VIVA LA POLSTRADA, ABBASSO GLI AUTOVELOX Da 10 anni, cioè da quando ho iniziato a
occuparmi di aspetti legali delle auto, chiedo meno autovelox e più pattuglie
della Polizia sulle strade. Altro che apparecchi di rilevamento la
velocità: i poliziotti fermerebbero subito migliaia di drogati e alcolizzati
che viaggiano nel nostro Paese e che provocano disastri. Molto più di chi non
rispetta i limiti di velocità. In Italia i controlli per guida in stato di
ebbrezza sono rari ma, in Europa, gli italiani sono tra quelli con più
probabilità di essere colti in flagranza. Lo dice l’European transport safety
control (Etsc). Tra il 2002 e il 2004, soltanto il 3% degli
automobilisti italiani è stato sottoposto all’alcoltest, a fronte di una media
europea del 16%. È la percentuale di controlli più bassa del continente:
complimenti vivissimi. Tuttavia, l’Italia
registra il tasso più alto di automobilisti sanzionati per guida in stato di
ebbrezza: 27 ogni 100 controlli nel 2004. Ma, si sa, gli autovelox portano soldi ai Comuni. E allora... CORRIERE ROMAGNA (Forlì) Asaps, 15 anni di vita per la vita Forlì - Quindici anni spesi al servizio della
sicurezza sulle strade, alla ricerca delle ragioni che ogni giorno portano via
in Italia decine tra automobilisti, pedoni, ciclisti, e sempre con una precisa
missione: educare al rispetto delle regole, come i limiti di velocità, che
insieme alla guida in stato di ebbrezza risulta tra le cause principali di
incidenti mortali, a partire dai più giovani. Ebbene dal 1991, l’Asaps
(Associazione sostenitori amici della Polizia stradale) ha offerto la sua
assistenza alla società civile, garantendo costantemente precise informazioni
legate ai temi della legalità e della mobilità, e contando oggi su un bacino di
30mila associati e 600 responsabili locali su tutto il territorio nazionale.
Anzi, molti di loro, oltre 200, ieri mattina si sono ritrovati a Forlì,
all’Hotel “Globus”, proprio per celebrare degnamente questo importante
anniversario, condito dalla presenza di molte autorità cittadine (c’era il
sindaco del capoluogo romagnolo, Nadia Masini, e il presidente della Provincia,
Massimo Bulbi), e diversi ospiti illustri esperti del settore, invitati dal
padrone di casa, il presidente dell’Asaps, che poi è un forlivese, Giordano
Biserni. “Si è fatto troppo poco per la sicurezza in questi anni - ricorda
Biserni - specialmente a livello governativo, dove invece di aumentare le
risorse da destinare ad una mirata comunicazione e alla prevenzione di tante
tragedie, si è preferito tagliarle. Per quanto ci riguarda continueremo a
batterci ancora e con maggiore entusiasmo, per evitare che la strada continui
ad emettere quotidianamente verdetti fatali, decretati da irresponsabili, e come
spesso accade dalle nostre parti, dalle vergognose condizioni in cui giacciono
la E45 o la Romea, per fare due esempi (*)”. Alfredo Corallo (*) Nota: auguri e congratulazioni agli amici dell’ASAPS, preziosissima fonte di notizie per questa rassegna stampa. IL MESSAGGERO (Pesaro) Dove c’è vino c’è felicità Lo diceva anche
Leonardo (*) di
CLAUDIA GENTILI «ET però credo che molta felicità sia agli
homini che nascono dove si trovano i vini buoni» sembra dicesse Leonardo da
Vinci. Allora, in alto il calice anche per lui oggi nella giornata
internazionale del vino che in Italia si festeggia con Cantine aperte .
L’iniziativa del Movimento Turismo del Vino nelle Marche quest’anno raddoppia.
Le 50 cantine marchigiane aderenti hanno infatti aperto le loro porte anche
ieri. Chi non ha potuto approfittarne, può farlo oggi dalle 10 alle 18. Poi
magari concludere la serata nell’Enoteca regionale di Jesi aperta dalle 17 alle
21.30 (stamattina dalle 11 alle 13.30). La novità di questa edizione è che la
prima degustazione si paga 5 euro e dà diritto a un calice da usare poi per
tutte le altre. Si inizia da quello per il rosso. Ogni bicchiere è numerato e
permetterà di partecipare a una lotteria per tre premi. Domani si può
verificare se si è stati sorteggiati telefonando allo 071.898232 o collegandosi
alle news di www.assivip.it. Quali sono i percorsi da seguire? Nelle Marche
sono 12, tanti quante le doc regionali. E si intrecciano. Se ne può scegliere
uno oppure vagabondare seguendo il naso. Alcune cantine lungo la strada, oltre
al vino accolgono l’enonauta con assaggi di prodotti tipici, musica, mostre.
L’elenco completo delle cantine, gli indirizzi e altre utili informazioni si
trovano sul sito www.movimentoturismovino.it o www.assivip.it. Ecco intanto alcuni spunti.
Nel percorso della Lacrima, Lucchetti propone
i salumi di Sale e pepe , mentre da Mancinelli si possono assaggiare salumi e
formaggi di Tomassoni , confetture, brodo di giuggiole della Si.Gi , cioccolato
Marangoni e dolci di D’Alessio . Se poi volete sapere come si abbina un vino in
base al genere, c’è la presentazione della ironica guida Vino a doppio senso
(uomo-donna) . Difficile resistere al profumo della Lacrima insieme a quello
del salame di Frattula nell’ Antica Cantina Sant’Amico . Nella zona del
Verdicchio l’azienda Montecappone ha scelto abbinamento con prodotti della
Chessa . La Brunori invece festeggia i 50 anni di attività con visita alle
cantine e poi una verticale di Verdicchio, ovvero la degustazione comparata di
diverse annate. L’azienda Vallerosa Bonci invece propone al pubblico di
visitare il museo dell’agricoltura. Amate il Rosso Conero? Vino abbinato a
salumi del Conero, pasta Perna e olio Cestini nella cantina Garofoli di Loreto.
Particolarmente apprezzata ogni anno l’accoglienza della Malacari di Offagna
dove gli abbinamenti di prodotti tipici non sono una novità. Rosso Conero da
Moroder, Piantate Lunghe, Strologo, Mercante, Terre Cortesi Moncaro, Le
Terrazze. Fuori provincia, si beve Rosso Piceno, vino dei colli Maceratesi,
Verdicchio di Matelica, Vernaccia di Serra Petrona, vino dei Colli Pesaresi e
Bianchello del Metauro. Da Fiorini c’è anche il Premio Luigi Fiorini e da
Guerrieri , dalle 15 alle 19, ci si può misurare gratuitamente con la selezione
regionale del 2° campionato italiano Il naso d’Italia . (*) Nota: Leonardo non aveva letti i prossimi due articoli di questa rassegna. LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO In casa della donna immigrato ubriaco Precipita dall’8° piano indagini sulla morte MILANO Una donna, di
nazionalità sudamericana, è morta cadendo da un palazzo della periferia
milanese, venerdì pomeriggio a Milano. Non è chiaro, al momento, se si tratti
di un suicidio o di un omicidio. Sul caso indaga la Squadra mobile della
Questura. La donna, di cui per ragioni di riservatezza non sono ancora state
divulgate le generalità, in regola con il permesso di soggiorno, è stata
trovata nel cortile interno di un palazzo al 119 di viale Zara. Quando è arrivata
la polizia nell’appartamento dove viveva la donna c’era un uomo che sembra si
trovasse in evidente stato di ebrezza causata da un uso massiccio di alcolici.
Secondo la polizia, la donna viveva con un convivente e, più di recente, con
una terza persona. Secondo la polizia, al momento, nulla farebbe propendere per
un caso d’omicidio. Di certo, però, sono ancora molte le cose da chiarire: nell’appartamento,
all’ottavo piano del palazzo, sono infatti state trovate diverse bottiglie
vuote e la persona portata in Questura. La donna morta è una sudamericana
di 30-35 anni, in regola con il permesso di soggiorno. Le sue generalità, per
il momento, non vengono diffuse. Chi ha chiamato il 118, che poi ha avvisato la
polizia, avrebbe riferito di rumori sospetti, come di una possibile lite in
famiglia, ma l’assunzione di alcolici potrebbe anche aver dato vita a
situazioni equivoche. Si attende ora che si riprenda il sudamericano portato in
Questura e l’esito dell’autopsia. CORRIERE.IT Cronaca Milano VIGEVANO Scontro frontale, muore una giornalista In un incidente avvenuto la scorsa notte a Vigevano (Pv) ha perso la vita una giornalista di 37 anni, Raffaella Missaglia, collaboratrice dell’«Araldo Lomellino», settimanale della Diocesi di Vigevano. L’auto della giornalista si è scontrata con una Stilo. Nell’urto Raffaella Missaglia è morta sul colpo, mentre l’amica che viaggiava con lei è stata ricoverata nel reparto di Traumatologia dell’ospedale cittadino con 40 giorni di prognosi. Lievi ferite per il conducente della Stilo, risultato positivo al test dell’etilometro. L’ADIGE Musica, birra e sangria a fiumi nell’ormai
classico party alla facoltà di Ingegneria In
seimila scatenati a Mesiano
Tre in coma etilico. «Ma non è la festa
dell’alcol» (*) Erano in seimila ieri a Mesiano per la festa
alla facoltà di Ingegneria, diventata ormai un classico. Pur di esserci decine
di giovani hanno perfino tagliato le reti di recinzione tentando di entrare
senza pagare il biglietto, ma sono stati beccati dal servizio d’ordine. Per
tutti una sola missione: divertirsi. E lo hanno fatto a suon di musica e con ettolitri
di birra e sangria. Inevitabile qualche eccesso, dopo poche ore erano già
tre i ragazzi in coma etilico soccorsi. (*) Nota: birra e sangria a fiumi, tre ragazzi
in coma etilico, ma non è la festa dell’alcol. Perché fosse la festa dell’alcol che cosa ci sarebbe voluto? Decine di morti? L’ADIGE A Mesiano scoppia la
festa In 6.000 ieri a Povo per il party più
«caldo»dell’anno Birra a fiumi e musica, «Ma non è la festa
dell’alcol» di MATTIA PELLI Scoppia l’estate, e scoppia anche Mesiano. In tutti i sensi. Di gente prima di tutto: 5.500 i biglietti venduti, 6.000 le presenze «ufficiali» (staff e gruppi musicali) e innumerevoli gli esclusi, che armati di cesoia e un bel po’ di faccia tosta, non hanno rinunciato ad essere della partita. Perché la festa, ieri, era a Trento e non esserci voleva dire venire esclusi dal party più «caldo» dell’anno. Nella notte di venerdì una trentina di ragazzini, saliti fino a Mesiano dal bosco sottostante la collina, hanno tagliato in alcuni punti la rete che cinge la facoltà di ingegneria, riparata ieri mattina in tempo record. Ma gli assalti sono continuati tutto il giorno. Luca lavora per l’agenzia «Gate Star» di Bolzano e ha il compito - insieme a una trentina di colleghi - di tenere fuori i «portoghesi» (come li chiama lui): sono le 19 ed ha appena respinto l’assalto di una trentina di persone, ma teme che l’assedio ricominci appena arrivato il buio. Perché Mesiano, ieri, era una specie di repubblica autonoma, governata da una torma di giovani e adolescenti con un solo desiderio, una sola regola: divertirsi. A chiarire il concetto ci pensa Leandro, 19 anni di Lavis: «E’ l’unica festa degna di questo nome in Trentino. Vieni qui, senti bella musica, conosci gente nuova...». Siete ancora a posto? «Sì - ride Gabriele, 25 anni - per il momento. Ma per dopo non garantiamo». Hanno fatto un’ora di fila per accaparrarsi i biglietti, ma a vedere le loro facce, ne valeva la pena. La festa è iniziata da quattro ore e l’atmosfera è già alle stelle: vengono in mente le immagini di Woodstock, naturalmente: gente distesa a prendere il sole, ragazzi e ragazze nel fiore degli anni che amoreggiano sui prati, altri che giocano a fresbee e poi tantissima musica. Quattro i palchi: uno per il Metal, uno per la Disco, un’altro per Reggae e Ska e l’ultimo per il Jazz, ciascuno con il suo pubblico; tredici i gruppi che si esibiranno fino alle 24. Perfetta l’organizzazione, curata dall’associazione «Asi Leonardo» composta da studenti di ingegneria, che ha cominciato a muoversi per preparare l’evento già da gennaio 2006. Sul piazzale proprio davanti all’entrata della facoltà, due camioncini dell’Azienda sanitaria, che con lo slogan «Fai correre la vita», invitano a non esagerare con l’alcol. Onore al merito. Ma quel che non manca a Mesiano sono proprio i liquidi: la birra scorre a fiumi nei tre punti di ristoro, ma per risparmiare quasi tutti si sono premuniti. Centinaia le bottigliette di plastica di tutte le dimensioni, piene di intrugli di ogni tipo, che ci si passa allegramente di mano in mano. Una vera minoranza, in confronto, quelli che si «rullano» la classica «canna», «Non scrivete domani che questa è la festa dell’alcool» dice Ivan, dalla Valle di Non, offrendo una bottiglia di plastica piena di Cabernet che farebbe rabbrividire qualsiasi onesto enologo. «Non è Mesiano che porta a bere, è questa provincia con così poche occasioni per noi giovani». Ma perché bevete tanto? Tutti ridono alla domanda. «Per astrarci dalla realtà», dice Monica, mentre Gaya spiega: «Dopo un anno di studio, c’è bisogno di sfogarsi, e cosa sarà mai!». Ma se per i ragazzi arrivati a Povo da tutto il Triveneto sarà una serata di sballo, c’è chi invece veglia. Una cinquantina in tutto i volontari della Croce Rossa pronti a intervenire, tre le ambulanze che stazionano vicino all’uscita; addirittura c’è un’infermeria attrezzatissima. Otto squadre di tre persone setacciano in continuazione i prati con lo zaino del pronto intervento. «L’anno scorso - spiega l’ispettore Maria Rosa Antonelli - abbiamo dovuto fare 35 interventi, tutti per etilismo acuto». L’ispettore ha un figlio, che veniva alla festa di Mesiano. Non era preoccupata? «Lo tenevo sotto controllo», racconta ridendo. E aggiunge: «Si può anche bere per stare in compagnia e divertirsi, ma perché esagerare e stare male?». La festa va avanti, ma l’occasione è buona anche per informarsi. tantissime le associazioni ospitate nel viale centrale: ci sono gli «Ingegneri senza frontiere» che vendono torte, i volontari dell’Avis che raccolgono donatori, i ragazzi di «Stop precarietà» che raccolgono firme per una nuova «scala mobile» e tantissimi altri. Ma c’è soprattutto la musica, che fa ballare tutti. Dai «djembé» dei «fricchettoni» alle chitarre super distorte dei «metallari», passando per lo Ska e la Dance music, perché a Mesiano c’è di tutto. E cosa importa se il giorno dopo non resterà che un po’ di mal di testa L’ADIGE Tra gavettoni e perizoma Mutande al vento e sagria a quintali SANGRIA. 1000 litri di sangria offerti dai ragazzi dell’A.S.I. Leonardo. Sangria specialissima, brevettata dagli studenti Erasmus spagnoli. Un mega tino posto, poco dopo l’entrata a inizio festa. Un regalo a cui hanno attinto liberamente i primi arrivati. L’attrazione alcolica è si volatilizzata in pochi minuti, anche se poi si sono viste ragazze/i aggirarsi per il parco con misteriose brocche piene di liquido sanguigno con frutta galleggiante... NUDI? Il caldo torrido del pomeriggio ha svelato intimi segreti. Ragazzi a petto nudo (più o meno villoso) coperti di tatuaggi, abbronzatissimi e palestrati. O con pancetta in evidenza. Costumi per le ragazze, o, in alternativa, il semplice reggiseno. Alcuni pure in mutande. Svariatissimi e coloratissimi i boxer, di proprietà di ragazzi più o meno ubriachi che hanno "dimenticato per strada" i loro jeans. Il più originale con un perizoma rosso sopra i pantaloni. TAGLIO DELLE RETI. Alcuni "malintenzionati" (o benintenzionati?) hanno pensato, durante la notte, di tagliare le reti di protezione del parco di Mesiano. Probabilmente senza biglietto (in quanto non studenti universitari) hanno scelto questo sistema per entrare alla festa. Ma sono stati sgamati. PISTOLE AD ACQUA. Il troppo caldo del pomeriggio ha invogliato bagni originali. Molti i ragazzi che si sono ingegnati a conquistare le loro prede "colpendole" con pistole ad acqua. Ci saranno riusciti? M. P. L’ADIGE In tre in coma etilico Ieri sera alle 21 erano già 17 gli interventi
compiuti dai volontari della Croce Rossa per casi di sbronza acuta. Tre persone
(erano le 22.30) sono state addirittura portate in pronto soccorso per coma
etilico. L’anno scorso gli interventi erano stati 35; nel 2004 quasi 50. (*) A
setacciare i prati della facoltà tre squadre di 8 volontari della Croce rossa
con lo zaino rosso per il pronto intervento. (*) Nota: che bel divertimento. L’ADIGE In tutta la regione si potranno visitare le
migliori aziende agricole In cantina per sport Oggi vino e aria aperta: ecco dove TRENTO E DINTORNI. Maso Martis, via dell’Albera 52, Martignano, vigneto e cantina, tel. 0461.821057, info@masomartis.it - www.masomartis.it. Segnana fratelli Lunelli, distilleria, via Ponte di Ravina 13, Trento, tel. 0461.972311, info@ferrarispumante.it - www.ferrarispumante.it. Cantina Aldeno, via Roma, 76 Aldeno, tel. 0461.842511, info@cantina-aldeno.itt - www.cantina-aldeno.it. Moser Azienda agricola , via Castel di Gardolo 5, Gardolo di Mezzo, tel. 0461.99.07.86, info@cantinemoser.com PIANA ROTALIANA. Barone De Cles Azienda agricola, via Mazzini 18, Mezzolombardo, tel. 0461.601081, info@baronedecles.it - www.baronedecles.it. Bertagnolli G. distilleria, via del Teroldego 11/13, Mezzocorona, tel. 0461.603800, info@bertagnolli.it - www.bertagnolli.it. Cantina La Vis e Valle di Cembra , via Carmine 7, Lavis, tel. 0461.246325 - Fax. 0461.240718, cantina@la-vis.com - www.la-vis.com. Gruppo Mezzacorona cittadella del vino , via del Teroldego 1, Mezzocorona, tel. 0461.616399, visite@mezzacorona.it - www.mezzacorona.it. Cantine Monfort, via Carlo Sette 21, Lavis, tel. 0461.246353, info@cantinemonfort.it - www.cantinemonfort.it Endrizzi casa vitivinicola, loc. Masetto 2, San Michele all’Adige, tel. 0461.662672, cell. 335.8391200, vinoteca@endrizzi.it - www.endrizzi.it. Maso Poli Azienda Agricola, località Masi di Pressano 33, Pressano di Lavis, tel. 0461.658514, informazioni@gaierhof.com - www.masopoli.com. VALLE DI CEMBRA. Barone a Prato azienda agricola, loc. Piazzo 44, Segonzano, tel. 0461-686241, paoloaprato@inwind.it. Valle di Cembra cantina di montagna, via 4 Novembre 72, Cembra, tel. 0461.680010, cantinavallecembra@la-vis.com - www.la-vis.com. VALLE DEI LAGHI E ALTO GARDA. Cantina Toblino, via Ponte Oliveti 1, Sarche, tel. 0461.564168, info@toblino.it - www.cantinatoblino.it. Madonna delle vittorie Azienda agricola, via Linfano 81, Arco, tel. 0464.505432, info@madonnadellevittorie.it - www.madonnadellevittorie.it. Pedrotti Gino Azienda agricola, via Cavedine 7, Lago di Cavedine - Pietramurata, tel. 0461.564123, info@ginopedrotti - www.ginopedrotti.it. Pisoni distilleria, via San Siro 7/A, Pergolese, tel. 0461.564106, grapes@tin.it - www.pisoni.net. VALLAGARINA. Balter Azienda agricola, via Valluga II 24, Rovereto, tel. 0464.430101, balter.nicola@virgilio.it. Bongiovanni Lorenzo Azienda agricola, via S. Antonio 28, Sabbionara d’Avio, lorenzo @ aziendaagricolabongiovanni.com, www.aziendaagricolabongiovanni. com Borgo dei Posseri azienda agricola, loc. Pozzo Basso 1, Ala, tel. 0464.671899, cell. 335.8390501, info@borgodeiposseri.com. Cantina Mori Colli Zugna, via del Garda 35, Mori, tel. 0464.918154, vinoteca@cantinamoricollizugna.it. Conti Bossi Fedrigotti Azienda agricola, via Unione 43, ROVERETO, tel. 0464.439250, bossifedrigotti@virgilio.it - www.bossifedrigotti.com. Sav - Vivallis, via per Brancolino, Nogaredo, tel. 0464.412073, info@vivallis.it - www.vivallis.it. Distilleria Marzadro , via per Brancolino 10, Nogaredo, tel. 0464/30.45.55, info@marzadro.it - www.marzadro.com.
L’ADIGE “Un calcio ad alcol e fumo” per la prevenzione TRENTO - «Un calcio ad alcol e fumo». Così come lo scorso anno anche in questa stagione il comitato provinciale di Trento della Figc, in collaborazione con il Coni e con gli assessorati provinciali allo Sport, alle Attività Sanitarie, all’ Istruzione e Politiche giovanili, ha promosso due giornate di sport di sensibilizzazione alla prevenzione sanitaria e di promozione culturale sul tema della "lotta al consumo di fumo e alcol da parte dei giovani". Prima del fischio d’inizio di tutte le gare in programma sabato 3 e domenica 4 giugno due o più ragazzi tesserati per la società ospitante precederanno l’ingresso sul terreno di gioco delle squadre e dell’arbitro portando e mostrando uno striscione o dei cartelloni con lo slogan "Un calcio ad alcol e fumo". Cartelloni e striscioni che saranno realizzati in collaborazione con le scuole di tutta la provincia e che andranno a rafforzare la già fattiva collaborazione ed interazione esistente fra società sportive ed istituti scolastici. Infatti dovrebbero essere proprio gli scolari e gli studenti (calciatori e non calciatori) a realizzare all’interno delle loro scuole gli striscioni e i cartelloni che verrano mostrati prima delle partite. Il comitato direttivo della Figc ha deciso di accreditare 150 euro sul conto delle società che aderiranno all’iniziativa e che documenteranno quanto realizzato inviando in comitato la dimostrazione fotografica completa di quanto fatto in merito alla presente proposta e in particolare le fotografie dell’ingresso delle squadre in campo precedute dai ragazzi con gli striscioni e i cartelloni. Inoltre è stato istituito un premio di 300 euro che verrà assegnato ad una squadra per ogni categoria (Promozione, 1ª categoria, 2ª categoria, società di settore giovanile e scolastico, calcio a 5 e calcio femminile) che avrà realizzato il risultato migliore e avrà ottenuto la maggior visibilità per il lavoro svolto su questo importante e delicato tema. Ma. Fo. IL GIORNALE DI VICENZA GERMANIA. Dopo i festeggiamenti in stazione Berlino, accoltella ventotto passanti Giovane ubriaco si scatena. Uno dei feriti ha
l’Aids Berlino. Berlino è ancora sotto shock per il
dramma di venerdì notte, quando un giovane 16enne ha accoltellato e ferito 28
persone colpendo all’impazzata nella folla di migliaia di persone che
defluivano dai festeggiamenti per l’inaugurazione della nuova stazione
centrale. L’episodio, a due settimane dal Mondiale di
calcio, ha riacceso le preoccupazioni sulla sicurezza al torneo di football,
che vedrà praticamente ogni giorno le città affollate come l’altro ieri sera a
Berlino da decine, centinaia di migliaia di persone, sia negli stadi che
all’aperto. È forte inoltre la
paura per un possibile contagio del virus dell’Aids. Uno dei feriti - 15 di
essi erano stasera ancora in ospedale - ha infatti ammesso di essere
sieropositivo. Per questo la polizia ha invitato tutti gli altri feriti, nonchè
il personale medico venuto a contatto con loro, a sottoporsi agli opportuni
controlli sanitari. Il terrore si è diffuso intorno alle 23,30,
subito dopo la fine dello spettacolare show di luci, musica e colori con cui -
davanti a 500 mila persone - è stata festeggiata l’apertura ufficiale delle
Berliner Hauptbahnof, la nuova stazione ferroviaria della capitale situata non
lontano dal quartiere governativo. «Qui è un inferno», ha urlato un poliziotto
nel chiedere i primi aiuti alla propria centrale. Sulla Luisenstrasse - alle
spalle del Reichstag (sede del parlamento) e a poche decine di metri dal
Pressehaus, il moderno edificio che ospita buona parte della stampa
internazionale - giacevano a terra varie persone ferite a colpi di coltello.
Altre erano state colpite nelle strade adiacenti e sul lungoSprea che costeggia
la sede centrale dell’Ard, il primo canale pubblico tedesco. Sei delle vittime
hanno riportato ferite gravi, ma nessuno versa in pericolo di vita. L’accoltellatore, un ragazzo di appena 16 anni
che secondo la polizia era in preda all’alcol, è stato arrestato e nei
primi interrogatori ha contestato le accuse, rifiutandosi di fare altre
dichiarazioni. Addosso tuttavia gli è stato trovato il coltello col quale ha
attaccato i passanti. Nei suoi confronti si indaga per tentato omicidio. Molti
dei feriti sono stati colpiti alle spalle e all’addome. L’accoltellatore folle è un tedesco residente
a Neukoelln, uno dei quartieri più popolari e degradati della capitale. Sembra
che l’azione del 16enne non abbia avuto alcuna motivazione nè xenofoba nè in
qualche modo legata agli ambienti dell’immigrazione e degli stranieri. Negli
ultimi giorni infatti ha destato preoccupazione a Berlino una paurosa
escalation di aggressioni xenofobe ad opera di neonazisti e teste rasate, che
hanno offeso e picchiato a sangue numerosi cittadini immigrati di colore. Tutti si chiedono adesso il perchè del gesto
del 16enne, che era del resto già noto alla polizia per altri reati e atti di
violenza. Il padre si è detto sconvolto, affermando di non saper dare una
spiegazione al gesto del figlio. Le autorità cittadine, la polizia e i
responsabili del mondiale si sono affrettati a tranquillizzare la popolazione
in vista dei Mondiali, sottolineando che quella della notte scorsa è stata
l’azione di un singolo, e che non vi è alcun motivo di cedere al panico. L’accoltellamento delle 28 persone ha funestato la festa popolare per la nuova stazione centrale di Berlino, dove ieri si sono comunque riversate altre centinaia di migliaia di visitatori. La sua entrata ufficiale in funzione sarà questa mattina con la partenza del primo treno con destinazione Amburgo. IL GAZZETTINO (Pordenone) ENOTURISMO Non solo Cantine, oggi apre la Distilleria (F.A.) - Dopo l’antipasto delle visite su
prenotazione di ieri, è arrivato il gran giorno di Cantine Aperte 2006, la
manifestazione organizzata dal Movimento turismo del vino. Dalle 10 alle 18 di
oggi - probabilmente favoriti da un tempo che si annuncia "così così"
e dovrebbe allontanare le tentazioni marine - decine di migliaia di enoturisti
affolleranno le 110 aziende sparse nelle 8 zone doc della regione. Entrando
nelle diverse cantine sarà possibile acquistare il Calice di Cantine Aperte
2006, contribuendo in tal modo a finanziare l’importante progetto dell’Unicef
India Proteggere i più piccoli. Da diversi anni il Movimento Turismo del Vino
Friuli Venezia Giulia, presieduto da Elda Felluga, sostiene l’associazione
benefica e, attraverso la vendita dei calici, dà vita ad importanti raccolte di
fondi. LA MOSTRA DA FIEGL. Diverse aziende
accompagnano Cantine Aperte con mostre ed esposizioni. Interessante la mostra
allestita nella cantina Fiegl di Oslavia, a Gorizia, dal titolo "Vedute
Goriziane - cartoline del primo novecento". Il materiale proviene dalla
collezione privata degli eredi di Giorgio Sapunzachi, e sono state selezionate
130 delle settemila cartoline d’epoca. La mostra resterà aperta fino al 4
giugno con orario 9-12 e 15-18. BEPI TOSOLINI. In occasione di Cantine Aperte
quest’anno la famiglia Tosolini apre le porte della storica Distilleria di
Marsure di Sotto, a Povoletto, con la Festa in Distilleria. Oggi, dalle 11 alle
18, Giovanni, Giuseppe, Bruno e Lisa Tosolini accoglieranno gli ospiti in
azienda, offrendo loro un’occasione unica per degustarne i prodotti di punta e
soprattutto per conoscere più da vicino l’affascinante mondo della
distillazione. Per la prima volta, infatti, in Friuli Venezia Giulia, una distilleria apre le proprie porte al grande pubblico di Cantine Aperte e lo fa organizzando una speciale visita guidata: accompagnati dai membri della famiglia Tosolini, sarà possibile visitare le cantine d’invecchiamento e assaggiare la grappa direttamente dalle barrique, a pieno grado (circa 70° alcolici), prima che venga portata ai 40° di immissione sul mercato. Inoltre verranno aperte delle bottiglie speciali, riserve che appartengono alla cantina privata di famiglia. In questa giornata speciale è attesa anche la visita della famiglia Missoni e dello stilista Aliviero Martini - Prima Classe, che quest’anno "vestirà" la bottiglia di grappa Tosolini per la Serie Storica. LA STAMPA “FUNERALE” PER LE VIE
DEL CENTRO CONTRO L’ORDINANZA ANTI-UBRIACHI DEL PREFETTO. SI VA VERSO IL
REFERENDUM. Contro il neo-proibizionismo si ribella
il popolo dello spritz
Padova, dopo le 20
vietato servire il cocktail della tradizione
La storia Anna Sandali
PADOVA Sabato sera, Padova celebra un funerale. Mezza
città segue il corteo, innalzando cartelli, piangendo metaforiche lacrime. L’altra
metà esulta: da almeno tre anni aspettava questo momento. Il clima è surreale,
e a ben guardare anche vagamente blasfemo. Perché la cassa da morto che
attraversa il centro a ritmo di tamburo è vera, pronta all’uso. Presa a
prestito, dicono i necrofori improvvisati, da un amico: nel senso di un amico
che ha un’impresa di onoranze funebri. Il corteo percorre le strette vie del Ghetto,
ogni bar è una stazione di pianto davanti alla quale campeggiano altre casse,
simboliche queste di polistirolo nero. Vengono via via raccolte portate a
spalla, e nuovi dolenti si aggiungono a ogni tappa. Quando si arriverà a
destinazione, in piazza dei Signori, per celebrare il funerale, le bare saranno
venti e i giovani che le seguono migliaia. Il compianto, annunciato da epigrafi
comparse in un centro storico vestito a lutto e punteggiato di lumini votivi
disposti a croce e tutti accesi si chiama Spritz, ed è un aperitivo: “duemila
euro abbiamo speso, per questa cerimonia”. È morto, lamentano i giovani, ucciso
dalle ordinanze del sindaco e del prefetto che vogliono spegnere la voglia di
vivere di questa città. Magari fosse morto davvero, rispondono i residenti del
centro, finalmente potremmo riposare in orari decenti, rientrare la sera senza
calpestare tappeti di bicchieri di plastica, senza inciampare in pozze di
vomito, senza trovarci di fronte ragazzi e ragazze che fanno pipì dappertutto,
dove capita capita, ma se c’è un portone aperto, nell’androne è meglio. E negli
ultimi tempi ci si sono messi i no-global e disobbedienti che ser5vono vino
dalle damigiane anche all’una di notte, sparando decibel a manetta dalle casse
gentilmente offerte dal centro sociale Pedro. Il funerale non è una mascherata. È il segno
evidente di una città spaccata in due, il punta di massima tensione da quando,
un paio di mesi fa e in vista dell’estate, l’amministrazione comunale ha deciso
di affrontare e di provare a risolvere l’attrito più stridente della civile
convivenza, lo scontro frontale tra i giovani che dal mercoledì al sabato
invadono alla sera le tre piazze centrali e la zona del Ghetto, bevendo e
schiamazzando di conseguenza fin quasi all’alba, e i residenti che non hanno
pace e che giorno dopo giorno si sono ritrovati a vivere nel degrado e nel
caos. Poco gli importa a loro, dei manifesti con cui i baristi annunciano
decine di camerieri sulla via della disoccupazione e lanciano l’anatema, che
tolti i ragazzi coi bicchieri in mano il centro venga invaso da spacciatori e
pregiudicati. E poco gli importa anche degli appelli dei giovani:”lasciate il
silenzio delle vostre case, venite in piazza con noi a divertirvi, non fate di
Padova un ospizio”. Ragioni inconciliabili, “Perché in questa città manca il
dialogo” protestano i baristi. E infatti il funerale è anche il simbolo della
rottura della trattativa voluta in ogni modo dal sindaco Flavio Zanonato,
centrosinistra, al terzo mandato, tornato in carica da due anni dopo un
intermezzo di giunta di centrodestra, per mettere d’accordo l’esigenza di
tutti. Ha cercato per settimane una via di mezzo. Ha
provato con le buone, proponendo di tornare allo Spritz vecchia maniera: bassa
gradazione e dosi ridotte uguale meno ubriachi e più decoro. Come non avesse
parlato. Poi ha vietato i bicchieri di plastica, che i baristi impilano la metà
pomeriggio con il beverone già pronto per essere smerciato a ritmi da catene di
montaggio. Zero risultati: che beccava la multa pagava e continuava come prima.
Ha dichiarato il coprifuoco: i venti bar delle piazze e del Ghetto che
smerciano al banco spingendo poi i clienti a consumare in strada devono
chiudere a mezzanotte non più alle due. Infine ha minacciato chi avesse servito
ai minori di sedici anni. Inutile: se nei bar l’alcol non glielo danno più i
minorenni vanno a comprarselo al supermercato, e poi tornano nelle piazze a
bere con i grandi. Arrivano a casa ubriachi: molti genitori, in disarmo dicono
di non sapere più come gestire la situazione. Allora ci si è messo il prefetto,
Paolo Padoin: dal mercoledì al sabato, a Padova, dopo le venti è vietato
vendere bottiglie e lattine di alcolici in bar, negozi e supermercati, e che lo
fa rischia fino all’arresto. È stato il punto di non ritorno punto.
“avremmo accettato volentieri una decisione come quella di Cofferati a Bologna
– giurano i baristi – chiusura all’una, ma per tutti. Così si colpiscono solo
pochi, quelli dello Spritz”. Da ieri i baristi raccolgono firme per chiedere un referendum:” vuoi una città più viva o un ospizio?” è il quesito proposto. In tre ore ne hanno messe da parte duemila e se la ridono: i residenti in un intero inverno, non erano arrivati oltre i 450. e mentre la Curia mette tutti sull’avviso dicendo che lo Spritz è l’anticamera del diavolo e l’opposizione si risveglia chiedendo con alcuni suoi esponenti il metodo-Lione (passaggio di idranti per disperdere gli assembramenti), la situazione si fa a rischio: un bar ha esposto un cartello con i nomi e cognomi dei cittadini della zona che hanno protestato contro gli schiamazzi: un modo come un altro per evitare chi crede a farsi giustizia da sè. IL GAZZETTINO (Padova) Solo qualche centinaio di persone ... Solo qualche centinaio di persone ha
partecipato al rito funebre dello spritz. La manifestazione di protesta contro
l’ordinanza comunale, che vieta a venti bar tra piazze e Ghetto di tenere
aperto dopo la mezzanotte, andata in onda ieri sera alle 21 e architettata dal
comitato "Bar per il centro". La processione, partita da via XX
Settembre in concomitanza con il meeting religioso buddista, si è snodata tra
piazze e vie del centro con tanto di 25 bare di cartone lunghe due metri e con
il lugubre sotto fondo sonoro dei tamburi. Alcuni giovani sono giunti da altre
città, come Treviso, Vicenza, Pordenone, Venezia e Bologna. Ragazzi che hanno
sfilato per il centro storico insieme agli esercenti e ai camerieri colpiti
economicamente dal provvedimento targato Flavio Zanonato. In mezzo al
"triste" corteo troviamo Anna, studentessa padovana di 23 anni
iscritta alla facoltà di Medicina. «È vero che in piazza il mercoledì e il
venerdì sera si aggirano persone poco raccomandabili. Gente che beve troppo, si
droga, urla e sporca. Sono, però, una stretta minoranza. Basterebbe che chi di
dovere li isolasse e tutti i problemi svanirebbero. Invece, le istituzioni hanno
deciso di punire direttamente i baristi e indirettamente chi si diverte senza
arrecare danni al prossimo. Un’azione antidemocratica. Voglio vivere il centro
con il mio ragazzo e i miei amici. Non voglio essere costretta a dover prendere
l’auto per cercare un posto fuori città. E, poi, un altro falso problema sono i
no global. Noi andavamo in piazza anche prima che i Disobbedienti arrivassero
per farsi pubblicità. Il fenomeno spritz non è altro che un’aggregazione
spontanea di studenti universitari che il Comune e i residenti devono
accettare». La processione, che ha attirato lo sguardo di
molti curiosi seduti fuori dai bar che non hanno aderito allo show, si è
conclusa verso le 23 in piazza dei Signori. Qui, con annessa distribuzione
gratuita dell’ormai famoso intruglio alcolico colorato, il comitato "Bar
per il centro" ha installato tre gazebo per la raccolta delle firme
(devono essere almeno 5 mila, solo ieri ne sono state raccolte 1.300) per
indire un referendum cittadino in cui chiedere ai padovani se siano favorevoli
o meno all’apertura dei locali in centro dopo la mezzanotte. La protesta degli
esercenti è iniziata con la totale chiusura - o a partire dalle 14 - dei
locali. Sulle saracinesche abbassate i baristi hanno attaccato delle epigrafi e
il pub di via Soncin "Vecio Bacaro-Ai Dadi" ha dato enfasi all’evento
posizionando all’interno del bar una bara vera circondata da lumini.Ideatore
della cerimonia funebre dello spritz è Federico Contin, presidente del
comitato. «Venerdì sera tra Prato della Valle e il centro almeno un paio di
extracomunitari, muniti di carrello per la spesa, stavano vendendo illegalmente
birra in bottiglie di vetro e lattina dopo le venti». Contin si riferisce
all’ordinanza della prefettura che vieta fino al 25 giugno, nei giorni di
mercoledì, venerdì e sabato, la vendita per asporto ai locali del centro
storico di alcolici in bottiglia di vetro e in lattina. «Questi provvedimenti -
continua il presidente del comitato - non fanno altro che incrementare fenomeni
stile mercato nero e non risolvono per nulla il problema dell’alcolismo».
Contin, ormai divenuto un capo popolo, spiega perchè è stato organizzato il
funerale allo spritz. «Noi esercenti, appena il tre maggio è entrata in vigore
l’ordinanza comunale che intima la chiusura alle 24, ci siamo costituiti in un
comitato e abbiamo iniziato a dialogare con Comune e associazioni di categoria.
Abbiamo profuso sforzi e idee per tre settimane, ma nessuno è riuscito a darci
delle risposte concrete. Il primo provvedimento è rimasto e a questo se ne è
aggiunto un secondo voluto dal prefetto. Non potevamo perdere altro tempo e
così abbiamo deciso di inscenare una protesta decisa, ma simpatica. Siamo
consci che Comune e associazioni di categoria non sono d’accordo, ma non
abbiamo avuto altra alternativa. La settimana prossima - conclude Contin - mi
recherò a Verona dove molti bar stanno subendo un provvedimento simile al
nostro. La nostra serrata, comunque, non termina qui. Presto organizzeremo
un’altra manifestazione anti-ordinanze». Marco Aldighieri IL GAZZETTINO (Padova) LE CATEGORIE (m.a.) Appe
(Associazione provinciale pubblici esercizi) e Confesercenti, non sembrano
essere molto solidali con la linea di condotta messa in atto dal comitato
"Bar per il centro". Soprattutto la prima associazione di categoria
nei giorni scorsi, per bocca del segretario Angelo Luni, ha chiaramente fatto
capire come non approvi la strategia adottata dal movimento del presidente
Federico Contin. Il numero uno dell’Appe padovana ha sottolineato la mancanza
di esperienza di molti baristi che fanno capo al neo Comitato affermando che
hanno trattato il problema dello spritz a livello politico e non tecnico. «Già
nel 2001 l’Appe - ha detto Luni - aveva proposto al Comune delle soluzioni per
controllare il fenomeno spritz. Non è stata ascoltata. Adesso per arginare la
situazione è necessario un tavolo tecnico. Ripeto, bisogna lasciare fuori la
politica». L’unico punto d’incontro tra l’Appe e il comitato "Bar per il
centro" riguarda la richiesta di restituzione del denaro che alcuni
esercenti hanno speso per pagare la tassa sul plateatico. «Credo che dei bar
delle piazze - ha affermato Luni - che hanno pagato la tassa sul plateatico
fino alle 2 di notte debbano per forza, visto che da mezzanotte alle 2 non
lavorano a causa dell’ordinanza comunale, essere risarciti». La stessa Confesercenti, l’altro giorno, ha bacchettato una certa categoria di baristi. "Sono i locali - ha affermato il presidente Nicola Rossi - a doversi integrare con l’ambiente in cui operano. E’ necessario che solo gli esercenti che si impegnano con un atto unilaterale al rispetto delle regole, come la pulizia degli spazi pubblici antistanti il locale, possano usufruire delle deroghe all’ordinanza che prevede la chiusura alle 24 e il divieto di vendita delle bottiglie e delle lattine di alcol dopo le venti". Confesercenti che da sempre spinge una vecchia idea cara al sindaco Flavio Zanonato: il decentramento del fenomeno spritz. Sono, infatti, troppi per Nicola Rossi i bar nel centro storico, tanto che si dovrebbe iniziare a spostarli in fiera o in altre piazze.
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