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Rassegna stampa Alcol e guida del 23 maggio 2006

  IL MATTINO (AVELLINO)

L’INCIDENTE SULL’APPIA COSTATO LA VITA A DUE PERSONE 

Arresti a casa per l’ubriaco del disco-pub di Rotondi

 PASQUALE PALLLOTTA

Rotondi. Una folla commossa ha reso l’ultimo saluto a Valerio Lombardi, il 18enne di Apollosa che nella notte di sabato ha perso la vita, insieme al 59enne Clemente De Crescenzo, in un assurdo incidente stradale che si è verificato sulla statale Appia a Campizze di Rotondi. Ad Apollosa sono arrivati tanti ragazzi del liceo scientifico di Benevento, la scuola che frequentava Lombardi. Ed è lo stesso istituto che ospita anche Pasquale Morabito, l’altro 18enne coinvolto nell’incidente che si trova ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Rummo di Benevento. Una vera e propria tragedia che ha colpito sia la Valle Caudina che il capoluogo sannita. Intanto Domenico Petrone, il 25enne di San Felice a Cancello che era alla guida della Opel Corsa che ha provocato la carambola mortale davanti al «Wizard», è stato dimesso dall’ospedale Rummo, dove era stato ricoverato anche lui sabato notte e si trova agli arresti domiciliari. Per lui l’accusa è di omicidio plurimo colposo e di guida in stato di ebbrezza. Non si dà pace per quello che ha provato lungo quella maledetta striscia di asfalto. Ma ora la sua situazione è al vaglio della procura di Avelino. Intanto la pericolosità della statale Appia, nel corso del fine settimana, è al centro del dibattito ed interessa da vicino le amministrazioni comunali toccate dall’attraversamento dell’arteria e tra queste, quella di Rotondi. Uno dei principali problemi è rappresentato dalle auto che vengono lasciate in sosta lungo la carreggiata. Ed i ragazzi per raggiungere i locali devono percorrere diverse centinaia di metri a piedi, con le auto che sfrecciano a grande velocità. Per potenziare il servizio di controllo notturno, la giunta comunale di Rotondi, già prima della tragedia, aveva stretto un accordo con il locale comando dei vigili urbani, per alcuni progetti, tra cui anche il controllo notturno del pezzo dell’Appia che ricade nel suo territorio. Ma, secondo Luigi Fevola, vice sindaco del piccolo centro caudino, l’azione di un’unica amministrazione su questa materia non è per nulla sufficiente. Mai come in questo caso ci vorrebbe la sinergia di più soggetti e di più amministrazioni. E questo non solo per la repressione ma anche e soprattutto per la prevenzione. Su questo versante anche i gestori dei locali potrebbero svolgere un’opera importante magari mettendo in palio dei bonus per coloro che non abusano di alcolici. Questo perché, a parte la pericolosità della strada, c’è la grande questione dell’abuso di bevande alcoliche che con l’arrivo dell’estate aumenta sensibilmente. 


 

 

IL MESSAGGERO (LATINA)

TERRACINA 

Picchia la madre per i soldi, lei lo denuncia 

Alcolizzato, voleva il denaro per bere, quando la donna si rifiuta la minaccia con un coltello 

 di FABIO COCCIA

Quei soldi non voleva darglieli più. Fosse l’ultima cosa che avrebbe voluto fare nella vita A.D.V., madre disperata di 53 anni con un figlio alcolizzato cronico di 31, L.M.. Ieri notte era tornato a casa ubriaco come sempre e come sempre aveva provato a chiederle altri soldi per bere. Ma questa volta la donna anziché subire passivamente, gli aveva detto di no. Un diniego talmente fermo e sicuro che lui, il figlio, è andato su tutte le furie. L’ha sbattuta violentemente sulla sedia e poi con un coltello da cucina l’ha minacciata. «Dammi tutto quello che hai. Anelli, catenine, bracciali, altrimenti ti picchio». Impaurita la mamma le ha dato quei pochi oggetti d’oro che teneva addosso e nel tentativo di fermarlo nuovamente lui le ha scagliato in testa una grossa valigia pesantissima, trascinandola fuori dall’abitazione. Poi è uscito per provare a piazzare a pochi soldi l’oro di sua madre e comprare altro alcool. E lei, disperata, ne ha approfittato per chiamare il commissariato di polizia di Terracina e denunciarlo.

Quando è tornato a casa di nuovo, più ubriaco di prima, insieme a sua madre ha trovato anche gli uomini della volante. Ha tentato anche di evitare le manette inveendo contro gli agenti che lo hanno bloccato ed arrestato. Il coltello, con una lama di dieci centimetri, è stato sequestrato.

Su di lui pendono una serie di reati di violenza privata e lesioni accumulati nel corso degli ultimi, visto che era persona già nota alle forze dell’ordine. Sua madre è stata costretta a ricorrere alle cure del pronto soccorso. I medici le hanno riscontrato vari ematomi sul corpo e sulla testa. Se la caverà con venticinque giorni. Il trentunenne alcolizzato è stato trasportato presso le celle di sicurezza. Dovrà rispondere di lesioni, minacce e rapina ai danni delle sua povera madre.


 

IL GAZZETTINO

BELLUNO Ha rischiato di trasformarsi in tragedia la bevuta tra amici di un gruppo di studenti di Sedico 

Quattordicenne in coma etilico salvato dalla polizia

È stato salvato in extremis, grazie ad una telefonata anonima che ha avvertito polizia ed ospedale, un ragazzino di 14 anni di Peron di Sedico. È stato trovato riverso a terra in coma etilico. Portato in ospedale, gli sono state applicate le flebo e dopo alcune ore si è ripreso. Secondo il suo racconto si sarebbe sentito male dopo una abbondante bevuta con gli amici sulle rive del Cordevole a conclusione di una serata trascorsa in pizzeria.


 

IL GAZZETTINO (BELLUNO)

I GESTORI DEI LOCALI

SEDICO - (ep) «Saranno state le 22, quando mi sono chiesta cosa stessero facendo quelle persone sulla statale, dall’altra parte della strada. Non avevo capito cosa stesse succedendo. Mi sono soltanto detta che stare fermi lì, in quel posto, di notte, subito dopo una curva, poteva essere pericoloso. Poi ho visto l’ambulanza, e più tardi, gli avventori del mio locale mi hanno spiegato cosa era successo».

A Mas pochi si sono resi conto di quanto è accaduto sabato sera. Sul tratta di strada dove è stato abbandonato il ragazzino si affacciano due bar, uno in comune di Sospirolo, l’altro in comune di Sedico.

«Il nostro bar - spiegano però i gestori del locale che insiste sul territorio di Sedico - il sabato pomeriggio è chiuso. Quindi quella sera non potevamo vedere niente perchè eravamo già a casa».

«Poi, appunto - aggiungono, invece, al Bar Stop, dall’altra parte del ponte, in comune di Sospirolo - qualcuno mi ha riferito che un’ambulanza era intervenuta per portare all’ospale un ragazzino che sembrava ubriaco. In ogni caso, quell’ubriacatura non è nata certo nel nostro locale: i nostri clienti sono tutti più maturi».

Concordano, i gestori dei due locali, su un punto: le ubriacature a quattordici anni, molto difficilmente nascono in un bar: «Ubriacarsi costa un bel po’ di quattrini - spiegano i gestori dei due locali - e non è facile per un quattrodicenne avere in tasca abbastanza soldi per poterlo fare. In ogni caso, noi siamo ligi ai nostri doveri e se vediamo che abbiamo a che fare con ragazzini che intendono ubriacarsi ci rifiutiamo di servire da bere» (*).

Come può essere possibile, dunque, una sbronza di tali dimensioni a quattordici anni.

«Non abbiamo idea naturalmente - spiegano i gestori dei due locali - di che cosa possa essere successo sabato sera. Però, a quall’età, è probabile che i ragazzini acquistino una bottiglia in un negozio, dove costa molto meno, e che se la scolino poi in qualche festa privata, magari improvvisata... . In ogni caso, ribadiamo che non ci è mai capitato di vedere ragazzini di quattordici anni che cercano di ubriacarsi nei nostri locali».

 

(*) Nota: la legge non proibisce di somministrare bevande alcoliche ai minori di 16 anni “che intendano ubriacarsi”, il divieto vale anche se vogliono assaggiare un goccio.

L’esercente non può servire loro nemmeno la prima birra piccola.


 

IL GAZZETTINO (BELLUNO)

Sedico

Alla fine al quattordicenne, ...

Alla fine al quattordicenne, studente del primo anno dell’istituto tecnico, scaricato dagli amici che l’avevano lasciato in mezzo alla strada in preda ai fumi dell’alcol nella notte tra sabato e domenica in località Mas, non è rimasto che fare i conti con i genitori. Nessun’ altra conseguenza. Ieri, a distanza di un giorno dalla notte brava in cui l’hanno raccolto lungo il ciglio della strada, ubriaco al punto da aver perso i sensi, non rimaneva che il ricordo di una gran brutta esperienza.

La serata era iniziata nel migliore dei modi per quesi ragazzi, tutti minori. Lui la racconta così: «Ci eravamo recati in un locale per magiare la pizza. Poi c’era venuta l’idea si andare sul Cordevole». Per allietare ulteriormente la serata si erano portati via da bere. Da bere? Ma quanto? «Una cosa da non dire», ammette lui stesso. Erano in sei e il gomito devono averlo alzato parecchio. Lui in particolare. «Poi ci siamo spostati a piedi fino alla curva del Mas».

A quel punto i ricordi si fanno appannati, decisamente confusi. «Dicono che mi hanno lasciato solo, ma uno dei miei amici, che ha un anno meno di me ed è mio vicino di casa, sostiene di essermi rimasto accanto. Per la verità non mi ricordo. Posso dire che spero sia andata proprio così».

Conseguenze dalla bravata non ne ha avute. Ma non è andata decisamente bene, all’opposto, sul piano delle spiegazioni che ha dovuto dare ai genitori.

«Mio padre si è molto arrabbiato per quel che è successo. Per mia madre invece è stato importante che le cose siano finite senza conseguenze». Se di una preoccupazione si può parlare è quella legata, semmai, alle domande delle forze dell’ordine. Si vuole accertare se davvero è stato scaricato dagli altri.

«Mi hanno chiesto i nomi di chi era con me», spiega, manifestando qualche disagio. Del resto sono in corso indagini e non è escluso che ci possano essere degli sviluppi penali se davvero quei ragazzi hanno scaricato lungo la strada il loro compagno di bevute e se ne sono andati tranquillamente a casa.


 

YAHOO SALUTE

http://it.health.yahoo.net/c_news.asp?id=15611

Minori alcolizzati? Per le industrie Usa valgono 22,5 miliardi di dollari

A cura de Il Pensiero Scientifico Editore

L’abuso di alcol nei minorenni e negli adulti è un dramma sanitario, economico e sociale. Non per tutti, però. Quanto porta nelle casse delle aziende produttrici di alcolici l’abuso di alcol nei minori? Solo negli Usa una cifra non inferiore ai 22,5 miliardi di dollari, mentre gli alcolizzati adulti garantiscono un giro d’affari di 25,8 miliardi di dollari. Lo rivela uno studio pubblicato dalla rivista Archives of Pediatric & Adolescent Medicine.

I ricercatori del National Center on Addiction and Substance Abuse della Columbia University hanno stimato il valore del consumo illegale di alcol tra i minorenni e del consumo patologico di alcol tra gli adulti: rispettivamente 22,5 e 25,8 miliardi di dollari, per un giro d’affari complessivo di 48,3 miliardi di dollari annui.

Nel contempo, va rimarcato che l’abuso di alcol e l’alcolismo costano cifre astronomiche alla comunità Usa (184 miliardi di dollari solo nel 1998, più dei tumori – 107 miliardi – e dell’obesità, 100 miliardi). Quindi abbiamo da una parte industrie private che realizzano guadagni astronomici mentre gli Stati investono cifre altrettanto astronomiche per contrastare il fenomeno che genera il guadagno di cui sopra. In questa situazione è l’interesse pubblico ad essere tutelato? “Gli interessi economici delle industrie sono antitetici agli interessi di salute pubblica”, spiega Susan E. Foster, leader del gruppo di ricercatori autori dello studio. “Quindi a causa di questo pesante conflitto di interessi le industrie sono del tutto inadatte a regolamentare il proprio mercato”. (*)

Numerosi studi hanno dimostrato che il modo più efficace per prevenire l’abuso patologico di alcol è ritardare l’iniziazione al consumo di alcol: è stato stimato che gli individui che iniziano a consumare alcol prima dei 15 anni hanno probabilità 4 volte maggiori di diventare alcolizzati rispetto a chi inizia dopo i 21 anni. L’industria risponde a questa realtà non con misure restrittive, ma viceversa tentando di incrementare questa fetta di mercato, per quanto illegale, mettendo sul mercato prodotti espressamente diretti ai giovani e realizzando spot sempre più accattivanti.

Fonte: Foster SE, Vaughan RD, Califano JA. Estimate of the commercial value of underage drinking and adult abusive and dependent drinking to the alcohol industry. Archives of Pediatric & Adolescent Medicine 2006; 163: 473-78.

david frati

(*) Nota: questo articolo non è stato accostato per caso all’articolo appena sotto.


 

GIORNALE DI CALABRIA

Puntare su qualità e marketing 

La “ricetta” di Coldiretti per rilanciare l’importantissimo settore della vitivinicoltura

CATANZARO. Rilanciare il comparto vitivinicolo calabrese partendo da un mirato ed adeguato piano di comunicazione puntando sulla qualità dei vini autoctoni indissolubilmente legata alle caratteristiche del territorio di produzione. Questo il tema centrale che i dirigenti di Coldiretti Calabria hanno discusso durante un incontro a Lamezia Terme alla presenza di numerosi imprenditori, viticoltori e vinificatori provenienti da tutta la regione. Al tavolo della Coldiretti erano presenti per la Confederazione Luigi Mainetti, consulente esperto del settore, il presidente Pietro Molinaro ed il direttore Angelo Milo per la Federazione Regionale, il presidente Francesco Giovinazzo per la Federazione Provinciale di Reggio Calabria ed il presidente Pietro Tarasi, insieme al direttore Salvatore Loffreda, per la Federazione cosentina. Il presidente Molinaro che ha fornito uno spaccato esauriente dello scenario vitivinicolo calabrese e delle sue problematiche. “Coldiretti Calabria - ha detto - intende fermamente rilanciare la vitivinicoltura calabrese che, con i suoi 12 riconoscimenti D.O.C. e 13 I.G.T., possiede le potenzialità per rappresentare al meglio sul mercato mondiale i prodotti di qualità legati al territorio”. Per il direttore Milo “oggi le condizioni del mercato comunitario del vino sono cambiate con un mercato globale che ha reso più accesa la concorrenza. Nel corso degli ultimi anni, le importazioni dei paesi terzi sono più che raddoppiate. I paesi dell’est europeo e del sud america rientrano tra i primi fornitori di vino dell’Unione europea, sviluppando politiche commerciali aggressive che valorizzano prodotti a prezzi molto competitivi”. Nel corso dell’incontro Mainetti ha poi esposto in dettaglio ai presenti la situazione politica ed economica europea nel quadro della nuova riforma Ocm-vino. “Il lato positivo è l’aumento costante del consumo di vino a livello mondiale - afferma Mainetti -, tuttavia, questa prospettiva di sviluppo è offuscata da un calo di consumi nei Paesi storicamente produttori come Francia, Spagna ed Italia, accompagnato da una crescente importazione di vino da paesi terzi privi di una vera tradizione vitivinicolo. La nuova riforma comunitaria del settore - ha proseguito Mainetti - se non monitorata e prontamente corretta potrebbe danneggiare oltremodo le produzioni locali lasciando spazio ai mercati extraeuropei dove i costi di produzione sono molto bassi. Inoltre - ha concluso Mainetti - la possibile abolizione dello zuccheraggio a vantaggio dell’utilizzo di mosto concentrato, comporterebbe una perdita delle biodiversità, dando luogo a vinificazioni per nulla legate al territorio di produzione, generando un danno irreversibile al patrimonio enologico locale ed eventuali rischi per la salute del consumatore”. “Per valorizzare al meglio la vitivinicoltura calabrese - ha dichiarato Molinaro - è necessario elaborare insieme a tutti gli operatori della filiera una trasparente e concreta progettualità d’intervento accompagnata da una valida politica di marketing che renda maggiormente visibile i vini autoctoni. Considerati questi presupposti Coldiretti Calabria intende instaurare un dialogo continuo con le Istituzioni locali al fine di correggere alcune storture presenti nel sistema. Auspichiamo che la Pubblica Amministrazione - ha concluso Molinaro - sia operativa ad ogni livello e disponibile ad accogliere le esigenze degli imprenditori calabresi che operano nel settore promovendo politiche che, partendo da una rigenerazione della viticoltura, mirino ad ottimizzare le risorse disponibili per un concreto sviluppo dell’intero territorio”.


 

IL MESSAGGERO (RIETI)

Ubriaco il boscaiolo morto nella scarpata

Secondo atto, ieri pomeriggio, del mortale incidente che è costato la vita domenica scorsa a un giovane polacco, Zdzislaw Farrbanniec, trentenne, precipitato nella boscaglia dopo un volo col trattore di oltre 30 metri. Alla guida del mezzo il fratello Piotr, rimasto ferito e ricoverato al De Lellis. I vigili del fuoco sono tornati il giorno dopo nella frazione del Cicolano per recuperare il trattore rimasto incastrato tra gli alberi. Non è stata un’operazione semplice perchè i pompieri hanno dovuto far intervenire una ditta privata che utilizzando un escavatore, ha aperto un varco sterrato di 200 metri per consentire alle squadre giunte da Rieti di raggiungere il punto dove il mezzo era rotolato.
La salma di Zdzislaw Farrbanniec è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria e dopo il nullaosta sarà riconsegnata ai familiari. A confermarlo è il parroco di Leofreni, don Giuseppe Slazyk, anche lui polacco come la vittima e il fratello. Vanno avanti invece le indagini dei carabinieri della stazione di Pescorocchiano per fare luce sulle cause che hanno determinato l’incidente. Piotr lavora per una ditta di Frosinone, incaricata di un intervento di disbosco, ed era giunto agli inizi del mese a Leofreni, assunto regolarmente.

Zdzislaw, del quale non sono stati trovati i documenti di soggiorno e che non risultava registrato presso gli uffici della questura, era arrivato nella vallata l’altro ieri per far visita a Piotr il quale, nel frattempo, aveva trovato alloggio in un casale nella zona di Val de’ Varri. Probabilmente per festeggiare la visita, i due fratelli dopo aver mangiato insieme, hanno esagerato con l’alcool nei bar della zona. Poi, per tornare a casa, hanno pensato di utilizzare il trattore di proprietà della ditta (che non risulta essere stata informata del ”prestito”). Piotr ha imboccato una strada chiusa al traffico, forse per fare prima. I carabinieri stanno comunque ricostruendo le ultime fasi anche sulla base di testimonianze raccolte tra gli abitanti e i frequentatori del bar di Leofreni. Accertamenti sono in corso anche per verificare la posizione dell’impresa e se tutte le autorizzazioni per il disbosco sono in regola. Una normale prassi di indagine.
Sostanziali conferme alle prime ricostruzioni dei militari arrivano dal sindaco di Pescorocchiano, Gianfranco Gatti: «Una tragedia terribile che ha scosso il paese. Da quello che è stato possibile apprendere, i due fratelli polacchi avevano preso quel trattore appartenente ad una ditta di Frosinone, per dirigersi verso Val de’ Varri. Poi però hanno imboccato una strada che risulta chiusa al traffico. I carabinieri hanno verificato che i cartelli e la segnaletica che avevo fatto sistemare, sono ancora al loro posto e ben visibili: si tratta di una strada secondaria (alternativa alla provinciale) che però è a rischio frane. E’ anche asfaltata: evidentemente i due polacchi non hanno tenuto conto dei divieti: inoltre sul terreno che costeggia la strada è evidente il tragitto incerto del trattore, con le ruote spesso oltre la carreggiata, fino a quel tratto rettilineo lungo il quale è avvenuta l’uscita di strada fatale. Il trattore è scivolato nel dirupo per quasi 50 metri. Ad ogni modo - ha concluso Gatti - come è del resto già avvenuto anche di recente e proprio con un cittadino polacco, il Comune è disponibile ad aiutare i familiari del deceduto per la questione del rimpatrio della salma».
Intanto a Leofreni sono arrivati nella giornata di ieri alcuni parenti dei due fratelli, prevalentemente da Roma, dove svolgono diversi lavori. Toccherà a loro occuparsi del disbrigo delle pratiche burocratiche dopo la restituzione della salma, a conclusione degli accertamenti necroscopici. Altri parenti hanno fatto tappa al De Lellis per far visita a Piotr le cui condizioni sono migliorate rispetto alle ore drammatiche del ricovero: la posizione dell’immigrato rischia tuttavia di aggravarsi sul fronte giudiziario, sia per l’uso del trattore al di là delle ore di lavoro, sia per le conseguenze mortali dell’incidente.
La notizia dell’incidente ha ben presto fatto il giro di tutto il Cicolano dove é presente una numerosa colonia di immigrati polacchi.


 

IL MESSAGGERO (UMBRIA)

Dai ragazzi ai ragazzi: non bevete 

Premiati gli studenti vincitori del concorso dell’Anca contro l’alcolismo 

Un messaggio di libertà. E’ quello che diffonderanno i dieci ragazzi delle scuole medie che si sono aggiudicati il concorso letterario “Amico dell’Anca”, il tema proposto da tre anni a questa parte dall’associazione di volontariato che si batte contro l’alcolismo. «La dipendenza dall’alcol – ha sottolineato l’assessore ai servizi sociali Manuela Albertella – rende schiavi. Per questo mi auguro che i ragazzi possano diffondere un messaggio di libertà ai loro coetanei». Libertà, quindi, dalla schiavitù. Libertà da tutte le schiavitù. E se sono i ragazzi a dirlo ai ragazzi, è certo che il messaggio arriva. E rimane. E che di questo messaggio ci sia un bisogno estremo, lo dicono ormai decine e decine di statistiche.

La diffusione dell’alcol tra gli adolescenti è un fenomeno in preoccupante aumento e che si registra anche a Spoleto. Qui, stando alle stesse testimonianze raccolte dai ragazzi nei loro temi, si registrano casi in cui si è iniziato a bere addirittura ad undici anni. «L’alcol – ha detto rivolta alla platea attenta dei ragazzi presenti nell’aula magna della Manzoni la responsabile dell’Anca – distrugge la mente allo stesso modo in cui lo fa la droga». Per questo motivo, è importante prevenire il fenomeno già in età adolescenziale. «L’amministrazione comunale – ha ribadito l’assessore all’istruzione, Patrizia Cristofori – è particolarmente sensibile a tutte quelle iniziative che aiutino i ragazzi ad affrontare i problemi che ostacolano la loro crescita». Particolarmente toccanti le testimonianze di alcuni ex etilisti dei gruppi Anca romani di San Cesareo, Velabro e Fontenuova, ospiti insieme a quello di Fuggi. «Quando bevevo – ha detto un uomo di 60 anni – non mi sentivo più padre, né marito. Non ero più niente».

A ricevere il premio per il concorso letterario dalle mani degli assessori Albertella, Cristofori e Flamini sono stati Maria Alessandra Sigismondi, Francesca Agostinelli e Serena Murasecco della scuola media di Campello sul Clitunno; Alice Vallini. Ludovica Celesti, Francesco Orazi, Alessia Leonardi ed Elisabetta Stemperini della “Dante Alighieri”; Melissa Felicioni della “Alessandro Manzoni” e Valeria Ferraldeschi della “Luigi Pianciani”.


 

IL CORRIERE DI COMO

Notte brava in città, tre minorenni nei guai 

Uno fugge ubriaco in sella al motorino, gli altri prendono a calci la porta della caserma dei vigili

Calci contro la porta della caserma della polizia locale di viale Roosevelt, fioriere distrutte, una corsa in motorino, in preda all’alcol, lungo le vie della città.

È stata una notte brava, davvero movimentata, quella che, tra sabato e domenica a Como, ha avuto per protagonisti tre ragazzi, tutti minorenni. Due di loro ora rischiano una denuncia all’autorità giudiziaria per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale, il terzo è finito nei guai per guida in stato di ebbrezza.

Tutto è cominciato quando uno dei tre giovani è stato intercettato da una pattuglia della polizia locale cittadina mentre in via Milano, in sella a un ciclomotore, procedeva a zig-zag, invadendo in continuazione la corsia di marcia opposta.

I vigili hanno notato il ragazzo poco dopo le 2 della notte tra sabato e domenica scorsi. Gli agenti hanno tentato di fermare il minorenne, ma il giovane centauro è fuggito. La pattuglia della polizia locale si è allora lanciata all’inseguimento del ragazzo che ha continuato a correre tra una corsia e l’altra della strada, mettendo a rischio non soltanto la propria incolumità, ma anche quella di altre persone.

L’inseguimento, iniziato in via Milano, si è concluso in via Castelnuovo, dove gli agenti sono riusciti a fermare l’incauto centauro.

Il giovane è stato condotto alla caserma di viale Roosevelt per essere identificato. I vigili hanno anche controllato la concentrazione di alcol nel suo sangue. A fronte di un limite di legge fissato a 0,5 grammi per litro, il tasso alcolico del ragazzo era di 2,13 grammi. Inevitabile per lui la denuncia per guida in stato di ebbrezza.

Poco dopo, verso le 3 del mattino, sono giunti in viale Roosevelt gli altri due minorenni. I ragazzi avevano saputo che il loro amico era stato portato dagli agenti nella caserma lungo la tangenziale.

Giunti davanti alla sede dei vigili, i due hanno cominciato a protestare per il fatto che il loro amico era stato trattenuto dalla polizia locale. Poi hanno preso a calci la porta della caserma, e l’hanno fatto più volte, ripetutamente. Non contenti, hanno anche rotto alcune fioriere poste all’esterno dell’edificio e hanno manifestato atteggiamenti, per così dire, di ’chiara intemperanza’ verso gli agenti.

Le gesta dei due minorenni sono state filmate dalle telecamere installate all’esterno del comando.

Oltre agli agenti della polizia locale, in viale Roosevelt sono intervenute anche due pattuglie dei carabinieri. I minorenni sono stati così bloccati e identificati dalle forze dell’ordine.

Anche loro, come il ragazzo che era alla guida dello scooter, sono risultati in evidente stato di ebbrezza.

I due, come detto, rischiano ora una denuncia all’autorità giudiziaria per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale.


 

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (LECCE)

Vertice in prefettura in vista della stagione estiva. L’obiettivo? Combattere l’abusivismo, soprattutto nel settore commerciale. Al lavoro centinaia di agenti 

Marine, ecco l’operazione «notti serene»

Stop ai locali trasformati in piste da ballo. Pinete «vietate» a camper e roulotte

Un secco no all’abusivismo. Il prefetto Gianfranco Casilli dichiara guerra alle attività illecite e punta l’indice contro i locali che, d’estate, si trasformano in sale da ballo. Spesso, infatti, sotto la veste di circoli e punti di ristoro, si celano veri e propri night club che organizzano serate di lap-dance, senza relativa autorizzazione. Così il prefetto ha tuonato: «Basta con l’abusivismo». In altre parole, tolleranza zero nei confronti di chi cerca di fare il furbo. E pesanti sanzioni per chi infrangerà la legge. Accade talvolta che, tra un tavolino e l’altro, qualche gestore metta in piedi una bella pista da ballo e consenta a molti di danzare, tra alcol e schiamazzi vari. Almeno questo si è visto sinora. Ma fra qualche settimana, promette che non avverrà più. Con l’aiuto di tutte le forze dell’ordine. Perché, in vista dell’imminente stagione, il questore Giorgio Manari ha annunciato che «saranno impiegati centinaia di agenti per monitorare e contrastare qualsiasi attività irregolare». Con particolare attenzione lungo il litorale salentino, dove osterie e pub favoriscono notti musicali all’aperto, non rispettando di fatto la legge. Ma nemmeno gli stabilimenti balneari potranno farla franca. Sono infatti previsti blitz ed irruzioni sulle spiagge. A partire dalla metà di giugno e per tutta la durata della stagione estiva. Scatta così l’operazione notti serene: meno musica ad alto volume e meno urla di giovani scalmanati. Sarà quindi tutta un’altra musica. Un impegno gravoso, costi quel che costi, per la gioia dei residenti che potranno finalmente riposare. Ma non è tutto. Il vertice di ieri mattina, nelle sale prefettizie, ha fornito anche altre indicazioni e, soprattutto, una serie di misure ristrettive. «Dobbiamo scoraggiare - ammonisce Casilli - i comportamenti di guida rischiosi per l’incolumità degli automobilisti e di chi attraversa le strade. Né dobbiamo più registrare le stragi del sabato sera. E’ arrivato il momento di limitarle. Per questo, le forze dell’ordine dovranno far rispettare i limiti di velocità e l’uso del casco. In caso contrario, scatteranno pesanti multe». Un lavoro questo che vedrà impegnate anche le unità della Asl e della Croce rossa. In particolare, nei pressi di alcune discoteche, si apposteranno il personale sanitario e i gruppi di volontari per misurare i tassi alcolometrici e garantire altre attività di prevenzione. I problemi però non si esauriscono qui. Un’altra faccenda che si ripresenta, di anno in anno, è il campeggio abusivo. Per molti sindaci, «è un grave fenomeno, perché deturpa le spiagge e le pinete, riducendole ad un immondezzaio». Di domenica o nei giorni festivi, capita spesso di imbattersi in aree boschive prese d’assalto da turisti e non solo che lasciano dappertutto i loro sacchetti. Qua e là, a volte appese sui rami degli alberi, restano in bella mostra, per intere settimane, buste di rifiuti che, deteriorandosi, emanano sgradevoli odori. O, nella peggior dei casi, vengono saccheggiate dai cani randagi, che poi lasciano bottiglie e oggetti di plastica ovunque. Un quadretto che spinge tutti a scappare via. Salentini compresi. Pertanto, il prefetto ha disposto il «divieto assoluto di sosta per campers, roulottes, furgoni attrezzati, tende da campeggio, nella fascia litoranea ed all’interno delle pinete e zone boschive su tutto il territorio di competenza, se non all’interno di strutture o aree espressamente autorizzate allo scopo». Altrimenti, anche in questo caso, scatteranno pesanti sanzioni. Ha inoltre invitato a porre particolare attenzione nelle pinete al fine di evitare gli incendi. Altre misure sono invece rivolte a prevenire ed ostacolare il commercio ambulante. No alle contraffazione delle griffe, alla vendita di prodotti fasulli, quindi alla «pirateria» audiovisiva o informatica ed, in generale, a qualsiasi attività commerciale illegale, sanzionabile in via penale o amministrativa. Proprio per questo, una maggiore attenzione sarà riservata alle spiagge pubbliche, meta prediletta di «vu cumprà» e venditori girovaghi. E saranno fatti altri sopralluoghi tra le bancarelle provviste di regolare autorizzazione, in modo da sconfiggere definitivamente l’abusivismo. Perché lo shopping del falso è ormai un rito da spiaggia. Così molti vacanzieri se ne infischiano della legge ed alimentano il commercio illegale. A breve, riflettori puntati anche sulle bestiole senza padrone. Nel caso in cui dovessero arrecare disagio, saranno prontamente catturate e relegate nei canili pubblici. Attenzione, infine, anche al grave fenomeno degli acquascooter. Davide Stasi

Tolleranza zero nei confronti dei furbi. In vista pesanti sanzioni per tutti coloro che infrangeranno la legge


 

CORRIERE ROMAGNA

Ubriaco fradicio centra il new jersey e decolla in A14

 RIMINI - L’automobilista tunisino, un giovane operaio regolare residente Sassoferrato (Ancona), protagonista sabato sera alle 22.40 con la sua vettura di un salto di corsia in autostrada era in uno stato di incoerenza e insensibilità al dolore perchè in preda a un’intossicazione generale all’alcol. Due ore dopo l’incidente gli agenti della Polizia autostradale di Forlì non potevano credere ai loro occhi nel leggere l’esito dell’etilometro: 2,47 grammi/litro.Un valore abnorme cinque volte superiore al limite stabilito dalla legge.Lo straniero è stato denunciato all’autorità giudiziaria per guida in stato di ebbrezza e, contestualmente, gli è stata ritirata la patente. Con lui, a bordo dell’auto, c’erano altri tre passeggeri, due connazionali e un marocchino risultato clandestino e con alle spalle già un’ordine di espulsione. Diretti a Rimini per trascorrere la nottata i quattro nordafricani hanno rischiato grosso, ma sono rimasti miracolosamente illesi. L’incidente è accaduto tra Cattolica e Riccione: l’automobilista non si è accorto della deviazioni per lavori e ha centrato il new-jersey. L’auto è volata sulla corsia opposta, la sud, e s’è ribaltata. Per fortuna in quel momento non passavano auto. Il traffico è rimasto bloccato in direzione sud per più di un’ora e a lungo rallentato nell’altra corsia.


 

AVVENIRE (ONLINE)

Genitori alcolisti per i bimbi inglesi

Non se la passano bene i bimbi britannici. Uno su undici vive infatti con genitori che abusano di bevande alcoliche. Un fenomeno, secondo uno studio dell’associazione Turning point, che rimane «nascosto e ignorato». L’associazione, che assiste ogni anno 150 mila alcolisti, vorrebbe che il governo lanciasse una seria indagine sulle conseguenze che i bambini subiscono per l’abuso di alcool da parte dei loro genitori. Ma finora, dal governo di Sua Maestà non è giunto alcun segnale.


 

IL GAZZETTINO (NORDEST)

L’OSSERVATORIO 

A 11 anni il primo bicchiere, a 16 si beve fuori pasto

Imparano a bere quando non hanno ancora 11 anni, a 14 hanno già dimestichezza con il bicchiere di birra o con il "goto". Da una recente indagine commissionata dall’Assessorato alle politiche sociali della Regione Veneto ed effettuata dall’Istituto di fisiologia clinica, Sezione di epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari del CNR di Pisa, emerge che l’età di iniziazione al consumo di bevande alcoliche si è notevolmente abbassata: il primo bicchiere di vino viene bevuto tra gli 11-12 anni (*). Generalmente è proprio il vino la bevanda alcolica assunta per prima in circa il 36,5\% degli studenti veneti. Le bevande alcoliche a gradazione maggiore si sperimentano dai 15 ai 16 anni, mentre la prima vera e propria ubriacatura si ha di media a 15 anni.

Si calcola che negli ultimi tre anni l’aumento di sostanze alcoliche fuori pasto è di circa il 13\%, con particolare rilevanza tra le donne e tra i giovanissimi, soprattutto ragazze. Se si considera la popolazione di 16 anni o ancor meno, l’aumento risulta ancor più rilevante: il 14-sedicenni che consumano bevande alcoliche fuori pasto passa dal 12,7\% del 1998 al 28,5\%, corrispondente ad una quota stimata nel Veneto di circa 38.300 giovani.

La birra e di aperitivi alcolici risultano essere ancora le bevande preferite dai ragazzi, mentre la popolazione più adulta preferisce bere il vino.Gli altri dati forniti dal rapporto - e curati dal professor Fabio Mariani - vedono anche l’aumento dei consumatori di aperitivi alcolici, più 17,2\%, e questo soprattutto per effetto dell’aumento tra le donne, più 20\%, e in particolare proprio tra gli adolescenti che passano dal 9,5 al 38\% e tra i giovani di 18-24 anni che dal 44\% hanno superato abbondantemente il 50\%.

Numerosi i progetti di prevenzione e sono stati messi in atto dall’Assessorato regionale è hanno visto la collaborazione attiva tra le Usl, l’associazionismo, il privato sociale, ma anche le forze dell’ordine e gli uffici territoriali del governo, al fine di trasmettere informazioni corrette e coerenti tra loro, favorire il confronto interpersonale e intergruppi, stimolare e rafforzare comportamenti tendenti ad evitare danni derivati dal consumo delle sostanze come l’alcol. Che l’alcol provochi dei danni è infatti assodato: i tumori all’esofago, ma anche allo stomaco al fegato e all’intestino hanno delle correlazioni con l’abuso di alcol. Ogni anno in Italia si hanno 30.000 morti causate direttamente dall’alcol, ed altrettanti come morti indirette (guida in stato di ebbrezza, suicidi, omicidi). Anche i bambini vengono coinvolti loro malgrado, infatti 3.000 bambini all’anno nascono con sindrome feto alcolica. Le affezioni più gravi che colpiscono gli alcolisti sono la cirrosi epatica, il cancro all’apparato digerente, malattie cardiocircolatorie, tubercolosi e ipertensione, l’aggravamento dell’osteoporosi. Ma non è finita: in 35 incidenti stradali su 100, in oltre metà degli omicidi, in 1/4 dei suicidi, nel 20\% degli infortuni sul lavoro, compare come concausa l’alcol. Vengono prodotti danni anche per le cellule cerebrali, soprattutto nei lobi frontali. Altre ripercussioni riguardano i vasi capillari e relative emorragie responsabili del rossore del volto.

Daniela Boresi

 (*) Nota: qui si parla di “primo bicchiere”.

Le prime assunzioni di alcol avvengono generalmente ben prima degli 11 anni di età.


 

LA PROVINCIA DI COMO

L’allarme L’Asl: «Fenomeno in espansione, ma sotto i 16 anni il sistema enzimatico non è maturo» È emergenza: il primo bicchiere già a 11 anni

«Fino a 16 anni il sistema enzimatico non è ancora maturo, per questo la legge proibisce la vendita di bevande alcoliche ai minorenni, ma purtroppo nei bar o nei supermercati nessuno controlla che questo divieto venga davvero rispettato». Teresa Parillo, responsabile dell’Unità operativa alcoldipendenze dell’Asl di Como, mette in guardia su un fenomeno che sta diventando sempre più diffuso: «Il numero di giovani che abusano con l’alcol è in espansione - spiega - e purtroppo in questo ambito l’Italia detiene anche un triste primato: mentre infatti in Europa l’età in cui i ragazzi bevono per la prima volta alcolici è circa 14 anni, nel nostro Paese la media scende a 11 anni». A finire sul banco degli imputati sono in particolare due nuove mode diffuse tra i più giovani, anche minorenni: gli alcol pop, bevande gassate che mischiano alcolici e bibite alla frutta, e il rito dell’aperitivo. «Per quanto riguarda i cosiddetti alcol pop, il problema è legato soprattutto al fatto che si tratti di bevande gassate, che aumentano quindi il senso di ebrezza, e il loro basso tasso alcolico, per cui i ragazzi arrivano a berne anche dieci per volta - prosegue la dottoressa Parillo -. Un altro pericolo viene poi dal rito del "happy hour", dove i giovani assumono bevande alcoliche tra le 19 e le 21, spesso a stomaco vuoto.». L’abuso di alcol tra i ragazzi comaschi, seppur in crescita, rimane difficile da quantificare: «Tra gli utenti presi in carico dal Sert (Servizio territoriale multidisciplinare per le dipendenze dell’Asl) non ci sono giovani al di sotto dei 19 anni - spiega ancora la dottoressa Parillo - ma le cifre riguardanti gli alcoldipendenti nella nostra provincia non fanno che accrescere la preoccupazione intorno a questa tendenza». Se a chiedere aiuto all’Asl per problemi legati all’alcol nel 2002 erano stati 255 comaschi, il loro numero nel 2005 è salito fino a 339. In particolare poi, dai dati dell’Osservatorio provinciale sulle dipendenze, emerge come siamo cambiate le abitudini di chi beve. Negli ultimi anni anni, infatti, sono cresciuti i pazienti che si sono rivolti all’azienda sanitaria per aver abusato di birra (74 nel 2005 contro 28 del 2002) e superalcolici (35 nel 2005 contro 23 nel 2002). «L’abuso di alcol è una problematica che riguarda ormai da vicino anche la nostra provincia - commenta Simona Mariani, direttore generale dell’Asl - e il dato preoccupante sull’abbassamento dell’età in cui i giovani iniziano a bere ci ha portato a mettere a punto, insieme ad altre istituzioni, diverse iniziative di sensibilizzazione dei giovani». Un esempio è la campagna "Se vuoi bere fallo con la testa", lanciata l’anno scorso proprio dall’azienda sanitaria locale nelle autoscuole del nostro territorio, per far conoscere ai ragazzi gli effetti che l’alterazion

Mercoledì, 24 Maggio 2006
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