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Notizie brevi 21/06/2006

Associazione Familiari e Vittime per una strada che non c’è - “Vite spezzate”, quando i genitori sopravvivono ai figli

(ASAPS) – La morte è la separazione più dolorosa, perché rappresenta un distacco definitivo, assoluto. Accettare e superare tale distacco non è semplice, anzi è un processo lungo e faticoso. Se poi si sopravvive a un figlio, il dolore diventa insopportabile. Per i genitori è un avvenimento innaturale, è la perdita del proprio futuro. Proprio di questo tragico distacco, e di come si può riuscire a superalo, si parla nel libro, appena pubblicato, “Vite spezzate”, sopravvivere alla morte di un figlio, curato da Laura Morini. Nel libro si esaminano i meccanismi che si innescano in una famiglia colpita da questa tragedia e vuole essere un riferimento per l’elaborazione del lutto. Quando muore un figlio tutta la famiglia deve superare, con il tempo, la crisi che si crea con questa frattura. E’ chiamata a ridefinire i ruoli e il significato stesso dell’essere insieme, ma per riuscirci è necessario riconoscere e gestire attivamente il cambiamento. Obiettivo del testo è evidenziare come il dolore viene percepito e manifestato da ciascun soggetto, come può cambiare la vita di ognuno in seguito a un lutto di questo genere e come spesso si tende ad isolarsi piuttosto che chiedere aiuto all’esterno. Inoltre, vi si sottolinea come il lutto, per espletarsi, ha bisogno di tempo. Quest’ultimo, infatti, è una condizione scandita da momenti diversi tra loro, si passa dalla disperazione totale alla positiva accettazione della perdita. In ogni caso “il tempo non lenisce, ma trasforma. Trasforma e rielabora fino a rendere comunicabile ciò che prima potevamo solo cogliere attraverso la partecipazione emotiva...”. Il testo, voluto dall’ “Associazione Familiari Vittime di una strada che non c’è”, si può prenotare contattando Ernesto Restelli all’indirizzo: ernesto.restelli@alice.it, al costo delle spese di spedizione e di un’offerta libera. (ASAPS).


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Mercoledì, 21 Giugno 2006
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