Dopo un anno e mezzo di stasi,
dovuta perlopiù alla sostituzione dei componenti del comitato tecnico di
coordinamento, sono finalmente ripresi i lavori della Consulta Nazionale per la
Sicurezza Stradale di cui Asaps fa parte fin dall’inizio. In tre diversi
giorni, infatti, si sono riunite le commissioni di lavoro per discutere dei
tempi principali che saranno portati davanti all’assemblea plenaria fra qualche
settimana. Motivo del riavvio di questo
organismo consultivo previsto dal Piano nazionale per la sicurezza stradale, è
stato anche il rinnovato Governo che ha visto lo scorporamento del ministero
delle Infrastrutture da quello dei Trasporti e che con tutta probabilità
dovrebbe dare luogo ad un’agenzia generale sulla sicurezza stradale (se lo
augura anche Asaps). Fra gli obiettivi della Consulta
vi è infatti quello di presentare al nuovo Parlamento, oltre che alla compagine
governativa, lo stato e l’evoluzione della sicurezza stradale in Italia, lo
stato di attuazione del Piano nazionale, l’efficacia delle misure poste in
essere anche in relazione alla programmazione dei finanziamenti connessi al
raggiungimento degli obiettivi europei (riduzione del 50 per cento del numero
di incidenti stradali e di conseguenza delle vittime mortali). A partecipare ai lavori delle
commissioni è stato il consigliere nazionale Roberto Rocchi, in sostituzione
del presidente dell’Asaps Giordano Biserni già impegnato in altre sedi. Il
primo gruppo di lavoro ha riguardato lo “Stato
di attuazione del Piano nazionale della sicurezza stradale” ed ha
analizzato le campagne di sicurezza messe in atto nei Paesi europei, la terza
relazione presentata al Parlamento e le iniziative per la ricognizione sullo
stato di attuazione del piano nazionale. Il secondo gruppo, invece, si è
occupato della “Costruzione di una rete
di monitoraggio sulla sicurezza stradale” ed ha visto una massiccia
partecipazione degli enti locali ed in particolare di quelli che si sono dotati
di un centro di monitoraggio. Fra le altre cose, sono state avanzate numerose
proposte per incrementare la qualità dei dati raccolti e fornire precisi
indirizzi agli enti locali e alle forze di polizia per rendere omogenea la
raccolta dei dati. Infine, l’ultimo gruppo si è
occupato delle “Misure per contrastare
l’incidentalità a carico dei motoveicoli”, valutando di estrema necessità
un azione più incisiva in tale ambito, anche in relazione alla crescente
incidentalità dei conducenti dei veicoli a due ruote, sui quali pare che
l’applicazione della cosiddetta patente a punti non abbia sortito alcun
effetto, come ha fortemente e più volte sottolineato Asaps con l’analisi di
dati e statistiche che si sono rivelate utili e gradite dai tanti presenti e che
sono state distribuite nel corso dei lavori. Anche nei restanti gruppi di
lavoro, tuttavia, il rappresentante di Asaps è più volte intervenuto in maniera
propositiva sopratutto per quanto riguarda la realizzazione di una fitta rete
di monitoraggio, evidenziando taluni limiti delle statistiche Istat e le varie
difficoltà delle forze di polizia in sede di raccolta dati. Fra i partecipanti ai gruppi di
lavori erano presenti anche Franco Taggi dell’Istituto Superiore di Sanità, Sandro
Vedovi della Fondazione Ania ed i rappresentanti dell’Associazione Italiana
Familiari e Vittime della Strada. Il Comitato tecnico di
coordinamento, infine, è stato rappresentato dal neoeletto presidente Silvano
Veronese, da Franco Dondolini della direzione generale del Dipartimento dei
trasporti terrestri e da Pierangelo Sardi (presidente dell’Ordine degli
psicologici), mentre consulente esterno è rimasto Maurizio Coppo, già
componente del trascorso comitato.
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