(ASAPS) BAGDAD (IRAK) – Abu Musab al Zarqaui, il
famigerato numero due di Osama Bin Laden, il boia della jihad, è morto. La
notizia è stata data ieri mattina, poco dopo le 9.30, dal generale Geroge
Cassey, comandante in capo delle truppe americane in Irak. Immediatamente dopo
è stato “breaking news”. Divenuto uno degli uomini più ricercati al mondo,
famoso per la sua passione sanguinaria di sgozzare inermi ostaggi, accusato
degli attentati più sanguinari degli ultimi anni – 11 settembre ed 11 marzo
compresi – è stato alla fine localizzato ed “eliminato”, tanto per usare il
termine con cui si è espressa la Casa Bianca. Il suo corpo è stato mostrato in
diretta tv, come ormai siamo abituati, per esibire una certezza troppe volte in
passato caduta. A confermare la sua eliminazione, le impronte digitali ed il
confronto con le cicatrici portate come un trofeo dall’integralista, scampato a
condanne e bombardamenti, volatilizzatosi dopo un fermo di polizia nel corso
del quale non era stato riconosciuto. Il sigillo finale dell’operazione è
arrivato con un annuncio fatto pubblicare da Al Qaeda sulla pagina web di un
sito islamico: “annunciamo il martirio del nostro guerriero Abu Musab Al-Zarqaui en Irak.
Sappiamo che questo è un onore per la nostra nazione”, firmato Abu Abdulrahman
al-Iraqi, vice in carica dell’ucciso ed ora accreditato al comando supremo.
Lui, Al Zarqaui, aveva cercato rifugio a Baquba, centro a 65 km a nord della capitale, presa
d’assalto dalle forze americane ed irachene. I caccia F16 hanno concentrato il
loro fuoco in un punto esatto della città, segno che l’intelligence aveva
saputo dove si trovasse il bersaglio, e dove hanno perso la vita almeno 7
luogotenenti del terrorista, estratti tutti dalle macerie fumanti dagli agenti
della polizia locale. “Ogni volta che un terrorista come Al Zarqaui apparirà
sulla scena – ha detto il premier iracheno Al Maliki – noi lo uccideremo. È una
guerra aperta tra noi e loro”. Mentre la notizia correva, mentre gli applausi
si sprecano per altro sangue versato, noi rivolgiamo un pensiero a tutti i
morti di questa stranissima guerra, che ormai non ha una data d’inizio, che si
è combattuta un po’ dappertutto, e che sembra non avere mai fine. (ASAPS) |
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