(ASAPS) – “Sbirri Pikkiati?”: decisamente sì. Con una
settimana che si chiude con una sentenza di assoluzione – che si commenta da
sola – emessa da un tribunale siciliano nei confronti di un uomo che, pur
agendo in stato di ebbrezza, aveva picchiato, sputato e offeso due agenti di
una volante, abbiamo pensato di riproporre una sintesi degli episodi più
significativi della scorsa settimana, analizzati in redazione grazie
all’analisi della rassegna stampa. Cominciamo con l’evento di Piadena (PR) del 5 giugno, dove un 42enne
tunisino ha preso a pugni gli agenti della volante, intervenuti per sedare un
diverbio tra lui ed un connazionale. L’uomo, finito in manette, ha spaccato a
calci tutti i vetri della Marea di servizio. Gli uomini della Squadra Volante
hanno rimediato minacce e spintoni anche a Treviso,
per via di un intervento richiesto dai residenti di una zona dove erano in
corso alcune corse clandestine di auto. Al volante dei bolidi rombanti c’erano
cittadini ecuadoregni, molti dei quali – pare – in stato di ebbrezza.
All’arrivo delle pantere, il branco si è rifiutato di farsi generalizzare e
qualcuno si è anche spinto oltre, ottenendo in cambio la denuncia a piede
libero. il 6 giugno, a Venezia, un
marocchino di 36 anni si è seduto in un bar del Lido, si è ubriacato, non ha
pagato il conto e poi ha anche molestato i clienti. “Quando è troppo è troppo”,
recita un adagio, ma evidentemente “niente è mai abbastanza”, ne ribatte un
altro: all’arrivo dei carabinieri, ha pensato bene di menare le mani, servite
poi per le manette. Nemmeno troppo distante, a Cerea (VR), un altro marocchino era in sella ad un ciclomotore.
Ubriaco, senza dubbio, il magrebino è stato fermato dai poliziotti della
Stradale di Legnago, che quando gli hanno spiegato che il motorino sarebbe
stato caricato da un carro attrezzi, sono stati presi a calci e pugni. In
verità, il primo a prenderle è stato l’autista del carro, colpito da due
testate al volto: i due erano rimasti soli, mentre gli agenti terminavano gli
atti. Sanguinante, il dipendente del soccorso stradale è fuggito verso il
furgone, inseguito dal marocchino. Dopo una violenta colluttazione con gli
agenti, è stato arrestato, ma dopo la convalida del provvedimento è stato
subito scarcerato. La sua pericolosità sarà mitigata dall’obbligo di firma. A Ferentino (FR), un altro ubriaco ha
seminato il panico. Nel pomeriggio del 7
giugno, un 36enne italiano è stato ricoverato d’urgenza al pronto soccorso.
Tremante, ma ancora innocuo, l’uomo è stato caricato in ambulanza, ma
improvvisamente è scattata la molla. Ha preso a schiaffi i volontari ed il
personale medico e paramedico, e li ha cacciati. Mentre sul posto arrivava una
Gazzella dei Carabinieri, l’energumeno se l’è rifatta con la moglie, ma nemmeno
i militari lo hanno intimorito. È stato denunciato per minacce e lesioni. Dal
Lazio alla Sicilia, ad Avola, dove un 44enne del posto è stato sorpreso
dai carabinieri mentre picchiava la convivente. Prima di essere arrestato,
l’uomo – descritto “furioso come una belva” – ha messo a segno numerosi
cazzotti anche nei confronti dei militari, finiti poi in ospedale. Attimi di
terrore puro sono invece stati vissuti a Cuneo,
dove un 24enne marocchino ha bevuto 4 birre in centro, poi dopo aver malmenato
il titolare ed averlo minacciato di morte, è fuggito. È stato poi rintracciato
dagli agenti delle Volanti in stazione, ma ha resistito all’arresto, spedendo
un poliziotto in ospedale. Sempre l’alcol è alla base di un’altra aggressione a
Trapani, dove un poliziotto fuori
servizio ha evitato che l’alterco tra due persone – ubriache – avesse conseguenze
peggiori. Al momento di identificarle, però, una delle due – un tunisino di 35
anni – ha dato in escandescenze, rimediando alla fine una denuncia a piede
libero per resistenza al pubblico ufficiale. Sempre un poliziotto da solo, in
servizio al posto fisso dell’ospedale di Brindisi,
se l’è vista brutta il giorno seguente: al pronto soccorso era arrivato infatti
un 46enne piuttosto nervoso, che imprecava contro i medici che lo avevano
visitato per un infortunio sul lavoro senza però riscontrargli alcuna lesione.
L’agente lo ha invitato a seguirlo nell’ufficio per chiarire la questione, ma a
questo punto è scattata la reazione violentissima, tanto che bloccarlo sono
stati necessari gli uomini della vigilanza privata e due volanti. Ora il
delinquente è in carcere. L’ospedale è stato teatro di un episodio analogo
anche a Soverato, l’8 giugno, dove tre marocchini fermati
in stato di ebbrezza dai carabinieri, erano stati accompagnati in ospedale per
una verifica delle loro condizioni. Qui hanno scatenato una furibonda colluttazione,
finita col ferimento dei CC della compagnia di Soverato e di quella di
Chiaravalle centrale. Anche la violenza domestica, però, riveste un ruolo di
primaria importanza nelle aggressioni alle divise: ad Agrigento, per esempio, il 9
giugno un tunisino di 33 anni – già conosciuto alle forze dell’ordine – ha picchiato
selvaggiamente la moglie. Sono arrivati i poliziotti della Questura, avvertiti
dalla figlia dei due, divenuti a loro volta bersaglio di tanta immotivata
furia. Gli agenti però, sanno difendersi, e il violento è stato arrestato.
Uscirà presto, però, e per la moglie saranno nuovamente brutti momenti, come
nel caso registrato a Cremona, dove
un 35enne, italiano e tanto per cambiare in stato di ebbrezza, è piombato negli
uffici dei Servizi Sociali, dove c’erano la moglie e il figlio, protetti dalla
violenza dell’uomo da un provvedimento del giudice. L’uomo però ha trovato
forza nell’alcol, così tanto da picchiare come un pazzo anche un vigile urbano,
che insieme ai rinforzi della Volante ha avuto però ragione del criminale,
arrestandolo. Anche lui, però, tornerà presto in circolazione. A volte però,
anche piccole cose possono scatenare reazioni violente: in fondo, un biglietto
dell’autobus non è granché, ma a Bordighera
la richiesta di due controllori della Riviera Trasporti in servizio sulla linea
Ventimiglia-Sanremo, ha mandato su tutte le furie un passeggero, che non aveva
obliterato il biglietto. L’uomo li ha colpiti con calci e pugni, ma è stato poi
preso in consegna dai Carabinieri di Bordighera, che lo hanno denunciato. Un episodio assolutamente incredibile – così lo
giudichiamo anche noi dello staff dell’Asaps che lavoriamo a questo
osservatorio – arriva invece da Genova,
dove un vigile urbano che aveva appena bussato ad una porta per effettuata una
notifica, si è visto aizzare contro un pitbull, che gli è letteralmente saltato addosso. L’agente,
d’istinto, si è riparato con il braccio sinistro, addentato dalla belva: ha
quindi estratto l’arma ed ha abbattuto il cane con due colpi. Subito dopo,
però, se l’è dovuta vedere con i padroni del cane, tenuti lontani con lo spray
urticante fino all’arrivo degli agenti della questura. Anche loro e le rispettive
auto di servizio, per la cronaca, sono stati presi a calci e pugni. Tanta
violenza si è poi conclusa con alcune denunce a piede libero. Il fatto è: usare
un cane, vuol dire servirsi di un’arma? Il dubbio non sussiste invece per chi
brandisce un coltello, come accaduto il 10
giugno a Vicenza, dove un tunisino di 41 anni, ubriaco fradicio, ha
impegnato gli agenti di polizia intervenuti per salvare l’avventore di un bar
dalla sua furia omicida. Con un coltellaccio da macellaio in pugno, il
magrebino minacciava tutti: è stato disarmato da un poliziotto, che ha
dimostrato una certa dose di sangue freddo ed un gran coraggio. L’impresa gli è
comunque costata svariati pugni in faccia e calci nello stomaco, che hanno
avuto un seguito anche nel viaggio di trasferimento verso la questura. L’ospite
ammanettato, che inneggiava a Bin Laden e ad Al-Qaeda ha praticamente sfasciato
l’auto, che ha riportato – oltre alla classica rottura dei vetri – anche la
deformazione di un montante. La domanda è: ma quanto peserà questa violenza,
anche in termini economici, sul pil? C’è infatti da tenere conto che il nostro
osservatorio registra solo una minima parte delle aggressioni, molte delle
quali passano inosservate e ingialliscono negli archivi dei tribunali. Non è il
caso però dell’evento avvenuto a Rieti,
dove un pregiudicato di 28 anni, è stato arrestato e condannato nel breve
volgere di poche ore: l’uomo, ubriaco, era riuscito a devastare un locale di
Poggio San Lorenzo, prima di essere fermato da tre carabinieri, costretti ad
arrestarlo dopo aver cercato inutilmente di porre un freno alla sua ira.
Durante la direttissima, il giudice lo ha condannato a 4 mesi di galera, pena
sospesa, per danneggiamento, lesioni, oltraggio e resistenza a pubblico
ufficiale. Sempre i Carabinieri, quelli di Bologna,
hanno risposto con le manette alle botte di un peruviano clandestino di 35
anni, che in preda ai fumi dell’alcol aveva danneggiato a calci molte auto in
sosta. Colto in flagrante, ha reagito al controllo, tentando inutilmente di
fuggire: arrestato con le accuse di violenza, minacce e resistenza a pubblico
ufficiale, danneggiamento e ubriachezza molesta, è stato condannato a cinque
mesi di reclusione. Oltre al danno, la beffa: l’uomo è clandestino, pluripregiudicato
ed evidentemente pericoloso, ma la pena gli è stata sospesa col solo obbligo di
dimora nelle ore notturne a casa del fratello. Resta senza un nome, e qui
chiudiamo questa assurda carrellata, l’uomo che a Bergamo ha cercato di uccidere un carabiniere del Nucleo
radiomobile di Treviglio, investito da un’auto in fuga. Il militare ha
riportato la frattura di una gamba, mentre dell’investitore non c’è traccia. |
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