(ASAPS)
PARIGI – Ad inizio anno avevamo parlato del drastico calo della sinistrosità
rilevato in Francia, paese che ha adottato una linea intransigente contro la
violenza stradale, tanto da diventare – in ambito comunitario – uno dei paesi
più credibili sul fronte della prevenzione. Molte malelingue avevano però
contestato i dati, giudicati troppo frettolosi perché diffusi poche ore dopo
l’inizio del 2006: a giudizio dei critici, il fatto che non tutte le fonti
statistiche potevano essere state accolte con precisione e l’affatto
trascurabile particolare che molti decessi o esiti invalidanti, pur non essendo
stati registrati nell’immediatezza degli incidenti, avrebbero pesato sul 2005
ad istruttorie concluse. Un esempio pratico? Un sinistro gravissimo del 30
dicembre, avrebbe potuto comportare il ricovero di una persona in ospedale, che
sarebbe poi deceduta a seguito di complicazioni nelle settimane successive.
Analogamente, lesioni apparentemente stabili soggette poi ad improvvise
complicazioni, tali da trasformare lesioni lievi in gravissime. Per questo
motivo le dichiarazioni diffuse dall’esecutivo francese, che aveva evidenziato
la discesa delle vittime al di sotto di quota 5mila, erano state bollate come
“eccessivamente ottimistiche”. L’analisi auspicata dai critici, però, c’è stata
ed il governo di Raffarin si è preso una notevole rivincita. Quello che ci
voleva, dicono ancora una volta le malelingue dopo lo scivolone dell’affaire
C.P.E. – la questione sulle leggi di primo impiego frettolosamente ritirate
dopo la rivolta degli studenti e l’improvviso “jamais plus” del
presidente Chirac – e dopo il riacuirsi delle tensioni nelle banlieux parigine.
Fatto sta che in Francia la sinistrosità del 2005 è sicuramente scesa,
guadagnando un nuovo 4.9% rispetto al 2004. per il ministro dei trasporti
Dominique Perben, che ha presentato i dati lo scorso 6 giugno, si è trattato del risultato di “una politica
di fermezza”. Così la Francia guarda al 2007 con traguardi ancora più
ottimistici, tanto da stupire il resto dell’Unione: si parte da quota 4.975,
numero di vittime registrate nel 2005, per scendere ancora. Il trend c’è, e
nonostante uno scivolone nel mese di febbraio, il resto delle mensilità per ora
analizzate sono addirittura sorprendenti. Un dato tra tutti, quello del mese di
maggio: nel mese appena concluso sono stati registrati 384 decessi, il 14.7% in
meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E così, con queste
bordate che sanno tanto di determinazione, la Francia entra nel quinto anno
consecutivo di discesa drastica dei dati, con un 2010 che – stando così le cose
– consentirà ai cugini d’Oltralpe il rispetto del diktat europeo di dimezzare
la mortalità. “È stata la nostra politica di assoluta fermezza – ha detto Perben
– che ci ha consentito di ottenere questi risultati. Ecco perché rispondiamo
con un secco no a chi negli ultimi mesi parla di alleggerire le sanzioni per le
piccole infrazioni”. Perben si è poi detto favorevole alle misure in cantiere
che consentiranno procedure più semplici per tornare in possesso della patente
una volta che questa sia stata “invalidata” dalla perdita di tutti i 12 punti
disponibili. Ma come e quando, è ancora un mistero. (ASAPS)
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