Parlando del fenomeno della
circolazione degli stranieri sul
territorio nazionale e del controllo dei
rispettivi documenti identificativi e di guida, dobbiamo ammettere, senza più nasconderci, che è in corso una piccola ma significativa
rivoluzione culturale e tecnica in seno
alle Polizie territoriali. Ovvero gli
operatori di queste ultime stanno prendendo sempre maggiore consapevolezza che il proprio lavoro risulta finalizzato al controllo del territorio
a 360 gradi e comprende anche la
necessità di acquisire sempre una
maggiore competenza in argomenti che sono stati, per decenni, privilegio di pochi
“appassionati”. Intuire quelle che sono
le tendenze lavorative future e renderle
immediatamente attuabili presuppone una fatica improba, ma lungimirante, e i risultati non potranno che essere professionalmente
entusiasmanti. Sicuramente gli argomenti
che, in questa occasione, ci troviamo a
trattare e ad affrontare sono emersi, dal limbo che li caratterizzava, dalla sempre maggiore libertà di movimento che le persone hanno
ottenuto grazie sia alle innovazioni dei
mezzi di trasporto, che a cambiamenti
politici epocali che hanno aperto significative possibilità di spostamento che prima erano precluse o, quantomeno, difficoltose. Legato a questi fenomeni generali si aggiunge
un significativo cambiamento di
attitudine del nostro Paese che, in
breve tempo, si è trasformato da “paese di emigranti” in “paese di immigrati” con nuove problematiche a cui le pubbliche amministrazioni fanno
fatica ad adeguarsi. Questi grandi cambiamenti sono sempre stati,
in ogni epoca essi siano avvenuti,
motivo di difficoltà ma anche di
crescita: noi dobbiamo puntare su questa ultima caratteristica; questa che ci viene offerta è un’opportunità di crescita umana, professionale e tecnica.
Fortunatamente abbiamo a disposizione una serie di strumenti efficaci sia per aggiornare le nostre
conoscenze che per poter lavorare con
quella tranquillità necessaria al raggiungimento di auspicabili ottimi risultati. In questo senso (finalmente!) la
professionalità e la volontà degli operatori può procedere di pari passo con le innovazioni della tecnica nel campo del controllo del falso
documentale, è non è un’impresa da poco
visto che, normalmente, la tecnologia riesce a fare passi avanti con una tale velocità che gli operatori si trovano ad arrancare fra mille difficoltà. Oggi, contrariamente alla tendenza generale,
la capacità e la volontà degli operatori
è di stimolo alla creazione di nuovi strumenti tecnici che vanno incontro alle esigenze lavorative che, a loro volta, sono riferite al controllo
stradale. Il controllo dei documenti
stranieri, comunitari o extracomunitari che siano, oltre ad essere un’esigenza, è, in primo luogo, la vera essenza del lavoro di un operatore di
polizia: ogni atto da noi compiuto
presuppone la visione ed il controllo di uno o più documenti. Dobbiamo aggiungere che, purtroppo, nella mentalità di molti Agenti si è radicata l’abitudine che si
possono trovare risposte semplicistiche
per un lavoro complesso, ma questo preconcetto è sbagliato e pericoloso (ad esempio: riempire tutti gli spazi richiesti dal frontespizio di un incidente
stradale sicuramente ci soddisfa, ma non
è la garanzia di un buon lavoro svolto). Vero è che il nostro è un lavoro complesso e che molto impegno ci viene richiesto nello svolgerlo, ma vi
sono semplici soluzioni (non
semplicistiche!) alla portata di mano di tutti, che non incidono sulla rapidità d’intervento e
rendono pienamente giustizia alla
elevata professionalità che spesso contraddistingue il nostro operato. Il segreto per un controllo efficace e sicuro
di qualsiasi tipo di documento è in due
parole: possibilità e volontà; sono termini che funzionano solo se abbinati fra loro e si
traducono in strumentazione adeguata e
preparazione per il primo e nella semplice voglia,
abbinata a curiosità e senso del dovere per il secondo. Senza strumenti (che
siano tecnici o di conoscenza) la volontà non può nulla o quasi, così come la migliore strumentazione senza un desiderio di controllo effettivo non
porta a risultati tangibili. Dosare sapientemente questi due ingredienti
produce certezza e tranquillità;
certezza dei risultati raggiunti nello stabilire la genuinità o meno di un documento e quella
impagabile tranquillità data dalla
consapevolezza di non avere lasciato nulla di intentato e nell’aver portato a termine con
professionalità una qualsiasi procedura
di controllo. A tutto questo dobbiamo
aggiungere la parola “garanzia” che è duplice: garanzia per il cittadino straniero che si aspetta, a sua tutela, un controllo professionale dei
propri documenti e garanzia per i
cittadini di tutta l’Unione che si aspettano una maggiore incisività nell’affrontare fenomeni
criminali perpetrati all’interno del suo
territorio, siano essi commessi da cittadini comunitari che extracomunitari. Dai dati statistici disponibili è ormai evidente che fenomeni quali la contraffazione e falsificazione di
documenti sono, negli ultimi anni, in
rapida espansione sia meramente numerica che di tipologia dei soggetti attivi. Ora passiamo a parlare del controllo vero e proprio, parlando di cosa è intimamente contenuto nei documenti
e che ci permette di poterli verificare:
i sistemi di sicurezza. Ricordiamo che dobbiamo considerare i documenti come l’esito finale di una serie di lavorazioni e che, in
ognuna di queste fasi formative, sono
presenti dei sistemi di sicurezza. Conoscendo l’essenza di questi sistemi ci sarà più facile controllare un documento, anche se
sconosciuto, in quanto si potrà
individuare una contraffazione anche solo dal tentativo di imitazione di uno di questi ultimi. Iniziamo ora una veloce disamina dei vari
sistemi di sicurezza: Filigrana: Probabilmente ci troviamo di fronte a una di quelle meravigliose scoperte storiche del genere
umano destinate ad essere valorizzate
per secoli, senza la reale possibilità di venire, in alcun modo apprezzabile, sostituita da
moderne tecnologie. La semplicità del
controllo e la difficoltà di riproduzione sono le sue doti basilari. La visione in trasparenza del documento, utilizzando una fonte luminosa qualsiasi
(basta anche una candela o il faro
dell’autovettura di servizio!), ci permette la visione di una scritta, trama, simbolo, stemma o quant’altro si sia voluto riprodurre, in modo chiaro e
intelligibile. Si tratta, molto
semplicemente, di un intervento avvenuto nel momento di fabbricazione del supporto cartaceo con
delle tecniche particolari che
consentono di poter graduare a piacimento lo spessore della carta medesima, in modo che il passaggio della luce, attraverso tale supporto, risenta di
tale spessore dando vita alla
riproduzione ottico-grafica desiderata. Tuttavia è possibile riprodurre la sensazione data dal
disegno in trasparenza; questo avviene,
generalmente, con una riproduzione in stampa all’interno di una delle due parti che potrebbero impropriamente costituire il supporto. Chiaramente, anche in
questo caso, entra in gioco la nostra
sensibilità: infatti l’abitudine a maneggiare documenti ci può aiutare a capire se il supporto che stiamo verificando è composto da un unico foglio
oppure da due distinti fogli
sovrapposti. Microscrittura: Siamo già passati a una fase successiva della produzione di un documento, vale a dire alle
modalità di stampa. Ebbene nel più vasto
ambito di definizione delle qualità della stampa dei documenti troviamo inserita quella stampa di sicurezza che consente di impressionare il
supporto con caratteri minuscoli a
formare sigle, parole o particolari disegni. La sua forza è insita
nella qualità di stampa, infatti solo con una stampa litografica e tecnica tipografica si possono
produrre queste microstampe. La loro
riproduzione risulterebbe, nonostante i mezzi digitali presenti sul mercato, non paragonabile con l’originale. Calcografia:Viene comunemente definita “stampa in rilievo” ed è una dei sistemi grafici che offre
maggiori garanzie sull’autenticità di un
modulo. Anche il semplice sfiorare la superficie della parte del documento, stampato con questa tecnica, darà la sensazione tattile di un
leggero spessore. Inoltre grazie a
questa tecnica si possono creare effetti ottici di rilievo come l’inserimento di scritte celate in determinati riquadri apparentemente insignificanti. Tutto
questo viene ottenuto proprio con
l’ausilio di un significativo rilievo costituito dall’inchiostro medesimo che viene apposto
con una tecnica particolarmente
raffinata. L’unica possibilità di ottenere effetti simili, utilizzando altre tecniche di stampa,
è quello di creare un rilievo sul
supporto cartaceo e poi utilizzare una stampa piana che rispetti i punti goffrati oppure con una serie di stampe sovrapposte. Sistemi a luce
ultravioletta:Il controllo delle reazioni di un documento alla luce ultravioletta possono
comunque venir ricondotte, per la
maggior parte dei casi, alle tecniche di stampa in quanto vengono utilizzati particolari inchiostri reagenti alla fonte luminosa in questione. Fanno
eccezione quelle parti estranee
(fibrille o filamenti) che, inseriti direttamente nel supporto cartaceo al momento primordiale,
sono già stati trattati in modo da
illuminarsi alla luce ultravioletta. Le reazioni possono dividersi in due grandi fenomeni
definibili, con semplicità esplicativa,
latenti o cangianti. Nel primo caso l’inchiostro reagente non è visibile ad occhio nudo ma
apparirà (magicamente?!) se sottoposto
alla fonte di luce predetta facendo risaltare il disegno o la scritta predisposta. Questo tipo di stampa si può trovare anche su particolari
plastificazioni o pellicole protettive e
serve per dare maggiore sicurezza ai dati riportati al di sotto delle stesse; infatti la rimozione e la riapplicazione di una pellicola protettiva,
sempre possibile al patto di utilizzare
particolari tecniche che implicano l’utilizzo di procedure chimiche o termiche, determina il
deterioramento della stampa latente che
perderà le sue caratteristiche originali. Nel caso di stampa cangiante una parte stampata del documento, visibile ad occhio nudo, si illuminerà
cambiando generalmente anche la propria
consistenza cromatica. Anche nei casi sopradescritti esiste la possibilità di trovare in commercio
inchiostri reagenti che consentono di
produrre effetti visibili, ma il risultato rimane distante da una produzione di sicurezza specializzata. Altro controllo rilevante che deriva
dall’utilizzo della luce ultravioletta
viene dato dalla caratteristica propria della carta valori, mezzo con cui sono stampati
praticamente tutti i documenti che possiamo incontrare. La carta valori ha come caratteristica intrinseca di assorbire la
luce ultravioletta (detta inerzia
ottica), pertanto un documento originale esposto tende a rimanere opaco e non riflette la luce. Al
contrario la carta commerciale, trattata
chimicamente con uno sbiancante ottico, utilizzata generalmente per produrre le varie contraffazioni, tenderà a riflettere vigorosamente la luce
ultravioletta illuminandosi nella sua
interezza. Pellicole
speciali:Ricordiamo che negli ultimi anni,
soprattutto nei passaporti, è aumentato
l’utilizzo di particolari pellicole a salvaguardia dei dati personali. Queste contengono elementi di sicurezza quali stampe ologrammatiche
otticamente variabili o incisioni laser
che ne rendono improbabile la rimozione meccanica. Oppure possiedono caratteristiche di stampa latente particolare (come la pellicola Confirm della
3M) che sono visibili attraverso l’uso
di appositi strumenti. Bande magnetiche e
codici a barre:Spesso ci troviamo nell’impossibilità di effettuare un reale
controllo di questi sistemi in quanto
non siamo dotati delle strumentazioni tecniche atte alla lettura di questi sistemi. Vale la pena
ricordare che soprattutto i codici a
barre possono venir utilizzati come ulteriore fattore di controllo, basandosi sulle loro
caratteristiche di stampa, tenendo
presente che sono prodotti, in originale, per poter essere letti da una macchina e devono avere
una determinata qualità di tratto
stampato. Infrarosso: esistono anche sistemi di sicurezza che si basano nel trattare gli inchiostri in modo che vi
sia la possibilità di controllare la
loro genuinità attraverso una fonte luminosa passante filtri specificatamente tarati. Questo sistema si trova principalmente utilizzato sulla carta
valori. Molto importante, alla luce di
quanto sopraesposto, diventa l’adatta dotazione tecnica per poter effettuare un corretto intervento. Una semplice lente che abbia un
ingrandimento di 8, 10 o 15X oppure un
microscopio portatile con un ingrandimento minimo di 30X consentiranno un primo controllo. Per le reazioni alla luce ultravioletta si
rivela utile una lampada di “Wood”
portatile, ponendo particolare attenzione alla qualità di emissione che deve essere necessariamente
quella corretta di 366 nanometri
corrispondente a quella più utilizzata nella produzione di questo tipo di inchiostri. Sono da poco disponibili in commercio anche scanner documentali utilizzati dalle forze di polizia di
frontiera di tutto il mondo capaci di
controllare automaticamente la validità e le caratteristiche di sicurezza dei documenti leggendo i codici
ICAO e catturando una immagine a diverse
lunghezze d’onda, il tutto in meno di 5
secondi. L’acquisto di questa strumentazione
deve, per forza, percorrere una strada
istituzionale e non dovrebbe essere perpetrata in regime di “fai da te”. Una volta in possesso degli strumenti, ecco
che ognuno di noi può istituire un
proprio metodo di controllo, questa delicata fase è totalmente nelle mani e nella mente del singolo operatore che, aiutato da questi strumenti portatili,
potrà trasferire la propria sensibilità
ed esperienza nel lavoro sul campo. Importante è che vi sia un minimo di metodologia che consenta di standardizzare le procedure di controllo
al fine di renderle il meno dispendiose
possibile in termini di efficacia spaziotemporale.
Polizia Locale di Milano Ufficio Falso Documentale Reparto Radiomobile (Antonino Di Mauro, Davide Capsoni, Luca Bellettati) |
|
|
© asaps.it |