Sabato 23 Novembre 2024
area riservata
ASAPS.it su
Editoriali 13/11/2003

Il parere dell’Asaps in un’audizione alla Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati sui progetti di legge concernenti la disciplina dell’attività delle discoteche. - Il testo dell’intervento del presidente Giordano Biserni, in Commissione il 13 novembre 2003 OSSERVAZIONI SUGLI INCIDENTI NELLE NOTTI DEL FINE SETTIMANA

Audizione informale del presidente dell’ASAPS presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati del 13 novembre 2003.

Il parere dell’Asaps in un’audizione alla Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati sui progetti di legge concernenti la disciplina dell’attività delle discoteche.

 

Il testo dell’intervento del presidente Giordano Biserni, in Commissione il 13 novembre 2003 

 

OSSERVAZIONI SUGLI INCIDENTI NELLE
NOTTI DEL FINE SETTIMANA

 

Audizione informale del presidente dell’ASAPS

presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati del 13 novembre 2003.

La grave, e per qualche verso atipica, incidentalità stradale delle notti del fine settimana individuate nel venerdì e  sabato (ma in realtà ascrivibili agli orari delle prime ore del sabato e a quelle della domenica), ha iniziato ad assumere una sua esatta connotazione a metà degli anni ‘80, quando il  divertimento notturno iniziava a stirare i suoi orari nei locali fino a sfiorare l’alba e gli atteggiamenti disinvolti verso l’alcol e le sostanze assumevano un tono non più occasionale ma quasi di costume.
La contemporanea dotazione di vetture potenti e performanti in termini di velocità, adatte alle tasche sempre più generose dei genitori che alle capacità di guida dei figli, completavano poi la miscela esplosiva in termini di pericolo che avrebbe tracciato di croci le notti delle nostre strade e di lutti tante famiglie.
L’allarme sociale realizzava il suo culmine fra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, anche con punte di esasperazione che in qualche caso non hanno giovato a fare chiarezza sul fenomeno.
La reazione del mondo della notte, gestori dei locali in testa, non si fece attendere con la opportunistica sottolineatura del circuito di lavoro alimentato che poteva essere riconducibile alla cifra di 70.000 posti che sarebbero diventati a rischio. Ancora una volta la lama dell’economia veniva usata a discapito della sicurezza.
Verso la fine degli anni ’90, la stampa e i media, sotto l’attenta regia di chi doveva tutelare interessi diversi, ponevano l’accento sul fatto che in fin dei conti quei 500-600 giovani che perdevano la vita ogni anno nelle notti dei week-end, tutto sommato erano solo l’8% del tasso di mortalità stradale. Verissimo, però in quell’8% erano compresi quasi tutti giovani sotto i 30 anni, ai quali si dovevano aggiungere circa 15-20.000 feriti, molti dei quali con postumi invalidanti.
Ma gli incidenti del fine settimana hanno una loro reale caratterizzazione? La risposta è sì, senza dubbio. Vediamo di capire perché analizzando le cifre.
Qualche dato: nel 1985 gli incidenti del sabato notte erano poco più di 4.000, nel 1995 erano saliti a 6.691 con un incremento del 65,3%. Nel 2001, ultimi dati disponibili, sono stati 10.058 con un ulteriore incremento, in soli sei anni, del 50,3%. Per il venerdì notte si è passati da 2.800 del 1985 a 4.907 del 1995, più 77,5% e a 7.655 nel 2001 con un ulteriore incremento del 56 %.
Nel 2001 tra le 22 del venerdì e le 6 del sabato e tra le 22 del sabato e le 6 della domenica si sono verificati 17.713 incidenti con 909 morti e 31.093 feriti. Gli incidenti del venerdì e sabato notte sono pari al 45,4% del totale degli incidenti notturni della settimana, i morti e i feriti rappresentano addirittura il 47,1% e il 48,7%. Non si può quindi contestare che le notti del fine settimana sono assolutamente le più pericolose.
è quindi evidente che in quella miscela di elementi quali l’alcol, le sostanze stupefacenti e la più elementare stanchezza, si nasconde il fattore rischio del fine settimana.
Di fronte ad un quadro complessivo come quello descritto i tracciati percorribili possono essere semplicemente quelli capaci di incidere sui fattori di rischio.
In molte province del nord ad alta incidenza di sinistrosità notturna nei fine settimana, esclusa la rete autostradale, si può contare anche una sola pattuglia, al massimo un paio, che troppo spesso non sono in grado di attivare moduli operativi specialistici, in quanto appena uscite devono già correre a rilevare incidenti già accaduti, vanificando l’efficacia deterrente del servizio. Eppure è noto che i servizi mirati contano. Nel nostro Paese i controlli sull’abuso di alcolici, sono poco frequenti, si possono quantificare in circa 200.000 l’anno, la gran parte attivati dalla Polizia Stradale. Se si chiede ad un’assemblea di cento persone quante hanno subito una verifica nella vita non si alzano più di due o tre mani, se si limita l’indagine all’ultimo anno, spesso non se ne alza nessuna. Secondo gli ultimi dati disponibili della Polizia Stradale i positivi al controllo sono circa il 14%, (16% gli uomini e il 3,5% le donne, in crescita però rispetto agli anni precedenti). Se sono attivati controlli a vasto raggio nelle province a tasso di rischio elevato per la presenza di numerosi locali della notte, la percentuale dei positivi raggiunge, a detta degli operatori, anche il 35-40%. Secondo elementi raccolti dall’Asaps, negli anni scorsi, ad un incremento dei servizi di contrasto all’alcol e agli stupefacenti, corrisponde una diminuzione sensibile dei sinistri, che raggiunge anche il 30%.
In conclusione si può dire che è indiscutibile il fatto che va incentivata la rete dei controlli, cosa che fino ad oggi non è stata fatta in modo adeguato e soprattutto proporzionale al rischio corso dai nostri giovani sulle strade. In questi anni si è preferito incentivare le figure di ausiliarità, capaci di garantire introiti facili alle amministrazioni, lesinando sulle necessarie professionalità capaci di incidere sul versante della fisicità dei controlli, oltre che sul sistema velocità, che pur rimane fattore di elevato rischio.
La sfida ai limiti fisici non può essere lasciata senza regole. E’ vero come sostengono i tifosi della notte che nessuno può obbligare ad andare a letto la gente alle 3.
Per questo la nostra proposta è precisa: si dimostri coraggio e coerenza una volta tanto. C’è solo un modo per vedere chi ha ragione. Limitiamo la vendita degli alcolici tassativamente all’una di notte e chiudiamo le discoteche alle tre, in via sperimentale, per un anno intero, poi andiamo a fare la conta dei morti e feriti sulle strade. Saranno le statistiche a dire chi aveva ragione. Se saranno diminuiti fisseremo un punto fermo, se tutto sarà rimasto come prima vorrà dire che la strada non era quella giusta.
Se dovessimo fare una scommessa, punteremmo su una sensibile riduzione. Perché non provare?


                                                                                                                     Giordano Biserni
                                                                                                                    Presidente Asaps

Giovedì, 13 Novembre 2003
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK