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Notizie brevi 01/06/2006

Positiva l’esperienza degli agenti di polizia municipale tra gli studenti «Educazione stradale? Obbligatoria a scuola»

Il comandante Altamura: la sicurezza ormai è diventata un’emergenza, va affrontata già in classe


L’educazione stradale deve diventare una materia scolastica obbligatoria, parte essenziale nell’ambito dell’educazione civica. Parola del comandante Luigi Altamura, che ieri mattina lo ha ribadito chiaramente a insegnanti e operatori della scuola riuniti alla Gran Guardia per l’incontro conclusivo del mese della sicurezza stradale.

«La giornata di oggi, alla fine del mese della sicurezza stradale», ha detto Altamura, «vuole essere contemporaneamente un momento di confronto e riflessione su quanto abbiamo fatto ed elaborato in questo anno, ma anche un’occasione di programmazione per il prossimo. Appare chiaro infatti che il problema della sicurezza sulla strada è all’ordine del giorno: anche gli ultimi episodi di cronaca cittadina ci danno la misura della gravità della situazione».

«Per questo il lavoro di formazione nelle scuole, svolto dal Nucleo di educazione stradale (Nes), si pone oggi come imprescindibile. Il nostro auspicio è che l’educazione stradale, che oggi ancora non è obbligatoria, diventi invece una materia scolastica. In questa direzione Verona può fare scuola: nel 2005 la polizia municipale è entrata in 83 scuole, dalle elementari alle superiori, contattando 319 classi per un totale di 7.993 alunni coinvolti. Abbiamo impegnato in tale attività 25 ufficiali e agenti della municipale e al comando abbiamo ricevuto 74 visite guidate».

Il convegno di ieri mattina alla Gran Guardia, intitolato «Educazione stradale come strumento di prevenzione: confronto tra polizia municipale e mondo della scuola» potrebbe costituire dunque un significativo «precedente» nella direzione auspicata dal comandante Altamura: quella cioé di fare dell’educazione stradale una disciplina scolastica obbligatoria.

A discutere di quanto si è fatto e di quanto ancora resta da fare in tema di educazione stradale, ieri, sono intervenuti, oltre al comandante Altamura, Francesco Vegine, comandante della polizia municipale di Venezia, Giuliana Bigardi, responsabile del Centro servizi amministrativi di Verona, Giordano Biserni, preside dell’Asaps, Antonia De Vita, docente di Pedagogia all’Università di Verona, Carmelo Trotta, direttore del Siit (Servizi integrati infrastruttura e trasporti).

«Dopo le attività che ci hanno coinvolto in questo mese, dobbiamo forse chiederci che cosa in concreto si fa oggi in Italia per l’educazione stradale», ha detto Altamura. «E va rilevato che esiste ancora una disomogeneità di percorsi di educazione stradale tra scuola e scuola, che i comandi di polizia impegnati nel settore spesso si avvalgono di operatori motivati ma che non hanno mai frequentato corsi di aggiornamento, e che non esiste un portale Internet di riferimento. Esistono invece decine di pubblicazioni e di testi che spesso però non rispondono alle esigenze di base degli studenti».

Di qui dunque la necessità di migliorare l’educazione stradale nelle scuole. La «ricetta» suggerita dal comandante della polizia municipale di Verona comprende, oltre all’obbligatorietà della disciplina, l’attivazione a livello regionale di una scuola di polizia locale, per preparare gli operatori all’educazione stradale, la costituzione di un portale Internet, un lavoro in sinergia tra polizia e corpo docente. E un saggio di tutto questo si è avuto nei giorni scorsi, con le iniziative del mese della sicurezza, articolate in quattro settimane: la prima dedicata alla sicurezza davanti alle scuole, alla tutela dei bambini a bordo dei veicoli, all’utilizzo delle cinture di sicurezza; la seconda alla velocità, ai controlli con autovelox e telelaser, e all’analisi delle statistiche del nucleo infortunistica; la terza alla cura del proprio veicolo, con controlli e revisioni; la quarta al problema legato all’assunzione di alcolici e stupefacenti e ai pericoli che ne derivano per chi guida.

E proprio sul problema dello «sballo» del sabato sera la polizia municipale ha focalizzato in modo specifico la sua attenzione, realizzando un pieghevole in cui i dati stessi del fenomeno dovrebbero fungere da deterrente: su 6.700 morti per incidente in Italia, 2.300 hanno meno di 29 anni (800 meno di 20). Un motivo in più per rendere obbligatoria a scuola l’educazione stradale.

Alessandra Galetto

© asaps.it


da l’Arena
Verona
Giovedì, 01 Giugno 2006
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