COMUNICATO Pollina, Merlo e Bonaffini al Festival
Musicale Analcolico di Castel d’Ario Domenica 4 giugno
nell’Area Feste di Castel d’Ario, nei pressi del Castello, si svolgerà il
“Festival Musicale Analcolico 2006”. LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Sanità/Organizzato
dall’Ausl Bat/1 Lotta a fumo e alcool progetto nelle
scuole IL MESSAGGERO (Abruzzo) GUIDA SICURA Niente
alcol nei fine settimana Campagna dei vigili nelle scuole MONTESILVANO - Una capillare campagna di
sensibilizzazione fra gli studenti delle medie e superiori di Montesilvano, per
convincerli ad abolire le bevande alcoliche soprattutto nei fine settimana. Il
progetto, dai profondi risvolti sociali, è stato illustrato ieri in municipio
dal comandante della polizia municipale Antonella Marsiglia unitamente
all’assessore Di Febo. Dal 5 al 9 giugno saranno distribuiti nelle scuole
cittadine (ma anche in bar e discoteche) ben 3300 opuscoli inerenti il problema
dell’alcolismo e della guida sicura. «Abbiamo coniato lo slogan "bevi con
misura, misura ciò che bevi" - spiega la responsabile della polizia
municipale - per prevenire l’uso di alcol fra i giovani, che poi si mettono
incautamente alla guida di un mezzo o di una moto, contribuendo ad allungare la
lista delle stragi del sabato sera». «Regaleremo anche un alcol-test monouso -
aggiunge l’assessore Di Febo -, perchè gli interessati ne prendano
dimestichezza. E’ troppo pesante infatti il tributo che tanti giovani pagano
per una serata in discoteca o al bar. Per esempio non sanno che solo 0,5 grammi
di alcol per litro di sangue provocano grossi guai». AUSTRIA Indagine sugli abusi di
alcolici, si inizia a bere già a undici anni Klagenfurt Un’indagine dello Who ha portato alla
luce un risultato spaventoso: il numero dei giovani che dipendono dall’alcool
aumenta in modo velocissimo. Già gli 11enni si ubriacano. L’indagine dello Wuo,
che è stata presentata dal Fgö (Fondazione per l’Austria sana) a Vienna ha
mostrato i risultati preoccupanti: «I consumatori di alcolici diventano sempre
più giovani e bevono sempre di più» ha spiegato il direttore del Fgö, Dennis
Beck. Cominciano a bere l’alcool già all’età di 11 - 13 anni. Ora è in cantiere
una campagna d’informazione per fermare questo trend negativo. Una citazione
dell’indagine dice: «L’alcool da noi è una parte integrale della cultura e del
modo di vivere. Ma l’alcool è anche la causa di tanti problemi sociali e della
salute». Circa il 10% dei 13enni hanno già bevuto alcool più di 40 volte. Il
35% delle scolare all’età di 15 anni e 38% dei loro coetanei della stessa età
si sono ubriacati almeno due volte. Con queste cifre - così dice lo studio -
l’Austria si trova al "vertice" dell’Europa. Sono gli adulti, che non
servono come esempio molto positivo: il 40% degli austriaci adulti consuma una
quantità di alcool tale da correr rischi per la salute. Il 22% beve o a lungo
termine più di quanto sarebbe consigliabile, il 13% consuma questa "droga
legale" in modo eccessivo e il 5% degli Austriaci è da considerarsi
alcolizzato. Solo un quarto della popolazione non beve mai. La campagna
"Mehr Spaß mit Maß" (Più divertimento con misura) si rivolge
soprattutto ai giovani da 11 a 19 anni. La TV e la radio statale Orf, le
stazioni privati "Gotv" e "Mtv" e i cinema trasmetteranno
quattro spot i cui contenuti devono ricevere l’attenzione e causare lo stupore
tra loro. Un’altra possibilità ha proposto il centro per la scuola e per
l’educazione "Schez" in Alta Austria: per essere in grado di
sostenere lo sviluppo dei loro bambini, i genitori dovrebbero fare - secondo lo
Schez - fare la "patente per i bambini". In uno studio,
l’organizzazione ha constatato tanti difetti per quanto riguarda l’abilità
d’educazione di molti genitori. Ma anche a scuola, così hanno criticato gli
esperti, gli insegnanti non si interesserebbero in modo sufficiente per lo
sviluppo dei giovani. Una proposta dello Schez per risolvere il problema:
un’educazione profonda dei genitori in una "scuola per genitori", che
potrebbe essere - secondo il presidente Ortwin Wingert - assolutamente
impegnativo. Gabi Sager IL GAZZETTINO (Padova) Gli agenti della Polizia Municipale hanno notificato le pesanti
ammende a Max Gallob e ad altri due giovani. La motivazione: hanno
somministrato bevande senza avere l’autorizzazione Lo spritz abusivo costa tre multe da 5 mila euro
Anche l’altra sera musica a tutto
volume oltre la mezzanotte. Molti studenti si sono portati i bottiglioni di
vino direttamente da casa Il popolo degli spritz, aiutato dai
Disobbedienti che hanno sparato musica a tutto volume oltre la mezzanotte, ha
aggirato per la quinta volta consecutiva il "coprifuoco" voluto dal
Comune. Cinque, infatti compreso quello dell’altra sera, sono stati i mercoledì
universitari che si sono presi beffa dell’ordinanza targata Flavio Zanonato ed
entrata in vigore il 3 maggio che vuole la chiusura anticipata alle 24 anziché
alle 2 di venti bar tra piazze e Ghetto. Provvedimento, che venerdì scorso si è
fatto forza anche dell’ordinanza prefettizia che vieta al mercoledì, al venerdì
e al sabato, fino al 25 giugno, la vendita di bottiglie e di lattine di alcol
dopo le venti. Studenti che riescono a dribblare in scioltezza il clima di
"antiproibizionismo" portandosi da casa, dentro alle sporte della
spesa, bottiglie vino, di super alcolici e lattine di birra. Fenomeno spritz
che, a causa della serata un po’ freddina, si è svolto ugualmente, ma in tono
minore. Circa mille e cinquecento giovani hanno bevuto, parlato e ballato quasi
fino all’una. Come da copione si sono registrate le ormai
"tradizionali" scene: selciato di piazza delle Erbe pieno di vetri,
bicchieri di plastica e cartacce di ogni genere, mentre sotto i portici e lungo
le strette vie del Ghetto hanno fatto capolino le chiazze di vomito e i rivoli
di urina. Allo scoccare della mezzanotte i no global, anche questo ormai da
"tradizione", hanno sottolineato la presa in giro degli ordinamenti e
l’inizio della festa con l’accensione di un paio di fumogeni rosa e la
liberazione di un centinaio di palloncini colorati che, secondo i
Disobbedienti, sarebbero stati imbottiti con dei semi di canapa indiana. Attività
"ricreativa" degli indiana padani che, però, è stata punita
attraverso un lavoro di equipe tra polizia e Vigili urbani con la notifica a
tre no global, tra cui il loro leader Max Gallob, di tre ammende da 5.064
ciascuna per somministrazione abusiva di bevande alcoliche. "Visto che il
Comune non ha raccolto denaro con la Ztl - commenta Max Gallob - ha deciso di
fare cassa multandoci. Una cosa è certa, non pagheremo mai. E, poi, non siamo
noi no global che portiamo gli studenti in piazza. Loro vengono anche se noi
non ci siamo. La gente fa quello che vuole e va dove vuole. Adesso - prosegue
Gallob - il così detto fenomeno spritz, che non è altro che un’aggregazione
spontanea di giovani che vogliono stare insieme, andrà scemando perchè si
avvicina l’estate e perchè gli studenti devono studiare per gli esami.
Tuttavia, la medesima situazione si ripeterà a settembre. Il sindaco Zanonato -
conclude Gallob - da figlio del partito comunista non ha capito cos’è una
moltitudine e cerca di risolvere il problema con il proibizionismo. Una
soluzione che non porterà a nulla di buono. Aggiungo, che trovo di cattivo
gusto le lamentele dei residenti del centro, che sono gli stessi che sfruttano
gli studenti affittandogli una stanza per 400 euro al mese". Marco Aldighieri IL MESSAGGERO (Latina)
NOTTI SENZA PACE NEL CAPOLUOGO Siamo esasperati. Non
riusciamo più a riposare, mentre, tra grida e urla, sembra di essere nel Far
West. E la prego, non scriva il mio nome, perchè già altre volte ci hanno
graffiato le macchine o ci hanno fatto altri dispetti». Lo sfogo è di uno dei
500 abitanti del Centro storico di Frosinone che da mesi lanciano appelli al
Comune e alle forze dell’ordine. «Ma finora - sottolineano - senza alcun
risultato. E quanto accaduto l’altra notte, tra l’una e le tre, ha
dell’incredibile. Non si è trattato della solita scazzottata tra ubriachi, ma
di una vera e propria rissa in cui sono rimasti coinvolti gli stessi agenti
delle forze dell’ordine». Scene da Far West, insomma, cui hanno assistito,
attoniti, gli abitanti di via Angeloni e di piazza Valchera, attoniti,
sconcertati non solo per quanto stava accadendo, «ma perchè quella, ormai, è
una scena che si ripete ogni notte» aggiungono. IL MESSAGGERO (Frosinone) «Centro storico la notte come il Far west: basta» «Siamo esasperati. Non riusciamo più a riposare, mentre, tra grida e urla, sembra di essere nel Far West». Lo sfogo è di uno dei 500 abitanti del Centro storico di Frosinone che da mesi lanciano appelli al Comune e alle forze dell’ordine. «Ma finora - sottolineano - senza alcun risultato». La scena è sempre la stessa: poco dopo mezzanotte centinaia di persone, per lo più giovani, si radunano per strada a bere birra e schiamazzare e questo quando le cose non degenerano; altrimenti urla, grida, suoni di clacson, botte e risse. LA PROVINCIA DI COMO Fine anno al lago, così bigiano la scuola in massa Ogni giorno decine e decine di
studenti delle superiori si danno appuntamento al Tempio, dopo colazione e una
sigaretta Le confessioni dei teenager ai
giardini, meta della marinata: parliamo, prendiamo il sole e gira anche qualche
spinello Decine e decine di ragazzi ogni mattina assaltano il prato tra il
Tempio Voltiano e il Monumento ai Caduti. Come fossero in spiaggia si sdraiano
a prendere il sole. Fanno cerchio intorno agli zaini, qualcuno di loro beve
birra, qualcun altro fuma uno spinello, qualcun altro ancora fa entrambe le
cose. C’è chi gioca a pallone e c’è chi gioca a frisbee; c’è chi ascolta la
musica con il lettore portatile sdraiato sul parapetto del lago e chi
semplicemente chiacchiera con i compagni. I meno audaci che hanno paura di
essere riconosciuti da qualcuno o che semplicemente cercano un po’ di privacy,
si nascondono in cima alle gradinate del Monumento ai Caduti. E’ lo scenario di
giugno, ma negli altri mesi non è moto diverso. La scuola è agli sgoccioli, i
primi caldi si fanno sentire, e la voglia di studiare è andata via. Molti
evitano accuratamente la scuola, senza dire niente ai professori e, ovviamente,
ai genitori. Tanti i termini per definire quello che fanno: gli adulti usano il
termine “marinare la scuola”, ma i ragazzi preferiscono il verbo “bigiare”. Ed
ecco, allora, quella che potremmo definire una grande “bigiata di massa”. Gli
studenti che se ne stanno lì, sul prato, in perfetto atteggiamento vacanziero,
sono così tanti che per forza di cose le loro classi al mattino devono apparire
semivuote. Impossibile non destare i sospetti dei professori. E’ bastato un
piccolo sondaggio tra i “bigiatori” che ieri se la spassavano allegramente in
zona Tempio, per capire che il fenomeno interessa un po’ tutte le scuole e un
po’ tutte le classi, dalla prima alla quinta. La maggioranza sembra spettare
alle ragazze delle magistrali Teresa Ciceri di via Carducci. Molti anche i
ragazzi della Leonardo Da Vinci e dell’istituto Pessina. Un po’ meno quelli
della Magistri Cumacini e della Ripamonti. Pochissimi, gli studenti del liceo
scientifico Paolo Giovio. Anzi, ieri c’era solo una ragazza del Giovio. «Sono
qui con amici che frequentano altre scuole – ha detto – Oggi forse sono l’unica
dello scientifico, ma credo che sia un caso. Comunque, penso che nei prossimi
giorni qui sarà pieno zeppo di ragazzi». Nessuno studente, invece, del liceo
classico Volta e del liceo Gallio. Che abbiano solo scelto un’altra meta per la
loro bigiata? Ma vediamo come si svolge la mattina di quanti non vanno a
scuola. Innanzitutto, la bigiata non è quasi mai programmata. Come ha spiegato
un gruppo di ragazze delle magistrali: «Ci incontriamo alla mattina presto
fuori dai portoni della scuola o alla fermata del bus. E’ lì che decidiamo di
non entrare a scuola. Andiamo a fare colazione, generalmente al Black Panther,
un bar di via Gallio, perché al piano di sotto si può fumare. Restiamo lì fino
alle 10 e poi veniamo qua al Tempio». Alla domanda quante volte bigiate e perché,
una di loro ha risposto «tre volte in una settimana, ma solo negli ultimi
tempi». «Sono convinta – ha spiegato – che ormai questi ultimi giorni di scuola
non possono più fare la differenza. I prof hanno già deciso chi bocciare o con
quali voti promuoverci». E che cosa si fa per due o tre ore su un prato in riva
al lago? «Spettegoliamo, parliamo di ragazzi e fumiamo una canna». E non sono
certo le sole. Intorno ci sono parecchi giovani che fumano uno spinello. Se lo
passano tra loro, alla luce del sole. Come fossero sulle spiagge della
Giamaica. «Sono pochissimi quelli che non fumano le canne», commenta una delle
studentesse delle magistrali. Poco lontano, su un muretto, un altro gruppo di
ragazzi, questa volta della Leonardo e della Ripamonti, se la ridono di gusto.
Scherzano e si prendono in giro a vicenda. Intorno a loro bottiglie di birra e
di vino vuote. Facile intuire il motivo della loro allegria. Dario Alemanno IL GAZZETTINO (Belluno) IL CASO Sulla vicenda legata al quattordicenne
di Sedico rinvenuto privo di conoscenza dal Suem per l’eccessivo consumo
d’alcol intervengono mamme e papà dei ragazzi coinvolti «I nostri figli non hanno abbandonato l’amico
in coma» I genitori dei quattro ragazzi che avrebbero abbandonato per terra, nella notte tra sabato 21 e domenica 22 maggio, un quattordicenne di Peron di Sedico in coma etilico, rigettano questa versione dei fatti. Con una lettera le famiglie dei giovanissimi coinvolti, dei quali non pubblichiamo i nomi nel rispetto della legge che tutela i minori, sostengono che i loro figli «non hanno abbandonato il compagno colto da malore e nemmeno si sono dati alla fuga». «Vero è invece - scrivono - che essi hanno cercato di aiutare l’amico, pur senza riuscirvi, anche perché non sono abituati a fronteggiare le situazioni che si verificano in simili frangenti. Quindi inesperti del caso». Le famiglie spiegano che sul luogo si era fermata una vettura dalla quale era scesa una donna che si era dichiarata esperta in pratiche di soccorso e disposta ad aiutare il malcapitato. «La medesima soccorritrice - continuano i quattro genitori - constatate le condizioni apparenti del ragazzo, dichiarava che da sola avrebbe provveduto a prestare le prime cure, invitando nel contempo i giovani a tornare a casa, data anche l’ora tarda. Solo a questo punto i minori hanno lasciato il malcapitato, in qualche maniera rassicurati dal saperlo in buone mani. Ribadiamo, pertanto, che gli amici non hanno assolutamente abbandonato l’infortunato, tanto più che nel frattempo si era avvicinata un’altra persona, dichiaratasi disponibile ad allertare i soccorsi del caso». Sta di fatto che, secondo la comunicazione ufficiale emessa dalla Questura di Belluno che illustrava l’intervento, il giovanissimo in coma etilico era stato trovato e recuperato lungo la strada dagli addetti al soccorso dopo che gli altri compagni di scorribanda si erano allontanati. Come lo stesso protagonista della vicenda aveva poi raccontato, c’era stato il trasporto all’ospedale San Martino dove gli era stata praticata una flebo. Quella stessa notte, dopo alcune ore nelle quali era stato tenuto sotto osservazione dei sanitari del pronto soccorso, la situazione si era normalizzata e il ragazzino si era potuto riconsegnare ai genitori che lo hanno riportato a casa. Una scorribanda fortunatamente finita senza conseguenze per colpa di un’eccessiva assunzione di bevande alcoliche, come lo stesso quattordicenne aveva fin dall’inizio candidamente ammesso.
Uccise la madre:
condannato a 14 anni Per il giudice del
Tribunale di Velletri è stato un omicidio volontario aggravato di ALESSANDRA TABOLACCI LA PROVINCIA DI COMO Ventenne nei guai A 100 all’ora contromano Due anni e mezzo, frutto del riconoscimento di colpevolezza per un ricco elenco di reati, escluse però le lesioni personali. La sola vittima della notte brava di Yazkhi Ben Chaid El Hadi, protagonista di un fuori programma in via Bellinzona la sera dello scorso 5 febbraio, ha scelto di non costituirsi parte civile, alleggerendo così la posizione del marocchino 24enne che quella sera, in macchina, travolse una ignara cittadina svizzera che riportò la frattura di due gambe. Idue anni e mezzo - pena inflitta ieri mattina con rito abbreviato dal giudice preliminare Vittorio Anghileri - maturano comunque per reati gravi. Secondo quanto ricostruito dalla polizia che lo arrestò, e dalla Procura che ne chiese poi il rinvio a giudizio, El Hadi quella sera rubò una Ford Fiesta a Ponte Chiasso. Verso le 21, imbottito di cocaina, cannabinoidi e sostanze alcoliche (la cui presenza fu accertata più tardi in ospedale), scese a tutta velocità verso Como. Infilò l’incrocio della Oec a velocità degna di Le Mans, toccando i 100 all’ora, poi svoltò al primo "curvone" di via Bellinzona imboccando il rettilineo che conduce all’incrocio con via Bignanico. Sorpassò tre auto ma, una volta in fondo, non riuscì più a riguadagnare la corsia di destra. Centrò in pieno l’Honda Civic dell’ignara luganese 43enne. Fu arrestato dopo un ulteriore inseguimento a piedi: lo bloccarono gli agenti della squadra volante della polizia, che con lui ingaggiarono anche una violenta colluttazione. La signora non lo ha denunciato, anche se non gli è bastato per evitare i due anni e mezzo di condanna. IL GAZZETTINO (Udine) AGRICOLTURA Tocai, la Regione sposa il nome Friulano
Trieste Si è discusso anche di vino Tocai nella
giunta regionale di ieri. A fronte della necessità di cambiare nome al vino
regionale, stante le pressioni dei produttori ungheresi che temono la
concorrenza internazionale del prodotto italiano, e preso atto delle
indicazioni giunte dai consorzi vitivinicoli, la giunta regionale ha deciso di
sposare la denominazione Friulano per il Tocai locale. «Fatto salvo l’esito dei
ricorsi che abbiamo avviato - ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura
Enzo Marsilio - avvieremo le procedure per iscrivere nel registro specifico il
sinonimo e la varietà della vite. Inoltre provvederemo a investire nella
promozione i 15 milioni di euro (12 del ministero dell’Agricoltura e 3 della
Regione, ndr.) stanziati nell’arco di 3 anni. (*) Nelle prossime settimane
definiremo i mercati su cui intervenire e il target di riferimento, prevedendo
progetti dettagliati». (*) Nota: 15 milioni di euro (di denaro pubblico) per consolare i produttori di Tocai perchè non possono più chiamarlo così, dopo che i produttori ungheresi si sono, a loro volta, offesi perchè i friulani gli avevano plagiati. Le vittime del metanolo e i loro famigliari (19 morti e numerosi ciechi) stanno aspettando da venti anni il risarcimento promesso. IL MATTINO Falsi vini doc, la truffa è
servita GIANNI CIANCIULLI Tra il bianco e il
rosso spicca il giallo della Finanza. Gli itinerari contraffatti del vino hanno
portato le fiamme gialle da Avellino ad Ottaviano. Seguendo istinto ed olfatto,
gli uomini del comandante provinciale Bartolomeo D’Ambrosio hanno scoperto che
le vie del nettare degli dei sono infinite, come le false etichette Doc e Itg
che ammantavano «Aglianico» e «Coda di volpe», «Falanghina» e «Lacryma
Christi». Calici amari, bottiglie prestigiose. Nell’aria l’odore di truffa più
che del mosto selvatico. Le quindicimila bottiglie sequestrate non avrebbero
avuto nulla del robusto e strutturato Aglianico doc che nelle campagne irpine
segna la fatica dei contadini sotto il sole d’autunno. «Solopaca», «Lambrusco»
e «Castelli Romani» erano solo sulla carta: quella che riportava le qualità
organolettiche del vino ma che taceva su luoghi di produzione, annata, società
d’imbottigliamento. «Rosso rubino, asciutto e armonico da accompagnare con
carni e formaggi... », una sequenza di numeri e, secondo la Finanza, la truffa
era servita. Ottomila le bottiglie con etichette contraffatte trovate dalle
fiamme gialle in una catena di supermercati di Avellino e provincia. Altri
9mila litri scovati ad Ottaviano, non in robuste botti di rovere, ma in
ambienti scarni e disadorni, tra attrezzature tuttavia costose ed appropriate.
Qui due soci, denunciati per frode nell’esercizio del commercio e
contraffazione, provvedevano a mettere in circolazione il prodotto. Nella
stessa sede la Finanza ha sequestrato 204 mila etichette riportanti marchi
pregiati, pronte per essere incollate a suggellare riconoscimenti mai avuti,
denominazioni d’origine incontrollata, qualità senza protezione. Alla fine
saranno cinque le denunce a piede libero tra imbottigliatori e commercianti.
«In vino veritas» dicevano i latini, ma in questo caso è tutto da verificare il
contenuto delle 15mila bottiglie. Le procure di Avellino e Nola hanno disposto
analisi chimico-fisiche e accurati accertamenti organolettici. Se il fiuto dei
finanzieri non inganna, ci potremmo trovare di fronte a una frode alimentare di
proporzioni notevoli. In bella mostra, sugli scaffali dei dieci supermercati
irpini visitati, sconti eccezionali per intenditori, vini Doc e Itg
pubblicizzati a prezzi stracciati: senza turacciolo, solo vinelli da tavola,
liquorosi e sfumati. A bocca asciutta gli intenditori seguaci di Bacco. Gli
amanti del prezioso nettare hanno constatato, a loro spese, che i fruttati e
corposi prodotti delle terre irpine o beneventane, tanto apprezzati in Italia e
all’estero, rimanevano invece inarrivabili sugli scaffali più alti: come le
loro purezza e qualità assolute. |
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