Cambia, in meglio, la professione
degli autotrasportatori e dei conducenti di veicoli pesanti in genere, che si
fa - almeno nei confini dell’Unione Europea - sempre più specializzata. Lo
prevede una direttiva della Ue, la numero 2003/59/CE, che fissa i termini della
formazione necessari per accedere alla professione cardine del mondo
dell’autotrasporto. Si tratta di una direttiva importante, destinata a cambiare
profondamente il quadro generale del settore, imponendo vincoli piuttosto
pesanti alle aziende che devono fin da ora prevedere tempi medio-lunghi non
soltanto per la formazione iniziale di chi deve entrare in possesso della nuova
carta di qualificazione professionale, ma anche di quella periodica destinata
ad aggiornare continuamente gli autisti.
Proprio questi ultimi, infatti,
dovranno essere costantemente aggiornati, occorrerà verificarne le capacità
psico-fisiche e la conoscenza dei nuovi ritrovati tecnologici che possono
aiutarli in caso di bisogno. Un passo certamente obbligato, ma forse non ancora
conosciuto a fondo e per questo ne vogliamo parlare anche per aiutare proprio
quelle aziende e gli stessi autotrasportatori a cui è diretta la norma
comunitaria. Quali sono dunque i punti fondamentali della direttiva europea?
Innanzitutto la formazione iniziale, quella cioè obbligatoria, dovrà avere una
durata di almeno 280 ore (è la prima volta che si giunge ad un corso di
formazione di una tale durata) e comprendere un lungo elenco di materie: dalla
capacità di ottimizzare il consumo di carburante a quella di caricare il mezzo
rispettando i principi di sicurezza, dalla conoscenza approfondita dei
regolamenti alla prevenzione dei rischi. A queste materie vanno poi aggiunte
altre venti ore di guida individuale, di cui otto che possono essere compiute
su di un simulatore ad alta qualità che preveda le situazioni di maggiore
rischio stradale e indichi le conseguenze per la circolazione ed il veicolo
stesso, a seconda della manovra che il candidato deciderà di adottare. Ancora
da chiarire, invece, la possibilità di poter effettuare un corso accelerato, la
cui durata potrebbe essere esattamente la metà di quello appena descritto, per
coloro che possiedono la patente da più di dieci anni o qualora si
sia svolto in modo continuativo un lavoro di piccolo autotrasportatore,
corriere o vettore. In entrambi i casi, però, il Cap (certificato di
abilitazione professionale) viene rilasciato al termine di un esame che
comprenderà sia una prova scritta che una di guida pratica. A tutto questo,
inoltre, si aggiunge un concetto importante, quello della formazione periodica
con corsi di 35 ore ogni cinque anni, suddivisi in periodi di almeno sette ore
ciascuno, da tenersi presso gli uffici della motorizzazione di ogni singolo
Stato. In questo senso, tuttavia, le federazioni europee che rappresentano le
autoscuole hanno issato la bandiera di guerra, ricordando come la sede naturale
della formazione degli autisti sia proprio l’autoscuola. Per questo motivo, la
commissione europea che si occupa della questione sta tentando di trovare un
punto di accordo per mettere tutti d’accordo e non è escluso che già quest’anno
si definisca il regolamento che sosterrà la direttiva. Anche perché, salvo
ulteriori contestazioni, la stessa entrerà in vigore nel settembre del 2009 e
c’è tutto il tempo per potersi mettere d’accordo.
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