Si dice che
la maggior parte delle associazioni si sciolga entro i primi 3 anni dalla loro
costituzione. Solo quelle forti superano quel termine e quelle veramente solide
superano i 10 anni.
Con i suoi 15 anni di vita l’Asaps ha varcato veramente un bel traguardo e dire
che erano in pochissimi ad avere pronosticato un così lungo cammino.
Oggi con un numero di soci che ormai sfiora quota 30.000 e con un forte
consenso fra quanti hanno a cuore la sicurezza stradale, l’associazione è
orgogliosa della propria longevità.
Ma è soprattutto orgogliosa di avere tracciato un proprio serio percorso col
suo impegno sul versante della sicurezza e professionalità degli operatori che
se ne occupano.
Ci fa riflettere quello che spesso dice don Ciotti, un prete di strada che ha
fatto del messaggio della legalità la sua bandiera: “nel Vangelo la strada è
citata 109 volte in punti diversi. Ci sarà un motivo”. Certo la strada di quell’epoca
era luogo di incontro, oggi spesso è luogo di scontro, sulla strada si
viaggiava a piedi o con l’asinello, oggi fra i pedoni contiamo oltre 700
vittime ogni anno e si viaggia su potenti vetture con 150-200 cavalli (di
potenza). La strada era quella del buon Samaritano che si fermava a soccorrere
il ferito. Oggi è anche quella della pirateria con la fuga dopo l’incidente.
E’ tutta un’altra strada.
E’ tutta un’altra storia.
L’ Asaps in questi suoi primi 15 anni non è stata un’associazione che lamenta
solo ciò che non funziona sulla strada, nelle sue regole sui suoi protagonisti.
Ha saputo o dare invece un forte contributo di studio, di analisi e di proposta
su tutti i temi della mobilità e sicurezza della rete. Troppo facile dire solo
quello che non va, che non funziona.
Noi abbiamo spiegato anche i perché. Abbiamo analizzato i numeri e percentuali,
abbiamo guardato oltre confine per capire come mai altrove le cose funzionano meglio.
Abbiamo “stanato” le ragioni che, ancora oggi, rendono insicure le nostre vie
di comunicazione. I perché vanno ricercati in quelle leggi dell’economia che
prevaricano quelle della salvaguardia della vita. Lo si capisce benissimo quando
si fa mente locale, su come sia ancora debole l’impegno contro l’abuso di alcol
alla guida, contro il mito della velocità (vengono vendute a ventenni moto che
in prima marcia arrivano a 130 km/h, che da 0 a 100 impiegano 3 secondi, che
raggiungano punte di velocità di 270-300 Km/h), contro la trascuratezza del
sistema struttura stradale e come si faccia fatica ad improntare una convinta
educazione stradale nelle scuole. Si risparmia sul versante strada, dal quale
derivano i maggiori introiti in tasse, imposte, accise. Ma non solo. Anche i
costi più elevati per la sanità pubblica, in termini di conseguenze invalidanti
e per la società, con 16 morti e 800 feriti al giorno. Quasi fossero
ineluttabilmente dovuti. L’Asaps è stata ed è un valido punto di riferimento per
tutte le divise che operano sulla strada per la sicurezza in un dedalo di
leggi, regolamenti, sentenze che spesso ballano il valzer delle contraddizioni.
Per tutti loro l’associazione col proprio sito, con il Centauro, col materiale
che produce per i soci, costituisce un’isola informativa per quanti operano in
questo settore, ma anche per chi si occupa di educazione stradale per i bambini
e i ragazzi. I media seguono a loro volta con puntuale attenzione le posizioni
e le analisi che l’associazione lancia attraverso i suoi comunicati stampa, con
i suoi interventi sempre dalla parte della sicurezza. Ringrazio oggi i soci
fondatori di Asaps, i referenti, i componenti del consiglio nazionale e tutti
gli amici, presenti alla celebrazione dei nostri primi 15 anni, che ci hanno
dato fiducia e hanno creduto in noi.
Una scommessa non facile. Una scommessa vinta.
*Presidente
Asaps
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