(ASAPS) – Tre giovani processati per le corse clandestine. I fatti di cui sono accusati, risalgono al 2003 quando la polizia bloccò due corse illegali che si stavano svolgendo nella zona artigianale di Cervia. Oltre 25 le persone indagate in un primo momento, che alla fine si sono ridotte a quattro, una però è venuta a mancare nei mesi scorsi. E il 1° giugno i tre si sono presentati davanti al giudice. Uno di loro ha patteggiato una pena di 9 mesi di reclusione più il sequestro dell’autovettura, la sospensione della patente per 11 mesi e una multa di 15mila euro. Gli altri due hanno scelto il rito abbreviato e il processo è previsto per il 25 luglio. Gli inquirenti hanno escluso che ci fossero scommesse clandestine sulle gare. Ci si sfidava solo per il gusto della vittoria. Le convocazioni avvenivano con il tam-tam degli sms, con l’indicazione dell’ora e del posto, oltre un centinaio di giovani si radunavano per assistere alle gare. Quattro dei denunciati erano i piloti impegnati nella gara clandestina; gli altri - tra cui alcuni stuntman che d’estate si esibiscono in evoluzioni al volante a Mirabilandia - erano impegnati per mantenere libera la pista. Un fenomeno organizzato, dove ognuno aveva un compito preciso, compreso chi doveva “chiudere” le strade di accesso al campo di gara. Queste si svolgevano in rettilineo: corse di accelerazione pura, su 400 metri di asfalto, con rischi incalcolabili per chi vi assisteva, visto lo scarso controllo che vetture di questo genere consentono dopo le modifiche che le portano a sprigionare anche seicento cavalli e arrivare a 250 chilometri l’ora. Un fenomeno che contrasta sempre più spesso con la sicurezza stradale. (ASAPS). |
|
|
© asaps.it |