(ASAPS) – La morte è la
separazione più dolorosa, perché rappresenta un distacco definitivo, assoluto.
Accettare e superare tale distacco non è semplice, anzi è un processo lungo e
faticoso. Se poi si sopravvive a un figlio, il dolore diventa insopportabile.
Per i genitori è un avvenimento innaturale, è la perdita del proprio futuro.
Proprio di questo tragico distacco, e di come si può riuscire a superalo, si
parla nel libro, appena pubblicato, “Vite spezzate”, sopravvivere alla morte di
un figlio, curato da Laura Morini. Nel libro si esaminano i meccanismi che si
innescano in una famiglia colpita da questa tragedia e vuole essere un riferimento
per l’elaborazione del lutto. Quando muore un figlio tutta la famiglia deve
superare, con il tempo, la crisi che si crea con questa frattura. E’ chiamata a
ridefinire i ruoli e il significato stesso dell’essere insieme, ma per
riuscirci è necessario riconoscere e gestire attivamente il cambiamento.
Obiettivo del testo è evidenziare come il dolore viene percepito e manifestato
da ciascun soggetto, come può cambiare la vita di ognuno in seguito a un lutto
di questo genere e come spesso si tende ad isolarsi piuttosto che chiedere
aiuto all’esterno. Inoltre, vi si sottolinea come il lutto, per espletarsi, ha
bisogno di tempo. Quest’ultimo, infatti, è una condizione scandita da momenti
diversi tra loro, si passa dalla disperazione totale alla positiva accettazione
della perdita. In ogni caso “il tempo non lenisce, ma trasforma. Trasforma e
rielabora fino a rendere comunicabile ciò che prima potevamo solo cogliere
attraverso la partecipazione emotiva...”. Il testo, voluto dall’ “Associazione Familiari Vittime di una strada che
non c’è”, si può prenotare contattando Ernesto Restelli all’indirizzo: ernesto.restelli@alice.it, al costo
delle spese di spedizione e di un’offerta libera. (ASAPS). |
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