(ASAPS) BRUXELLES – Parliamo spesso del 2010 e del fatto
che la Commissione Europea – all’epoca presieduta da Romano Prodi con la
spagnola Loyola De Palacio ministro dei trasporti – ha imposto agli stati
membri di dimezzare, entro quella data, la mortalità sulla strada. Nonostante
gli impegni profusi, però, sembra che l’Italia non sarà sola a mancare
l’appuntamento. Anche in Belgio, almeno secondo una tesi universitaria
realizzata all’ateneo di Hasselt, l’obiettivo potrebbe non essere centrato.
Alla conclusione è giunto il dottor Filip Van den Bossche, che ha analizzato
molti modelli di studio matematici, secondo i quali nel 2010 gli incidenti
mortali in belgio – paese che conta poco più di 10 milioni di abitanti –
saranno comunque tra 800 e 900. La novità della ricerca universitaria di Van
den Bossche consiste nel fatto che il giovane dottore ha preso in esame la
questione “temporale” della sicurezza stradale, giungendo alla conclusione che
i mesi estivi sono quelli più pericolosi. Di certo, nel regno, il rispetto
delle regole stradali è divenuto una questione di sicurezza nazionale a tutti
gli effetti, e le leggi vigenti in materia di eccesso di velocità, di guida in
stato di ebbrezza e dell’uso delle cinture hanno portato un contributo immenso
alla causa. A far male, alla sicurezza, sono soprattutto i giorni di festa
estivi, tanto che con un giorno di festa in più in uno dei mesi caldi, le
vittime sulla strada aumentano in Belgio del 2%, nonostante in questi periodi i
chilometri percorsi subiscano significative diminuzioni. Anche l’aumento
incessante del prezzo del petrolio, finirà con l’influenzare la sicurezza
stradale, ma proprio quando si viaggia di meno, ecco che il numero di incidenti
aumenta. Se poi il volume del traffico arriva alla congestione, ecco che viene
subito rilevata una crescita dei feriti leggeri, dovuti al moltiplicarsi dei
micro tamponamenti. Per quanto riguarda altri aspetti significativi della tesi,
segnaliamo che le categorie d’età più a rischio sono due: quella compresa tra i
15 ed i 24 anni, e gli over 65. I motociclisti, anche in questo studio,
pagano il prezzo più alto, con un rischio 3 volte più elevato rispetto a quello
corso da un veicolo commerciale, anche se il coinvolgimento di biker e tir in
incidenti è in costante aumento. (ASAPS) |
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