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Rassegna stampa Alcol e guida del 31 maggio 2006

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

IL QUOTIDIANO.IT

La dipendenza dall’alcol: la situazione nella provincia di Ascoli Piceno

ASCOLI PICENO

Tante le iniziative per parlare di prevenzione portate avanti dai club degli alcolisti in trattamento in tutta la Regione. I numeri di un fenomeno sempre più preoccupante, tra Fermo, San Benedetto e Ascoli.

In Italia, almeno il 75% degli adolescenti fa uso di alcolici. Molti di loro lo usano per superare la loro timidezza, per combattere la depressione, per trasgredire, per noia, per avere migliori prestazioni, per far parte del gruppo.

La sezione di Ascoli Piceno dell’Arcat Marche traccia un bilancio allarmante della situazione, anche nelle province di Ascoli e Fermo, all’indomani del mese della prevenzione alcologica, organizzato ogni anno dalla Società Italiana di Alcologia (SIA) e l’Associazione Italiana dei Club degli Alcolisti in Trattamento (AICAT), in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, il Centro Alcologico Regionale della Toscana.

Scopo dell’iniziativa è porre attenzione al consumo di bevande alcoliche anche come fattore di rischio per la salute.

Viene posta una particolare enfasi sul rapporto tra alcol e giovani, alcol e guida, alcol e gravidanza, alcol e lavoro, alcol e disabilità, alcol e anziani. L’ Italia e il Paese Europeo in cui si registra la più bassa età di questo battesimo all’alcol: tra gli 11 e i 12 anni.

Nella fascia di età 13-19 anni, l’alcol risulta essere un’abitudine quotidiana per una rilevante quantità di giovani, Il 40% dei giovani ha episodi di ubriachezza.

La birra è la bevanda più amata dai ragazzi anche se da un paio d’anni si stanno diffondendo gli alcolpops. Gli alcolpops sono bevande alcoliche (5% di alcol) mascherate da bibite analcoliche al gusto di frutta: invece contengono vodka, rum o altri superalcolici e spesso caffeina.

Molti giovani concentrano il consumo di alcol nel fine settimana secondo una modalità definita Binge Drinking (letteralmente abbuffata di alcol). Si tratta di un abuso concentrato in singole occasioni: si beve per ubriacarsi, far baldoria e sentirsi parte del gruppo.

Dati di una ricerca effettuata nei Servizi pubblici e privati che si occupano di alcologia nella provincia di Ascoli Piceno. Da una ricerca, effettuata dalla dottoressa Cinzia Frontoni, servitrice-insegnante dell’ARCAT Marche, emerge che il numero degli alcolisti ricoverati nelle varie strutture aumenta nel corso degli anni.

L’alcolismo influisce sul tenore di vita delle persone e rende problematici i rapporti con la famiglia e col gruppo sociale all’interno del quale la persona vive a lavora.

Il numero di maschi che si ricoverano per problemi alcolcorrelati è maggiore rispetto a quello delle donne, seppure, come rilevato anche dalle statistiche ufficiali, il numero di donne con problemi di alcoldipendenza è in aumento. Il 63% circa dei soggetti che si rivolgono alle strutture pubbliche appartiene al sesso maschile, mentre il restante 37% a quello femminile.

Il 69% degli utenti appartiene alla fascia di età 30-50 anni, mentre il restante 31% ha un’età superiore ai 50. Per quanto riguarda i dati della linea di ascolto del Servizio Risposte Alcologiche- Settore Attività Sociali- del Comune di San Benedetto, gli utenti con problemi alcolcorrelati che si rivolgono a tale linea sono in maggioranza maschi (80,0%) e con un’età compresa tra i 40 e i 49 anni (25%). Le donne risultano più numerose nella fascia 30-39aa (8,7%). Da rilevare che una congrua percentuale del campione rientra nella fascia 20-29 anni (18%).

Nella Regione Marche esistono 12 Club di alcolisti in trattamento. Ad ogni Club partecipano in media 9 famiglie con problemi alcolcorrelati.

Il Club degli Alcolisti in Trattamento viene definito come una comunità multifamiliare all’interno della Comunità locale. Il Club è il luogo dove la famiglia dell’alcolista trova un sostegno nella ricerca di un nuovo stile di vita e nell’abbandono del vecchio modello di comportamento che ricava sofferenza e disagi.

“Per quanto riguarda in particolare l’organizzazione del mese di prevenzione alcologia nella regione Marche, l’Associazione Regionale Club Alcolisti in Trattamento (ARCAT)” dice la dottoressa Giordana Colarizi presidente ARCAT Marche, “ha promosso una serie di iniziative su tutto il territorio regionale, in collaborazione con tutti i 12 Club della Regione Marche. Per quanto riguarda la Provincia di Ascoli Piceno, l’organizzazione delle iniziative è stata coadiuvata dall’APCAT (Associazione Provinciale), presieduta da Renziero Papetti servitore-insegnante ARCAT, con il sostegno del Centro Servizi per il Volontariato. 

Tutti i 7 CAT della Provincia, hanno dato vita ad una serie di iniziative. Stand informativi sono stati allestiti a Porto San Giorgio e San Benedetto del Tronto ma saranno di nuovo in piazza a Monte Urano la prossima estate, in occasione del mercatino della calzatura. A Campofilone è stata organizzata una rappresentazione teatrale dialettale, in occasione della quale è stata fatta prevenzione all’uso delle bevande alcoliche alla numerosa cittadinanza intervenuta. ”.

“A San Benedetto” dice la dottoressa Vici, Responsabile del Servizio Risposte Alcologiche, “è stato organizzato un concorso dedicato alle scuole elementari che dovevano produrre disegni sul tema: “Il mondo è a colori, ma con l’alcol...”. La commissione ha esaminato 49 disegni eleggendo come vincitori:

1 Giuseppe Bilardello classe 5^ della Scuola primaria S. Giovanni Battista

2 Giorgia Tufoni classe 4^ Scuola primaria Secondo circolo-Alfortville-

3 Veronica Palma classe 5^ Scuola primaria S. Giovanni Battista

Successo anche per il Torneo calcetto “Alcol sai cosa bevi ? Più sai meno rischi!” organizzato dal Centro Sportivo Italiano (CSI), Parrocchie in rete, Servizio Risposte Alcologiche e le famiglie dei Club degli Alcolisti in Trattamento di S. Benedetto. Fondamentale la partecipazione dei bar del centro che in occasione della giornata della prevenzione alcologica hanno servito solo bibite analcoliche”.



IL GAZZETTINO (ROVIGO)

Alcol dipendenza È colpa anche delle pubblicità

Si parla sempre di più di giovani collegandoli all’uso di droghe e alcool: si abbassa, infatti, l’età degli assuntori. Sono Luisa Paola Montocello conosciuta come Annalisa, presidente commissione per le pari opportunità comunale e rappresentante dell’associazione Onlus Acat, Associazione club alcolisti in trattamento, con sede al Sert di viale Gramsci.

La nostra associazione si occupa di contrastare dipendenze alcol correlate. Perché si beve? per un disagio, per «moda spritz», per sentirsi gruppo, per noia, perché piace. Quando l’uso diventa abuso arriva la dipendenza, situazione in cui la persona non controlla più il suo bere, ma è l’alcol che controlla con la persona alterando le azioni e l’attenzione, producendo danni spesso irreversibili a se stessi e agli altri.

Come intervenire? Non è semplice, per chi fa un uso smodato di alcol, prendere coscienza del problema, ed è molto difficile uscirne da soli. I famigliari, gli amici o i datori di lavoro possono aiutare segnalando, o se necessario accompagnando al servizio Sert la persona in difficoltà. L’Acat offe un servizio con gruppi di auto-aiuto. La condivisione del «problema» serve entrare in un percorso di sobrietà come metodo di vita.

Altro componente dei club è il «servitore-insegnante»: l’operatore formato attraverso corsi preparatori chiamati «settimana di sensibilizzazione». Il compito è creare un «clima» che possa spingere i componenti dei gruppi ad aprirsi e rispettare le prassi che regolamentano lo stare insieme. Perché i gruppi funzionino serve una forte motivazione della persona che deve assolutamente non bere più alcolici.

Non esistono ceti sociali immuni dal problema, che colpisce maschi e femmine di ogni età. Bersagliati da promozioni esaltanti ed assurde, siamo tutti a rischio. Un esempio: il bicchiere con righe interne che toglierebbero l’alcol dalla birra. In realtà si toglie l’anidride carbonica.

Maria Luisa Montoncello


LA PROVINCIA DI CREMONA

Alcolisti in astinenza Serata di emozioni (*)

La sera dell’11 maggio sono stati premiati gli alcolisti in astinenza seguiti dall’équipe dell’Unità Operativa Riabilitazione Alcologica dell’Azienda Ospedaliera ‘Ospedale Maggiore’ di Crema di cui è responsabile il dott. Giorgio Cerizza. L’iniziativa -che ogni sei mesi si tiene ormai da vent’anni- è stata abbinata ad uno spettacolo presso il teatro San Domenico a Crema, grazie all’ospitalità della Fondazione ‘Teatro San Domenico’ che ha una particolare attenzione al teatro sociale. Presente in sala la direzione generale dell’azienda ospedaliera, insieme ad un folto pubblico. Titolo della rappresentazione di quest’anno Quadri, in riferimento ad una ideale mostra di storie attraversate dall’alcol. L’opera teatrale infatti è nata e si è sviluppata affrontando e approfondendo una serie di riflessioni e testi scritti sia da alcolisti in trattamento che dai loro familiari, in occasione del ventennale del Servizio di Alcologia (che si è svolto nel novembre 2005). Brevi racconti autobiografici in cui emergono sempre valori intensi e profondi, sia di sofferenza che di speranza, disperazioni e aspettative, illusioni e problemi familiari. Il tutto però ricondotto alla determinata volontà di un percorso di recupero che, dopo tanta fatica, porta alla soddisfazione di sentirsi ‘rinati’, come scriveva il poeta Agostino Pirola, detto Sky, quando regalava al gruppo teatrale la limpidezza del suo vissuto. Letture e interpretazioni si sono quindi avvalse delle parole per descrivere pezzi della propria storia personale, firmata e incorniciata sulla scena proprio come un quadro. Nell’originalità di ogni quadro si sono potuti facilmente ritrovare frammenti di un universo che appartiene a tutti, che è in qualche modo comune ad ognuno di noi e che si è proposto con felici e luminose ‘pennellate’. Una forma di espressionismo, si potrebbe dire, dove il grido lacerante coincide spesso con la ribellione ad una schiavitù che può essere lasciata alle spalle. Il lavoro di gruppo, basato sulla riflessione interiore e sul confronto con gli altri, è stato riconosciuto dagli autori in trattamento come efficace terapia per uscire dalla dipendenza, insieme al lavoro svolto dal Servizio di Alcologia. La manifestazione è avvenuta in collaborazione con l’Associazione l’Approdo che riunisce i gruppi di alcolisti in trattamento del territorio cremasco e con il prezioso contributo del regista Fausto Lazzari che ha portato alla concreta realizzazione di un progetto teatrale inserito in un percorso terapeutico riabilitativo.

(*) Nota: il termine astinenza usato per raffigurare persone che hanno scelto di non bere più è ambiguo. La sua associazione lessicale con la crisi di astinenza gli da una connotazione negativa. Meglio parlare di sobrietà


IL MESSAGGERO (ABRUZZO)

Celano Polizia municipale, convegno regionale 

di JOLE MARIANI

CELANO - Primo convegno regionale di Polizia locale oggi e domani a Celano, con inizio alle 9, presso il castello Piccolomini, al quale si daranno appuntamento oltre 200 fra ufficiali e agenti di Polizia municipale. Nel corso dell’incontro, al quale parteciperanno relatori di fama nazionale, si farà il punto sulle ultime modifiche al codice della strada, in tema di sistemi di ritenuta, come cinture di sicurezza e seggiolini, di infortunistica stradale e di procedure per la misurazione e l’accertamento del tasso alcolico. (*) Il convegno è organizzato dal Comune di Celano, tramite il Corpo di Polizia municipale coordinato dal capitano Lorenzo Di Pompo, in collaborazione con la segreteria regionale del sindacato unitario lavoratori di Polizia municipale (Sulpm).

L’apertura del convegno sarà oggi preceduta dai saluti del senatore Filippo Piccone, sindaco di Celano, dell’assessore regionale agli Enti locali, Giovanni D’Amico, e della presidente dell’Amministrazione provinciale dell’Aquila, Stefania Pezzopane.

(*) Nota: la prevenzione dei problemi correlati all’alcol a volte passa da provvedimenti relativamente lontani da interventi preventivi in senso stretto. In relazione al problema alcol e guida, una delle premesse per la prevenzione è la applicazione dell’art. 186 del Codice della Strada che necessita della possibilità di rivelare l’alcolemia. Questa deriva a sua volta dalla disponibilità di strumenti (etilometri), che, nel caso delle polizie municipali devono essere acquistati dai comuni. I comuni non hanno interesse a fare questo investimento perchè il denaro delle contravvenzioni per guida in stato di ebbrezza va a finire nelle casse dello stato. Un provvedimento che destini ai comuni, in tutto o in parte, le somme derivanti dalle sanzioni per l’art. 186 CdS sarebbe un importante misura di prevenzione.


LA SICILIA

Iniziativa. Adesioni per la lotta all’abuso di alcol

(g.l.)

Italia dei Valori ha fornito il proprio sostegno al Comitato contro l’abuso dell’alcool, promosso da Lidia Raniolo. Quest’ultima ha promosso una iniziativa che vede coinvolti numerosi locali pubblici nell’opera di sensibilizzazione contro l’abuso dell’alcool. Maggiore attenzione, in particolare, per le fasce giovanili della popolazione.


IL GAZZETTINO (PADOVA)

Prendiamo, ad esempio, il "problema ...

Prendiamo, ad esempio, il "problema dei problemi" che sta diventando una specie di "cancrena" tanto da finire anche nelle autorevoli pagine del "Times" di Londra, quello degli spritz con tutti gli annessi e connessi, fenomeno dal quale emerge chiaramente solo una cosa: il "sonno della ragione", che, come è noto, "genera solo mostri" . A questo punto, invece che "funerali" di dubbio gusto sarebbe più logico celebrare "la morte della ragione" e smettere di giocare "ai quattro cantoni" nell’assurda speranza di "lasciare il cerino in mano allo sfigato di turno perché bruci se stesso come una vittima sacrificale", perché in questo ambito rischiamo di bruciarci tutti come tante stupide comari incapaci di guardare al di là della punta del proprio naso.

Non ci rendiamo conto che siamo seduti sopra una vera e propria "bomba" con il rischio di uno scoppio pericoloso per tutti, alla fine del quale ci saranno solo "vinti" o, meglio, cenere. E’ una vicenda che ricorda la situazione della Lombardia del Seicento, dove, secondo Manzoni, ognuno aveva un suo "onore" da difendere e, a ragione, don Lisander sosteneva che era un "onore" basato solo sui meschini interessi di ciascuno, su uno stupido orgoglio e su una dannatissima ipocrisia, per non avere il coraggio di affrontare la realtà nella sua essenza.

A Padova siamo, appunto, impegnati in un assurdo "gioco delle parti" di pirandelliana memoria, dove tutti si dichiarano nel giusto con il risultato di aver creato un clima di pregiudizi, di intolleranza, di alienazione totale. La classe politica, sia maggioranza che opposizione, da sempre discute a vuoto muovendosi nella nebbia; i commercianti difendono i loro guadagni, mascherandoli per la difesa della vita cittadina; i residenti invocano il diritto al riposo; i giovani parlano di diritto all’aggregazione perché la città non muoia e perché loro hanno diritto di divertirsi. E così ognuno agisce "l’un contro l’altro armato", con proposte in genere fuori del mondo: spostiamo alcuni locali in altre zone della città, chiudiamo bar e affini a una certa ora (e per chi immarcescibile rimane a bivaccare nelle piazze fino all’alba cosa prevediamo?), facciamo conferenze e informazioni massicce ai giovani sui danni che corronoma sì, noleggiamo il mago Merlino, associandogli per la "par condicio" la fata Morgana, auspicando che siano, Dio ce ne scampi, bipartisan.

Perché invece non fermiamo per un attimo la giostra e smettiamo di insultarci a vicenda, mettendoci tutti intorno a un tavolo, magari per "costruire" insieme una politica intelligente per Padova? Certo, in primo luogo bisogna fare chiarezza su alcuni punti di base: aggregazione e divertimento non sono sinonimi di bere fino ad ubriacarsi; è indubbio che l’alcolismo sta dilagando sia tra i giovani che tra gli adulti, associato anche all’abuso e allo spaccio di droghe di ogni tipo; vomito, urina, feci e quant’altro non dipendono certamente solo dalla carenza di servizi, ma rientrano in un eccesso di maleducazione che non può essere mascherata con il vero significato di libertà, ma il discorso va spostato sul piano dell’educazione di base e del rispetto reciproco; in questa dimensione viviamo in una zona di grosso pericolo sia per la salute individuale e collettiva che per l’ordine pubblico e la civile convivenza.

In altre parole dobbiamo chiederci come viviamo e dove si va per questa strada. Qui ritorniamo all’appello del senatore Giaretta, che ci riporta al "buon senso di base" , "distruggere" non serve: Renzo ne "I promessi sposi", vedendo che la gente bruciava i forni, si chiedeva "dove voglion fare il pane? Ne’ pozzi?" Una soluzione c’è, anche se scomoda, difficile e lunga: una sana prevenzione che lavori e operi sugli atteggiamenti individuali e collettivi nei confronti della vita.

Giuseppe Iori


 IL GAZZETTINO (PADOVA)

Incontro ieri a palazzo Moroni tra l’assessore Marco Carrai e il presidente del Comitato degli esercenti "vittime" dell’ordinanza sulla chiusura anticipata alle 24 

Si riapre il dialogo tra Comune e Bar del Centro 

Tra le proposte, una festa per "resuscitare" lo spritz, la chiusura all’una per tutti e il decentramento di alcuni locali

Marco Carrai, assessore alla Polizia Municipale, l’ha definito «interlocutorio». Lo stesso colloquio, avvenuto ieri pomeriggio tra Carrai e Federico Contin, presidente del Comitato Bar del Centro, è stato definito da quest’ultimo «positivo» e «all’insegna della distensione».

Per Contin «si riapre il dialogo. Noi abbiamo fatto una proposta che potrebbe consentirci di incontrarci a metà strada. Una soluzione che ci permetta di lavorare». La proposta di Contin sarebbe quella di modificare l’ordinanza, in vigore dal 3 maggio scorso, che impone la chiusura anticipata alle 24 per alcuni locali. La soluzione proposta dal Comitato Bar del Centro sarebbe quella di imporre la chiusura all’una per tutti i locali. «Così si parifica la possibilità di lavorare. E chi lavora bene verrebbe premiato e non penalizzato, come accade ora». E Carrai cos’ha risposto? «Ci ha detto di presentare una regolare domanda, che verrà valutata. Non mi è sembrato totalmente chiuso... come le altre volte».

In realtà, all’assessore Carrai la proposta è parsa alquanto contraddittoria. «Contraddittoria rispetto all’accusa che ci hanno sempre rivolto di voler desertificare il centro storico. E anche peggiorativa, sia per i frequentatori che per gli altri baristi. In sostanza, non è stato deciso niente. Ho detto loro di formalizzare le richieste. Ne discuteremo. Mi pare comunque che le questioni siano poste in maniera collaborativa».

Le proposte comunque sono diverse. Innanzitutto, una festa, che si svolgerà mercoledì prossimo, 7 giugno, in piazza della Frutta, con musica dal vivo, eseguita da un gruppo locale. «Non eseguiranno certo cover di Raul Casadei - precisa Contin - ma dimostreremo come ci si può divertire e animare il centro senza disturbare nessuno». Sarà la festa di resurrezione dello spritz, dopo il funerale, celebrato sabato scorso, con tanto di feretro, requiem, corteo funebre e ricorso massiccio alle più varie simbologie.

All’incontro di ieri si è discusso anche del cosiddetto "decentramento", cioè la proposta di trasferire l’attività dei bar, dopo una certa ora, in altre zone della città. «Prato della Valle è impraticabile - avverte Contin - appena i residenti hanno sentito parlare di questa ipotesi si sono messi a raccogliere firme per impedire che ci andassimo. Si è parlato della Golena di San Massimo, del Bastione Alicorno e di Piazza Mazzini. Sette o otto baristi hanno manifestato la loro disponibilità e credo che la cosa andrà in porto». Un’ultima richiesta, per l’ordinanza del Prefetto sul vetro. Secondo i Bar del Centro, andrebbe applicata "cum grano salis". E se uno acquista una bottiglia di vino in una enoteca, si chiedono, come fa a portarsela a casa?

Madina Fabretto


IL GAZZETTINO (PADOVA)

LETTERE AL GIORNALE

Bar, meno introiti ma non è colpa del Comune

Seguo le cronache cittadine e trovo fuori luogo il lamentarsi di alcuni baristi che attribuiscono all’ordinanza del Comune di Padova la colpa dei loro mancati introiti.Quanti soldi volete incassare sulla pelle di questi ragazzi che bevono le vostre miscele superalcoliche, inconsapevoli del danno che provocano al loro giovane fisico? Vi siete chiesti il perchè di tanti vomiti per strada: dipende solo da un bicchiere in più o piuttosto dal miscuglio di ingredienti che voi preparate e che vendete a questi giovani a caro prezzo? E se fossero i vostri figli sareste così indifferenti al problema? E non dite che il centro cittadino è abitato solo da quattro vecchietti insofferenti: vi abitano anche molte persone giovani, che svolgono anche lavori di responsabilità, che hanno figli che vanno a scuola, quindi la notte hanno il diritto di riposare. E’ pure noto che lo spaccio di droga avviene a qualsiasi ora e non servono certamente alcuni locali aperti a tenere lontani gli spacciatori. Alla titolare del Kolar, la quale ha dichiarato ai giornali di non poter rinnovare il contratto di locazione a causa della ordinanza emessa, segnalo che i contratti d’affitto ad uso commerciale hanno la durata di anni 6+6 e non mi consta che il Kolar sia aperto da più di 12 anni. Da ultimo: lo spritz non è la storia di Padova ma solamente una realtà di questi ultimi anni.

Fanny Piva


Giovani votati all’ubriacatura obbligatoria.

Dovevamo vedere anche questo: una squallida sfilata di giovani ubriaconi e di esercenti interessati all’abuso da alcol che imbarbarisce ed impoverisce la nostra amata Padova.

D’altronde se il presidente del comitato si permette di offendere (anche con manifesti di pessimo gusto) le persone che chiedono il rispetto di un diritto fondamentale dell’essere umano, quello al riposo, tutto può succedere.

In questa situazione devo rilevare che, per fortuna, gli esercenti più qualificati del centro storico (Margherita, Graziati, Pedrocchi, Cavour ecc. ) non si sono prestati a questo macabro gioco di sub-cultura ed hanno mantenuto il decoro di una presenza storica cittadina contro l’invasione dei barbari.

Spero che non prevalga la volontà di realizzare a Padova la mitica Città dei Balocchi (e degli spritz) dove l’unica ragione d’essere è quella del divertimento e del guadagno facile.

Ma quale futuro si prospetta a questi giovani votati all’ubriacatura obbligatoria?

In realtà questi ragazzi il funerale l’hanno fatto al loro avvenire.

Ermanno Rossetto


IL GAZZETTINO (PADOVA)

Secondo Valentina Sartore può rivelarsi un mezzo efficace per contrastare eventuali aggressori 

An: «Sì allo spray al peperoncino per i vigili»

Chioggia

Alleanza Nazionale chiede al comandante della Polizia locale di rivedere la propria posizione, contraria all’impiego dello spray al peperoncino, come arma antiaggressione. Secondo la segretaria del circolo territoriale di An, Valentina Sartore gli agenti dovrebbero invece poterne disporre a tutto vantaggio dell’ordine pubblico e della loro stessa incolumità. È apprezzabile dichiara la portavoce del partito - il fatto che il comandante Michele Tiozzo si preoccupi degli effetti collaterali negativi che potrebbero essere causati dallo spray. Tuttavia, questo non dovrebbe influenzare una scelta così importante. Voglio poi ricordare sia al comandante che all’assessore alla Polizia locale Guerino Boscolo Cocuccia che la pistola d’ordinanza può essere usata solo dal personale in divisa, operante in luoghi non affollati. Dato quindi per assodato che la pistola non può essere usata a cuor leggero nel corso delle aggressioni in spiaggia oppure lungo le affollate strade cittadine, ritengo sia corretto proporre lo spray come rimedio estremo, consentendone l’uso ad agenti adeguatamente preparati.

An fa notare, infine, che gli uomini delle forze dell’ordine sono sempre più spesso oggetto di pestaggi aggiungendo che, oltre alle statistiche di Amnesty International sugli effetti negativi dello spray al peperoncino, il comandante dovrebbe pure ripassarsi quelle sul numero dei tutori dell’ordine aggrediti da teppisti ed automobilisti ubriachi.

R.P.


IL SECOLO XIX

Vendita alcolici, sindaco assediato

LEVANTO L’amministrazione si prepara al braccio di ferro e concede solo una deroga sull’orario: lo stop scatterà alle 24

I commercianti chiedono il ritiro dell’ordinanza che vieta le bottiglie dopo le 23

Commercianti sulle barricate contro l’ordinanza del Comune di Levanto che imprime un giro di vite sul consumo di alcolici. «Le disposizioni emanate dal sindaco gravano gli operatori di responsabilità cui difficilmente potranno fare fronte», sentenziano le associazioni di categoria del commercio bocciando le nuove regole in materia di vendita e consumo degli alcolici. Il provvedimento firmato dal sindaco Maurizio Moggia vieta ai negozi di alimentari e ai supermercati di vendere alcolici dopo le 22 ed impone ai gestori di bar e ristoranti di sincerarsi che dopo le 23 nessun cliente esca dai locali o si allontani dal tavoli dei dehors con in mano una bottiglia di birra o di vino. Misure che hanno attirato i fulmini di Confesercenti, Confartigianato e Confcommercio.

«Come è possibile che i titolari di pub e bar possano farsi carico di impedire che i clienti si allontanino dai loro locali con una bottiglia di birra in mano?», chiede Fabrizio Cappellini, esponente della Confesercenti. «Si tratta di regole di difficile applicazione delle quali chiediamo la revoca», conclude.

I responsabili delle associazioni di categoria hanno già comunicato all’amministrazione comunale le ragioni del loro disappunto: «Siamo realisti: la sicurezza e l’ordine pubblico non si garantiscono con il proibizionismo - incalza Cappellini -. Non ci piace lo spirito e la lettera dell’ordinanza. Ma anche ai metodi adottati: nessuno ha avvertito il bisogno di consultarci».

I titolari di pub e locali notturni che dopo l’orario stabilito permettessero agli avventori di allontanarsi dalle loro sale con una bottiglia di birra rischiano sanzioni che variano da un minimo di 25 ad un massimo di 500 euro.

Il Comune, preso atto della situazione, ha promesso che rimetterà mano all’ordinanza. «Premesso era necessario intervenire a livello comunale per colmare un vuoto normativo relativo alla vendita di alcolici ai minori e a coloro che manifestano instabilità psichiche o stato di ebbrezza, - spiegano all’Ufficio del Commercio - per venire incontro alle esigenze manifestate dalle categorie si è deciso di far scattare il divieto relativo alla somministrazione di alcolici in bottiglie e bicchieri di vetro alle 24 e non più alle 23». (*)

Una concessione che non soddisfa gli esercenti. «Noi chiediamo che il provvedimento sia revocato - torna all’attacco Cappellini - anche perché non crediamo ci sia la necessità di introdurre regole che avrebbero come unico effetto quello di limitare l’attività degli esercenti».

Valentina Boracchia

(*) Nota: secondo Gandhi la regola aurea per la risoluzione dei conflitti sociali consiste nel saper rinunciare a ciò che altri non possono avere.


IL GIORNALE DI VICENZA.IT

Indagine

Stamane l’autopsia sul parà americano

Questa mattina il medico legale Giampaolo Antonelli, su incarico del pm Alessandro Severi, eseguirà l’autopsia sul soldato americano Michael Jared Leonard, 25 anni, morto l’altra mattina verso le 5 dopo la notte brava con un commilitone trascorsa da un locale all’altro, bevendo alcol e facendo baldoria. Mentre Robert Pearson, 21 anni, se l’è cavata, la vittima che è stata caricata su una macchina Usa in stradella della Racchetta, è stata accompagnata in caserma e non direttamente al San Bortolo perché non pareva in pericolo di vita. Invece c’è stato, il decesso, forse per un rigurgito. I carabinieri hanno ascoltato Pearson che, passata la sbornia, sta meglio.


IL GAZZETTINO (TREVISO)

RESPINTO IN AMORE

Rapinatore e molestatore

Tra una superbevuta e l’altra Antonio Mei, del ’62, trevigiano, si è anche innamorato. Si tratta di quel signore che con una bottiglia di vino in un sacchetto ha rapinato una banca, affermando che si trattava di una bomba. Era ubriaco. Probabilmente però, condizionato in negativo dall’alcool, Mei cerca di costringere le donne, non di conquistarle. Non è la prima volta che accade. Ad una per strada, ha detto "Vieni qua che ti tocco", e lo ha fatto; questa volta l’amore durava da 12 anni e il rifiuto delle avances è finito malissimo. Mei verrà giudicato il 3 novembre per fatti avvenuti a Vacil, nei confronti di una donna che, essendo sposata con un medico, non poteva nemmeno staccare il telefono. Una valanga di telefonate a casa e al lavoro (molestie), appostamenti per seguirla ovunque andasse e pesanti minacce.


CORRIERE ROMAGNA

Anziani picchiati Il vicinato invoca aiuto

Rimini - “Non ne possiamo più di questa situazione: ci sono due persone ultraottantenni che vengono sistematicamente picchiate e maltrattate da un uomo che trattano come un figlio. E nessuno interviene per proteggerle: si aspetta che accada qualcosa di peggio?...”. E’ un gruppo di cittadini esasperati a lanciare l’allarme. “Quell’uomo - raccontano - li percuote e fa danni, attorno a casa, ad ogni occasione. Anche ieri mattina la situazione era degenerata a tal punto che è stato chiamato un equipaggio del 118. “Ci aspettavamo che questa persona fosse tenuta lontana da casa per un po’ - aggiungono i vicini - e invece nel pomeriggio era già qua, e ha ricominciato da capo. E’ possibile che nessuno possa far nulla”. Dai servizi sociali del Comune, che conoscono il caso, viene fatto sapere che l’uomo è seguito per problemi di alcol, e che la famiglia, in realtà, ha sempre rifiutato un’assistenza diretta e, soprattutto, pare che sulla vicenda non vi sia mai stata una formale denuncia.


CORRIERE ROMAGNA

Ubriachi alla guida: 4 condanne

SAN MARINO - Quattro condanne, ieri mattina in Tribunale, per guida in stato di ebbrezza. I tassi alcolemici riscontrati, negli episodi avvenuti tra luglio e ottobre 2005, andavano da un minimo di 1,58 ad un massimo di 2,42. Comminate multe fino ad un massimo di 500 euro ed interdizioni dalla guida fino a due mesi: il giudice ha concesso benefici a tutti, ad eccezione di un albanese con precedenti per furto.


IL TEMPO

Topo d’ombrellone bloccato da un bagnante

Il furto allo stabilimento Pantarei

(...) E sul registro dei denunciati è finito anche G.M., trentottenne di Montesilvano. L’uomo è accusato di resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato. Il trentottenne, infatti, in preda ai fumi dell’alcol, avrebbe scaricato la propria ira contro due vetrine del banco-frigo del chiosco-bar "Terminal" ubicato in piazza della Repubblica. Anche di questo secondo caso si sono occupati gli agenti della Volante.


LA PROVINCIA DI CREMONA

LETTERA AL GIORNALE

Spesso impuniti gli incidenti sotto l’effetto di droghe e alcol

Gentile Direttore, il susseguirsi degli incidenti gravi e mortali sulle strade per l’alta velocità, in stato di ebbrezza, sotto l’effetto di droghe, rimangono spesso impuniti, o comunque in modo lieve, aggiungendo umiliazione ai familiari delle vittime e notevoli danni sociali. Sarebbe ora che i politici facessero delle leggi restrittive senza permissività e cavilli legali che consentano agli avvocati di aggirare la giustizia, e che i giudici le applicassero integralmente nel rispetto dei familiari delle vittime senza concedere sconti e garantendo l’applicazione della pena. Che per un momento pensassero di essere loro stessi, o i loro familiari, vittime di conducenti irresponsabili. Così, oltre a dimostrare con i fatti che l’Italia ha una classe politica e una magistratura responsabile e sensibile alla sicurezza e i diritti dei cittadini, si salverebbero molte vite umane e si limiterebbero notevolmente i danni alle casse della sanità, dell’assistenza sociale e pensionistica. Un incidente stradale causato per l’irresponsabilità del conducente può portare a gravi conseguenze anche mortali, oltre a sconvolgere l’esistenza di chi li subisce e di intere famiglie, ne so qualcosa anch’io che venti anni fa ne ho subito uno con gravi conseguenze. Bisognerebbe che tutti si rendessero conto che la patente per condurre un mezzo è di utilità per il trasporto delle cose e persone, non una licenza di uccidere, e che pertanto ci vuole tanta responsabilità civile e morale, da parte di chi acquisisce il documento di guida e di chi lo rilascia, e chi ne abusa va punito severamente senza distinzioni e senza deroghe. Pertanto per responsabilizzare i conducenti di qualsiasi mezzo bisognerebbe rivedere il codice stradale e adottare i seguenti provvedimenti: esami del sangue e tossicologici e certificato medico per il rilascio e rinnovo della patente di guida di qualsiasi mezzo; rifiutare la patente a chi fa uso di droghe e alcool (...).

Loris Barbazzeni (et-emi@libero.it)

Le più recenti norme in materia sia di sicurezza stradale (patente a punti) che di lotta alla droga mi pare siano andate nella direzione restrittiva da lei invocata. Anche con esiti positivi nella riduzione di queste tragedie. Che comunque restano tante, troppe. Posso aggiungere, e i lettori lo sanno, che sul tema dell’educazione stradale, soprattutto dei giovani, il nostro giornale è da sempre impegnato e continuerà ad esserlo.


LA PADANIA

Quante ingiustizie nel Bel Paese

LORIS BARBAZZENI,

Verona

Sono uno di quelli che ha subito un incidente stradale, con la moto vent’anni fa, e da allora la mia vita non è più stata la stessa di prima. E non lo sarà più.

Ho letto di quell’automobilista che ha investito e ucciso un motociclista a Brenzone sul lago di Garda, che è fuggito, che non ha

Giovedì, 01 Giugno 2006
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