A. LAZZARO*; M. B. CASALI*; G.
COLOMBO*; G. CORDIMA*; G. GENTILE*; G. L. POGLIANI*; M. R. ROSELLI*; E. RONCHI*;
M. CALIGARA**; L. SIRONI** L’attuazione della riforma del Codice
della strada e la conseguente introduzione della patente a punti - realizzate a
partire dall’1 luglio 2003 - hanno rappresentato il passo finale della messa in
opera di un progetto, in grado di rispondere efficacemente ai cronici problemi
della circolazione stradale italiana, primo fra tutti l’elevato numero di
decessi per incidente del traffico. Ad un anno di distanza dall’entrata in
vigore delle novità citate, è importante stabilire delle conclusioni sulla
validità del progetto di riforma. In riferimento all’elevata incidenza di
mortalità da incidente stradale, luoghi privilegiati di osservazione divengono
i settorati forensi - ad ampio bacino - quale quello di Milano. Il presente
lavoro si fonda su un raffronto sistematico tra la realtà conosciuta presso il
settorato forense milanese prima dell’attuazione della riforma e quella
presentatasi dopo l’introduzione della patente a punti (di seguito p.p.). Dove
possibile, si è cercato anche di paragonare le risultanze milanesi con quelle
emerse a livello nazionale. {foto3c} I dati estrapolati su scala nazionale riportano una diminuzione dei decessi da incidente del traffico in una misura del 18.75% (fonti: Asaps, Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri ). I dati nazionali esatti, riguardo l’anno di entrata in vigore della patente a punti, sono i seguenti: decessi per incidente del traffico = 3712 (da confrontarsi con un dato di 4569 vittime proprie del periodo 1-7-2002 / 30-6-2003). Una considerazione preliminare deve necessariamente essere rivolta al numero globale di autopsie condotte presso l’Istituto di Medicina Legale di Milano nell’anno di entrata in vigore della patente a punti e nell’anno precedente ed alle rispettive quote percentuali ascrivibili alle vittime di incidente del traffico. Nel periodo 1-7-2002/ 30-6-2003 il numero totale di necroscopie effettuate presso l’Istituto è stato di 990 (con 227 accertamenti su vittime del traffico, per un peso percentuale del 22,9%); nel lasso di tempo compreso invece tra l’1-7-2003 ed il 30-6-2004 la quota complessiva di riscontri diagnostici è stata di 1014 (con 158 autopsie su vittime del traffico, per un peso percentuale del 15,6%). La rilevanza dell’esperienza del settorato forense milanese facilmente si ricava dalla considerazione secondo cui, nell’anno di entrata in vigore della patente a punti, il 4,2% delle vittime di incidente stradale è stato sottoposto ad esame necroscopico presso l’Istituto di Medicina Legale di Milano; nell’anno precedente l’introduzione della patente a punti tale dato ammontava al 5%. Nella realtà del settorato forense milanese l’impatto della nuova legislazione stradale può anche essere studiato facendo riferimento alla media mensile di necroscopie condotte su vittime di incidente del traffico: {foto4c} È interessante osservare quale sia
stato l’andamento mensile del numero di vittime di incidente del traffico -
dopo l’introduzione della patente a punti- e confrontare tale trend con quello
relativo all’anno precedente l’entrata in vigore della riforma del Codice: Come si evince dal grafico, l’introduzione della patente a punti ha sortito un effetto immediato di notevole spessore (nel primo mese di entrata in vigore della riforma crollo del 50% del numero di vittime per incidente del traffico), ma subito dopo un rebound con riallineamento ai valori propri dell’anno precedente ( mesi di agosto e settembre). Il mese di ottobre ( IV dall’entrata in vigore della riforma) vede una nuova flessione sensibile dei casi (calo del 45% rispetto al medesimo periodo del 2002) ed ancora emerge un subitaneo ritorno con novembre ad una inerzia sovrapponibile a quella del 2002. È’ solo con dicembre 2003 che inizia un calo di casi mensili destinato a durare e consolidarsi nel tempo. Si può cercare di offrire una interpretazione dell’andamento presentato dai casi: il dato del mese di luglio si comprende alla luce dell’effetto novità e del timore della perdita dei punti (cautela degli utenti della strada spiazzati dalla riforma ma non ancora consci dei suoi aspetti più concreti), mentre la paragonabilità dei dati tra agosto e novembre (57 con p.p. e 61 senza p.p.) può leggersi alla luce del fenomeno di adattamento psicologico alla novità. Il vero successo della riforma (forbice notevole di valori nel periodo dicembre-giugno: 88 dopo p.p. vs 140 prima p.p.) emerge forse con la presa di coscienza (derivante dall’aver vissuto realmente la riforma nei suoi vari aspetti) da parte degli utenti della facilità con cui i punti possano essere persi (alcune infrazioni da sole decurtano 10 punti) e della entità contenuta del bagaglio punti iniziale (20 punti). Si può ipotizzare che, alla fine del primo anno di entrata in vigore della riforma, gli utenti della strada abbiano completato il processo di conoscenza ed accettazione della stessa in tutti i suoi aspetti (specialmente quelli più concreti). Studiando l’effetto della introduzione della patente a punti sulla ripartizione per sesso di appartenenza, si nota come non sussista alcuna variazione (dopo p.p. : 122 maschi e 36 femmine- grafico a sx-; prima p.p. : 1845 maschi e 547 femmine – grafico a dx). I dati relativi al periodo precedente l’introduzione della patente a punti si riferiscono all’intervallo 1-1-1994/ 30-6-2003.
Un altro argomento di sicuro
interesse è stato la verifica circa l’impatto della riforma sulle ripartizioni
per classe di età delle vittime di incidente stradale letale; ciò al fine di
disporre di un parametro utile nella identificazione della
classe anagrafica più sensibile e di quella meno responsiva alle istanze della
riforma introdotta: fermo restando che trattasi di un indicatore aspecifico, di
non alta precisione ma pur sempre indicatore, atteso che la nostra casistica è
composta da vittime sia che avevano rispettato sia che avevano infranto le
regole del codice stradale da cui penalizzazione di punti. La prima valutazione
si riferisce alla comparazione tra le età medie delle vittime decedute per
incidente del traffico fino al 30-6-2003 e di quelle giunte ad exitus per
eguale causa nel periodo 1-7-2003/30-6-2004. L’esito è assolutamente
sovrapponibile, con una media di 44 anni dopo l’introduzione della p.p. ed una
di 45 anni prima della riforma.
(*) Laboratorio di Istopatologia Forense (**) Sezione Autonoma di Tossicologia
Forense (Responsabile: Prof. F. Lodi) Istituto di Medicina Legale e delle
Assicurazioni – Università degli studi di Milano Direttore: Prof. A. Farneti |
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