(ANSA) -
ROMA - L’Anas e’ sul punto di chiudere i cantieri: da luglio, ha annunciato,
non ci saranno piu’ soldi per gli investimenti. La ’’situazione e’
delicatissima’’, conferma il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro:
nelle casse di Anas e Ferrovie mancano ’’11,6 miliardi’’ da spendere nel 2006.
Ma il ministro dell’Economia ’’se ne sta occupando, lasciamolo lavorare’’. E
rassicura: ’’Aspettiamo da un momento all’altro che arrivino i soldi, perche’
non vogliamo bloccare i cantieri’’. L’allarme dell’Anas arriva dal consiglio di
amministrazione, che sollecita ’’un auspicabile ed urgente provvedimento
normativo che consenta un innalzamento del tetto di spesa’’, ed intanto affida
al presidente Vincenzo Pozzi il mandato di mettere in atto ’’ogni azione
necessaria e propedeutica’’ per la sospensione dei cantieri. Lo stop ai lavori
e’ previsto in tempi brevissimi, ’’gia’ da luglio’’, perche’ se non arrivano
nuove risorse ’’dal prossimo mese non si potra’ piu’ procedere ad ulteriori
pagamenti’’. Il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta, parla di
decisione ’’indecente’’: l’Anas ’’ha usato malissimo i soldi pubblici’’, i
vertici ’’devono andarsene perche’ hanno fallito’’. E Anas replica: ’’La
realta’ e’ che mancano i soldi promessi per opere in pieno svolgimento’’. Il
ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, anche in questo caso non usa
mezzi termini: le risorse per le infrastrutture? ’’Non abbiamo neanche gli
occhi per piangere’’. Di Pietro spiega di aver parlato anche ieri con Anas e Ferrovie,
e di aver ’’fatto presente’’ in Consiglio dei Ministri che ’’siamo di fronte ad
una situazione molto delicata’’. E si rivolge direttamente al ministro
dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa: ’’Tra le priorita’ del Governo quella
dei cantieri deve essere la priorita’ delle priorita’’’. Le risorse possono
essere reperite ’’solo attraverso manovre finanziarie, interventi definitivi e
mirati. Ed e’ di questo - spiega - che il ministro Padoa-Schioppa si sta
occupando’’. Solo per esigenze di cassa nel 2006, ’’perche’ se guardiamo alla
competenza la mancanza di risorse e’ molto piu’ ampia’’’. l’Anas ’’ha bisogno
di 5 miliardi, di cui 1,9 miliardi subito’’. Ma il problema investe anche le
Ferrovie che, aggiunge Di Pietro, hanno bisogno di ’’6,618 miliardi’’, la somma
di ’’2,1 miliardi per la Tav, 3 miliardi per la rete convenzionale, 900 milioni
per il contratto di programma, e 618 milioni per gli interessi Ispa’’. Una
eredita’ del precedente Governo, dice Di Pietro: le grandi opere previste dalla
Legge Obiettivo ’’rappresentano piu’ un elenco di opere pie che un elenco di
opere pubbliche. Per far vedere che stavano facendo tante cose hanno aperto
tanti cantieri. Con le cento lire necessarie per un solo cantiere, ne hanno
aperti 10 con un acconto di 10 lire ciascuno’’. Ed ora che ’’arriva il conto’’,
ed in cassa ci sono ’’10-20 miliardi rispetto a opere per 160-180 miliardi’’,
per il ministro ’’va rivisto’’ il piano per le infrastrutture, e’ necessario
’’individuare priorita’’’ in base alle risorse disponibili. Cosi’ se per la Tav
Torino-Lione ci sono fondi europei, ’’e sarebbe un errore buttarli via’’, non
ci sono abbastanza fondi per fare ’’strade, autostrade e ferrovie’’ necessarie
perche’ realizzare il ponte sullo stretto di Messina non significhi costruire ’’una
cattedrale nel deserto’’.(ANSA). |