(ASAPS) – La proposta del direttore della Polizia Stradale
Antonio Giannella – avanzata in occasione del suo intervento alla tavola
rotonda dell’Asaps del 27 maggio scorso
– ha bucato la cronaca. In un pezzo di Nestore Morosini pubblicato ieri (5
giugno) sul sito web del Corriere della Sera, che abbiamo riproposto anche sul
nostro sito internet, l’idea di confiscare l’auto ai conducenti colti alla
guida in stato di ebbrezza alcolica (e da stupefacenti ovviamente) che superano
il valore di 1 g/l, ha trovato un larghissimo consenso. Spiegata nel dettaglio
dal giornalista del quotidiano di via Solferino, la questione è stata girata ai
lettori con un sondaggio che ha letteralmente spopolato. Nel breve volgere di
poche ore, infatti, hanno risposto 18.660 persone, le quali hanno optato con
una quasi unanimità – parliamo dell’80,7% di favorevoli contro il 19,3% dei
contrari – per procedere alla confisca del veicolo. Oggi, lo ricordiamo, i
positivi al test dell’etilometro, vengono denunciati a piede libero, subiscono
il ritiro della patente e la decurtazione di 10 punti. Il dottor Giannella
aveva parlato di confisca non in un’ottica “forcaiola”, ma dimostrando con un
intervento estremamente articolato che lo strumento della sanzione
amministrativa accessoria potrebbe costituire una validissima deterrenza, oltre
che una garanzia ancora più efficace di togliere dalla circolazione stradale –
letteralmente – coloro che mettono a repentaglio la propria vita e quella degli
altri con condotte del genere. In parole povere, inutile marchiare a fuoco con
un precedente penale una persona che sbaglia, ma metterla semplicemente fuori
dalla realtà oggettiva del sistema mobilità fino ad un’accertata condizione
psicofisica del tutto ripristinata. Questo perché, lo sappiamo bene, spesso
l’ebbro è recidivo, sia in relazione alla tutto sommata scarsa deterrenza che
una contravvenzione penale del genere può rappresentare, sia perché la patente
viene spesso riconsegnata alla scadenza del periodo di sospensione e infine
perché di fatto non viene meno la disponibilità del veicolo. Il capo della Specialità,
nel suo intervento, aveva infatti ben descritto il peso della sinistrosità
dovuto alle condizioni alterate dei conducenti, ben il 30% del totale. Nestore
Morosini, che aveva partecipato al forum dell’Asaps proprio in veste di
relatore, aveva annotato sul proprio inseparabile taccuino la relazione
dell’alto funzionario di Polizia, che ha fatto del contrasto alla guida sotto
l’effetto di sostanze una delle priorità di tutto il servizio di Polizia
Stradale: costi per la collettività, constatazione che un conducente su 10 è in
stato di ebbrezza, risultati della campagna “Guido con prudenza – zero alcol
tutta vita”, hanno fornito spunti irripetibili per uno dei giornalisti più
attenti alla sicurezza stradale, che al momento giusto ha proposto al grande pubblico
del suo quotidiano un’idea che peraltro sembrava essere già una realtà
legislativa, prima di un’inattesa retromarcia all’ultimo momento. È un segnale importante,
questo, perché ci dà la forza di andare avanti per una strada che mostra una
larghissima condivisione. Insomma, visto anche l’alta qualità di pubblico del
Corriere, non è escluso che questo tassello costituisca una valida base per una
riforma di cui auspichiamo una veloce approvazione. Oltre naturalmente alla
rivisitazione del sistema controlli e di uno stimolo verso le polizie locali,
molte delle quali non dispongono ancora di un etilometro: c’è da augurarsi che
siano soprattutto i proventi di questa violazione – oggi interamente assorbiti
dallo Stato – ad alimentare le casse dei comuni. Forse in questo modo potremmo arrivare ai
numeri dei nostri stati confinari: in Francia, 8 milioni di controlli all’anno,
mentre in Italia non arriviamo a 200mila. (ASAPS) |
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