notte i due hanno fatto a pugni con due ragazzi tedeschi che non
si erano piegati a insulti e minacce. Mica hanno pensato di lasciar perdere,
però. “Violenti per gusto e per divertimento”, li ha definiti Sabato Riccio,
dirigente della Squadra mobile. Infatti, poco dopo, sulla passeggiata s’è
affacciata una giovanissima turista tedesca. Preda facile? Meno del previsto.
La ragazza, infatti, viste le brutte ha tirato fuori dalla borsetta uno spray
urticante e ne ha spruzzato il contenuto addosso a Eduard. La reazione è stata
feroce: uno l’ha bloccata tenendole una mano sulla bocca per non farla urlare,
l’altro le ha sferrato un cazzotto all’occhio destro (otto giorni di prognosi).
I due romeni sono scappati con un bottino di 25 euro e con il telefonino della
vittima: l’errore che consentirà di rintracciarli grazie all’intuito dei
poliziotti, alla loro caparbietà nel rintracciare la ragazza per mezza Rimini,
alle capacità del sostituto procuratore Marilù Gattelli e al sapiente utilizzo
delle tecniche di intercettazione. Infine, Morri. Un’ultima, ma stavolta tragica,
bravata. Lo hanno spinto per farlo cadere dalla bici. E’ caduto su un’aiuola,
ha picchiato sulla fioriera. S’è rialzato. “Ci ha domandato: Chi siete?”. Lo
hanno preso a pugni, a calci. Uno si è seduto sopra di lui. Gli hanno messo le
mani in tasca, lo hanno quasi spogliato per cercare quello che non aveva:
soldi. Poi, per la stizza, hanno gettato la bici - un ricordo dell’amica Sandra
Sabattini, ragazza morta nell’84 in un incidente e per la quale è in corso una
causa di beatificazione - oltre la recinzione. E l’hanno lasciato lì,
agonizzante. “Trauma cranio-encefalico di tipo contusivo multiplo associato a
meccanismo asfittico” scrive il professor Giuseppe Fortuni dopo l’autopsia. Andrea Rossini IL GAZZETTINO (Udine) IN PIAZZA VENERIO Friuli d’Or al termine Oggi tocca a
"Birrissima" UDINE - In piazza Venerio la terza edizione della manifestazione "Friuli d’Or. Il tesoro della birra". Otto quest’anno i microbirrifici artigianali presenti in piazza, provenienti da tutta la regione. Accanto ai birrifici ormai noti di Cassacco, Resiutta, San Giovanni al Natisone, Sauris, Sarone di Caneva (Pn), Sgonico (Ts) e Travesio (Pn), che ritorna dopo un anno di assenza, presente per la prima volta il nuovo birrificio di Latisana. Unico il formato del bicchiere (0,20) ed unico il prezzo, decisamente promozionale. Si può anche assaggiare qualcuno dei prodotti gastronomici proposti tra i quali il "prosciutto e lo speck di Sauris", il "cotto in crosta" di Trieste, l’immancabile "Crudo di San Daniele", il tradizionale frico, il pesce e la pitina delle Valli Pordenonesi. Ad animare la saranno spettacoli di gruppi musicali che si esibiranno dal vivo, a partire dal tardo pomeriggio. Parallelamente oggi si svolgerà la manifestazione Birrissima alla sala convegni della Camera di Commercio di Udine. L’iniziativa, organizzata dalla P.A.B. s.a.s. in collaborazione con il Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’Università di Udine, prevede la partecipazione di importanti relatori come Stefano Buiatti, docente di Tecnologia della birra dell’Università di Udine, August Gresser, direttore Tecnico Birra Forst di Bolzano, Joseph Pitt, manager della ditta francese Fermentis, leader mondiale nella produzione di lieviti per birra, e di Lorenzo Dabove, direttore culturale Unionbirrai e membro del Camra. I relatori metteranno a disposizione la loro esperienza svolgendo lezioni sui procedimenti per la produzione della birra; alle relazioni seguirà una degustazione di birre artigianali e amatoriali. Al termine i relatori saranno disponibili per rispondere ai quesiti dei partecipanti. VARESENEWS Luino - I Carabinieri sono intervenuti nella
notte: per la vittima setto nasale fratturato e varie ecchimosi e ferite
guaribili in 30 giorni Picchia la fidanzata e la chiude in casa:
arrestato Carabinieri al lavoro la scorsa notte. Verso le 3 circa, a Germignaga, i militari del nucleo operativo e radiomobile hanno arrestato un uomo, P.D., pregiudicato, di Luino ma residente a Germignaga, classe 1977, perché colto in flagranza dei reati di sequestro di persona, lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale. Vittima della violenza la fidanzata 24enne dell’uomo: i due hanno furiosamente litigato e la ragazza ha avuto la peggio, riportando la rottura del setto nasale e diverse ecchimosi e ferite, giudicate guaribili in 30 giorni dalle autorità sanitarie intervenute. Ma l’uomo non si è limitato a picchiare selvaggiamente la fidanzata. Infatti l’ha anche chiusa a chiave in casa, nascondendo la chiave della porta blindata per non permettere alla ragazza, con la quale tempo addietro aveva convissuto, di lasciare l’appartamento. Secondo le prime indagini, i due erano soliti litigare di continuo anche se in luogo pubblico, anche in piazza o davanti alla caserma dei Carabinieri. Tra le cause di questi continui e violenti battibecchi, l’alcool, che stando alle rilevazioni degli uomini dell’Arma l’uomo assumeva in grandi quantità giornalmente. I militari sono stati avvertiti da una telefonata della ragazza. Una volta arrivati al domicilio della giovane, l’uomo si è rifiutato in un primo momento di aprire ostentando indifferenza per la presenza degli uomini delle forze dell’ordine, che sono comunque riusciti ad introdursi nell’appartamento passando attraverso una portafinestra socchiusa. L’uomo è stato così arrestato dopo una breve colluttazione con i Carabinieri, mentre la ragazza, trovata in lacrime sul divano di casa, è stata trasportata d’urgenza in Ospedale a Luino. P.D. è ora in carcere a Varese, a disposizione dell’autorità giudiziaria. L’ADIGE Vino, tra rischio e salute Il consumo di vino si è più che dimezzato
negli ultimi quarant’anni, passando dai 120 litri all’anno per abitante di
inizio anni ’70 a gli attuali 50 litri, ma è anche vero che oggi il contenuto
del vino è diverso. «Le rese per ettaro si sono ridotte notevolmente e c’è una
maggiore concentrazione di sostanze non alcol - spiega Francesco Spagnolli,
preside dell’Istituto Agrario di San Michele -. Inoltre oggi gli effetti
benefici di un consumo moderato di vino sono sostenuti da evidenze scientifiche».
Vino e alcol in ogni caso sono spesso al centro di dibattiti e di polemiche
e i consumatori sono continuamente bersagliati da notizie contrastanti che
finiscono con il creare sconcerto e diffidenza. Parlando di vino e salute è
giusto ricordare come prima cosa gli effetti negativi, cioè i danni relativi
alla dipendenza e all’abuso di alcol. E correttamente, ieri, in occasione del
convegno dal titolo «Il vino fa buon sangue?», promosso da Cantina La Vis e
Valle di Cembra nel contesto della Mostra dei vini del Trentino, la prima
relazione è stata affidata al dottor Mauro De Concini, componente della
commissione medica per le patenti di guida. «L’etanolo (alcol etilico prodotto
per fermentazione o distillazione) è una molecola perfida - dice De Concini -,
perché il nostro organismo è molto portato all’assorbimento di alcol, ma ha
tempi molto lunghi per il metabolismo». Sono noti gli effetti euforizzanti
dell’alcol: vivacità, loquacità, comportamento spavaldo, sottovalutazione dei
pericoli si manifestano già a concentrazioni di 0,5 grammi per litro. Ecco
perché a norma dall’articolo 186 del codice della strada chi si mette alla
guida superando questa soglia compie un reato penale. «L’incidente da
traffico è la più grossa epidemia - continua De Concini -, e l’unico rimedio è
prevenire». Man mano che le concentrazioni di alcol nel sangue aumentano,
anche i sintomi diventano più pesanti: tra 0,8 e 1 grammo per litro si
manifestano tachicardia, difficoltà di respiro, andatura barcollante, atteggiamento
aggressivo. Fino da arrivare al coma etilico con 3 - 4 grammi per litro. Non
tutte le persone reagiscono allo stesso modo alla quantità di alcol ingerita, e
le donne sono svantaggiate. Gli effetti in ogni caso compaiono dai 30 ai 60
minuti dopo il consumo, e scompaiono non prima di 2 ore. Per chi viene sorpreso
alla guida, le pene sono severe: ammenda da 258 a 1032 euro, arresto fino ad 1
mese, patente sospesa, e penale di 10 punti. «Sottoporsi alla prova
dell’etilometro conviene - dice ancora De Concini - perché il rifiuto vale come
ammissione». Un protocollo d’intesa con l’Azienda sanitaria, che gestisce i
problemi alcolcorrelati, fa sì che chi viene condannato per guida in stato di
ebbrezza, ed è recidivo, entri nei programmi di recupero. Si pone allora il
problema di quali siano le quantità lecite. «Le linee guida - conclude De
Concini - parlano di un boccale di birra, i bicchiere di vino e un bicchierino
di superalcolici». Gli effetti benefici per la salute di un consumo moderato di
vino (due o tre bicchieri al massimo al giorno, uno o due per le donne) sono
stati al centro della seconda relazione, tenuta da Flavio Mattivi, ricercatore
presso il centro sperimentale dell’Istituto agrario. Il vino contiene a
antiossidanti sulla cui azione protettiva rispetto al rischio di malattie
cardiocircolatorie oggi esistono ben pochi dubbi (*). Ma il vino è un
prodotto complesso, contenente numerosi composti (se ne conoscono più di 250),
la cui valenza salutistica non è stata ancora studiata completamente. E che
potrebbero riservare ulteriori sorprese: recenti ricerche deporrebbero infatti
per un effetto antiobesità di un altro composto del vino, gli «antociani». Con
l’avanzare delle conoscenze, infine, esistono ulteriori prospettive di
miglioramento delle proprietà nutrizionali dell’uva e del vino, in relazione
soprattutto ai progressi ottenuti nel campo della genetica della vite. (*) Nota: è vero. Ma gli antiossidanti si trovano in decine di altri cibi e bevande, tramite le quali è possibile assumerli senza ingerire l’alcol, che è sostanza tossica e potenzialmente cancerogena, classificata come droga. L’ADIGE Acat, finalmente una nuova sede che sarà punto
di ascolto: 130 gli utenti e 400 con le famiglie. Contro l’alcol “serve avere la testa” Chiedono una cosa giusta e difficilissima
insieme: un cambio di mentalità. I vertici dell’Acat Vallagarina-Montalbano,
non vogliono più sentir parlare di ex-alcolisti, un’etichetta che rischia di
costringere gli aderenti dei loro 34 club in un cliché stretto come una gogna.
«Noi in realtà non seguiamo solo i singoli dipendenti da alcol, ma anche le
loro famiglie». Pertanto Acat, cioè: associazione delle famiglie con
problemi alcolcorrelati. A deciderlo è stato un referendum interno che ha
raccolto il 98% dei consensi: bisogna cambiare immagine. La distinzione non
è solo formale come ha spiegato ieri il presidente Franco Berlanda durante
l’incontro con la stampa svoltosi nella nuovissima sede del Centro Civico al
Brione. Sono 130 gli utenti, 400 dunque le persone coinvolte (19 i club della
Vallagarina, 14 quelli compresi tra Mori e destra Adige). In ogni club non più
di 8 famiglie e un servitore che aiuta le dinamiche di auto-mutuo-aiuto. Il
nuovo vertice Acat che succede a Renzo Stedile (e che eredita grazie alle sue
battaglie la nuova sede), mostra di avere le idee chiare anche sulle battaglie
da fare in una società che è molto «alcolica». Non passeranno inosservate le
politiche schizofreniche: avviare campagne di sensibilizzazione contro l’alcol
(un seminario dell’Azienda Sanitaria con 90 corsisti parte proprio domani alla
Beata Giovanna) e dall’altro finanziare le varie feste della birra. Si
vigilerà sulle sponsorizzazioni alcoliche, sulle parole di circostanza
all’indomani di incidenti mortali dove alcol e alta velocità si danno la mano
senza far nulla per diffondere l’etilometro. Lo sforzo principale sarà far
capire che l’alcolismo non è una malattia, ma uno stile di vita. «Serve avere
testa» dice Berlanda affiancato dal responsabile del gruppo di Montalbano
Franco Baldo. La preoccupazione è anche per il nuovo fenomeno dell’happy hour
come se la socializzazione avvenisse solo tenendo un bicchiere in mano. «Non
siamo proibizionisti» dice Baldo «ma bisogna sapere i rischi che si corrono».
L’Acat farà della sua sede un punto di ascolto per le famiglie che sentono di
avere in casa il problema: il figlio che "sballa" al sabato sera, il
congiunto spesso alticcio. Il lunedì dalle 10 alle 12 e il mercoledì e venerdì
dalle 17 alle 19 (info: 04064-412496) c’è un operatore per loro. In futuro
verrà il sito internet per facilitare i contatti. Ottima la collaborazione con
il Servizio Alcologia dell’ospedale di Rovereto. Ma un appello c’è: investire
sull’ospedale semivuoto di Ala per farne un centro ad alto livello come quello
di Auronzo (Belluno). In Trentino c’è solo una struttura, ma privata: villa San
Pancrazio ad Arco. E ai comuni: «Chiamateci: siamo pronti a tenere incontri di
sensibilizzazione con la popolazione, ma soprattutto una cosa: non metteteci più
l’etichetta "ex-alcolisti" anche per rispetto delle nostre famiglie.
Siamo persone, molte delle quali in astinenza da qualche decennio». C. P. (*) (*) Nota: l’articolo contiene un sacco di
imprecisioni. Nel Club non ci sono “utenti”, ci possono essere fino a 12
famiglie, non ci si configura nell’auto-mutuo-aiuto. Quanto al superamento del concetto di
“alcolisti”, per mettere al centro la famiglia, va fatta una considerazione:
l’approccio dei Club ha già operato questo fondamentale passaggio culturale decine
di anni fa, e il nome “Club degli alcolisti in trattamento” non è coerente con
questa visione. La discussione per il cambio di nome al Club è aperta da molti anni: è una questione molto complessa ed importante. IL GAZZETTINO (Padova) CINTO EUGANEO Davanti alla trattoria "Al
Cantinon". Il gruppo di amici dell’Alta era uscito dal locale per
fumare Minaccia i clienti con la pistola L’uomo, era ubriaco Preso in consegna dai carabinieri e
denunciato. L’arma era ad aria compressa Cinto
Euganeo In preda ai fumi dell’alcol ha terrorizzato
con una pistola, un gruppo di amici che stavano cenando alla trattoria Al
Cantinon di Valnogaredo, la frazione di Cinto Euganeo. Alla fine A.R., 36 anni,
elettricista, residente a Cinto Euganeo ha rimediato un’altra denuncia per
ubriachezza molesta. Già alticcio, al volante di un Fiat
"Fiorino" e accompagnato da un amico di bottiglia, anch’egli non più
lucido per effetto del vino, si è recato prima al bar Dal Santo. Il locale era
già chiuso e fuori alcuni giovani clienti stavano per fare ritorno a casa. «Un uomo è sceso dal "Fiorino",
lasciando i fari puntati su di noi. Subito non abbiamo capito cosa volesse -
racconta Diego Dal Santo, titolare dell’omonimo bar - poi dalle parole che
farfugliava abbiamo capito che era ubriaco. E impugnava una pistola. Con il
calcio dell’arma ha cominciato a colpire il cofano del suo camioncino. Subito
dopo è risalito sul "Fiorino", ha fatto retromarcia e se ne è
andato». Altra tappa alla trattoria Al Cantinon che si
trova poco lontano dal bar Dal Santo. Fuori dalla trattoria si trovava un
gruppo di amici provenienti dall’Alta Padovana. Erano usciti dalla trattoria
per fumare. Uno di loro stava per essere investito dal "Fiorino"
dell’elettricista. L’ironia del cliente, scampato al pericolo di essere
travolto, non è piaciuta al conducente del "Fiorino" che ha
minacciato con la pistola l’esterrefatto cliente. L’uomo faceva fatica a reggersi in piedi: il
gruppo di amici è tornato nel locale per proseguire la cena. L’elettricista,
invece, si è seduto fuori con il suo amico, ha chiesto ancora da bere e poi ha
atteso l’uscita dalla trattoria del gruppo di amici. Quando li ha visti comparire ha inscenato una
sorta di virtuale eliminazione, puntando la pistola contro i nove clienti che
si stavano salutando fuori dal locale. Una scena paradossale: l’elettricista
sempre più in preda agli effetti dell’alcol, faceva fatica a reggersi in piedi
e con parole impastate dall’alcol colpiva virtualmente quelli che considerava,
nella sua mente sconvolta dal vino, i suoi nemici. Mentre il titolare del
Cantinon chiudeva la porta, intorno alle 0.30, arrivavano i carabinieri del
radiomobile di Abano e il comandante della stazione dei carabinieri di Lozzo
che prendevano in consegna l’elettricista, denunciato poi per ubriachezza
molesta. La pistola era ad aria compressa. Orfeo Meneghetti LA PROVINCIA DI CREMONA Il Motorock fa il
pienone Migliaia i bikers in festa
Birra, musica, allegria per una grande
edizione di Giuseppe Bruschi L’invasione dei bikers, annunciata ed iniziata venerdì sera, ieri finalmente, civilmente e rumorosamente, c’è stata. Il parco del Po, supercontrollato e superaccaldato (anche se non sono mancati pomeridiani e serali salutari refoli di brezza padana), si è trasformato nell’Eden degli amanti di moto, birra, rock’n’ roll. Una festa coinvolgente, simpatica, fragorosa eppure ordinata. Con notevole soddisfazione e del Gruppo Custom Cremona e del suo capitano Roberto Guareschi che, prudentemente ma realisticamente, ha stimato in 3 mila i bikers arrivati da ogni angolo d’Italia. Ed ovviamente da mezzo mondo, con i tedeschi, tra cui il gruppo ‘Warlock’ in prima fila. Spiega il presidente Guareschi: «Ci siamo conosciuti in Germania, ad un raduno simile al nostro. Siamo diventati amici, ci hanno promesso che sarebbero venuto in riva al Po. Così è stato». Ma c’è anche chi ha attraversato mari in nave e monti in moto per mettere le tende (canadesi)al Parco del Po. E’ il caso del brasiliano Carlos e della sua bella compagna Alina, tutti di pelle vestiti, che confessano il loro amore per Cremona e per la birra che è l’ingrediente ‘tonico e tonificante’ della kermesse. Quest’anno la tedesca Eku, classe 1872, scorre a fiumi nei boccali e soprattutto troneggia in un enorme tank da 5 mila litri riempito due ore prima dell’inizio della festa. Tira moltissimo, e ieri alle 19 c’era già la coda, il ristorante tirolese, collocato sotto il megatendone ed affiancato dalla paninoteca. Crauti, salsicce, fagioloni, cipolle vanno a ruba e ci sono anche quelli che fanno il bis. E se le ruote ti rovinano le scarpe, niente paura. si possono comperare, insieme a scarponi, maglie, cinture e giubbotti. Un bazar da mille ed una notte. Poi note, quelle da milioni di decibell, allietano la notte. Grandi gruppi ieri sera sul palco: Midnite Sun, band casalasco-mantovana; U.D.O, band teutonica di livello internazionale, autentica icona dell’heavy metal con uno strepitoso Udo Dirkscheiner ed infine The Claymor che hanno debuttato a Cremona. Bene pure la lotteria, con una moto Guzzi Griso 1100 assegnata a mezzanotte (domani i numeri vincenti). I bikers hanno anche fatto la fortuna dei bar della città che li hanno accolti con simpatia. E stasera il Motorock 2006 chiude i battenti. In rumorosa bellezza. IL GAZZETTINO (Pordenone) LUOGHI DI LAVORO ALCOL UNA MINACCIA ALLA SICUREZZA Il fenomeno dell’uso di alcol e, più in
generale, di sostanze psicoattive nei luoghi di lavoro, è un problema ancora
troppo sottovalutato. In Italia non esiste ancora un sistema di
monitoraggio sull’impatto che l’uso di sostanze psicoattive ha sulla sicurezza
nei luoghi di lavoro. I dati cui è possibile far riferimento sono le stime
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo la quale, tra il 10\% e il
30\% degli infortuni sul lavoro, hanno fra le loro cause l’uso di bevande
alcoliche. Secondo il rapporto Inail, nel 2002 ci sono stati 967.785 infortuni
sul lavoro, di cui 1.397 mortali. Una stima conservativa che attribuisca
all’uso di alcolici il 10\% degli infortuni in Italia, porterebbe ad attribuire
a tale causa 139 infortuni mortali e circa 96.700 infortuni non mortali. Ma non c’è solo l’elemento della sicurezza che
si deve prendere in conto se si parla di lavoro. L’uso di questa sostanza,
infatti, spesso ha un ruolo sinergico o di potenziamento per i danni alla
salute derivanti dall’esposizione ad alcune sostanze chimiche spesso presenti
nelle nostre realtà produttive e molto deve essere fatto ancora sul
versante della comprensione e la definizione scientifica di tali aspetti. Ulteriori difficoltà devono essere affrontate
sul piano culturale e sulla informazione per sfatare o definire in modo più
adeguato il problema. L’attenzione rivolta verso i problemi di dipendenza cronica
fanno spesso sottovalutare la presenza ed il ruolo del modico bevitore, figura
molto più diffusa e verso la quale si devono attuare specifiche forme di
informazione e di formazione. La nefasta associazione di alcol e lavoro può
essere affrontata efficacemente solo attraverso la responsabilizzazione di
tutti soggetti che operano nei luoghi di lavoro (datori di lavoro, lavoratori,
medico competente, servizi pubblici di prevenzione). È essenziale la funzione assegnata dalla legge
alle figure del Medico competente, ai Servizi pubblici di prevenzione e sicurezza
negli ambienti di lavoro e ai Servizi di Alcologia, che devono creare le
condizioni per rilevare le possibili non idoneità a specifiche mansioni, nonché
definire e realizzare precisi percorsi terapeutici e di recupero, nel rispetto
delle singole competenze. Sono questi i motivi che hanno portato
all’organizzazione, a Pordenone di due importanti momenti formativi. In
particolare, domani, nell’Auditorium della Regione, in via Roma 2, è in
programma il convegno nazionale "Alcol e mondo del lavoro: una relazione
in-sicura" e martedì, il Villaggio del Fanciullo ospiterà un workshop
regionale su "Alcol nei luoghi di lavoro: diagnosi, trattamento e
prevenzione". Le iniziative sono organizzate dalla Società italiana di
alcologia e dall’Ass n. 6 "Friuli Occidentale" e rientrano
nell’ambito del progetto nazionale "Alcol e lavoro" promosso dal
Ministero della Salute, al quale aderisce anche la nostra Regione. Sarà l’occasione per affrontare la complessità dell’operare su questi temi nella nostra articolata realtà lavorativa, ricordando la particolarità del momento storico legato sempre più ad una spiccata dinamicità aziendale, alla sua complessità organizzativa, ai fenomeni di flessibilità del lavoro e dell’immigrazione. La tavola rotonda organizzata che prevede anche la partecipazione delle Organizzazioni sindacali, delle Associazioni imprenditoriali permetterà non solo un articolato confronto ma sarà un punto di partenza anche per nuove e condivise iniziative nella nostra provincia. In una particolare sessione del convegno e del workshop si affronterà poi il tema della terapia e della prevenzione del fenomeno, aggiornando i partecipanti sulle più recenti metodiche di intervento. Più in generale anche in questa occasione si tenterà di creare le premesse per la realizzazione di ambienti favorevoli, incrementando la disponibilità di informazioni sul tema, migliorando le abilità personali e le opportunità che consentano di fare scelte sane. IL GAZZETTINO (Udine) Electroblog, festival
della musica giovane
Trieste (gb) Si chiama Electroblog il primo festival
della cultura elettronica organizzato a Trieste dall’associazione
interculturale Etnoblog. Un evento dedicato alla musica elettronica con artisti
di fama internazionale impegnati in una lunga serie di serate dal 26 al 28
maggio. Tre giornate che dalle 17 alle 22.30 avranno come location all’aperto i
Giardini di via San Michele e quelli di Androna degli Orti, a pochi metri dal
cuore storico e archeologico del Colle di San Giusto. Mentre per chi vorrà fare l’alba, le serate
continueranno dalle 23 alle 5 del mattino presso l’Hip Hop, il locale ricavato
all’interno dell’Ippodromo di Montebello. Non solo musica elettronica di alto
livello comunque. Nella sede di Etnoblog, in via Madonna del Mare 3 (dove si
svolgeranno anche gli eventi pomeridiani in caso di pioggia) la manifestazione
ospiterà sabato pomeriggio pure alcuni dibattiti sulla cultura elettronica. Il
Festival, realizzato con il contributo della Regione e con il patrocinio del
Comune di Trieste, ha il supporto mediatico di Radio Italia Network che
trasmetterà le performance in streaming web. A Trieste arriveranno così i
migliori artisti dalla regione ma anche da Lubiana, Berlino (madre con la
Loveparade dei grandi party di questo genere), Palermo, Roma, Londra, Ginevra e
Sidney. Nel contesto del Festival muoverà primi passi,
un progetto nato dalla collaborazione tra Etnoblog e il Servizio per le
Tossicodipendenze di Trieste che vuole analizzare il problema dell’abuso di
alcool e sostanze stupefacenti. L’intento è quello di sviluppare metodologie di
intervento efficaci e soprattutto condivise da tutte le diverse realtà e
professioni coinvolte nell’ambito dell’intrattenimento serale. Personale medico
fornirà allo staff le informazioni basilari sulla gestione di situazioni di
primo soccorso, oltre ad assicurare il proprio sostegno durante tutto il
Festival. Nei pomeriggi musicali inoltre verranno serviti solo alcolici a
bassa gradazione e distribuite gratuitamente bottiglie d’acqua. (*) (*) Nota: c’è l’idea, infondata, che la gran
parte dei problemi alcolcorrelati derivi dai superalcolici: in Italia l’ottanta
per cento dei problemi deriva dal consumo di “alcolici a bassa gradazione”. In un’iniziativa di prevenzione e sensibilizzazione sarebbe auspicabile, a mio parere, che, in maniera simbolica, per una volta venissero servite solo bevande analcoliche. L’ADIGE Folla a «Non solo rock», spettacolo e
promozione sociale Piné, le chitarre elettriche spingono la
crescita civile BASELGA DI PINÉ - Musica, danza, cabaret, ma soprattutto tanto entusiasmo giovanile. Tutto questo è stata la prima edizione di «Non solo rock» la grande kermesse giovanile organizzata nel pomeriggio e nella serata di ieri allo stadio del ghiaccio di Miola di Pinè. Oltre 300 giovani provenienti da tutta la Valsugana (approfittando anche del servizio di bus-navetta messo a disposizione dal Comprensorio C4) hanno affollato la struttura pinetana (priva ieri della sua consueta superficie ghiacciata) per dar vita ad un evento dove sentirsi realmente protagonisti. Grazie alla presenza di ben undici band locali (quattro provenienti dal Pinetano), alle proposte di diciotto stand delle associazioni locali (dai cori, alle bande, dall’Avis alle tante associazioni sportive), ai cocktail analcolici del «bar bianco» allestito dalla scuola alberghiera di Levico, ed allo spettacolo finale di SuperMario Cagol si è infatti potuto vivere un pomeriggio divertente e sereno, sperimentando un’atmosfera diversa ed alternativa rispetto al solito ritrovo pubblico. Protagonisti della serata in particolare i giovani del Centro Giovani di Baselga, delle associazioni Scaladi di Rizzolaga e Free Time di Bedollo (sostenuti dalle amministrazioni comunali locali) che hanno visto concretizzarsi un sogno lungo otto mesi. Tanto è infatti durata la gestazione e l’organizzazione di una scommessa alla fine pienamente vinta. La manifestazione, che ha raccolto anche l’adesione del coordinamento «Alcol e sicurezza stradale» promosso dalla Asl del Comprensorio Alta Valsugana, ha concluso in modo positivo i tre eventi racchiusi sotto lo stesso titolo di «Diversamente divertente». «Non solo rock» è stato quindi un reale momento di incontro tra le esigenze e le richieste del pianeta giovanile, e le proposte del modo locale dell’associazionismo, del volontariato, dello sport per affrontare assieme le tematiche della salute, del benessere, della solidarietà e di stili e proposte di vita alternativi. Molto di più quindi che un semplice concerto di musica rock. D. F. IL GAZZETTINO (Treviso) IN VIA MANIN Ubriaco molesta le ragazzine del bar Arriva la
polizia e lui se la dà a gambe Hanno dovuto chiamare la polizia municipale le ragazze al bar "Trevigi" di via Manin ieri pomeriggio. Il locale è frequentato da giovani donne. Ieri oltre a loro, clienti assidue, anche un uomo. Uno sconosciuto, sembra un extracomunitario che aveva bevuto qualche bicchiere in più ed che ha iniziato a molestare le ragazze con commenti poco garbati. «Che belle....», non smetteva a dire l’ubriaco, tentando di allungare le mani. Le giovani e i gestori, temendo che la cosa degenerasse hanno richiesto l’intervento dei vigili urbani. L’uomo visto la malaparata ha pensato bene di cambiare bar. Una volta giunti sul posto infatti gli agenti della polizia municipale non hanno trovato nessuno. Al bar c’erano solo le ragazze e non hanno potuto fare altro che chiedere loro come fosse andata. IL GAZZETTINO (Venezia) PER DANNI, RESISTENZA E LESIONI Ubriaco nell’ascensore bloccato aggredisce i
poliziotti, arrestato Chioggia (M.B.) Si è chiuso in ascensore completamente ubriaco e ha cominciato a colpire a calci e pugni le porte e gli specchi al suo interno. Un interno condominio di via Zarlino a Chioggia è finito nel caos nel tardo pomeriggio di giovedì. E.P. 40 anni, stando a quanto riferito dagli inquirenti, in preda ai fumi dell’alcol ha preso l’ascensore per arrivare al suo appartamento. Ha però schiacciato il tasto del blocco di emergenza e ha finito col bloccare l’ascensore al secondo piano. Ad accorgersi di quanto stava accadendo sono stati gli altri condomini che hanno sentito l’uomo urlare e colpire con violenza le pareti dell’ascensore. Subito sono stati allertati i vigili del fuoco e la polizia. I pompieri hanno forzato le porte e sono riusciti a fare uscire E.P. nel giro di pochi minuti. Alla vista della Polizia l’uomo è andato improvvisamente e inspiegabilmente su tutte le furie. Si è scagliato con violenza contro i due agenti tentando di colpirli con calci e pugni. Inevitabile l’arresto per danneggiamento, resistenza violenza e lesioni a pubblico ufficiale. L’uomo, pregiudicato, era già noto alle forze dell’ordine per via di diversi episodi avvenuti in passato. Qualche anno E.P. aveva minacciato i poliziotti brandendo addirittura un coltello. Condotto al carcere veneziano si trova ora a disposizione della magistratura. VIRGILIO.IT Discoteche unite
contro l’alcool Taxi a costo
ridotto e test nel Codice Etico (ANSA) - ROMA, 21 MAG - Taxi ridotti, alcoltest fuori dai locali e limiti di consumo tra le proposte delle discoteche per combattere l’ebbrezza alla guida. Il Silb (Sindacato Italiano Locali da Ballo), a fronte di un fenomeno sempre piu’ in crescita, ha istituito il Codice Etico delle discoteche per combattere le stragi del sabato sera, un decalogo vero e proprio con valore etico e sociale. Maggiore attenzione anche per l’esposizione dei cartelli di divieto per la somministrazione di alcool. LA PROVINCIA DI CREMONA Danni e violenza all’ospedale. Per
neutralizzare l’uomo arrivano i vigili urbani Guardia aggredita da un paziente Prima ha dato in escandescenza ed ha danneggiato le macchinette che erogano bibite e snack nei pressi del locale ristoro, a due passi dalle bariste, prima allibite, poi impaurite. Quindi si è avventato sulla guardia ospedaliera intervenuta per fermarlo (che ha riportato lesioni giudicate guaribili in sei giorni, salvo complicazioni). A seguire se n’è andato, ma non s’è allontanato molto: è stato rintracciato e bloccato poco dopo, all’intersezione tra via Giuseppina e viale Concordia, dagli agenti della Polizia urbana allertati pochi minuti prima dalla stessa guardia. Un primo pomeriggio all’insegna della violenza, ieri, all’ospedale Maggiore. Protagonista un romeno di 38 anni, A.L.T., residente in città, che gli agenti hanno poi ricondotto all’ospedale per le cure necessarie. La sua posizione è al vaglio degli stessi agenti del comando di piazza Libertà. Potrebbe esser denunciato per danneggiamenti, ubriachezza molesta, lesioni. Al vaglio anche l’ipotesi della resistenza. Sono le 15 quando il 38enne — che a quanto pare ha appena lasciato il pronto soccorso — inizia a sbraitare nei pressi del bar. Pochi secondi e inizia a colpire le macchinette. L’allarme arriva alla guardia ospedaliera, che accorre. Appena individua il romeno cerca di bloccarlo, a quanto pare anche ricorrendo allo spray in dotazione. Ne nasce una colluttazione nel corso della quale il romeno colpisce più volte la guardia ospedaliera. Gli assesta anche un morso. Da non crederci. Subito dopo il 38enne riesce a lasciare il nosocomio ma a quel punto gli agenti della Polizia municipale, coordinati dai colleghi della centrale operativa, sono già sulle sue tracce. I vigili urbani individuano e bloccano il romeno in una aiuola. Quindi lo riportano all’ospedale, dove, con estrema cautela, vene messo nelle condizioni di non nuocere. A seguire gli agenti — appurato che tutto è tornato sotto controllo — fanno rientro al comando e iniziano a redigere gli atti, non prima di essersi accertati delle condizioni della guardia ospedaliera e di aver sentito il suo racconto. IL GAZZETTINO (Venezia) Ad un posto di blocco della Polizia Alla vista dell’etilometro molla l’auto e
fugge a piedi Subito raggiunto, patente ritirata Chioggia Aveva alzato un po’ troppo il gomito ma non voleva rimetterci la patente. E così un trentenne Chioggiotto, alla vista degli agenti della Polizia, ha pensato bene di mollare la sua Renault proprio davanti al posto di blocco e di fuggire a piedi per evitare i controlli. Venerdì sera la polizia di Chioggia ha effettuato una serie di controlli a tappeto lungo il Lungomare Adriatico di Sottomarina. Muniti di etilometro gli agenti hanno controllato una cinquantina di automobilisti, in gran parte giovani. Cinque di loro sono risultati alla guida in stato di ebbrezza ed è stata loro immediatamente ritirata la patente. La reazione più incredibile della serata spetta però al trentenne chioggiotto. Vistosi davanti il posto di blocco non ci ha pensato su due volte. Ha frenato di colpo in mezzo alla strada, ha aperto la portiera e si è dato alla fuga a gambe levate. Gli agenti lo hanno rincorso e raggiunto immediatamente. Per lui non c’è stato scampo: test etilometrico positivo e ritiro immediato della patente. Con l’arrivo dell’estate la polizia ha intensificato i controlli nelle strade cittadine e, anche nei prossimi giorni, verranno effettuati numerosi posti di blocco per dissuadere i guidatori a sedersi al volante alticci. CORRIERE.IT Ancora tensione causata dalle scorribande di
centinaia di giovani: i violenti dispersi dalle forze dell’ordine Campo de’ Fiori, notte di paura per i
commercianti Un’ora di tensione davanti alla statua di
Giordano Bruno. Da una parte carabinieri e poliziotti pronti ad intervenire,
dall’altra un centinaio di giovani impegnati fino a qualche minuto prima in una
partita di «vaiolance». Si è sfiorata ancora la rissa l’altra notte in piazza
Campo de’ Fiori dove sono volati insulti e qualche bottiglia contro le forze
dell’ordine intervenute su richiesta dei commercianti della zona. Dopo un breve
periodo di tregua, seguito alle scorribande dei teppisti prot
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