Lo speciale di questo mese è dedicato al complesso comparto del
trasporto in cisterna che comprende al suo interno molteplici e variegate
tipologie di utilizzo: dal trasporto in Adr al trasporto rifiuti, passando
per i liquidi alimentari e le granaglie. Tipologie di veicoli e normative
contribuiranno a fornire un quadro completo e più chiaro del settore
Si
tratta di un mondo complesso ed estremamente variegato in cui diventa
complesso, forse, ritrovare un filo conduttore che vada oltre la forma
cilindrica dei veicoli impiegati, nelle varie tipologie di trasporto. Si
perché non esiste il comparto del trasporto in cisterna: esistono i
differenti segmenti di trasporto che vengono effettuati con un particolare
tipo di cisterna, le cui caratteristiche sono appositamente adeguate alle
esigenze del prodotto che deve essere trasportato. E’ dunque particolarmente
complesso dare un panorama realmente esaustivo di questo comparto.
Trasportare Oggi ci ha provato, cercando di dare conto di tutti i differenti
impieghi in cui è possibile oggi nel nostro Paese utilizzare una cisterna per
effettuare un trasporto. Non abbiamo pretese di esaustività, ma speriamo di
essere riusciti a restituirvi un panorama chiaro di quello che è possibile
trovare sul mercato e delle normative principali che regolano le due
tipologie di impiego maggiormente diffuse cioè: il trasporto in Adr di
liquidi chimici o carburanti e il trasporto in Atp di liquidi alimentari.
Le varie di tipologie di cisterne
Oltre
agli organi e alle strutture utilizzate per carico, scarico e stoccaggio, le
varie tipologie di cisterne presenti sul mercato differiscono, soprattutto,
per la struttura di base: possono essere fisse o ribaltabili e, inoltre,
lavorare a pressione atmosferica o essere messe in pressione da compressori.
Le cisterne allestite su rimorchi e semirimorchi, infine, si dividono in
autoportanti e “appoggiate”, ossia fissate ad un telaio.
Le cisterne per carburanti
Nell’immaginario
comune la cisterna per eccellenza è quella per trasporto carburanti, comparto
che registra il maggior numero di vendite. Si trasportano con cisterne di
questo tipo i carburanti per autotrazione e riscaldamento: benzina, gasolio,
kerosene e benzina avio.
A
causa delle diverse esigenze dei vettori e della committenza, in Italia non
si è giunti ad un modello unificato, nemmeno all’interno di alcune categorie
di base. Unica eccezione è l’impostazione dei semirimorchi, che da oltre una
decina d’anni sono tutti a struttura autoportante, soluzione che consente un
sensibile risparmio in tara e, parimenti, un aumento della portata.
Generalizzato è anche il carico per gravità dall’alto, attraverso boccaporti
accessibili da una passerella sulla sommità della cisterna. Vi sono anche allestimenti
con chilolitri graduati o con contalitri e una miriade di sezioni, dalla
cilindrica alla policentrica, da quella ellittica a quella a cuore diritta o
rovesciata. Gli allestimenti per carburanti per autotrazione sono
generalmente realizzati su autotreni, autoarticolati e autocarri di grandi
dimensioni (3 o 4 assi). Per il trasporto di carburanti da riscaldamento, a
causa delle differenti esigenze di distribuzione, a questi tipi si aggiungono
autocarri medi e leggeri.
Il
trasporto e la distribuzione di carburanti per riscaldamento e autotrazione
(nonché di oli combustibili e bitumi, che utilizzano allestimenti simili)
avvengono quasi esclusivamente per strada. Vi sono due famiglie di veicoli
destinati a questi compiti: quelli per trasporto primario (che viaggiano
dalle raffinerie ai siti di stoccaggio) e quelli per la distribuzione,
utilizzati per il rifornimento delle piccole cisterne, come quelle dei
distributori di benzina o dei condomini.
Costruite
in acciaio, acciaio inox o alluminio, secondo le esigenze di trasporto
(l’inox, per esempio, viene utilizzato per i carburanti che richiedono
maggiore purezza, come la benzina per impieghi aeronautici), le autocisterne,
come detto, vengono caricate dall’alto e scaricate per gravità dal basso. A
caratterizzare gli allestimenti sono la sezione, la presenza di scomparti e i
sistemi di misurazione. Per quanto riguarda la prima, in Italia vediamo
soprattutto quelle policentriche, ossia dalla sezione all’incirca
quadrangolare, con le pareti verticali quasi diritte e tetto e fondo arcuati.
In molti altri Paesi europei questa forma, ancora preponderante da noi, non è
accettata o è sottoposta a limitazioni. Abbastanza diffuse in Europa sono
quelle a sezione ellittica, che consentono di ridurre l’altezza del baricentro
del veicolo ma costringono, a parità di portata, a costruire un allestimento
più lungo di quello che si avrebbe con una policentrica.
Si
sono recentemente diffuse sezioni che potremmo definire “a cuore”, ossia
costituite da un triangolo con i lati curvilinei. Alle prime, in cui il
triangolo rivolgeva un vertice verso il basso, sono succedute quelle della
seconda generazione, in cui verso il basso si trova invece la base del
triangolo stesso. Quest’ultima configurazione, che potremmo definire “a cuore
rovesciato”, presenta due vantaggi: il miglioramento dell’aerodinamica e il
contenimento dell’altezza del baricentro.
Non
vi sono vincoli che impongono la suddivisione della cisterna in più scomparti
(l’unico obbligo è, negli scompartimenti grandi, l’inserimento di paratie
frangiflutti che impediscono la formazione di onde). Tuttavia, specie per le
cisterne da distribuzione, la suddivisione in scomparti torna utile, in
quanto consente il trasporto di vari carburanti con un solo veicolo. La
misurazione del carburante può avvenire sia con i contalitri (nel qual caso
la cisterna è detta “volumetrica”, caratterizzata da un limitato numero di
boccaporti per il carico) sia con scomparti graduati o chilolitri (“cisterna
chilolitrica”, riconoscibile per la grande batteria di boccaporti che si
trova alla sua sommità). La nuova normativa chilolitrica consente scomparti
di qualsiasi multiplo di 1000 litri.
Cisterne per gpl e gas in genere
Un
altro carburante che viaggia in cisterna è il Gpl, miscela di propano e butano
mantenuta allo stato liquido da una forte pressione. Le cisterne che lo
trasportano hanno una forma tale da assecondarne la naturale espansione
(corpo cilindrico e testate emisferiche) e sono costruite in alluminio. Anche
in questo caso, per i semirimorchi s’impiega esclusivamente la struttura
autoportante. Allestimenti di questo tipo esistono sia su veicoli di grandi
dimensioni e complessi, sia su autocarri medi e piccoli, utilizzati specie
nelle zone rurali e montane per il rifornimento dei “bomboloni” delle
abitazioni. Strutture simili vengono utilizzate anche per il trasporto di
altri gas tecnici utilizzati per impieghi civili e industriali come ossigeno,
anidride carbonica, argon, azoto e altri. Cambiano, in questo caso, le
testate (la bombatura è meno pronunciata), le valvole e la raccorderia.
Come
quelle per carburanti liquidi, le cisterne per gas devono sottostare alle
norme sul trasporto di merce pericolosa (Adr). Questi allestimenti sono
tipici dei veicoli d’elevato tonnellaggio.
Al
contrario del metano, che viene distribuito attraverso una rete fissa, il Gpl
(prodotto di norma nelle raffinerie, dove è uno scarto della raffinazione di
altri carburanti come gasolio e benzina) viaggia su autoveicoli. Realizzati
in alluminio, hanno corpo cilindrico e teste emisferiche che assecondano
l’espansione del gas consentendo così una pressione uniforme in qualsiasi
punto della cisterna. Nel caso delle cisterne appoggiate, non vi sono vincoli
rigidi tra cisterna e telaio (quali per esempio saldature) ma il fissaggio
avviene con tiranterie metalliche. Questo permette, in caso d’incidente, di
stazionamento o di transito su fondi accidentati, di non trasmettere alla
cisterna le tensioni strutturali cui è sottoposto il telaio, a tutto
vantaggio della sicurezza. Valvole e raccordi della cisterna, inoltre, sono
costruiti in modo tale da lasciare effondere il gas in caso d’incendio,
caratteristica che permette di circoscrivere le fiamme intorno al veicolo,
evitando così i rischi di scoppio (che comunque, con il Gpl, sono piuttosto
limitati: il gas è, infatti, più pesante dell’aria e viene trasportato a
pressioni piuttosto ridotte). I rischi di scoppio esistono invece con altri
gas utilizzati dall’industria, più leggeri, che tendono a sviluppare una
fiammata rapida e verticale.
Per
il loro trasporto si utilizzano cisterne dalla forma simile a quella
impiegata per il Gpl (in alcuni casi, addirittura la stessa) ma con raccordi
e valvole sensibilmente diversi.
Cisterne per composti chimici liquidi
Tipiche
di autotreni e autoarticolati sono anche le cisterne per trasporto di
composti chimici liquidi, normalmente allestite su telaio e principalmente di
due tipi: a sezione cilindrica o ellittica. La prima è utilizzata soprattutto
per i materiali ad alto peso specifico come l’anidride solforica, la seconda
viene utilizzata per carichi più leggeri. Per entrambe, secondo il materiale
trasportato, possono essere presenti impianti o rivestimenti per il controllo
della temperatura, come i rivestimenti in polipropilene a cella chiusa (per
il mantenimento di temperature basse), le serpentine di raffreddamento o le
resistenze per il riscaldamento.
Tra
i liquidi che viaggiano sfusi vi sono anche molte sostanze impiegate
dall’industria, come gli oli e alcuni acidi. Gli allestimenti destinati a
questi trasporti sono molto specifici, variando molto le caratteristiche dei
prodotti in termini di densità, viscosità, infiammabilità e possibilità di
corrosione.
Per
gli oli, per esempio, vengono impiegate cisterne simili a quelle per il trasporto
dei carburanti, ovviamente con raccordi e valvole specifici data la diversa
densità di queste sostanze. Con i materiali più corrosivi (è ancora il caso
dell’acido solforico) per la struttura della cisterna si utilizzano materiali
particolarmente resistenti, come l’acciaio inox.
L’allestimento
Adr è praticamente generalizzato, poiché molte delle sostanze trasportate
sono infiammabili, o comunque ritenute pericolose. Per alcuni prodotti
utilizzati soprattutto dall’industria delle materie plastiche, infine, sono
utilizzati rivestimenti termici (come il polipropilene a cella chiusa) che
consentono il mantenimento all’interno della cisterna di temperature
particolarmente basse. Altri rivestimenti, simili nell’aspetto esterno, sono
invece utilizzati per il trasporto di materie che devono mantenere
temperature piuttosto elevate, come i bitumi.
Cisterne per i liquidi alimentari
Dal
punto di vista strutturale le cisterne per trasporto di liquidi alimentari
non differiscono da quelle per trasporti chimici. A renderle diverse sono i
materiali impiegati, non tanto nella cisterna, dove è generalizzato l’impiego
dell’acciaio inox, quanto nei raccordi e nelle valvole. La differenza non si
limita al lato “fisico” ma investe anche quello burocratico: controlli e omologazioni
cui sono sottoposte le cisterne alimentari sono molto differenti dalle
chimiche. Sulle autobotti viaggiano prevalentemente diversi tipi di prodotti:
il burro fuso (trasportato in cisterne riscaldate con resistenze a
serpentina), l’alcool (per il quale ovviamente viene richiesto l’allestimento
Adr, solitamente non molto comune in questo comparto), il vino (per il quale,
specie negli anni passati, si utilizzavano anche le cisterne in vetroresina,
che stanno ultimamente scomparendo) e numerosi semilavorati per l’industria
alimentare.
Cisterne per il trasporto di pulverulenti e granulari
Completano
la famiglia delle cisterne quelle per trasporto di prodotti pulverulenti e
granulari come cemento e farine, che possiamo suddividere in due grandi
categorie: ribaltabili (costruite sempre su telaio) e con lo scarico in
pressione (che nel caso dei rimorchi e semirimorchi vengono costruite su
struttura autoportante), realizzate con un’unica grande cisterna con cono di
scarico centrale o, ormai raramente, con più cisterne verticali (dette
“cipolle”). A questa famiglia appartengono infine gli allestimenti per
trasporto mangimi, che scaricano grazie ad una coclea e, solitamente, sono
realizzate su autocarro a tre assi o autotreno.
Le
cisterne ribaltabili sono il tipo più semplice tra quelle destinate ai
prodotti pulverulenti e granulari. Sono caricate per gravità dai boccaporti
superiori e, sempre per gravità, scaricate dalla testata posteriore, dalla
forma di cono e con un boccaporto sul fondo. Di norma, le cisterne di questo
tipo sono montate su un semirimorchio; a ribaltarle provvede un pistone
idraulico che lavora fra la traversa anteriore del telaio del semirimorchio
ed un’apposita sede saldata alla testata anteriore della cisterna. Tale
pistone ha un rinforzo che distribuisce le tensioni in modo da non
concentrarle pericolosamente su una superficie ridotta.
La
cisterna è normalmente realizzata in alluminio, mentre il telaio di base (che
ha una struttura estremamente leggera, priva di mensole e con un numero ridotto
di traverse che fungono anche da selle d’appoggio per la cisterna) può essere
tanto in alluminio quanto in acciaio. La forma della testata posteriore
influenza sensibilmente la dinamica del flusso di materiale in uscita e,
quindi, la velocità di scarico (nonché la pulizia della cisterna ad
operazioni concluse). La soluzione migliore si ha quando, in posizione
ribaltata, la testata della cisterna e il suo fondo formano un cono dall’asse
perfettamente verticale. Un discorso a parte merita il trasporto dei mangimi
per animali (costituiti da materiali granulari) che avviene con cisterne
specifiche caricate per gravità e scaricate mediante un sistema di coclee. Le
cisterne, che contengono materiale a basso peso specifico, hanno sezione
policentrica e dimensioni piuttosto generose: sfruttano, infatti, tutta la
sezione concessa dal Codice della strada. Il materiale impiegato è
solitamente l’alluminio, che spesso viene utilizzato anche per il telaio del
rimorchio.
La
configurazione più utilizzata per questo tipo di trasporti è l’autotreno,
anche se ad alcune recenti fiere di settore si sono visti anche semirimorchi
allestiti in questo modo. Per ragioni di convenienza economica non si
realizzano frequentemente allestimenti di questo tipo su veicoli medi o leggeri,
mentre tipici di questo impiego sono gli autocarri a tre assi da 240 ton di
peso totale e i rimorchi a due assi.
La
destinazione consueta dei viaggi con i mangimi sono i grandi silos delle
aziende agricole, il cui rifornimento è pianificato; non avrebbe senso,
quindi, trasportare piccole quantità di materiale sfuso. Un altro
allestimento molto diffuso per il trasporto di prodotti pulverulenti e
granulari è la cisterna per lo scarico in pressione. Ha una forma diversa da
quella delle ribaltabili: anziché cilindrica, è a sezione ovale con una sorta
di tramoggia al centro che le conferisce all’incirca l’aspetto di una grande
“M”. Per lo scarico non viene ribaltata: un compressore a bordo del veicolo
(ma normalmente ci sono attacchi per il carico dell’aria compressa da un
impianto esterno, utili quando bisogna operare a motore spento come accade
per esempio nei mulini) mette in pressione l’interno della cisterna.
Aprendo
le bocche di scarico, il materiale defluisce quindi verso la tramoggia
dell’impianto. Altri due canali di aria compressa servono rispettivamente a
fluidificare il materiale (dinamizzandone il movimento all’interno della
cisterna) ed a spingerlo verso l’alto: capita spesso, infatti, di dover
scaricare in silos o comunque in strutture piuttosto alte. L’abilità
dell’operatore sta nel dosare convenientemente i tre flussi. Le cisterne di
questo tipo sono normalmente costruite in alluminio; per l’allestimento di
autocarri si utilizzano strutture appoggiate, mentre i rimorchi e
semirimorchi sono solitamente realizzati con cisterne autoportanti. Per la
costruzione dei rimorchi riscuote un certo successo anche la configurazione
ad assi centrali (biga) con timone ad attacco ravvicinato.
Le normative fondamentali in vigore nel comparto
Essenzialmente
le normative che interessano il trasporto di prodotti in cisterna sono tre:
l’ADR che riguarda il trasporto di liquidi chimici, gas e carburanti, l’ATP
che riguarda invece il trasporto di liquidi alimentari e in modo particolare
il latte crudo e poi la normativa in tema di trasporto di rifiuti liquidi
pericolosi.
Vediamole
brevemente nel dettaglio per quello che interessa in questo caso specifico a
noi di Trasportare Oggi dato che si tratta di normative nella loro totalità
estremamente complesse e di lunga decifrazione.
ADR
La
normativa prevede per i veicoli cisterna quanto segue: I veicoli che
trasportano merci pericolose in quantità superiori ai limiti previsti dal
Marg. 10011 devono avere, ben visibili, sul fronte e sul retro una targa
arancione di cm 40 x cm 30 con un bordo nero di mm 15. Queste targhe devono
essere fatte in modo da resistere ed essere visibili anche dopo essere state
esposte al fuoco per piú di 15 minuti. Veicoli cisterna con una o più
cisterne o scomparti devono in aggiunta esporre sui lati del veicolo, in
corrispondenza di ogni cisterna o scomparto, pannelli arancioni di
caratteristiche uguali a quelle sopra descritte, che mostrino nella metà
superiore il numero del pericolo (numero di Kemler, vedi appendice B5 dell’
Allegato B) e nella metà inferiore il numero UN della sostanza contenuta. Ciò
vale anche per le unità di trasporto e per i contenitori adibiti al trasporto
alla rinfusa ed alle cisterne fisse o smontabili, ai contenitori cisterna e
veicoli batteria vuoti e non bonificati o degassati. I contenitori per il
trasporto alla rinfusa, i contenitori-cisterna, le cisterne fisse o
smontabili, i veicoli-batteria devono portare sulle fiancate laterali e sulla
parte posteriore le etichette (di 25 cm di lato) prescritte dal Marg. XX500 di
ciascuna classe, che sono in sintesi le stesse etichette che andrebbero
applicate a colli contenenti il medesimo prodotto. Ciò vale anche per gli
stessi veicoli vuoti, non bonificati o degassati. I veicoli debbono essere
muniti di apparecchi per la lotta contro l’incendio, almeno uno per il
veicolo (di capacità minima di 2 kg di polvere o di capacità corrispondente)
ed almeno uno per il carico (minimo 6 kg); l’equipaggio del veicolo deve
conoscerne l’uso. Gli estintori destinati al carico devono soddisfare una
norma riconosciuta ed essere piombati in modo da verificare che non siano
stati utilizzati, oltre ad una scritta che indichi le data entro la quale
debba aver luogo la successiva ispezione.
Equipaggiamento del veicolo (Marg. 10 260)
I
veicoli devono essere muniti di zanche, di due segnali di avvertimento
portatili, di una cintura o di un indumento fluorescente e di una lampada
tascabile. Inoltre deve essere presente l’equipaggiamento necessario per la
presa di misure supplementari e speciali così come previsto nelle istruzioni
di sicurezza (10385).
ATP
Un’attenzione
particolare merita il trasporto di liquidi alimentari, in modo particolare il
latte crudo, che può essere effettuato esclusivamente da veicoli con cisterna
munita di attestato nazionale (od internazionale) ATP, poiché detto attestato
costituisce l’unica garanzia legale che la carrozzeria, in questo caso la
cisterna, del veicolo è stata costruita ed attrezzata in modo tale che la
temperatura prescritta, che nel caso del latte crudo è massimo +10° C, possa
essere mantenuta durante tutto il trasporto. Tutto ciò avviene per le
cisterne con attestato ATP, con classificazione IN (Isotermica Normale)
oppure IR (Isotermica Rinforzata), mentre sulla carta di circolazione deve
essere riportata la dicitura:“cisterna per il trasporto di liquidi alimentari
in regime di temperatura controllata”, come è stato chiaramente disposto
dalla Circolare 21 Luglio 1998, n. 64 Ministero delle Infrastrutture e dei
trasporti. Un altro aspetto relativo alla tematica del trasporto degli
alimenti di origine animale è quella dell’obbligo del libretto di idoneità
sanitaria (art. 14 Legge 283/62) per il conducente, od un’altra persona
legittimamente trasportata, di un veicolo che deve essere munito di
autorizzazione sanitaria per il trasporto di alimenti (art. 44 DPR 327/80).
L’inottemperanza a questa disposizione comporta anche l’applicazione della
sanzione accessoria della sospensione della autorizzazione sanitaria al
trasporto fino a 10 giorni (art. 21 Legge 689/81), la cui impugnazione deve
avvenire davanti al giudice amministrativo (Cass. Civ., Sezioni Unite, n.
3467 del 13/04/94). Ebbene le norme relative al libretto di idoneità
sanitaria non si applicano ai veicoli che circolano nell’ambito territoriale
delle Regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana, poiché queste sono le
Regioni che, al momento, hanno abolito l’obbligo del libretto di idoneità
sanitaria. In concreto tutto ciò significa che gli autotrasportatori
residenti in queste Regioni dovranno comunque munirsi del libretto di
idoneità sanitaria quando circolano con un veicolo fuori dalla Lombardia,
Emilia-Romagna, Toscana, dimostrando ancora una volta che in Italia si ha la
capacità di creare barriere alla circolazione delle persone,prima
inesistenti, mentre nel resto dell’Unione Europea queste barriere vengono
abbattute.
Rifiuti pericolosi
Durante
il trasporto i rifiuti sono accompagnati da un formulario di identificazione
(art. 15), che deve essere vidimato e compilato ai sensi del Decreto 145/98.
Deve essere redatto in 4 copie: una per il produttore una per il
trasportatore una per il destinatario la quarta copia deve essere debitamente
compilata da parte del destinatario e ritornata al produttore a cura del
trasportatore. Se entro tre mesi (per trasporto sul territorio nazionale) il
produttore non riceve la quarta copia, è tenuto a denunciarne la mancanza
alla Provincia territorialmente competente. Se nel formulario viene indicato
che il trasporto del rifiuto in oggetto è sottoposto a normativa ADR, il
rifiuto deve essere accompagnato anche dal documento ADR e dalla scheda di
sicurezza trasporto. Oltre alla compilazione del formulario di trasporto, i
gestori della raccolta e trasporto rifiuti devono ottemperare ai seguenti
obblighi: comunicazione con cadenza annuale del MUD (entro il 30 aprile di
ogni anno) tenuta del registro di carico e scarico, vidimato dall’Uff.
Registro.
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