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Articoli 20/06/2006

La salute con le cure termali

La medicina termale è entrata a pieno titolo tra le branche della scienza medica, e viene utilizzata, accanto agli altri presidi terapeutici, per il trattamento di diverse forme patologiche.
Le prestazioni termali possono essere erogate anche a carico del S.S.N. se riguardano specifiche patologie, individuate con decreto del Ministero della Sanità del 15/12/1994.
L’elenco delle patologie è stato confermato fino al 31dicembre 2005 con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2001, e poi fino al 31dicembre 2006 con decreto del Ministero della Salute del 13/12/2005.
Grazie alla conoscenza delle azioni biologiche e farmacologiche di acque minerali, fanghi naturali ed ambienti termali, la medicina termale si propone di curare patologie muscolo-scheletriche, otorinolaringoiatriche, dell’apparato digerente e del metabolismo molto diffuse. Ogni ciclo di cura presenta di solito una durata di 15 giorni, comprendente un totale di 12 prestazioni, e le acque vengono utilizzate in terapia solo dopo accurata valutazione delle loro caratteristiche fisico-chimiche da parte del Ministero della Salute. Le proprietà terapeutiche si manifestano dopo qualche tempo, con la riduzione degli episodi di riacutizzazione e dell’entità della sintomatologia; la terapia termale, tuttavia, può conseguire risultati clinicamente evidenti già al termine del primo ciclo terapeutico.
A volte, nel corso delle cure, o immediatamente dopo, si verifica la cosiddetta crisi termale, una riacutizzazione dei sintomi dovuta al processo di adattamento dell’organismo alla cura, a cui seguiranno, invece, i ben noti effetti positivi.
Per le patologie osteo-articolari, ad esempio, in alcuni casi alla fine del ciclo termale si assiste ad un peggioramento della sintomatologia che può protrarsi per circa uno o due mesi, ma il miglioramento è del 30-50% dopo il primo anno di cura, ed aumenta progressivamente fino al 70-90% dopo tre anni consecutivi di terapia termale; poi non vi è un ulteriore incremento, anche se è necessario continuare le cure per mantenere i risultati conseguiti.
L’efficacia della cura è ottimale quando l’intervento è precoce. Nelle fasi tardive, magari con lesioni organiche strutturate, il successo terapeutico è minore, ed in stadi molto avanzati di alcune malattie, soprattutto se a rapida evoluzione o con notevole componente infiammatoria, la terapia termale può anche essere controindicata.
Generalmente è controindicato sottoporre a cure termali un paziente in cattive condizioni generali, o affetto da malattie in fase acuta e febbrili, pregresse flebiti o trombosi venose profonde, cardiopatie e arteriosclerosi, perché le terapie termali, a causa 59
Aprile-Maggio dei notevoli stimoli vasomotori, possono rendere insufficienti i meccanismi di compenso che garantiscono l’irrorazione cerebrale e miocardica.
La terapia termale è, inoltre, controindicata, nelle insufficienze di grado medio-elevato delle funzioni epatica, renale e respiratoria, che possono essere peggiorate dagli stimoli destabilizzanti di questa metodica, e nelle neoplasie maligne.
L’azione terapeutica è specifica, in relazione alla composizione dell’acqua, ed aspecifica, in base alle sue proprietà fisiche, tra cui temperatura e pressione, poichè il calore fa rilassare la muscolatura, dilata i vasi sanguigni ed ha effetto antinfiammatorio; la pressione esplica in più un’opera di massaggio.
Nei bagni e nelle varie forme di ginnastica in acqua è sfruttata, inoltre, la diminuzione del peso corporeo, che permette di eseguire movimenti con poco dolore, ottenendo un recupero più veloce della funzione motoria.
La cura con le acque minerali, o crenoterapia, si può distinguere in interna, che comprende idropinoterapia, irrigazioni, inalazioni ed insufflazioni, ed esterna, rappresentata da balneoterapia, antroterapia e peloidoterapia.
L’antroterapia prevede la permanenza del paziente in un ambiente (definito grotta), caratterizzato da un microclima caldo-umido (grotte propriamente dette) o caldo-secco (stufe); la peloidoterapia è basata, invece, sull’applicazione graduale su varie parti della cute di alcuni composti, tra cui i più noti sono i fanghi caldi, utilizzati alla temperatura di 38-40°C.
Le malattie reumatiche, le forme post-traumatiche, infiammatorie e degenerative dell’apparato locomotore, tra cui l’artrosi, si giovano di fanghi e bagni; per le riniti, le sinusiti e le bronchiti croniche sono, invece, indicate le inalazioni; la terapia delle malattie dermatologiche viene operata sfruttando balneoterapia e docce. La calcolosi delle vie urinarie o molti disturbi dell’apparato intestinale vengono trattati con le cure idropiniche, in cui l’acqua viene bevuta; le patologie vascolari, tra cui quelle venose, traggono giovamento dalla ginnastica in acqua; anche molte affezioni ginecologiche sono curabili con la medicina termale, attraverso irrigazioni e bagni.
In conclusione, i moderni centri termali e di benessere, basandosi sull’integrazione di diverse componenti quali il movimento, una sana nutrizione, e l’idrotalassoterapia, possono trasmettere nuovi comportamenti e stili di vita alternativi all’attività frenetica della società contemporanea, e per questo potrebbero divenire presto un valido strumento anche per combattere la crescente diffusione di obesità e diabete, dovuti ad alimentazione non equilibrata, inattività fisica e situazioni psicologiche stressanti.

 

*Medico Capo Polizia di Stato Questura di Ragusa  


© asaps.it

di Antonia Liaci

Da "il Centauro" n.103
Martedì, 20 Giugno 2006
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