Il ministro della Giustizia Juan Fernando López Aguilar Un militare della
Guardia Civil in azione (ASAPS) MADRID – E allora, la riforma del nuovo “codigo
penal” spagnolo, sembra davvero fatta. Come avevamo anticipato alcuni giorni
fa, proprio sulle colonne del nostro sito, il ministro della Giustizia Juan
Fernando López Aguilar, era stato chiamato a decidere tra varie opzioni
politiche concordate nel dibattito parlamentare in seno alla commissione
parlamentare non permanente sulla Sicurezza Stradale e gli Incidenti
Stradali, ed altre tecniche approntate dalla DGT, Il progetto di legge sarà esaminato dal consiglio dei
ministri entro la fine di luglio, ma in ogni caso la sua approvazione sembra
cosa fatta, visto anche il peso specifico che sulla sua formazione hanno
giocato gli esperti. Resta il disappunto per il regalo fatto agli ubriachi al
volante, ma anche la sanzione amministrativa prevista con la nuova patente a
punti è tutt’altro che leggera. A mettere i puntini sulle “i” è proprio López Aguilar, che
forte dell’approvazione del capo del governo Zapatero, ha ribadito la ferma
intenzione dell’esecutivo di non fare sconti a nessuno, soprattutto nei
confronti di chi compie “delitti” contro la sicurezza stradale. “Chi metterà in pericolo l’incolumità della
libera circolazione sulla strada – ha detto Lòpez Aguilar – sarà trattato alla
stessa stregua di stupratori o degli autori di crimini domestici”. Il ministro ha anticipato anche le critiche di chi ha
messo in discussione la capacità del sistema giudiziario iberico, illustrando
nei dettagli il senso della riforma e spiegando che il ritiro amministrativo
della patente di guida produrrà gli stessi effetti di chi subirà la sospensione
del “permiso de conducir” a seguito di un reato penale, e nel caso – purtroppo
diffusissimo anche in Italia – che coloro i quali siano già stati privati della
patente si mettano comunque al volante, allora la pena sarà triplicata (come
minimo). Per concludere, un particolare che segnaliamo ai cultori
del diritto: la qualificazione penale del concetto di imprudenza. Gli
specialisti, applicandola alla condotta di guida, parlano di “conduzione
temeraria” del veicolo per definire chiaramente l’imprudenza, posta in essere in forma grave come lieve. Vari gradi di
responsabilità saranno poi decisi dal giudice al momento del decreto penale di
condanna, ma si tratta di reati per i quali la polizia giudiziaria dovrà
procedere d’ufficio. Insomma, un eccesso di velocità “temerario” sarà considerato un
attentato alla circolazione, e chi spinge troppo sul pedale finirà sotto
processo. (ASAPS) |
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