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Rassegna stampa Alcol e guida del 25 maggio 2006

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

 IL GAZZETTINO (PADOVA)

"APRIAMO GLI OCCHI" 

«Dateci un’alternativa contro la noia e l’alcol»

Riceviamo e pubblichiamo.

Ho letto molto attentamente l’articolo "Apriamo gli occhi" di martedì 23 a proposito del problema dell’alcool tra i giovani. Sono una studentessa di 17 anni e al momento mi trovo in Australia come exchange student. Penso sia importante precisare questo dal momento che 5 mesi fa mi sono voluta allontanare da Padova perchè io stessa non riuscivo a trovare una via d’uscita da questo circolo vizioso che coinvolge la maggior parte dei giovani padovani. Continuo a informarmi riguardo la mia città e vedo che la situazione va peggiorando. Penso di poter vedere più obiettivamente ciò che succede da qui poichè mi trovo in un paese dove c’è una legge molto più severa per quanto riguarda l’alcool. Infatti i ragazzi si possono concedere qualche birra di nascosto duranti i party, e cioè feste circoscritte in un luogo (solitamente a casa di qualcuno) dove ci si sfoga ma non si danneggia niente e nessuno. Concordo pienamente con ciò che il signor Contin dice. A Padova i ragazzi non hanno nessun tipo di possibilità per poter fare altro, i sabati sera sono di una noia mortale e ciò che la gente si riduce a fare è bere e fumare. Perchè? Degradazione è la parola più adatta. L’idea di organizzare concerti, punti di ritrovo che non siano solo intorno a un bar o a una piazza (sovraffollata di spacciatori extracomunitari) non è un’utopia per quanto mi riguarda. Non c’è nulla che stimoli i giovani (dai "figli di papà" alla fascia media-bassa) che non sia l’idea di un’ubriacatura o di un "porro". Chi meglio di una ragazza come loro può dirlo? Nessuno legge i quotidiani e l’indifferenza dilaga, le campagne a scuola ci fanno ridere e nessuno le prende seriamente. Tra un mese circa tornerò in Italia e so che nulla sarà cambiato, ho paura per quello che potrebbe aspettarmi, ricominciare con il solito problema del sabato sera. Bar che chiudono a mezzanotte o un’ora dopo, tolleranza e non, non cambia nulla. Sono un mucchio di polemiche senza scopo. Guardiamo in faccia il problema reale, facciamo fare qualcosa a questa gente! Fermate la vendita di alcool ai minorenni, fermate lo spaccio che vi sta sotto gli occhi, anche un bambino di otto anni riuscirebbe a procurarsi erba! Questo è un urlo disperato di qualcuno che vuole dire no a tutto questo. Io non sono in grado di parlare per conto di tutti, ma perchè non cercare di fare un sondaggio anonimo nelle scuole, che coinvolga tutti gli studenti chiedendo cosa pensano i ragazzi a proposito di questo problema e di eventuali alternative? Bere non ti fa più figo, sembra ovvio, ma non tutti lo capiscono.

Ho esposto la mia opinione nel miglior modo possibile, forse lo stesso di tanti altri, ma a dirla questa volta era "un’interna" e non un adulto che si è dimenticato della propria giovinezza. Ora fatene quello che volete, io continuerò a leggere il giornale da qui.

Camilla

(*) Nota: Discat a puero magister


 

IL GAZZETTINO (PADOVA)

INTERNET 

Sempre più siti e blog sul popolare aperitivo

(m.a.) In internet tutta la grandezza del fenomeno spritz. Basta collegarsi con il motore di ricerca Google, digitare sullo spazio cerca la parola spritz e per le pagine in italiano compariranno 358mila contatti, mentre su tutto il web sono 2 milioni e 730 mila. Non si scherza. Senza dimenticare la voce immagini, che riporta 16.500 foto la maggior parte delle quali ritrae dei bicchieri del famoso cocktail alcolico colorato sopra ad un tavolo. Tra i siti padovani che ha fatto della mistura rossa un mito c’è www.spritz.it, che quotidianamente è visitato da tantissimi giovani che si scambiano pensieri e messaggi attraverso un blog (diario telematico). Appena nato, invece, il portale www.barperlepiazze.com che diffonde in rete la "battaglia" dei 18 locali tra le piazze e il Ghetto che sono costretti a chiudere a mezzanotte anziché alle 2 a causa della ordinanza comunale. Si possono guardare, poi, centinaia di immagini che ritraggono il festoso popolo degli spritz cliccando all’indirizzo www.padovafoto.com/spritz. Non mancano di parlare dello spritz neppure i siti istituzionali come quello del Comune (www.padovanet.it) o quelli delle tre associazioni di categoria come www.ascom.it. Dettagliate informazioni sul fenomeno spritz si possono trovare anche su www.globalproject.info, uno dei tanti portali dei no global.


 

IL GAZZETTINO (PADOVA)

Spritz, manifestazioni non autorizzate, ...

Spritz, manifestazioni non autorizzate, occupazioni abusive da parte dei giovani dei centri sociali sono i temi dell’interrogazione "urgente" che il consigliere regionale Raffaele Zanon (An) ha rivolto alla Giunta veneta in merito «alla scarsa vivibilità e al degrado di alcune zone di Padova». Zanon chiede al governo regionale di «tener conto delle decine di appelli fatti dai cittadini alle istituzioni locali al fine di ripristinare una grave situazione di illegalità e di disagio sociale che rende alcuni quartieri di Padova invivibili e pericolosi per le molte famiglie che chiedono solo di poter condurre una vita tranquilla e sicura nel rispetto del viver civile». «La vita in città - spiega il consigliere di Alleanza Nazionale - risulta sempre più difficile a causa di un susseguirsi di gravi episodi, manifestazioni non autorizzate, occupazioni abusive e organizzazione di feste in quartieri residenziali, che creano molti disagi ai tanti cittadini tormentati e impossibilitati a dormire per il troppo chiasso e per la paura di possibili atti di vandalismo. Quasi ogni mercoledì sera, inoltre, senza alcuna autorizzazione viene organizzata in Piazza delle Erbe un’adunata dei centri sociali, che grazie ai generatori di corrente creano delle postazioni abusive per la musica e per la vendita di alcolici fino a tarda notte».

«Come se ciò non bastasse a rendere complicata la vita dei padovani - prosegue l’esponente di An - nell’ultimo fine settimana le zone adiacenti a via Bernina, in cui sono concentrati ben sette locali, sono state prese d’assalto da centinaia di giovani, i quali hanno provocato notevoli difficoltà ai cittadini con parcheggi selvaggi, schiamazzi e furti. Alcuni locali attivi nella zona rimangono addirittura aperti, il sabato e la domenica, dalla sera fino al pomeriggio successivo, aumentando i disagi per i residenti».


 

IL GAZZETTINO (PADOVA)

Durerà soltanto un mese, da domani ...

Durerà soltanto un mese, da domani al 25 giugno, l’ordinanza firmata dal prefetto Paolo Padoin che vieta "la vendita per asporto all’esterno dell’area di somministrazione di bevande alcoliche di qualunque gradazione, in vetro o in lattina". Un provvedimento dunque provvisorio, in vigore il mercoledì, il venerdì e il sabato dalle 20 alle 6.30 nella zona compresa tra riviera Mussato, vie Savonarola e del Carmine, corso Garibaldi, riviere dei Ponti Romani e Tito Livio, via XX Settembre, riviere Sant’Agostino e San Tomaso. In attesa di affrontare gli effetti collaterali e indesiderati dello spritz nelle piazze con un vero e proprio protocollo d’intesa pronto per luglio. L’obiettivo resta quello di non militarizzare il centro storico appena tramonta il sole, ma di restituire un clima di sano divertimento per un rito che non è solo padovano. «Già il mio predecessore Lombardi così come la scorsa Giunta Destro si sono occupati di questo "fenomeno" - puntualizza Padoin - e questa ultima ordinanza è pronta già dal 2004, quando mi trovai, appena insediato, ad affrontare due emergenze: via Anelli e appunto lo spritz. Ma allora rimase nel cassetto: non me la sentivo di intervenire così radicalmente nella vita della città chiamata nello stesso periodo a votare. Da allora diversi provvedimenti hanno tentato di regolamentare un problema che invece si è ingigantito. Ora è più che mia importante agire tutti insieme: prefettura, questura, autorità locali, forze dell’ordine, associazioni di categoria, residenti. Dobbiamo arrivare a definire un nuovo globale intervento di autoregolamentazione di tutti coloro che lavorano e vivono nelle piazze per una gestione corretta del centro storico».

Sulla stessa lunghezza d’onda è il sindaco, che da sempre vuole difendere il diritto nonchè il piacere dei giovani a ritrovarsi attorno al Salone, così come le esigenze di tranquillità, almeno notturna, degli abitanti. «Vanno combattuti solo i comportamenti scorretti di una minoranza- puntualizza Zanonato - l’aggressività e la violenza contro i residenti, il rumore, la sporcizia. Una sfida che stiamo affrontando con le forze dell’ordine, capaci di ridimensionare in questi ultimi mesi lo spaccio, e con negozianti ed esercenti. Tutti si sono dati da fare per trovare soluzioni alternative alla repressione e al coprifuoco». Sono d’accordo sia Zilio dell’Ascom che Francescon della Confesercenti, disponibili ad escogitare nuovi interventi capaci di riqualificare la vivibilità del centro storico, come ad esempio il prolungamento dell’orario di vendita degli ambulanti. «Questa ordinanza non vuole essere una sfida a chi beve lo spritz in piazza - puntualizza il questore Alessandro Marangoni - e noi non vogliamo militarizzare le piazze, sarebbe una sconfitta per tutti i padovani. Deve vincere la politica del buonsenso, che procede sì a piccoli passi ma solo così può modificare comportamenti ormai radicati negli anni».

Ad occuparsi del controllo di eventuali trasgressori i vigili urbani, affiancati dagli agenti delle altre polizie. Non ci saranno distinzioni tra supermercato ed enoteca. Fuorilegge non solo per l’orario ma per l’assenza dell’opportuna licenza commerciale il banchetto dei disobbedienti che vende lattine. L’ordinanza del prefetto non piace però a tutti. Federico Contin del comitato "Bar del centro" mugugna: «Come al solito colpite gli esercenti. Chi darà la multa a chi beve dalla bottiglia non comprata fuoriorario ma portata da casa?». «Questo è un provvedimento provvisorio che non vuole colpevolizzare i commercianti nè i loro clienti (la mia collega di Renne ha usato manganelli e idranti) ma evitare che qualcuno si faccia male con i cocci di vetro - replica il prefetto - Va però tentata anche questa strada per creare un clima positivo attorno al bere l’aperitivo tra amici. Chi vorrà portarsi dietro per ore una bottiglia di birra, per poi bersela calda?»

Caterina Cisotto


 

IL GAZZETTINO (TREVISO)

IL PROCURATORE 

«Attenti che il divieto ai giovani di bere spritz non diventi invece una vera istigazione» 

(A. Fed.) - Alcool ai minorenni? Se un’emittente televisiva non avesse girato tutto, forse la cosa sarebbe passata più inosservata, ma così adesso i Vigili dell’Annonaria si vedranno fotogramma per fotogramma e stabiliranno se è stato servito a minorenni qualcosa di alcolico: è vietato farlo. Incriminata è la festa del 30 aprile nella chiesa sconsacrata di Santa Margherita "Resurrezione", organizzata da Trevisoviva; già la localizzazione della festa aveva suscitato problemi (una bene tutelato dalle Belle Arti), con un centinaio di ragazzi a ballare. A distanza di un mese arrivano le polemiche più forti e la richiesta alla Procura della Repubblica di occuparsi della questione, anche se durante il party i ragazzi sono stati invitati a sottoporsi all’etilometro e la cosa è finita in una specie di gioco: chi è il più resistente?

«Dobbiamo stare attenti anche a questo, che i divieti non diventino istigazioni. L’etilometro... è diventato un gioco: tra ragazzi è stato immediato dire vediamo, beviamo tutti e chi resisterà di più sarà il migliore». Il Procuratore Fojadelli sorride, affrontando l’argomento pur serissimo dell’etilismo tra giovanissimi e anche tra ragazze. «L’uso dello spritz a Treviso è una specie di costume, e come tale va trattato, perchè se diciamo ai ragazzi "è severamente vietato, possiamo star sicuri che diventerà una moda".


 

L’ARENA.IT

Le notti agitate davanti ai bar. La Lega invita a non «criminalizzare» i titolari. E intanto un comitato di esercenti si organizza per difendersi

«Punire chi fa schiamazzi, non tutti i locali»

di Alessandra Galetto

La questione è vecchia ma sempre attuale. E si comprende, visto che a farne le spese sono cittadini che non hanno altra colpa se non quella di affacciarsi con le finestre di casa su vie o piazze del centro storico frequentate dal popolo dell’aperitivo lungo. E così la moda dello spritz genera ancora polemica, con i bar del centro che adesso ingaggiano guerra uno contro l’altro, mentre anche le varie forze politiche prendono posizione.

Ieri è stata la volta della Lega. Il consigliere comunale Paolo Tosato ha parlato chiaramente.

«Non criminalizziamo i titolari dei bar, non è contro di loro che deve indirizzarsi l’accanimento determinato dalle lamentele dei residenti del centro storico», ha sostenuto Tosato, affiancato da Luigi Pisa. «Mi pare che sia infatti molto più efficace avviare una concreta collaborazione tra Comune, Polizia municipale e titolari dei bar per evitare che gli eccessi creino disagio ai residenti, senza che questo comporti la chiusura anticipata dei locali cittadini. Noi non condividiamo infatti una campagna di criminalizzazione contro gli esercenti, e decisamente fuori luogo ci paiono affermazioni come quella per cui chi gestisce un locale alimenta l’alcolismo. Al contrario siamo favorevoli ad un’azione repressiva verso chi si rende responsabile di schiamazzi notturni, verso chi parcheggia l’auto in divieto di sosta, verso chi tiene la musica troppo alta nel suo locale».

Secondo Tosato l’equivoco che le recenti polemiche potrebbero portare è quello della generalizzazione dei provvedimenti punitivi: «Invitiamo al contrario la giunta Zanotto a confrontarsi con i titolari dei bar per individuare insieme eventuali azioni comuni. Se infatti venissero approvati provvedimenti esclusivamente repressivi, decisi all’interno di palazzo Barbieri senza un reale confronto con le categorie, si alimenterebbero reazioni di incomprensione e contrapposizione anche da parte dei giovani che frequentano i bar della nostra città».

Una posizione, quella invocata dalla Lega, che coincide sostanzialmente con la scelta di condotta che l’amministrazione comunale persegue ormai da alcuni anni: lo confermano anche le recenti affermazioni dell’assessore Tamellini, che ha ricordato con emblematico distinguo la differenza tra Verona e Bologna.

Intanto un intervento basato su equità e giustizia chiedono anche alcuni titolari di locali storici dell’aperitivo lungo, come quelli del quartiere Carega, ma non solo. Proprio per questa mattina è prevista infatti la presentazione di un «Comitato per la difesa degli esercenti» che vede uniti i titolari di otto locali: Osteria a la Carega, Osteria La busa, bar Tiffany, Osteria La Pigna, Mascaron, bar Wally, Osteria Le Piere, bar Dal Colle. Il compito che il Comitato intende assumere è la tutela e difesa degli interessi degli esercenti, nella volontà di aprire per questo un dialogo costruttivo con l’amministrazione.

«Credo sia necessaria una linea comune per tutti», dice Lorenzo Massari, uno degli operatori del settore. « Innanzitutto bisogna comunque considerare i diritti di chi ha un plateatico: a che cosa serve, se non perché la gente stia seduta fuori a chiacchierare? Per parte nostra poi, ben vengano i controlli dei vigili, ma non solo e sempre agli stessi locali: non ci devono essere privilegi. Crediamo infatti che senza equità non ci sia credibilità».


 

IL MESSAGGERO (ABRUZZO)

MANIFESTAZIONE AL SUPERCINEMA

Di alcol si muore, specie sulle strade 

Il fenomeno cresce tra i giovani, 300 studenti coinvolti nel progetto di prevenzione 

Indagini, anche recentemente pubblicate sui giornali, dimostrano come tra i giovani italiani il fenomeno dell’uso e abuso delle bevande alcoliche appare in pericolosa ascesa; ad esempio, secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale Fumo-Alcol-Droga (OssFAD) dell’Istituto Superiore di Sanità, 800.000 giovani al di sotto dell’età legale (16 anni), corrispondenti al 40% della popolazione di tale età, dichiarano di consumare bevande alcoliche. Non solo: secondo i dati dell’indagine "Eurobarometro"2002 della Commissione Europea , l’Italia presenta l’età più bassa di avvio al consumo di bevande alcoliche, con una media di 12,2 anni contro i 14,6 che rappresentano la media dell’età di avvio nell’Unione Europea.

Tra i problemi alcolcorrelati, ricordiamo in particolare gli incidenti stradali che vengono stimati in Italia, correlati all’abuso di alcol per una percentuale compresa tra il 33% e il 40% del totale; nella fascia di età fra i 15 e i 24 anni gli incidenti stradali costituiscono la causa di più del 40% dei decessi ed è comunque la prima causa di morte. Ed è per questo che col titolo "Modera l’alcol, esagera con la vita", si terrà oggi una manifestazione pubblica presso il teatro auditorium Supercinema dalle ore 9.00 alle ore 13,30, nell’ambito delle Manifestazioni del Maggio Teatino, organizzate dal Comune di Chieti, a conclusione di un percorso didattico che ha coinvolto numerose scuole della città curato dalla Responsabile del Servizio, dott. M.Camilla Di Peppe, dall’Educatrice Professionale, Sig.ra Cinzia Di Muzio e con la collaborazione di tutti gli operatori del Servizio, e che ha convolto circa 300 studenti.


 

SALUTE (LA REPUBBLICA)

Figli, prime vittime delle crisi familiari

I bimbi di coppie litigiose soffrono di disturbi psicologici anche più di chi ha genitori divorziati

di Francesco Cro *

La discordia in famiglia può aumentare fino a cinque volte il rischio di depressione nei figli e fino a quattordici volte quello di abuso di sostanze stupefacenti. A tali conclusioni sono giunti quattro ricercatori del Dipartimento di Psichiatria della Columbia University di New York dopo uno studio ventennale. Gli studiosi hanno identificato alcuni elementi indicativi di dissidi in famiglia (insoddisfazione coniugale, discordia tra genitori e figli, mancanza di coesione familiare, scarso affetto dimostrato ai figli, divorzio) e ne hanno verificato, vent’anni dopo, gli effetti psicologici su genitori e figli. Risultato: i problemi familiari sono un fattore di rischio per la depressione in entrambi i coniugi, ma i figli possono soffrirne, con le gravi conseguenze sopra ricordate, anche se i genitori non sono depressi.

più droga e alcol

Le conseguenze psicologiche negative dei dissidi coniugali sui figli sono state confermate da un’altra ricerca, condotta in Australia, che ha messo a confronto i figli di gemelli, divorziati e non: l’abuso di alcool e droghe ed i disturbi psicologici e comportamentali erano molto più frequenti nei figli dei gemelli divorziati, dimostrando che le variabili ambientali (in questo caso l’instabilità familiare) rivestivano un’importanza maggiore del carico genetico nel favorire l’insorgenza di questi problemi.

Queste considerazioni assumono una particolare importanza alla luce del fatto che, come nota lo psichiatra francese dell’infanzia Daniel Marcelli, nelle società occidentali si è assistito negli ultimi decenni ad un indebolimento del legame coniugale e ad un parallelo rafforzamento del legame di filiazione: poiché il vincolo matrimoniale è diventato, anche da un punto di vista legislativo, meno rigido, la famiglia tende sempre più ad essere fondata sulla presenza di un figlio. Il bambino è quindi caricato della responsabilità di dare un senso alla vita dei suoi genitori, mentre in passato erano questi ultimi a stabilire quale doveva essere il percorso esistenziale dei figli. Questa responsabilità può essere particolarmente gravosa per il bambino, soprattutto quando, in presenza di forti disaccordi familiari, viene coinvolto nel conflitto tra i genitori, oppure quando il coniuge più debole e sofferente si appoggia sul figlio per ricevere conforto, invertendo così il normale rapporto di accudimento genitore-bambino. E’ il grado di conflittualità presente in famiglia, più che la separazione in sé e per sé, a determinare la sofferenza dei figli, che si può esprimere in molti modi: lamenti ipocondriaci, crisi di angoscia, disturbi del sonno o dell’alimentazione, disturbi del comportamento, problemi scolastici, depressione. un circolo vizioso

La questione è resa più complicata dal fatto che i problemi psicologici personali dei coniugi e la qualità della loro relazione possono influenzarsi negativamente in maniera reciproca, innescando un circolo vizioso che può moltiplicare le ripercussioni negative dei loro problemi sui figli. Uno studio serbo ha riscontrato, tra le coppie in via di separazione legale, un’aumentata frequenza di tratti patologici della personalità e, soprattutto per gli uomini, di abuso di alcool, mentre una ricerca giapponese ha suggerito che la presenza di dissidi familiari e di depressione o abuso/dipendenza da stupefacenti nei genitori possa rappresentare, insieme ad altri elementi, un fattore di rischio per il suicidio dei bambini. Un’indagine inglese ha rivelato che le donne depresse vanno incontro in misura superiore alla media a conflitti e dissidi coniugali e che i loro figli possono sviluppare problemi di rendimento intellettuale e di inserimento sociale e sono più a rischio di subire abusi.

E’ difficile stabilire quanto la presenza di un problema psicologico in uno o in entrambi i coniugi influenzi negativamente il loro rapporto e quanto, invece, la cattiva qualità di quest’ultimo sia fonte di disagi anche gravi. Per di più la presenza di un disturbo depressivo in un coniuge può causare depressione anche nell’altro e nei figli, che presentano un rischio di sviluppare depressione o altri problemi psichiatrici notevolmente aumentato se entrambi i genitori sono depressi.

molti ragazzi si salvano

Questi dati inducono a considerare la depressione, all’interno del suo contesto sociale, come un disturbo che ha un forte impatto non solo sul singolo individuo, ma anche sulle persone a lui più vicine. Una corretta informazione e l’accesso a terapie adeguate possono quindi rappresentare un aiuto fondamentale, non solo per la persona che ne è affetta, ma anche per i suoi familiari.

Va poi sottolineato che molti figli di persone depresse non soffrono di alcun disturbo psichiatrico. Questo significa, da una parte, che una persona depressa può fornire, al pari di chiunque altro, adeguate cure genitoriali, e testimonia, dall’altra, delle innumerevoli risorse cui un essere umano può attingere nel corso del suo sviluppo psicologico. Per questo motivo non è possibile prevedere deterministicamente che ad una partenza più "difficile" debbano obbligatoriamente corrispondere successivi problemi esistenziali.

* Psichiatra, Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura, Viterbo


 

ASCA

ROMA/PROVINCIA: CECCHINI, IN PROGRAMMA ALTRI 3 CENTRI CONTRO ALCOLISMO 

Roma, ’’Questo e’ il primo passo per dotare il territorio provinciale di una rete di assistenza e prevenzione contro l’abuso di alcol. Abbiamo in programma di aprire altri 3 centri provinciali contro l’alcolilsmo in collaborazione con le tre ASL della provincia G, H ed F, che corrispondono alla zona di Civitavecchia, quella dei Castelli e quella di Tivoli-Guidonia. Altro impegno importante e’ quello della corretta informazione sull’argomento, soprattutto tra le giovani generazioni. Per questo proseguiremo le nostre campagne informative nelle scuole, nei centri giovanili e nelle discoteche’’. E’ quanto ha dichiarato Claudio Cecchini, assessore provinciale alle Politiche Sociali, che questa mattina ha inaugurato il I° Centro provinciale per l’alcolismo realizzato dalla Giunta Gasbarra in collaborazione con il Centro di Riferimento alcologico della Regione Lazio -C.R.A.R. L. Il centro e’ aperto dal lunedi’ al venerdi’ dalle ore 9 alle ore 17.

Nel corso dell’inaugurazione sono stati presentati anche i dati di una ricerca svolta nel 2005 dal Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio (C.R.A.R.L.) su un campione rappresentativo di Roma, si puo’ comunque avere un’idea dell’entita’ del problema: nella sola citta’ di Roma e con delle cifre che appaiono comunque sottostimate, si evidenzia una popolazione di 2.301.304 bevitori, di cui 346.899 bevitori a rischio. Un dato specifico sull’abuso di alcol,

anch’esso estremamente allarmante ci viene dalle statistiche del 2004 della Polizia Stradale che ha rilevato dal 2003 al 2004 un aumento del 17,4% delle violazioni accertate per una guida in stato di ebbrezza alcolica. IL 28,8% dei giovani tra i 15 e i 19 anni non percepisce il pericolo del bere a rischio. I dati qui riportati ci forniscono la fotografia di un problema che investe la vita di milioni di persone e spesso proprio le categorie piu’ a rischio sono le meno informate sul problema. Dalla ricerca del C.R.A.R.L., infatti, risultano essere i giovani (14%) una delle tre categorie piu’ a rischio assieme alle casalinghe (17,2%) e ai pensionati (18,1%).

’’Il progetto - ha proseguito Cecchini - e’ stato avviato grazie ad un bando di gara promosso dalla Regione Lazio, vinto dall’Amministrazione provinciale di Roma, che ha previsto lo stanziamento di 225 mila euro. Il Centro Diurno provinciale per l’alcolismo, attraverso il coordinamento con le altre risorse della rete socio-sanitaria interessata, Comune di Roma, Universita’ ’’La Sapienza’’, Azienda Policlinico ’’Umberto I’’, cooperativa ’’Parsec’’, e della Azienda USL di provenienza dell’utente in carico, dovra’ garantire lo svolgimento di alcune funzioni fondamentali e gratuite come l’accoglienza a bassa soglia, trattamento medico-farmacologico in fase post acuta, psicoterapia di gruppo o individuale a breve termine, sostegno e counseling all’utente e alla famiglia, preparazione al reinserimento psicosociale nel territorio di appartenenza, rivolto all’utente e alla famiglia, avvio alla formazione professionale ed al reinserimento lavorativo per coloro che ne avessero necessita’’’.

res-rg/cam/rs


 

IL GAZZETTINO (BELLUNO)

CESIOMAGGIORE

Incontro sull’alcol

Sabato alle 20.30, andrà in scena nella sala conferenze del museo etnografico di Seravella, lo spettacolo di Mario e Bruno, "An ombra de manco, an omo de pì". Lo spettacolo è inserito nelle iniziative promosse dal progetto regionale sulla prevenzione, dal titolo "Giovani e alcol".


 

IL GAZZETTINO (TREVISO)

E’ stata comunque predisposta un’ispezione all’interno dell’edificio storico

L’architetto Giuseppe Rallo ancora a caldo l’aveva detto, anche se scaramanticamente: «I chiodi sugli affreschi di Santa Margherita? Impossibile... Potrebbero valere penali salate e lacrime». I primi accertamenti effettuati dai tecnici dell’Agenzia del Demanio di Venezia, responsabile di gestione, vigilanza e custodia sulla chiesa sì sconsacrata, ma autentico museo d’arte visto che ha ospitato e ospita capolavori del ’200, infatti, paiono fugare i peggiori timori.

In Soprintendenza Beni Architettonici, a Venezia, sono già state studiate le fotografie scattate sia prima, a documentazione dello status quo, sia dopo la festa che ha riunito per una nottata che è stata storica, purtroppo, solo per il rumore, gli eccessi e le conseguenti polemiche. La serata era dedicata ai giovani e si voleva coinvolgerli nella lotta contro l’alcool. Ottime le intenzioni di chi ha organizzato la manifestazione, amaro il dopo festa.

L’architetto Rallo responsabile per Treviso e Belluno della tutela dei beni architettonici, ha già concordato con i tecnici e i funzionari del Demanio una visita in loco per i dovuti e promessi, accertamenti. In effetti, saranno verificati tutte le denunciate situazioni di crisi anche se, dice: «A prima vista non mi pare che siano stati fatti dei delitti artistici. O sono stati attenti o sono stati fortunati, sta di fatto che a prima vista, basandomi sull’ispezione fotografica, e sul confronto fra il prima ed il poi rispetto la discussa festa ospitata in Santa Margherita, non vedo niente di lesionato e compromesso. I chiodi sono stati piantati sulle parti scoperte, sulla pietra, o su tratti in intonaco dove non ci sono tracce di affresco. Anche perchè, lo dobbiamo ben tenere a mente, le opere di Tomaso da Modena non sono più lì, sotto le mura della sconsacrata chiesa di Santa Margherita, ma esposti in bella vista a Santa Caterina. Questa è la situazione. È ovvio che per un giudizio definitivo, anche per definire responsabilità eventuali, ed individuare ipotetici danni all’arte, dovremo studiare i punti dove si è intervenuti con chiodi o altri corpi estranei. Comunque sia, gli interventi mi paiono apportati nelle parti di contorno alle tracce di affresco...».

La sua impressione allo stato di cose? «Mi auguro che si sia trattato di tanto fumo ma niente arrosto. Ma, prima di sostenerlo, preferisco aspettare giovedì primo giugno dopo aver visitato per l’ennesima volta la vostra bellissima chiesa sconsacrata. Io Santa Margherita la conosco bene. Ho avuto modo di studiarla in ripetute occasioni. Adesso ci ritorno e vedremo...»

Sergio Zanellato


 

IL GAZZETTINO (VICENZA)

Polizia Municipale

(...)

Nel pomeriggio di martedì scorso sempre i vigili hanno arrestato in via Dell’Oreficeria una vicentina di 50 anni che si trovava alla guida della sua auto in stato di ebbrezza. Ma la donna, alla richiesta di sottoporsi al test, ha reagito con forza insultando i vigili e tentando di fuggire in auto. Bloccata una seconda volta, ha iniziato a tirare calci agli agenti che a quel punto sono stati costretti ad arrestarla per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Ora è in carcere a Montorio.


 

IL MATTINO (SALERNO)

Schiavi di alcool e stupefacenti

Sarno. Le indagini dei carabinieri sulla sparatoria di ieri sono coordinate dal sostituto procuratore di Nocera Inferiore, Roberto Lenza. Daniele De Rosa potrebbe costituirsi accompagnato da un legale di fiducia. Lui con problemi di droga, lei dalla vita difficile. Vivono insieme da almeno due anni Daniele De Rosa ed Evelina Ruggiero, lui, pregiudicato, di San Marzano sul Sarno, lei di Sarno, poco più che ventenni. La ragazza si è separata tre anni fa dal marito, dal quale ha avuto due figli, che vivono con lei. Daniele ed Evelina stavano sempre a litigare, raccontano alcuni testimoni. Liti violente, che di giorno e di notte squarciavano il silenzio di un condominio abitato da persone tranquille e perbene. Un giorno sì e l’altro pure, i due litigavano anche per motivi banali. Ieri l’ennesima lite, che stava per trasformarsi in tragedia. Da qualche tempo Daniele ed Evelina frequentavano cattive amicizie, balordi, tossicodipendenti, ed oltre a drogarsi, si ubriacavano. Una sera, Daniele, armato di pezzi di vetro, litigò di brutto con alcuni amici dopo aver bevuto birra. Era ossessionato dalla convinzione che la sua compagna lo tradisse. Una gelosia accecante che ieri ha spinto il giovane tossicodipendente, originario di San Marzano sul Sarno, ad impugnare la pistola calibro 7.65 e spararle contro sei proiettili, non andati per fortuna a segno. L’appartamento dove si stava consumando la tragedia è stato comprato dai genitori della ragazza, figlia unica, persone dalla vita irreprensibile. L’appartamento è stato venduto dalla ragazza qualche giorno fa, per andare a vivere in un’altra casa sempre di proprietà dei genitori. Il padre ferroviere in pensione, la madre casalinga. Così come la famiglia di Daniele: persone dal comportamento irreprensibile e al di sopra di ogni sospetto. Due famiglie che immaginavano per i loro figli un futuro migliore. an.or.


 

IL MESSAGGERO (PESARO)

IN QUESTURA 

Accoltella un agente, gli taglia solo la camicia 

La prontezza di riflessi salva l’assistente Dignani. Rumeno arrestato per tentato omicidio 

La lama ha lacerato camicia e canottiera ma non ha ferito l’appuntato di polizia Stefano Dignani. Arrestato per tentato omicidio il rumeno clandestino (M.N., 26 anni) che ha vibrato la micidiale coltellata.

Mercoledì alle 19.50 la Volante è accorsa in piazza Mazzini presso il Caffè dell’Opera: un ubriaco disturbava i clienti. Visti gli agenti, questi se ne andava verso lo Sferisterio dove è stato bloccato. Ha detto di non avere documenti, invece aveva il passaporto ma non il foglio di soggiorno. Portato in questura per verificarne la posizione, all’ingresso il giovane, seduto sui sedili posteriori dell’auto, dava in escandescenze ingiuriando e minacciando - «Tanto tra cinque anni torno e vi ammazzo » - i due poliziotti e prendendo a testate i vetri posteriori della “pantera”: il sangue ha imbrattato tutta l’auto. Nel cortile, aperta la portiera per farlo scendere, all’improvviso ha estratto da una scarpa un coltello (lama di 5 centimetri) e vibrato un fendente all’emitorace destro dell’assistente Stefano Dignani: camicia e canottiera sono state tagliati di netto per una decina di centimetri; il poliziotto, saltato all’indietro, non è rimasto ferito solo per la sua prontezza di riflessi. Ha poi cercato nuovamente di colpire gli agenti e tentato la fuga tuffandosi contro una finestra del garage, l’ha sfondata con la testa, ma è “rimbalzato” contro la grata di ferro esterna invisibile nell’oscurità. Comico se non fosse stato tutto così drammatico. Per il contraccolpo il giovane ha avuto un attimo di sbandamento e gli agenti lo hanno disarmato, ma quello continuava a sferrare calci e pugni cercando di colpire anche l’assistente capo Giancarlo Parcaroli. Immobilizzato e ammanettato mani e piedi, con l’ausilio di una pattuglia del radiomobile dei carabinieri è stato portato e medicato, come i poliziotti, al pronto soccorso dell’ospedale: i medici gli hanno pure iniettato una dose di calmanti. E’ stato infine condotto in carcere a Camerino.

Ieri il pm ha poi contestato al giovane rumeno solo le tentate lesioni gravissime, non riscontrando nel suo comportamento l’intenzione di uccidere.


 

CORRIERE ADRIATICO

Luciano Vedovi, candidato di “Oltre”, aggredito da un gruppo di ragazzi ubriachi

Minacce e spintoni a un commerciante

FOSSOMBRONE – “Sono stato offeso da una protervia di parolacce. Minacciato e spintonato...”. La poco piacevole avventura notturna capitata in corso Garibaldi a Luciano Vedovi, commerciante, candidato nella lista n. 2 “Oltre!”. “Ho solo cercato di convincere alla calma un gruppo di ragazzi in preda ai fumi dell’alcol – racconta – quasi sicuramente intenzionati a mettere a segno qualche atto vandalico. Forse già alle prese con una discussione tra loro”. Quando è successo? “Erano le una o poco più di domenica scorsa”. Perché è capitato proprio lì? “Eravamo usciti dalla casa di alcuni nostri amici. Abbiamo udito un certo frastuono e ho cercato di fare qualcosa”. Perché alcuni dei ragazzi hanno cominciato a inveire a parole? “Non volevano che facessi loro l’invito di andare da un’altra parte a smaltire i fumi dell’alcol”. E’ accaduto anche di peggio? “Diciamo che sono stato spintonato quando ho preso il telefonino per chiamare i carabinieri”. I quali sono intervenuti e… “Hanno fatto il loro dovere come sempre. A questo punto lasciamo perdere i particolari. Non servono”. Perché ha raccontato il fatto in una pubblica assemblea elettorale? “Solo e soltanto per denunciare che il problema di corso Garbali è sempre più grave tanto più le incursioni dei giovanissimi si rinfocolano”. L’accusa di strada è che Vedovi ha cercato di farsi pubblicità? “Ovvio che sia così e lo dico con tanta amarezza. Il vero problema è che il corso non può essere terra di frontiera e di conseguenti scorribande. Tutto qui. Non intendo manipolare nulla. Quanto succede ripetutamente è sempre più grave quanto incomprensibile”. E adesso? “Nulla. Ho detto quello che ritenevo giusto far giungere come messaggio”. Si dice di norma che i giovani vanno capiti? “Certo. Ma anche loro non possono darsi allo sbando come norma di vita quotidiana. Ritengo si debba prendere in esame la questione per impostare soluzioni che in qualche modo devono emergere”. E’ già successo un fatto del genere? “E’ successo ed è per questo che la preoccupazione aumenta. Si teme che certe brutte storie non abbiano mai un ripensamento”. Quali meccanismi scattano? “Il branco è l’agglomerato più pericoloso perché anche il giovane più innocuo in senso assoluto inevitabilmente subisce gli influssi negativi in termini di comportamento e di solidarietà con il gruppo stesso”. Sono tanti i teppisti o aspiranti taòli?… “No. Sono un minoranza irrequieta. La maggioranza dei ragazzi è brava e all’altezza della situazione. Si deve prendere atto di quella che è la realtà senza incorrere in provvedimenti pesanti. Gli stessi che alla fine lasciano il tempo che trovano”. Allora la cautela non deve mai mancare? “E’ la cosa più importante per far fronte in modo intelligente alle questione che si frappongono. Bisogna avere il coraggio dell’equilibrio come forma di educazione da trasmettere ai giovani”. E adesso che succede? “Per quanto mi riguarda assolutamente nulla. Quanto alle minacce di due, tre ragazzi più sobri perché ho chiamato i carabinieri sono convinto che a quest’ora si saranno resi conto da soli. Tutto qui”.


 

CORRIERE ROMAGNA

Violenta lite condominiale finisce con denunce per furto

Forlì - Una lite in un condominio, forse uno sguardo di troppo. Poi il finimondo, con cinque persone coinvolte, tre delle quali sono finite denunciate. E’ successo l’altra mattina in via Marsala. In una palazzina di via Marsala un fratello e una sorella, mentre scendevano le scale, hanno incrociato una accesa discussione nella quale era impegnato un ragazzo con la fidanzata e la madre. Probabilmente l’uomo, 27enne, era alticcio, tanto che è bastato il sospetto di un’occhiata da parte dei due fratelli per scatenare la sua reazione molto violenta. Da qui è nata la rissa. Tutte le persone sono state coinvolte e hanno partecipato alla discussione, fatta di spintoni, insulti e quant’altro. Nella concitazione è sparito anche un marsupio, sottratto dall’aggressore che poi si è allontanato con le due donne. Il borsello è stato poi lanciato in un vicino giardino, non prima di averlo svuotato di alcune decine di euro e altri documenti presenti all’interno e un cellulare. Per questo le due donne e l’aggressore sono state denunciate per furto, mentre per l’uomo è scattate anche l’accusa di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale poichè quando gli investigatori della Squadra Mobile sono intervenuti sul posto, li ha aggrediti a loro volta.


 

CORRIERE ROMAGNA

“Chiedo perdono per
Venerdì, 26 Maggio 2006
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