IL GAZZETTINO (PADOVA) "APRIAMO GLI OCCHI" «Dateci
un’alternativa contro la noia e l’alcol» Riceviamo e pubblichiamo. Ho letto molto attentamente l’articolo
"Apriamo gli occhi" di martedì 23 a proposito del problema
dell’alcool tra i giovani. Sono una studentessa di 17 anni e al momento mi
trovo in Australia come exchange student. Penso sia importante precisare questo
dal momento che 5 mesi fa mi sono voluta allontanare da Padova perchè io stessa
non riuscivo a trovare una via d’uscita da questo circolo vizioso che coinvolge
la maggior parte dei giovani padovani. Continuo a informarmi riguardo la mia
città e vedo che la situazione va peggiorando. Penso di poter vedere più
obiettivamente ciò che succede da qui poichè mi trovo in un paese dove c’è una
legge molto più severa per quanto riguarda l’alcool. Infatti i ragazzi si
possono concedere qualche birra di nascosto duranti i party, e cioè feste
circoscritte in un luogo (solitamente a casa di qualcuno) dove ci si sfoga ma
non si danneggia niente e nessuno. Concordo pienamente con ciò che il signor
Contin dice. A Padova i ragazzi non hanno nessun tipo di possibilità per poter
fare altro, i sabati sera sono di una noia mortale e ciò che la gente si riduce
a fare è bere e fumare. Perchè? Degradazione è la parola più adatta. L’idea di
organizzare concerti, punti di ritrovo che non siano solo intorno a un bar o a
una piazza (sovraffollata di spacciatori extracomunitari) non è un’utopia per
quanto mi riguarda. Non c’è nulla che stimoli i giovani (dai "figli di papà"
alla fascia media-bassa) che non sia l’idea di un’ubriacatura o di un
"porro". Chi meglio di una ragazza come loro può dirlo? Nessuno legge
i quotidiani e l’indifferenza dilaga, le campagne a scuola ci fanno ridere e
nessuno le prende seriamente. Tra un mese circa tornerò in Italia e so che
nulla sarà cambiato, ho paura per quello che potrebbe aspettarmi, ricominciare
con il solito problema del sabato sera. Bar che chiudono a mezzanotte o un’ora
dopo, tolleranza e non, non cambia nulla. Sono un mucchio di polemiche senza
scopo. Guardiamo in faccia il problema reale, facciamo fare qualcosa a questa
gente! Fermate la vendita di alcool ai minorenni, fermate lo spaccio che vi sta
sotto gli occhi, anche un bambino di otto anni riuscirebbe a procurarsi erba! Questo
è un urlo disperato di qualcuno che vuole dire no a tutto questo. Io non sono
in grado di parlare per conto di tutti, ma perchè non cercare di fare un
sondaggio anonimo nelle scuole, che coinvolga tutti gli studenti chiedendo cosa
pensano i ragazzi a proposito di questo problema e di eventuali alternative?
Bere non ti fa più figo, sembra ovvio, ma non tutti lo capiscono. Ho esposto la mia opinione nel miglior modo
possibile, forse lo stesso di tanti altri, ma a dirla questa volta era
"un’interna" e non un adulto che si è dimenticato della propria
giovinezza. Ora fatene quello che volete, io continuerò a leggere il giornale
da qui. Camilla (*) Nota: Discat a puero magister IL GAZZETTINO (PADOVA) INTERNET Sempre più siti e blog
sul popolare aperitivo
(m.a.) In internet tutta la grandezza del
fenomeno spritz. Basta collegarsi con il motore di ricerca Google, digitare
sullo spazio cerca la parola spritz e per le pagine in italiano compariranno
358mila contatti, mentre su tutto il web sono 2 milioni e 730 mila. Non si
scherza. Senza dimenticare la voce immagini, che riporta 16.500 foto la maggior
parte delle quali ritrae dei bicchieri del famoso cocktail alcolico colorato
sopra ad un tavolo. Tra i siti padovani che ha fatto della mistura rossa un mito
c’è www.spritz.it, che quotidianamente è visitato da tantissimi giovani che si
scambiano pensieri e messaggi attraverso un blog (diario telematico). Appena
nato, invece, il portale www.barperlepiazze.com che diffonde in rete la
"battaglia" dei 18 locali tra le piazze e il Ghetto che sono
costretti a chiudere a mezzanotte anziché alle 2 a causa della ordinanza
comunale. Si possono guardare, poi, centinaia di immagini che ritraggono il
festoso popolo degli spritz cliccando all’indirizzo www.padovafoto.com/spritz.
Non mancano di parlare dello spritz neppure i siti istituzionali come quello
del Comune (www.padovanet.it) o quelli delle tre associazioni di categoria come
www.ascom.it. Dettagliate informazioni sul fenomeno spritz si possono trovare
anche su www.globalproject.info, uno dei tanti portali dei no global. IL GAZZETTINO (PADOVA) Spritz,
manifestazioni non autorizzate, ... Spritz, manifestazioni non autorizzate,
occupazioni abusive da parte dei giovani dei centri sociali sono i temi
dell’interrogazione "urgente" che il consigliere regionale Raffaele
Zanon (An) ha rivolto alla Giunta veneta in merito «alla scarsa vivibilità e al
degrado di alcune zone di Padova». Zanon chiede al governo regionale di «tener
conto delle decine di appelli fatti dai cittadini alle istituzioni locali al
fine di ripristinare una grave situazione di illegalità e di disagio sociale
che rende alcuni quartieri di Padova invivibili e pericolosi per le molte
famiglie che chiedono solo di poter condurre una vita tranquilla e sicura nel
rispetto del viver civile». «La vita in città - spiega il consigliere di
Alleanza Nazionale - risulta sempre più difficile a causa di un susseguirsi di
gravi episodi, manifestazioni non autorizzate, occupazioni abusive e
organizzazione di feste in quartieri residenziali, che creano molti disagi ai
tanti cittadini tormentati e impossibilitati a dormire per il troppo chiasso e
per la paura di possibili atti di vandalismo. Quasi ogni mercoledì sera,
inoltre, senza alcuna autorizzazione viene organizzata in Piazza delle Erbe
un’adunata dei centri sociali, che grazie ai generatori di corrente creano
delle postazioni abusive per la musica e per la vendita di alcolici fino a
tarda notte». «Come se ciò non bastasse a rendere complicata
la vita dei padovani - prosegue l’esponente di An - nell’ultimo fine settimana
le zone adiacenti a via Bernina, in cui sono concentrati ben sette locali, sono
state prese d’assalto da centinaia di giovani, i quali hanno provocato notevoli
difficoltà ai cittadini con parcheggi selvaggi, schiamazzi e furti. Alcuni
locali attivi nella zona rimangono addirittura aperti, il sabato e la domenica,
dalla sera fino al pomeriggio successivo, aumentando i disagi per i residenti». IL GAZZETTINO (PADOVA) Durerà
soltanto un mese, da domani ... Durerà soltanto un mese, da domani al 25
giugno, l’ordinanza firmata dal prefetto Paolo Padoin che vieta "la
vendita per asporto all’esterno dell’area di somministrazione di bevande
alcoliche di qualunque gradazione, in vetro o in lattina". Un provvedimento
dunque provvisorio, in vigore il mercoledì, il venerdì e il sabato dalle 20
alle 6.30 nella zona compresa tra riviera Mussato, vie Savonarola e del
Carmine, corso Garibaldi, riviere dei Ponti Romani e Tito Livio, via XX
Settembre, riviere Sant’Agostino e San Tomaso. In attesa di affrontare gli
effetti collaterali e indesiderati dello spritz nelle piazze con un vero e
proprio protocollo d’intesa pronto per luglio. L’obiettivo resta quello di non
militarizzare il centro storico appena tramonta il sole, ma di restituire un
clima di sano divertimento per un rito che non è solo padovano. «Già il mio
predecessore Lombardi così come la scorsa Giunta Destro si sono occupati di
questo "fenomeno" - puntualizza Padoin - e questa ultima ordinanza è
pronta già dal 2004, quando mi trovai, appena insediato, ad affrontare due
emergenze: via Anelli e appunto lo spritz. Ma allora rimase nel cassetto: non
me la sentivo di intervenire così radicalmente nella vita della città chiamata
nello stesso periodo a votare. Da allora diversi provvedimenti hanno tentato di
regolamentare un problema che invece si è ingigantito. Ora è più che mia
importante agire tutti insieme: prefettura, questura, autorità locali, forze
dell’ordine, associazioni di categoria, residenti. Dobbiamo arrivare a definire
un nuovo globale intervento di autoregolamentazione di tutti coloro che
lavorano e vivono nelle piazze per una gestione corretta del centro storico». Sulla stessa lunghezza d’onda è il sindaco,
che da sempre vuole difendere il diritto nonchè il piacere dei giovani a
ritrovarsi attorno al Salone, così come le esigenze di tranquillità, almeno
notturna, degli abitanti. «Vanno combattuti solo i comportamenti scorretti di
una minoranza- puntualizza Zanonato - l’aggressività e la violenza contro i residenti,
il rumore, la sporcizia. Una sfida che stiamo affrontando con le forze
dell’ordine, capaci di ridimensionare in questi ultimi mesi lo spaccio, e con
negozianti ed esercenti. Tutti si sono dati da fare per trovare soluzioni
alternative alla repressione e al coprifuoco». Sono d’accordo sia Zilio
dell’Ascom che Francescon della Confesercenti, disponibili ad escogitare nuovi
interventi capaci di riqualificare la vivibilità del centro storico, come ad
esempio il prolungamento dell’orario di vendita degli ambulanti. «Questa
ordinanza non vuole essere una sfida a chi beve lo spritz in piazza -
puntualizza il questore Alessandro Marangoni - e noi non vogliamo militarizzare
le piazze, sarebbe una sconfitta per tutti i padovani. Deve vincere la politica
del buonsenso, che procede sì a piccoli passi ma solo così può modificare
comportamenti ormai radicati negli anni». Ad occuparsi del controllo di eventuali
trasgressori i vigili urbani, affiancati dagli agenti delle altre polizie. Non
ci saranno distinzioni tra supermercato ed enoteca. Fuorilegge non solo per
l’orario ma per l’assenza dell’opportuna licenza commerciale il banchetto dei
disobbedienti che vende lattine. L’ordinanza del prefetto non piace però a
tutti. Federico Contin del comitato "Bar del centro" mugugna: «Come
al solito colpite gli esercenti. Chi darà la multa a chi beve dalla bottiglia
non comprata fuoriorario ma portata da casa?». «Questo è un provvedimento
provvisorio che non vuole colpevolizzare i commercianti nè i loro clienti (la
mia collega di Renne ha usato manganelli e idranti) ma evitare che qualcuno si
faccia male con i cocci di vetro - replica il prefetto - Va però tentata anche
questa strada per creare un clima positivo attorno al bere l’aperitivo tra
amici. Chi vorrà portarsi dietro per ore una bottiglia di birra, per poi
bersela calda?» Caterina Cisotto IL GAZZETTINO (TREVISO) IL PROCURATORE «Attenti che il divieto ai giovani di bere spritz non
diventi invece una vera istigazione» (A. Fed.) - Alcool ai minorenni? Se un’emittente
televisiva non avesse girato tutto, forse la cosa sarebbe passata più
inosservata, ma così adesso i Vigili dell’Annonaria si vedranno fotogramma per
fotogramma e stabiliranno se è stato servito a minorenni qualcosa di alcolico:
è vietato farlo. Incriminata è la festa del 30 aprile nella chiesa sconsacrata
di Santa Margherita "Resurrezione", organizzata da Trevisoviva; già
la localizzazione della festa aveva suscitato problemi (una bene tutelato dalle
Belle Arti), con un centinaio di ragazzi a ballare. A distanza di un mese
arrivano le polemiche più forti e la richiesta alla Procura della Repubblica di
occuparsi della questione, anche se durante il party i ragazzi sono stati
invitati a sottoporsi all’etilometro e la cosa è finita in una specie di gioco:
chi è il più resistente? «Dobbiamo stare attenti anche a questo, che i
divieti non diventino istigazioni. L’etilometro... è diventato un gioco: tra
ragazzi è stato immediato dire vediamo, beviamo tutti e chi resisterà di più
sarà il migliore». Il Procuratore Fojadelli sorride, affrontando l’argomento
pur serissimo dell’etilismo tra giovanissimi e anche tra ragazze. «L’uso dello
spritz a Treviso è una specie di costume, e come tale va trattato, perchè se
diciamo ai ragazzi "è severamente vietato, possiamo star sicuri che
diventerà una moda". L’ARENA.IT Le notti
agitate davanti ai bar. La Lega invita a non «criminalizzare» i titolari. E
intanto un comitato di esercenti si organizza per difendersi «Punire chi fa schiamazzi, non tutti i locali» di Alessandra Galetto La questione è vecchia ma sempre attuale. E si
comprende, visto che a farne le spese sono cittadini che non hanno altra colpa
se non quella di affacciarsi con le finestre di casa su vie o piazze del centro
storico frequentate dal popolo dell’aperitivo lungo. E così la moda dello
spritz genera ancora polemica, con i bar del centro che adesso ingaggiano
guerra uno contro l’altro, mentre anche le varie forze politiche prendono
posizione. Ieri è stata la volta della Lega. Il
consigliere comunale Paolo Tosato ha parlato chiaramente. «Non criminalizziamo i titolari dei bar, non è
contro di loro che deve indirizzarsi l’accanimento determinato dalle lamentele
dei residenti del centro storico», ha sostenuto Tosato, affiancato da Luigi
Pisa. «Mi pare che sia infatti molto più efficace avviare una concreta
collaborazione tra Comune, Polizia municipale e titolari dei bar per evitare
che gli eccessi creino disagio ai residenti, senza che questo comporti la
chiusura anticipata dei locali cittadini. Noi non condividiamo infatti una
campagna di criminalizzazione contro gli esercenti, e decisamente fuori luogo
ci paiono affermazioni come quella per cui chi gestisce un locale alimenta
l’alcolismo. Al contrario siamo favorevoli ad un’azione repressiva verso chi si
rende responsabile di schiamazzi notturni, verso chi parcheggia l’auto in
divieto di sosta, verso chi tiene la musica troppo alta nel suo locale». Secondo Tosato l’equivoco che le recenti
polemiche potrebbero portare è quello della generalizzazione dei provvedimenti
punitivi: «Invitiamo al contrario la giunta Zanotto a confrontarsi con i
titolari dei bar per individuare insieme eventuali azioni comuni. Se infatti
venissero approvati provvedimenti esclusivamente repressivi, decisi all’interno
di palazzo Barbieri senza un reale confronto con le categorie, si
alimenterebbero reazioni di incomprensione e contrapposizione anche da parte
dei giovani che frequentano i bar della nostra città». Una posizione, quella invocata dalla Lega, che
coincide sostanzialmente con la scelta di condotta che l’amministrazione
comunale persegue ormai da alcuni anni: lo confermano anche le recenti
affermazioni dell’assessore Tamellini, che ha ricordato con emblematico
distinguo la differenza tra Verona e Bologna. Intanto un intervento basato su equità e
giustizia chiedono anche alcuni titolari di locali storici dell’aperitivo
lungo, come quelli del quartiere Carega, ma non solo. Proprio per questa
mattina è prevista infatti la presentazione di un «Comitato per la difesa degli
esercenti» che vede uniti i titolari di otto locali: Osteria a la Carega,
Osteria La busa, bar Tiffany, Osteria La Pigna, Mascaron, bar Wally, Osteria Le
Piere, bar Dal Colle. Il compito che il Comitato intende assumere è la tutela e
difesa degli interessi degli esercenti, nella volontà di aprire per questo un
dialogo costruttivo con l’amministrazione. «Credo sia necessaria una linea comune per
tutti», dice Lorenzo Massari, uno degli operatori del settore. « Innanzitutto
bisogna comunque considerare i diritti di chi ha un plateatico: a che cosa
serve, se non perché la gente stia seduta fuori a chiacchierare? Per parte
nostra poi, ben vengano i controlli dei vigili, ma non solo e sempre agli
stessi locali: non ci devono essere privilegi. Crediamo infatti che senza equità
non ci sia credibilità». IL MESSAGGERO (ABRUZZO) MANIFESTAZIONE AL SUPERCINEMA Di alcol si muore,
specie sulle strade
Il fenomeno cresce tra i giovani, 300 studenti
coinvolti nel progetto di prevenzione Indagini, anche recentemente pubblicate sui
giornali, dimostrano come tra i giovani italiani il fenomeno dell’uso e abuso
delle bevande alcoliche appare in pericolosa ascesa; ad esempio, secondo le
stime dell’Osservatorio Nazionale Fumo-Alcol-Droga (OssFAD) dell’Istituto
Superiore di Sanità, 800.000 giovani al di sotto dell’età legale (16 anni),
corrispondenti al 40% della popolazione di tale età, dichiarano di consumare
bevande alcoliche. Non solo: secondo i dati dell’indagine
"Eurobarometro"2002 della Commissione Europea , l’Italia presenta l’età
più bassa di avvio al consumo di bevande alcoliche, con una media di 12,2 anni
contro i 14,6 che rappresentano la media dell’età di avvio nell’Unione Europea.
Tra i problemi alcolcorrelati, ricordiamo in
particolare gli incidenti stradali che vengono stimati in Italia, correlati
all’abuso di alcol per una percentuale compresa tra il 33% e il 40% del totale;
nella fascia di età fra i 15 e i 24 anni gli incidenti stradali costituiscono
la causa di più del 40% dei decessi ed è comunque la prima causa di morte. Ed è
per questo che col titolo "Modera l’alcol, esagera con la vita", si
terrà oggi una manifestazione pubblica presso il teatro auditorium Supercinema
dalle ore 9.00 alle ore 13,30, nell’ambito delle Manifestazioni del Maggio
Teatino, organizzate dal Comune di Chieti, a conclusione di un percorso
didattico che ha coinvolto numerose scuole della città curato dalla
Responsabile del Servizio, dott. M.Camilla Di Peppe, dall’Educatrice
Professionale, Sig.ra Cinzia Di Muzio e con la collaborazione di tutti gli
operatori del Servizio, e che ha convolto circa 300 studenti. SALUTE (LA REPUBBLICA) Figli, prime vittime
delle crisi familiari
I bimbi di coppie
litigiose soffrono di disturbi psicologici anche più di chi ha genitori
divorziati di
Francesco Cro * La discordia in famiglia può aumentare fino a
cinque volte il rischio di depressione nei figli e fino a quattordici volte
quello di abuso di sostanze stupefacenti. A tali conclusioni sono giunti
quattro ricercatori del Dipartimento di Psichiatria della Columbia University
di New York dopo uno studio ventennale. Gli studiosi hanno identificato alcuni
elementi indicativi di dissidi in famiglia (insoddisfazione coniugale,
discordia tra genitori e figli, mancanza di coesione familiare, scarso affetto
dimostrato ai figli, divorzio) e ne hanno verificato, vent’anni dopo, gli
effetti psicologici su genitori e figli. Risultato: i problemi familiari sono
un fattore di rischio per la depressione in entrambi i coniugi, ma i figli
possono soffrirne, con le gravi conseguenze sopra ricordate, anche se i
genitori non sono depressi. più droga e alcol Le conseguenze psicologiche negative dei
dissidi coniugali sui figli sono state confermate da un’altra ricerca, condotta
in Australia, che ha messo a confronto i figli di gemelli, divorziati e non:
l’abuso di alcool e droghe ed i disturbi psicologici e comportamentali erano
molto più frequenti nei figli dei gemelli divorziati, dimostrando che le
variabili ambientali (in questo caso l’instabilità familiare) rivestivano un’importanza
maggiore del carico genetico nel favorire l’insorgenza di questi problemi. Queste considerazioni assumono una particolare
importanza alla luce del fatto che, come nota lo psichiatra francese
dell’infanzia Daniel Marcelli, nelle società occidentali si è assistito negli
ultimi decenni ad un indebolimento del legame coniugale e ad un parallelo
rafforzamento del legame di filiazione: poiché il vincolo matrimoniale è
diventato, anche da un punto di vista legislativo, meno rigido, la famiglia
tende sempre più ad essere fondata sulla presenza di un figlio. Il bambino è
quindi caricato della responsabilità di dare un senso alla vita dei suoi
genitori, mentre in passato erano questi ultimi a stabilire quale doveva essere
il percorso esistenziale dei figli. Questa responsabilità può essere
particolarmente gravosa per il bambino, soprattutto quando, in presenza di
forti disaccordi familiari, viene coinvolto nel conflitto tra i genitori,
oppure quando il coniuge più debole e sofferente si appoggia sul figlio per ricevere
conforto, invertendo così il normale rapporto di accudimento genitore-bambino.
E’ il grado di conflittualità presente in famiglia, più che la separazione in
sé e per sé, a determinare la sofferenza dei figli, che si può esprimere in
molti modi: lamenti ipocondriaci, crisi di angoscia, disturbi del sonno o
dell’alimentazione, disturbi del comportamento, problemi scolastici,
depressione. un circolo vizioso La questione è resa più complicata dal fatto
che i problemi psicologici personali dei coniugi e la qualità della loro
relazione possono influenzarsi negativamente in maniera reciproca, innescando
un circolo vizioso che può moltiplicare le ripercussioni negative dei loro
problemi sui figli. Uno studio serbo ha riscontrato, tra le coppie in via di separazione
legale, un’aumentata frequenza di tratti patologici della personalità e,
soprattutto per gli uomini, di abuso di alcool, mentre una ricerca giapponese
ha suggerito che la presenza di dissidi familiari e di depressione o
abuso/dipendenza da stupefacenti nei genitori possa rappresentare, insieme ad
altri elementi, un fattore di rischio per il suicidio dei bambini. Un’indagine
inglese ha rivelato che le donne depresse vanno incontro in misura superiore
alla media a conflitti e dissidi coniugali e che i loro figli possono
sviluppare problemi di rendimento intellettuale e di inserimento sociale e sono
più a rischio di subire abusi. E’ difficile stabilire quanto la presenza di
un problema psicologico in uno o in entrambi i coniugi influenzi negativamente il
loro rapporto e quanto, invece, la cattiva qualità di quest’ultimo sia fonte di
disagi anche gravi. Per di più la presenza di un disturbo depressivo in un
coniuge può causare depressione anche nell’altro e nei figli, che presentano un
rischio di sviluppare depressione o altri problemi psichiatrici notevolmente
aumentato se entrambi i genitori sono depressi. molti ragazzi si salvano Questi dati inducono a considerare la
depressione, all’interno del suo contesto sociale, come un disturbo che ha un
forte impatto non solo sul singolo individuo, ma anche sulle persone a lui più
vicine. Una corretta informazione e l’accesso a terapie adeguate possono quindi
rappresentare un aiuto fondamentale, non solo per la persona che ne è affetta,
ma anche per i suoi familiari. Va poi sottolineato che molti figli di persone
depresse non soffrono di alcun disturbo psichiatrico. Questo significa, da una
parte, che una persona depressa può fornire, al pari di chiunque altro,
adeguate cure genitoriali, e testimonia, dall’altra, delle innumerevoli risorse
cui un essere umano può attingere nel corso del suo sviluppo psicologico. Per
questo motivo non è possibile prevedere deterministicamente che ad una partenza
più "difficile" debbano obbligatoriamente corrispondere successivi
problemi esistenziali. * Psichiatra, Servizio Psichiatrico Diagnosi e
Cura, Viterbo ASCA ROMA/PROVINCIA:
CECCHINI, IN PROGRAMMA ALTRI 3 CENTRI CONTRO ALCOLISMO Roma, ’’Questo e’ il primo passo per dotare il
territorio provinciale di una rete di assistenza e prevenzione contro l’abuso
di alcol. Abbiamo in programma di aprire altri 3 centri provinciali contro
l’alcolilsmo in collaborazione con le tre ASL della provincia G, H ed F, che
corrispondono alla zona di Civitavecchia, quella dei Castelli e quella di
Tivoli-Guidonia. Altro impegno importante e’ quello della corretta informazione
sull’argomento, soprattutto tra le giovani generazioni. Per questo proseguiremo
le nostre campagne informative nelle scuole, nei centri giovanili e nelle
discoteche’’. E’ quanto ha dichiarato Claudio Cecchini, assessore provinciale
alle Politiche Sociali, che questa mattina ha inaugurato il I° Centro
provinciale per l’alcolismo realizzato dalla Giunta Gasbarra in collaborazione
con il Centro di Riferimento alcologico della Regione Lazio -C.R.A.R. L. Il
centro e’ aperto dal lunedi’ al venerdi’ dalle ore 9 alle ore 17. Nel corso dell’inaugurazione sono stati
presentati anche i dati di una ricerca svolta nel 2005 dal Centro di
Riferimento Alcologico della Regione Lazio (C.R.A.R.L.) su un campione
rappresentativo di Roma, si puo’ comunque avere un’idea dell’entita’ del
problema: nella sola citta’ di Roma e con delle cifre che appaiono comunque
sottostimate, si evidenzia una popolazione di 2.301.304 bevitori, di cui
346.899 bevitori a rischio. Un dato specifico sull’abuso di alcol, anch’esso estremamente allarmante ci viene
dalle statistiche del 2004 della Polizia Stradale che ha rilevato dal 2003 al
2004 un aumento del 17,4% delle violazioni accertate per una guida in stato di
ebbrezza alcolica. IL 28,8% dei giovani tra i 15 e i 19 anni non percepisce il
pericolo del bere a rischio. I dati qui riportati ci forniscono la fotografia
di un problema che investe la vita di milioni di persone e spesso proprio le
categorie piu’ a rischio sono le meno informate sul problema. Dalla ricerca del
C.R.A.R.L., infatti, risultano essere i giovani (14%) una delle tre categorie
piu’ a rischio assieme alle casalinghe (17,2%) e ai pensionati (18,1%). ’’Il progetto - ha proseguito Cecchini - e’
stato avviato grazie ad un bando di gara promosso dalla Regione Lazio, vinto
dall’Amministrazione provinciale di Roma, che ha previsto lo stanziamento di
225 mila euro. Il Centro Diurno provinciale per l’alcolismo, attraverso il
coordinamento con le altre risorse della rete socio-sanitaria interessata,
Comune di Roma, Universita’ ’’La Sapienza’’, Azienda Policlinico ’’Umberto I’’,
cooperativa ’’Parsec’’, e della Azienda USL di provenienza dell’utente in
carico, dovra’ garantire lo svolgimento di alcune funzioni fondamentali e
gratuite come l’accoglienza a bassa soglia, trattamento medico-farmacologico in
fase post acuta, psicoterapia di gruppo o individuale a breve termine, sostegno
e counseling all’utente e alla famiglia, preparazione al reinserimento
psicosociale nel territorio di appartenenza, rivolto all’utente e alla
famiglia, avvio alla formazione professionale ed al reinserimento lavorativo
per coloro che ne avessero necessita’’’. res-rg/cam/rs IL GAZZETTINO (BELLUNO) CESIOMAGGIORE Incontro sull’alcol
Sabato alle 20.30, andrà in scena nella sala
conferenze del museo etnografico di Seravella, lo spettacolo di Mario e Bruno,
"An ombra de manco, an omo de pì". Lo spettacolo è inserito nelle
iniziative promosse dal progetto regionale sulla prevenzione, dal titolo
"Giovani e alcol". IL GAZZETTINO (TREVISO) E’ stata comunque predisposta un’ispezione all’interno
dell’edificio storico L’architetto Giuseppe Rallo ancora a caldo
l’aveva detto, anche se scaramanticamente: «I chiodi sugli affreschi di Santa
Margherita? Impossibile... Potrebbero valere penali salate e lacrime». I primi
accertamenti effettuati dai tecnici dell’Agenzia del Demanio di Venezia,
responsabile di gestione, vigilanza e custodia sulla chiesa sì sconsacrata, ma
autentico museo d’arte visto che ha ospitato e ospita capolavori del ’200,
infatti, paiono fugare i peggiori timori. In Soprintendenza Beni Architettonici, a
Venezia, sono già state studiate le fotografie scattate sia prima, a
documentazione dello status quo, sia dopo la festa che ha riunito per una
nottata che è stata storica, purtroppo, solo per il rumore, gli eccessi e le
conseguenti polemiche. La serata era dedicata ai giovani e si voleva
coinvolgerli nella lotta contro l’alcool. Ottime le intenzioni di chi ha
organizzato la manifestazione, amaro il dopo festa. L’architetto Rallo responsabile per Treviso e
Belluno della tutela dei beni architettonici, ha già concordato con i tecnici e
i funzionari del Demanio una visita in loco per i dovuti e promessi,
accertamenti. In effetti, saranno verificati tutte le denunciate situazioni di
crisi anche se, dice: «A prima vista non mi pare che siano stati fatti dei
delitti artistici. O sono stati attenti o sono stati fortunati, sta di fatto
che a prima vista, basandomi sull’ispezione fotografica, e sul confronto fra il
prima ed il poi rispetto la discussa festa ospitata in Santa Margherita, non
vedo niente di lesionato e compromesso. I chiodi sono stati piantati sulle
parti scoperte, sulla pietra, o su tratti in intonaco dove non ci sono tracce di
affresco. Anche perchè, lo dobbiamo ben tenere a mente, le opere di Tomaso da
Modena non sono più lì, sotto le mura della sconsacrata chiesa di Santa
Margherita, ma esposti in bella vista a Santa Caterina. Questa è la situazione.
È ovvio che per un giudizio definitivo, anche per definire responsabilità
eventuali, ed individuare ipotetici danni all’arte, dovremo studiare i punti
dove si è intervenuti con chiodi o altri corpi estranei. Comunque sia, gli
interventi mi paiono apportati nelle parti di contorno alle tracce di
affresco...». La sua impressione allo stato di cose? «Mi
auguro che si sia trattato di tanto fumo ma niente arrosto. Ma, prima di
sostenerlo, preferisco aspettare giovedì primo giugno dopo aver visitato per
l’ennesima volta la vostra bellissima chiesa sconsacrata. Io Santa Margherita
la conosco bene. Ho avuto modo di studiarla in ripetute occasioni. Adesso ci
ritorno e vedremo...» Sergio Zanellato IL GAZZETTINO (VICENZA) Polizia Municipale
(...) Nel pomeriggio di martedì scorso sempre i vigili
hanno arrestato in via Dell’Oreficeria una vicentina di 50 anni che si trovava
alla guida della sua auto in stato di ebbrezza. Ma la donna, alla richiesta di
sottoporsi al test, ha reagito con forza insultando i vigili e tentando di
fuggire in auto. Bloccata una seconda volta, ha iniziato a tirare calci agli
agenti che a quel punto sono stati costretti ad arrestarla per violenza e
resistenza a pubblico ufficiale. Ora è in carcere a Montorio. IL MATTINO (SALERNO) Schiavi di alcool e
stupefacenti
Sarno. Le indagini dei carabinieri sulla
sparatoria di ieri sono coordinate dal sostituto procuratore di Nocera
Inferiore, Roberto Lenza. Daniele De Rosa potrebbe costituirsi accompagnato da
un legale di fiducia. Lui con problemi di droga, lei dalla vita difficile.
Vivono insieme da almeno due anni Daniele De Rosa ed Evelina Ruggiero, lui,
pregiudicato, di San Marzano sul Sarno, lei di Sarno, poco più che ventenni. La
ragazza si è separata tre anni fa dal marito, dal quale ha avuto due figli, che
vivono con lei. Daniele ed Evelina stavano sempre a litigare, raccontano alcuni
testimoni. Liti violente, che di giorno e di notte squarciavano il silenzio di
un condominio abitato da persone tranquille e perbene. Un giorno sì e l’altro
pure, i due litigavano anche per motivi banali. Ieri l’ennesima lite, che stava
per trasformarsi in tragedia. Da qualche tempo Daniele ed Evelina frequentavano
cattive amicizie, balordi, tossicodipendenti, ed oltre a drogarsi, si
ubriacavano. Una sera, Daniele, armato di pezzi di vetro, litigò di brutto con
alcuni amici dopo aver bevuto birra. Era ossessionato dalla convinzione che la
sua compagna lo tradisse. Una gelosia accecante che ieri ha spinto il giovane
tossicodipendente, originario di San Marzano sul Sarno, ad impugnare la pistola
calibro 7.65 e spararle contro sei proiettili, non andati per fortuna a segno.
L’appartamento dove si stava consumando la tragedia è stato comprato dai
genitori della ragazza, figlia unica, persone dalla vita irreprensibile.
L’appartamento è stato venduto dalla ragazza qualche giorno fa, per andare a
vivere in un’altra casa sempre di proprietà dei genitori. Il padre ferroviere
in pensione, la madre casalinga. Così come la famiglia di Daniele: persone dal
comportamento irreprensibile e al di sopra di ogni sospetto. Due famiglie che
immaginavano per i loro figli un futuro migliore. an.or. IL MESSAGGERO (PESARO) IN
QUESTURA Accoltella un agente,
gli taglia solo la camicia
La prontezza di riflessi salva
l’assistente Dignani. Rumeno arrestato per tentato omicidio
La lama ha lacerato camicia e canottiera ma
non ha ferito l’appuntato di polizia Stefano Dignani. Arrestato per tentato
omicidio il rumeno clandestino (M.N., 26 anni) che ha vibrato la micidiale
coltellata. Mercoledì alle 19.50 la Volante è accorsa in
piazza Mazzini presso il Caffè dell’Opera: un ubriaco disturbava i clienti.
Visti gli agenti, questi se ne andava verso lo Sferisterio dove è stato
bloccato. Ha detto di non avere documenti, invece aveva il passaporto ma non il
foglio di soggiorno. Portato in questura per verificarne la posizione,
all’ingresso il giovane, seduto sui sedili posteriori dell’auto, dava in
escandescenze ingiuriando e minacciando - «Tanto tra cinque anni torno e vi
ammazzo » - i due poliziotti e prendendo a testate i vetri posteriori della
“pantera”: il sangue ha imbrattato tutta l’auto. Nel cortile, aperta la
portiera per farlo scendere, all’improvviso ha estratto da una scarpa un
coltello (lama di 5 centimetri) e vibrato un fendente all’emitorace destro
dell’assistente Stefano Dignani: camicia e canottiera sono state tagliati di
netto per una decina di centimetri; il poliziotto, saltato all’indietro, non è
rimasto ferito solo per la sua prontezza di riflessi. Ha poi cercato nuovamente
di colpire gli agenti e tentato la fuga tuffandosi contro una finestra del
garage, l’ha sfondata con la testa, ma è “rimbalzato” contro la grata di ferro
esterna invisibile nell’oscurità. Comico se non fosse stato tutto così
drammatico. Per il contraccolpo il giovane ha avuto un attimo di sbandamento e
gli agenti lo hanno disarmato, ma quello continuava a sferrare calci e pugni
cercando di colpire anche l’assistente capo Giancarlo Parcaroli. Immobilizzato
e ammanettato mani e piedi, con l’ausilio di una pattuglia del radiomobile dei
carabinieri è stato portato e medicato, come i poliziotti, al pronto soccorso
dell’ospedale: i medici gli hanno pure iniettato una dose di calmanti. E’ stato
infine condotto in carcere a Camerino. Ieri il pm ha poi contestato al giovane rumeno
solo le tentate lesioni gravissime, non riscontrando nel suo comportamento
l’intenzione di uccidere. CORRIERE ADRIATICO Luciano Vedovi, candidato di “Oltre”,
aggredito da un gruppo di ragazzi ubriachi Minacce e spintoni a
un commerciante
FOSSOMBRONE – “Sono stato offeso da una
protervia di parolacce. Minacciato e spintonato...”. La poco piacevole
avventura notturna capitata in corso Garibaldi a Luciano Vedovi, commerciante,
candidato nella lista n. 2 “Oltre!”. “Ho solo cercato di convincere alla calma
un gruppo di ragazzi in preda ai fumi dell’alcol – racconta – quasi sicuramente
intenzionati a mettere a segno qualche atto vandalico. Forse già alle prese con
una discussione tra loro”. Quando è successo? “Erano le una o poco più di
domenica scorsa”. Perché è capitato proprio lì? “Eravamo usciti dalla casa di
alcuni nostri amici. Abbiamo udito un certo frastuono e ho cercato di fare
qualcosa”. Perché alcuni dei ragazzi hanno cominciato a inveire a parole? “Non
volevano che facessi loro l’invito di andare da un’altra parte a smaltire i
fumi dell’alcol”. E’ accaduto anche di peggio? “Diciamo che sono stato
spintonato quando ho preso il telefonino per chiamare i carabinieri”. I quali
sono intervenuti e… “Hanno fatto il loro dovere come sempre. A questo punto
lasciamo perdere i particolari. Non servono”. Perché ha raccontato il fatto in
una pubblica assemblea elettorale? “Solo e soltanto per denunciare che il
problema di corso Garbali è sempre più grave tanto più le incursioni dei
giovanissimi si rinfocolano”. L’accusa di strada è che Vedovi ha cercato di
farsi pubblicità? “Ovvio che sia così e lo dico con tanta amarezza. Il vero
problema è che il corso non può essere terra di frontiera e di conseguenti
scorribande. Tutto qui. Non intendo manipolare nulla. Quanto succede ripetutamente
è sempre più grave quanto incomprensibile”. E adesso? “Nulla. Ho detto quello
che ritenevo giusto far giungere come messaggio”. Si dice di norma che i
giovani vanno capiti? “Certo. Ma anche loro non possono darsi allo sbando come
norma di vita quotidiana. Ritengo si debba prendere in esame la questione per
impostare soluzioni che in qualche modo devono emergere”. E’ già successo un
fatto del genere? “E’ successo ed è per questo che la preoccupazione aumenta.
Si teme che certe brutte storie non abbiano mai un ripensamento”. Quali
meccanismi scattano? “Il branco è l’agglomerato più pericoloso perché anche il
giovane più innocuo in senso assoluto inevitabilmente subisce gli influssi
negativi in termini di comportamento e di solidarietà con il gruppo stesso”.
Sono tanti i teppisti o aspiranti taòli?… “No. Sono un minoranza irrequieta. La
maggioranza dei ragazzi è brava e all’altezza della situazione. Si deve
prendere atto di quella che è la realtà senza incorrere in provvedimenti
pesanti. Gli stessi che alla fine lasciano il tempo che trovano”. Allora la
cautela non deve mai mancare? “E’ la cosa più importante per far fronte in modo
intelligente alle questione che si frappongono. Bisogna avere il coraggio
dell’equilibrio come forma di educazione da trasmettere ai giovani”. E adesso
che succede? “Per quanto mi riguarda assolutamente nulla. Quanto alle minacce
di due, tre ragazzi più sobri perché ho chiamato i carabinieri sono convinto
che a quest’ora si saranno resi conto da soli. Tutto qui”. CORRIERE ROMAGNA Violenta lite
condominiale finisce con denunce per furto
Forlì - Una lite in un condominio, forse uno
sguardo di troppo. Poi il finimondo, con cinque persone coinvolte, tre delle
quali sono finite denunciate. E’ successo l’altra mattina in via Marsala. In
una palazzina di via Marsala un fratello e una sorella, mentre scendevano le
scale, hanno incrociato una accesa discussione nella quale era impegnato un
ragazzo con la fidanzata e la madre. Probabilmente l’uomo, 27enne, era
alticcio, tanto che è bastato il sospetto di un’occhiata da parte dei due
fratelli per scatenare la sua reazione molto violenta. Da qui è nata la rissa.
Tutte le persone sono state coinvolte e hanno partecipato alla discussione,
fatta di spintoni, insulti e quant’altro. Nella concitazione è sparito anche un
marsupio, sottratto dall’aggressore che poi si è allontanato con le due donne.
Il borsello è stato poi lanciato in un vicino giardino, non prima di averlo
svuotato di alcune decine di euro e altri documenti presenti all’interno e un
cellulare. Per questo le due donne e l’aggressore sono state denunciate per
furto, mentre per l’uomo è scattate anche l’accusa di lesioni e resistenza a
pubblico ufficiale poichè quando gli investigatori della Squadra Mobile sono
intervenuti sul posto, li ha aggrediti a loro volta. CORRIERE ROMAGNA “Chiedo perdono per
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