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(ASAPS) – Basta con la promozione degli alcolici
durante gli eventi collegati alla Coppa del Mondo. E’ la proposta che alcune
organizzazioni mediche e numerosi associazioni hanno presentato alla FIFA nei
giorni scorsi. In totale sono oltre 260 i gruppi, (a questi si unisce anche
l’AICAT - l’Associazione Italiana dei Club degli Alcolisti in Trattamento) che
si occupano in misura diversa di giovani, salute, sport e religione che hanno
sottoscritto una “risoluzione globale” nella quale si esortano gli
organizzatori della manifestazione calcistica in corso in Germania, a smettere
di minare i valori positivi dello sport legando l’immagine delle competizioni a
quella delle grandi case produttrici di birra. Tra questi ultimi c’è Anheuser-Busch, il più grande birraio del mondo e
produttore della Budweiser (Bud). Il signor “Bud” è infatti uno dei quindici
partner ufficiali dell’edizione 2006 del Campionato del Mondo FIFA ed ha una
grande visibilità sia durante i match sia durante le manifestazioni
collaterali. La famosa birra americana, infatti, sponsorizza il premio “Il
migliore in campo” di ogni singolo incontro, viene venduta durante le partite e
viene “passata” molte volte durante le trasmissioni che ruotano intorno
all’evento. E ora le associazioni si sono unite per dire basta. “E’
giunta l’ora d’interrompere il legame fra il marketing degli alcolici e gli
eventi sportivi di alto profilo”, ha evidenziato in una nota George A. Hacker,
Direttore delle Politiche sull’Alcol del “CSPI” (Centro per la scienza a difesa
dell’interesse pubblico) di Washington, e membro del comitato direttivo della
“Global Alcohol Policy Alliance” (Alleanza globale per la politica dell’alcol).
La “risoluzione” chiede alla FIFA di esaminare il ruolo svolto dal marketing
degli alcolici durante la Coppa del Mondo per verificarne “la coerenza con i
valori dello sport, della salute e della correttezza, rappresentati dalle
competizioni sportive internazionali”. Il 4% delle malattie ed il 3,2% di tutte le morti nel mondo sono da
attribuire all’alcol, e l’alcol è il primo fattore di rischio per la salute nei
Paesi a bassa mortalità ed il terzo nei Paesi industrializzati, secondo quanto
afferma “The World Health Report 2002” (Il Rapporto sulla Salute nel Mondo,
2002). Inoltre la 58a Assemblea Mondiale sulla Salute ha stabilito che il bere
eccessivo è fra le prime cause sottostanti: malattie, lesioni, violenza
domestica contro le donne e i bambini, invalidità, problemi sociali e morti
premature; esso è associato a malattie mentali; ha un forte impatto sul
benessere degli individui, delle famiglie, delle comunità e della società nel
suo insieme, e contribuisce alle disuguaglianze nel campo della salute. Quattro
anni fa un’azione simile era stata attuata durante i Campionati del Mondo
tenutisi in Francia dove venne bloccata la pubblicità della birra perché la
legge francese... “proibisce la pubblicità degli alcolici”. Legge che è stata
confermata dalla Corte di Giustizia dell’Ue, che ha ratificato “la restrizione
sul commercio quale pratica utile alle autorità nazionali per proteggere la
salute pubblica dalla pubblicità che tende invece ad incrementare il consumo di
alcol”. La “risoluzione” rappresenta un
allargamento della campagna in corso ad opera del CSPI, nota come “Campaign for
Alcohol-Free Sports TV”, un lavoro tendente a ridurre, nell’interno degli Stati
Uniti, l’esposizione dei giovani alla pubblicità alcolica attraverso gli sport
trasmessi in TV. Attualmente, il 24% delle università riunite nella “National
Collegiate Athletic Association” si è impegnato a sostenere la fine di tutta la
pubblicità alcolica negli sport dei college radiotele-trasmessi negli Stati
Uniti. Oltre che alla FIFA, la “risoluzione” sarà inviata all’Organizzazione
Mondiale della Sanità, nonché ai ministeri della sanità e dello sport di tutto
il mondo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, sta esaminando, a
livello mondiale, e facendo il punto sull’alcol, in vista di un rapporto da
presentare alla 60° Assemblea Mondiale sulla Salute che si svolgerà a maggio
2007. (ASAPS).
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