Foto Vincenzo Coraggio (ASAPS) Roma – Nei primi mesi del 2006 le tariffe delle polizze assicurative hanno subito degli aumenti che “danno il giro” al tasso di inflazione. A farne le spese soprattutto i giovani e gli abitanti delle regioni del Sud Italia. Questi i dati principali emersi dalla relazione annuale dell’Isvap (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo) presentata ieri mattina (22-06) a Roma dal Presidente Giancarlo Giannini. Nei primi mesi del 2006 le tariffe dell’Rc auto "hanno evidenziato incrementi superiori al tasso di inflazione nei settori di rischio ritenuti non attraenti dalle imprese come i giovani e le zone del Sud Italia", ha detto Giannini, precisando che "il fenomeno non aiuta a creare l’auspicabile clima di fiducia nel rapporto tra assicurati e assicuratori". Nel complesso, la crescita dei premi Rc auto nel 2005 è stata però contenuta, con un rialzo dello 0,6% ed oltre 8.000 procedimenti sanzionatori avviati dall’Isvap. Di questi circa 5.000 risultano riferibili al ramo Rc auto, in particolare alla liquidazione dei sinistri. A questo punto sorge spontanea una domanda: come mai le tariffe sono aumentate quando gli oneri per i sinistri, a carico delle agenzie, invece sono diminuiti? Nel 2005, infatti, l’ammontare dei premi Rc auto si è attestato a 18,19 miliardi con una crescita dello 0,6% rispetto al 2004. I dati relativi al bilancio dell’anno scorso, infatti, “evidenziano un ulteriore miglioramento dell’andamento del ramo, con un risultato del conto tecnico positivo per 1,5 miliardi di euro, in crescita rispetto a 1,2 miliardi del 2004, pari a circa l’8,2% del fatturato”. Anche alcune associazioni in difesa dei consumatori hanno fatto notare che l’aumento delle tariffe delle polizze è spropositato e ingiustificato, soprattutto perché la relazione ha messo in evidenza una situazione florida del mercato assicurativo nazionale. Quello che non si capisce è come mai a seguito di un calo dei sinistri gli assicurati non abbiano beneficiato di tariffe migliori. Anzi. E le previsioni per il futuro non sono certo rassicuranti. Giannini, infatti, ha sottolineato come: “...il problema dei rialzi rischia anche di essere aggravato dalla procedura di infrazione aperta contro l’Italia dalla Commissione Europea, che trae origine da un procedimento sanzionatorio adottato dall’Autorità nel 2003 nei confronti di alcune imprese che praticavano ‘tariffe abnormi all’evidente scopo di non assumere rischi’, proprio in settori come i giovani e le zone del Mezzogiorno”. Giannini, inoltre, non ha mancato di sottolineare quali potrebbero essere le soluzioni attuabili a favore dei consumatori. “Una maggiore concorrenza nel mercato delle assicurazioni sarebbe auspicabile, e non solo, ovviamente, per i consumatori. Un rafforzamento dimensionale dei gruppi italiani appare opportuno per affrontare le sfide che si profilano, a livello europeo. Nello stesso tempo è auspicabile una crescita numerica delle imprese a vantaggio della concorrenza”. A godere di ottima salute è il settore “vita” delle assicurazioni. Nel 2005, secondo i dati dell’Isvap, la raccolta dei premi vita ha registrato un +12% a 73,5 miliardi di euro, rispetto all’anno precedente, mentre la raccolta dei rami danni ha segnato una crescita più contenuta e pari al 2,5% a 36,3 miliardi di euro. (ASAPS). |
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