IL GAZZETTINO (Belluno) Comunicare ciò che avviene per confrontarsi su cosa è meglio fare di fronte alle aggressività dei giovani. E’ l’obiettivo che si pone un convegno, in programma martedì a Sedico, a Palazzo dei servizi, che concluderà l’esperienza del progetto di promozione della legalità e della sicurezza "Comunità vigile" che era stato promosso qualche mese fa dalla comunità montana Valbelluna. SEDICO Martedì al Palazzo dei servizi il convegno che concluderà l’esperienza del progetto di promozione della legalità Bullismo e alcol, piaghe giovanili Saranno resi noti anche i risultati dell’importante lavoro in rete condotto nell’ultimo anno I lavori inizieranno alle 20,30 appunto con il saluto del presidente comunitario Edi Fontana e proseguiranno con gli interventi di Ivan Dalla Marta, presidente di Dolomitibus, Ezio Lise, assessore provinciale alle politiche giovanili, Alessio Riccardi, presidente della consulta giovanile, Irma De Bona, rappresentante dei genitori, Silvia Cason, del centro servizi amministrativi della scuola. Le conclusioni saranno affidate a don Gigetto De Bortoli, presidente del Ceis. «Il progetto Comunità vigile - spiegano i promotori - ha dato avvio ad un importante lavoro in rete. Al centro dell’attenzione, i giovani, la legalità, la sicurezza. In questo ultimo anno molto si è parlato e si è sentito parlare di bullismo, di giovani che fra loro commettono prepotenze, a volte dai risvolti inaspettatamente crudeli, soprattutto per gli aspetti psicologici. Si è letto molto anche sulla stampa locale di uso ed abuso di alcol in giovanissima età, con le annesse conseguenze negative. Questo convegno, in coerenza con il lavoro di rete già avviato non solo con Comunità vigile ma anche in altri tavoli di lavoro, ha l’utilità di comunicare ciò che avviene per confrontarsi su cosa è meglio fare di fronte alle aggressività dei giovani. Si vuole porre l’attenzione su quali strategìe proporre perchè i giovani impieghino emergìa e vitalità in azioni positive, solidali e responsabili. In occasione di questo convegno, verrà anche distribuito il "report" prodotto, contenente anche la ricerca sull’efficacia del progetto svolto». Il progetto Comunità vigile è costato alla comunità montana Valbelluna circa centomila euro ed ha coinvolto scuole ed associazioni dei sei comuni di Sedico, Sospirolo, Limana, Trichiana, Mel e Lentiai. Da un punto di vista tecnico, il progetto è stato condotto dal Ceis, il centro italiano di solidarietà. Anche l’anno scorso il progetto aveva avuto notevole successo tanto che, appunto, l’ente comunitario ha ritenuto necessario riproporlo per dare continuità ai risultati raggiunti allora. A Sospirolo, intanto, l’altra sera, si è tenuto un concerto con tre gruppi musicali giovanili, momento, promosso dalla conferenza dei sindaci, che ha dato il via a una nuova iniziativa per promuovere la socializzazione tra i giovani LA SICILIA O bevo o guido “O bevo o guido”. È stato questo il leit motiv che ha animato la serata di venerdì scorso - tenutasi all’Europark Roccella alla presenza di tantissimi giovani - dove è stato organizzato il primo piscina party di beneficenza in favore della sicurezza stradale intitolato «Party in sicurezza», promosso dal Rotaract Club di Caltanissetta, presieduto da Oscar Aiello, e organizzato insieme ai Rotaract di Agrigento, Canicattì e Mussomeli con la collaborazione della Croce Rossa, del Segretariato italiano studenti medicina, degli «Amici del Centro trasfusionale» di Caltanissetta e del «Leo Club» di Canicattì. Scopo della serata era quello di sensibilizzare i giovani ad una guida più responsabile e corretta attraverso il divertimento. Musica, tuffi in piscina, balli di gruppo e soprattutto senso di responsabilità, sono stati gli ingredienti che hanno caratterizzato l’evento. Infatti, tutti i partecipanti hanno compreso il senso dell’iniziativa, a partire proprio dalle consumazioni servite al bar dell’Europark che sono state rigorosamente analcoliche: questo per rafforzare il concetto che la guida sotto l’effetto dell’alcol risulta essere tra i maggiori fattori in grado di provocare incidenti stradali gravi. Le cosiddette «stragi del sabato sera», per intenderci, le cui vittime dei fumi dell’alcol molto spesso sono ragazzi di tutte le età che, incoscientemente, si piazzano al volante in condizioni psico-fisiche non certamente ottimali, mettendo così in pericolo la propria vita e quella degli altri viaggiatori. «C’è tanto da fare, da conoscere, da vedere e da divertirsi nella vita, e questa non può essere lasciata per sempre su un tratto di asfalto soltanto per un bicchiere di troppo o per un sorpasso azzardato», dice Oscar Aiello, presidente del Rotaract Club di Caltanissetta. Alla serata era presente pure Pietro Benenati, coordinatore regionale dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada, che ai ragazzi del Rotaract ha fornito gadget, adesivi e alcune brochure sul tema della sicurezza stradale, che sono stati distribuiti ai presenti. «Il nostro club - aggiunge Aiello - intende farsi promotore anche in seguito del concetto sulla sicurezza stradale, in modo da far crescere tra la gente, e in particolare tra i nostri coetanei, la consapevolezza che la vita è davvero unica, che non vale la pena di lasciarla in balia della fretta e della pigrizia che non portano ad usare le cinture e il casco. Un ringraziamento particolare - conclude - va fatto a Sandro Marcenò, comproprietario dell’Europark Roccella che ha donato gli utili della serata in beneficenza, e inoltre a Carlo Pecoraro e a Nicolò Piave della Croce Rossa di Caltanissetta, a Filippo Narese dell’associazione “Amici del Centro Trasfusionale”, a Lilly Colaianni del “Sism” e a Rino Lo Vullo del “Leo Club” di Canicattì, per il loro sostegno alla nostra iniziativa». Valerio Martines CORRIERE ADRIATICO Campagna per l’educazione alla sicurezza Mille birre analcoliche ANCONA - Combattere la cultura dello sballo senza demonizzare i riti delle tribu giovanili, la discoteca, il ballo, la bevuta. Anzi, sfruttare proprio la movida e i maxi-raduni per sensibilizzare i giovani sui rischi del dopodiscoteca, abituarli a bere anche bevande analcoliche. E’ l’obiettivo delle due feste (il 17 scorso alla Mole, l’altro ieri al Passetto) organizzate dall’Associazione italiana familiari e vittime della strada in collaborazione con E20 Divertenti. L’idea era venuta due anni fa ad Alessandro Sartarelli, dell’Aifvs: “Queste feste - spiegava Sartarelli presentando il doppio appuntamento - sono un modo per valorizzare le strutture architettoniche della riviera agendo nel contempo sul versante delle sicurezza stradale che coinvolge direttamente i giovani. E non solo. Infatti molte degli incidenti sono causati da persone sopra i cinquantenni. Da quando è stata introdotta la patente a punti, le vittime di incidenti sono scese da 9000 a 7000 all’anno”. Durante le due serate anconetane sono stati distribuiti dei dépliant informativi e 1.200 etilometri usa e getta, utilissimi per chi vuole mettersi al volante senza rischi dopo una serata di svago: basta soffiarci dentro per verificare se il tasso di alcolemia sia superiore al limite legale dello 0,5%, e del materiale informativo. E un aiuto a restare nei limiti di legge è arrivato anche dallo sponsor Drive Beer, produttore della birra analcolica, che ha offerto mille consumazioni gratuita per invitare gli ospiti a bere ma con l’idea di rimanere sobri e divertirsi ugualmente, senza oltrepassare il limite. La serata di ieri ha fruttato 5.400 euro da devolvere alle iniziative dell’Aifvs. Soldi destinati a prevenire le stragi del sabato sera IL MESSAGGERO (Marche) Civitanova/ La Confesercenti contrarissima ad una iniziativa «che penalizza la città e i suoi operatori turistici» «I pullman gratuiti ci danneggiano» Le discoteche sparano a zero contro la novità del bus per Porto Potenza di LORENA CELLINI CIVITANOVA «Sono senza parole. Non riesco a capire che senso ha questa iniziativa, se non quello di penalizzare la città e i nostri operatori turistici». Andrea Spitilli, responsabile provinciale della Confesercenti, letta la notizia dell’Atac che metterà a disposizione pullman gratuiti per trasportare gente al Babaloo di Porto Potenza, ha tastato il polso ai titolari delle discoteche all’aperto sul litorale di Civitanova e raccolto solo critiche. «Sono tutti perplessi. Altro che strade sicure! A cosa è finalizzato chiede questo pullman se non a portare via gente da Civitanova. (*) Ci spieghino poi dove sta la strategia commerciale e turistica». La domanda corre un po’ lungo tutto il litorale, dove l’idea dell’Atac non trova molti fans. Perché, prima, con il catamarano si sono portati turisti a villeggiare sulla sponda croata; adesso, con il pullman vengono trasportati ragazzi e ragazze nei locali notturni dei comuni vicini. «Ad ogni estate rileva sconsolato Spitilli ricomincia la solita caccia all’uomo, che consiste nel fare di tutto, da parte della politica, per allontanare gente da Civitanova: qualche anno fa è stato così con la storia dei parcheggi a pagamento, che ha affossato la “movida” notturna, e adesso ci risiamo. Nel frattempo, gli operatori locali non sono nemmeno messi in condizione di fare concorrenza agli altri perché, secondo le disposizioni del Piano di zonizzazione acustica, chi fa musica all’aperto deve spegnere gli amplificatori a mezzanotte nei giorni infrasettimanali e all’una nel fine settimana». La sua, sconsolata, conclusione è che «pare ci sia una gara a chi è più bravo a penalizzare la città: basta pensare che quest’anno il Festival latino americano verrà organizzato in periferia, nella zona commerciale, accanto all’Iper; significherà svuotare il centro e il lungomare». Il progetto dell’Atac denominato “Strade sicure” e pensato per evitare che, all’uscita dalla discoteca, i ragazzi si mettano al volante ubriachi o storditi, rischiando incidenti stradali consiste nell’organizzare due corse in pullman ogni settimana (il mercoledì e il sabato, partenza a mezzanotte e mezza da piazza XX Settembre e rientro alle 4 del mattino) dirette verso il Babaloo di Porto Potenza, tutto a spese dell’azienda di trasporto cittadina. Il servizio sarà operativo dal primo luglio e resterà in funzione per tutto il mese di agosto. (*) Nota: tutto questo tirare per le maniche i fruitori del divertimento notturno mi pare poco dignitoso, soprattutto se contrapposto ad una iniziativa che ha come scopo la sicurezza stradale. È importante che nel programmare le attività di prevenzione vengano coinvolte tutte le parti in causa. Anche per iniziative specifiche. LA PROVINCIA DI CREMONA Rivolta. Parco della preistoria Una festa insieme per dire di no all’abuso dell’alcol RIVOLTA — Una giornata all’aria aperta, tra giochi, balli ed iniziative varie, per stare insieme nel nome di un percorso comune, quello fatto nel Servizio di Riabilitazione Alcologica dell’ospedale Santa Marta. Questo ha voluto essere nelle intenzioni degli organizzatori la diciottesima edizione della ‘Festa Analcolica’, tenutasi domenica 18 giugno al parco della preistoria di Rivolta su iniziativa dell’Alcologia stessa e dell’associazione di volontariato ‘L’Approdo’. Quattrocento circa i partecipanti, ai quali si sono aggiunti, nell’arco della giornata, numerosi visitatori del parco incuriositi dalle varie attività proposte. Il programma della ‘Festa Analcolica’ si è aperto alle 10, con la celebrazione di una messa da parte del parroco di Rivolta don Alberto Pianazza. Tra le tante iniziative che l’hanno animata figurano i giochi la musica dal vivo, l’esibizione di due maestri di danza latino-americana, il laboratorio di pittura del viso e quello per la costruzione degli aquiloni, tenuto da un ragazzo esperto in materia che ha seguito il percorso di recupero all’Alcologia di Rivolta LA GAZZETTA DI PARMA Un calcio alla droga Un calcio alla droga « Airone » , festa per Gigliola e gli altri che hanno detto basta Adriana e Gigliola sono riuscite a sconfiggere la loro dipendenza dall’alcol. Insieme a loro, altri tre ospiti della comunità « Airone » , gestita dalla cooperativa « L’Orizzonte » , ieri pomeriggio hanno festeggiato il loro ritorno alla normalità. Nel nuovo centro di Vicofertile, per ricordare la giornata mondiale contro l’uso ed il traffico di droga, è stata organizzata una festa per coloro che sono usciti dal tunnel delle dipendenze. LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Bari) Oggi dalle 18 a Bari. Anche un dibattito «No droghe, no alcol» dj al Parco 2 Giugno La musica che si balla in discoteca riproposta in un parco nel cuore di Bari. Un metodo già sperimentato per un fine nobile: far toccare con mano alla gente quanto la musica da ballo dei locali non ha niente di strano, niente di traviante, niente di abbrutente. Solo musica, solo movimento del corpo che comunica gioia di vivere, solo un modo come un altro per stare insieme, per socializzare, per condividere qualche ora serena. È questo il senso di «No droghe, No Alcol», un’iniziativa della VI Circoscrizione Carrassi-San Pasquale del Comune di Bari, che avrà luogo oggi in Largo 2 Giugno e che vede impegnati fra gli altri, l’associazione «Ciao Vinny» ? da anni impegnata nella sensibilizzazione contro gli eccessi e intitolata a Vinny Moretti, venuto a mancare in un incidente all’uscita da un locale barese ? il Sindacato Italiano Locali da Ballo, ed altri nomi legati al mondo della musica e della notte come il Jubilee Beach e Radionorba. Il momento musicale si inserisce in una manifestazione più lunga che si chiama «Il Parco in Festa». Alle 18 di oggi, s’inizia con un dibattito a cui parteciperanno Carlo Chicco, dj e speaker di Controradio, l’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune Pasquale Martino, Leo Palmisano, consigliere circoscrizionale (sociologo), Carlo Paolini, presidente della commissione Servizi Sociali. Dalle 20.30 la musica dei dj Ciccio Db, Tomy P, Marco Iacobone, Cezo, Fra Toni, special guest Max Tanzella, voce Alex G, dal vivo la percussionista Liviana Ferri, animazione con Alessandra, Ramona, Gabriella e Vincent. «Per quanto riguarda l’aspetto musicale dell’evento ? ci dice il dj Pasquale 33 ? abbiamo voluto mettere insieme dj esperti come Max Tanzella e Ciccio Db a giovani emergenti baresi. Vogliamo che loro portino amici e parenti a vedere cos’è la musica di una discoteca, quale atmosfera naturale si può creare con la musica, per far si che alcune idee sui locali da ballo possano cambiare. Oltre ai dj ci saranno personaggi come Liviana Ferri che fa la musicista ma che partecipa ad alcuni party nelle disco. Durante la serata ci saranno anche quattro fra animatori ed animatrici proprio come succede nei club». Dopo tanti anni di sensibilizzazione oggi servono ancora queste iniziative? «A mio avviso sì. Molta gente non sa ancora quello che accade dietro la porta di un locale da ballo pubblico. Ognuno si fa una sua idea più o meno esatta, fantastica, crede che nelle cosiddette discoteche ci siano chissà quali personaggi che invitano a trasgredire in chissà quale maniera. Niente di tutto questo. Una grande festa in un parco di domenica può servire a far si che molti guardino in faccia deejay ed animatori per capire che è gente comune». Ma nei locali oggi ci sono ancora problemi di eccessi oltre il consentito? «Questo vogliamo dimostrare. Che si tratta di un mondo normale, senza buchi neri. Ci si può divertire anche senza eccedere nell’alcol. Nei locali pugliesi questo succede da anni: i luoghi in cui facciamo musica sono pieni di ragazzi e di adulti che durante la settimana vanno a lavorare e conducono vite normalissime». lu. pal BRESCIA OGGI Dibattito nella sezione del nuovo Psi Perini: «Va fermata la droga tra i giovani» Prevenzione, campagna informativa e controlli nei locali MANERBIO. L’elevato consumo di droghe sempre più avanzato in età adolescenziale sta minando ogni giorno di più la salute psicofisica di molti giovani. Prevenzione, campagna informativa sui danni che provoca l’assunzione di droghe, quale strada percorrere per parlare con gli adolescenti? Sono alcuni dei punti interrogativi che sono stati toccati nel convegno tenutosi a Manerbio nella sezione locale del Nuovo Psi. Un problema quello legato all’uso di stupefacenti che sta interessando da vicino la sfera degli adolescenti e che purtroppo rischia di essere sempre attuale nella società di oggi. «Siamo preoccupati davanti a un fenomeno quello della droga, che negli ultimi tempi sta dilagando a dismisura fra i giovani - spiega Francesco Alghisi coordinatore di zona dei socialisti - riteniamo opportuno imboccare una strada che ci permetta di capire i giovani, cercando di parlare con loro, magari anche per strada, la dove è più facile incontrare l’occasione o la tentazione di cadere nell’errore». Una situazione che sta dilagando anche nei piccoli paesi dove oltre al consumo di droghe i giovani abusano di bevande alcoliche. Un passaggio che l’esponente provinciale dei socialisti Antonio Perini ha voluto rimarcare: «Purtoppo alle droghe si deve aggiungere spesso e volentieri un abuso di bevane alcoliche, che va così formando un cocktail devastante per la salute dei nostri giovani». Se è notevole il rischio che tale fenomeno va portando, immediate devono essere le forme di prevenzione. «Dobbiamo portare i giovani a conoscere, attraverso una campagna informativa, gli effetti devastanti che l’assunzione di droghe ed abuso di alcolici vanno apportando - spiega nel suo intervento Perini - a livello psicofisico della persona». Ma dalle domande dei presenti al convegno emerge anche il problema dei controlli su alcuni tipi di locali, dove l’alcol e le droghe trovano facile dimora. «È una problematica che non va sottovalutata - sottolinea Alghisi - anche se è giusto ricordare che le forze dell’ordine si adoperano molto in tal senso, con controlli mirati». Sulla tempestività e la costante presenza di controlli da parte delle forze dell’ordine si è concluso il convegno. Un intervento di Perini ha voluto sottolineare quanto a volte sia impari la lotta condotta dalle forze dell’ordine a tale fenomeno. «Purtroppo le forze di polizia - conclude Perini - a causa di mancanza di militari e dei tanti fenomeni che vanno minando la sicurezza dei cittadini non possono essere dovunque. Un problema che necessità di interventi immediati». Un incontro che ha voluto analizzare più da vicino un problema legato al mondo dei giovani ma cercando soprattutto di capire quale sia la strategia migliore per intervenire e prevenire un fenomeno che rischia di dilagare a dismisura. Diego Barufficome TREND ONLINE Salute: il 26 giugno Giornata Mondiale contro la droga Lunedì 26 giugno ricorre la giornata di "guerra alla droga", ma guerra implica repressione, morte, solitudine. La LILA chiede che si abbandonino le politiche punitive dell’attuale governo e che si apra gli occhi sulla realtà italiana e mondiale. In Italia la politica repressiva del Governo Berlusconi ha creato solo marginalità, aumento delle carcerazioni e del sommerso, esponendo migliaia di consumatori al rischio di contagiarsi con i virus dell’HIV/HCV/HBV. Il nostro Paese è oggi all’ultimo posto nella prevenzione ed è in contrasto con la politica europea che, con il documento Catania approvato dal Parlamento europeo, raccomanda il rafforzamento dei servizi a bassa soglia e l’incremento dei progetti di riduzione del danno. La LILA chiede quindi al nuovo Governo, ed in particolare ai ministri Turco e Ferrero, di munirsi non di manette e nuove comunità-carceri ma di una politica sociale, di abbandonare la privatizzazione del servizio sanitario e il taglio di contributi, di potenziare i servizi territoriali pubblici e le associazioni di settore. L’associazione chiede di rispettare quanto ha espresso, nel 1993, la volontà popolare italiana con il referendum e di considerare quanto emerso da ben tre Conferenze governative sulle droghe, oltre che a convocare rapidamente una nuova Conferenza governativa in risposta a quella di Palermo del dicembre scorso. La LILA propone quindi di: Realizzare campagne efficaci di riduzione del danno sull’ecstasy e le altre sostanze di sintesi, in modo che nei luoghi di consumo possa essere reperibile un’informazione credibile realizzata attraverso operatori di strada, e alla pari all’interno delle discoteche, così come accade in Austria e in Svizzera. Rendere possibile l’analisi rapida delle sostanze in laboratori mobili per informare della composizione delle stesse a chi fa uso delle pastiglie acquistate al mercato illegale. Procedere alla depenalizzazione della cannabis, inserendola nella stessa classe di sostanze di alcool e sigarette e contrastandone l’abuso. Dimettere dalle carceri tutti i detenuti con problemi legati all’uso delle sostanze e in HIV, riconoscendo trattamenti alternativi sul territorio. Equiparare il trattamento in - carcere e all’esterno, dagli strumenti di profilassi e prevenzione ai trattamenti farmacologici, psicologici e sociali IL MESSAGGERO E il “sert” finisce in un container Sant’Eugenio: per i medici quattro baracche di lamiera nel parcheggio di BEATRICE PICCHI Il sert? In fondo al parcheggio, quattro container arroventati, dove sei medici accolgono ogni giorno anche duecento persone, tra le file di macchine dell’ospedale Sant’Eugenio. Tutto sta a crederci, e loro ci credono visto che continuano a lavorare in locali due metri per tre, con una scrivania in sei, senza computer, con una sedia di legno per sala d’aspetto, e quando c’è una stanza un po’ più grande si prende un separé, si cuce una metrata di stoffa e si divide la camera, e magari si scrivono pure cartelli per aiutare i pazienti: ”pericolo, attenti alle macchine quando uscite”. Sì, perché il sert del dodicesimo municipio si trova all’interno del parcheggio del Sant’Eugenio: quattro container che fino a pochi anni fa erano stati gli spogliatoi degli operai che lavoravano per l’ospedale sono diventati gli ambulatori del sert. I paletti in ferro sono stati sistemati davanti alle porticine dei container solo dopo l’ultimo incidente: un furgone è andato a sbattere contro il container più esterno, mentre la psicologa stava facendo un colloquio con un paziente. Roba da denuncia. «E invece si va avanti, perché se non ci siamo noi... Il fatto è che la tossicodipendenza, l’alcolismo, l’abbandono scolastico, tutte le situazioni più o meno gravi di disagio non interessano granché a nessuno, rappresentano servizi in passivo», racconta una psicologa, chiara, come solo questi medici, che tutti i giorni si sporcano le mani con giovani e vecchi, soli e confusi, sanno esserlo. A Roma ci sono diciannove sert, uno per ogni municipio, oltre dodicimila pazienti ogni anno, dai quattrocento ai seicento utenti ogni giorno per una dose di metadone, per cominciare il percorso insieme agli assistenti sociali, magari anche solo per essere ascoltati da qualcuno. Secondo l’ultima indagine dell’Agenzia comunale per le tossicodipendenze «in tutte le strutture manca almeno il trenta per cento del personale e la metà delle strutture si trova in condizioni disastrose». L’assessore regionale alla sanità, Augusto Battaglia, ha assicurato che entro luglio verrà fatto un monitoraggio per conoscere personale e risorse. «C’è un momento in cui decidono di non farsi più, e tu devi aspettare quel momento per aiutarli sul serio. Perché non ci sarà mai nessuno che convincerà un tossicodipendente a cambiare vita, se non è lui a deciderlo per primo». Lo conosce bene quel momento questo dottore grande e ostinato che lavora in uno dei sert storici della città, quello di piazza San Giovanni in Laterano. Lui e tutti i medici dei servizi territoriali per le tossicodipendenze quanti ragazzi si sono visti passare davanti, quante bugie raccontare, ragazzi disperati e soli e sempre più normali, «sì normali, che vivono in famiglie normali, con la mamma e il papà che lavorano, una sorella, le vacanze con gli amici, la vita che fanno tutti gli altri insomma, ma a volte succede che quel ragazzo che non ha mai protestato, che non è mai apparso scontento, insoddisfatto, creda in un altro tipo di libertà, e invece di scappare dalla famiglia, dalla normalità, riesce solo a scappare da se stesso». Come quella ragazzina che, prima di andare a iscriversi all’università è andata dai medici del sert a Montesacro, spaventata, chiedendo ma si accorgeranno che sono una drogata? mi allontaneranno? mi denunceranno... o come quell’altro studente che l’altra mattina è passato per sapere come avrebbe dovuto affrontare l’esame di maturità. E quando la fuga finisce in un sert la richiesta d’aiuto è chiara e forte. A raccoglierla ci sono gli psicologi, i medici, gli assistenti sociali, gli infermieri che lavorano nei sert pieni di buona volontà e di coraggio, pazienti e ostinati, sempre. La sede di via Vaiano, alla Magliana, è chiusa da mercoledì: trasferita a chilometri di distanza, in via dell’Imbrecciato. Sul portoncino di legno un cartello stampato al computer. Una vittoria per i residenti. «Ma se i sert non fossero considerati inutili, se insomma ci investissero risorse e progetti, non ci sarebbe malessere intorno alle strutture. Perché se i tossicodipendenti li accogli in stanze adeguate non rimangono in mezzo alla strada, per ore». Nella sede di via dei Frentani, dietro Castro Pretorio, le dottoresse si sono dovute inventare una separazione tra l’inesistente sala d’aspetto (una panchina di ferro in mezzo al corridoio) e le stanze per i colloqui: un separé e tanti cartelli scritti con pennarelli colorati, un colore per ogni psicologo. Giusto per arginare la fila che ogni mattina si forma nel sert. E quando la struttura è organizzata, con spazi adeguati e tutto in regola, rimane irraggiungibile: la sede sull’Appia Antica, raccontano alcuni medici, «è come tutti i sert dovrebbero essere, peccato che sia isolata: dall’ultima fermata dell’autobus devi percorrere più di un chilometro e mezzo a piedi». IL GAZZETTINO (Treviso) Controlli anche a quindici esercizi pubblici, in via Venier uno era aperto ben oltre l’orario consentito Multa al locale troppo notturno Una ragazza fermata: «Ho bevuto solo una birra, non torno a piedi perchè sono in minigonna Sono passate le due di notte quando, lasciando i controlli sulla velocità, una pattuglia delle tre impegnate a S. Antonino torna in città per le verifiche dell’orario di chiusura dei locali notturni. Quindici in tutto i pub controllati, in Fonderia (teatro di gesti ripetuti di vandali giusto tre settimane fa), nel centro storico, a S. Angelo e in via Venier. Proprio qui l’unico trasgressore: l’Enfant Prodige, che alle 2.35 aveva ancora al suo interno più di trenta clienti. Inevitabile la sanzione, che prevede trecento euro per il mancato sgombero dei locali ed altri trecento per la mancata chiusura. Una contestazione inevitabile, che riporta alla cronaca il problema degli orari di chiusura dei locali notturni: l’Enfant, comunque, non è certo protagonista di episodi di intolleranza verso i rumori e le musiche nella notte, dato che è isolato tra una scuola materna e un negozio. Comunque 600 euro di sanzione pesano, e non sono i primi elevati nei confronti di pub cittadini per lo stesso motivo. Sulla strada, invece, le proteste fioccano dopo le multe per eccesso di velocità. Sono 143 euro e 2 punti in meno, per una violazione comunque non indifferente al codice della strada. "Proprio nel giorno del mio compleanno, che bel regalo", ma il contravvenuto di turno non se la prende più di tanto. Come i due amici fermati e sottoposti all’etilometro: entrambi oltre il limite, ritiro immediato della patente per il conducente. "E ’desso come torno casa, con un musso?". Ma poi più ragionevolmente vengono a prenderli i genitori. Poco dopo la stessa sorte capita ad una giovane bionda, anche lei di Casier, sola. E anche lei non si fida ad andare a casa da sola, dovendo lasciare là l’auto dato che ha un tasso alcolico nel sangue quasi doppio rispetto al consentito. "Ho bevuto solo una birra... ma anche se abito qua vicino, a casa a piedi non ci torno: sono in minigonna". Viene soccorsa dal fidanzato, che arriva trafelato in bicicletta. "Ho bevuto solo una birra", gli ripete... Ma quand’è stata fermata, correva quasi a zig zag nella sua corsia. Altri la prendono meno in ridere, anzi. Le proteste sono accese soprattutto nelle ore più tarde. C’è chi, a quei 143 euro di multa, non si rassegna. "E’ questa la prevenzione che fate? E’ questa la città di Gentilini?", dice un padovano al commissario Zanchetta, che però risponde con la solita ferma cortesia, così come i suoi colleghi, veloci e professionali: "Gentilini o altri, non fa differenza: lei ha violato il codice della strada, e non di poco". Altri invece non si rendono conto di quanto correvano o di quant’è pericoloso sorpassare con linea di mezzeria continua. Si siedono sul guard-rail a bordo strada, aspettando il loro turno per firmare il verbale, intanto fumando una sigaretta e scherzando: forse per loro andare a 90 o a 50 è lo stesso. E non sono tutti giovanissimi, anzi. Ma quello che infastidisce di più è un veneziano, probabilmente al ritorno a casa: "Bel lavoro che fate, complimenti, è facile lavorare così": le sue sono battute insistenti, e si rifiuta di firmare la contravvenzione. Gli agenti non gli danno facile corda e continuano a verbalizzare. Per loro il pattuglione notturno è il secondo turno della giornata: non un lavoro poi così facile L’ARENA Una targa in ricordo dell’appuntato De Vita L’appuntato scelto dei carabinieri Ciro De Vita sarà ricordato a San Michele Extra con una targa alla memoria che sarà posta sulla facciata del palazzo dell’ex Municipio di piazza del Popolo. Lo ha voluto il consiglio della settima circoscrizione che a larga maggioranza ha deciso che sarà una targa alla memoria a ricordare il carabiniere scomparso tragicamente mentre controllava un’auto a Sommacampagna nella notte tra il 29 e 30 aprile di quest’anno. Qualche problema burocratico, alcune perplessità e la mancanza di disponibilità di nuove strade hanno indotto il parlamentino della settima a optare per una targa ricordo anziché la titolazione di una via, oppure di un parco giochi come era stato ventilato. Del resto la soluzione di intitolare il costruendo Parco giochi di via Confortini non aveva convinto nessuno e per molti sembrava inopportuna. Anche la dedica di una strada avrebbe creato alcuni problemi burocratici e quindi il parlamentino della settima ha deciso che sarà una targa, posta sul muro esterno dell’ex Municipio a fianco dei caduti nelle varie guerre di San Michele, a ricordare l’appuntato scelto dei carabinieri. La targa alla memoria per Ciro De Vita, che abitava da vent’anni con la moglie e i suoi due figli nel quartiere, è il giusto riconoscimento per una persona molto discreta, stimata e ben voluta da tutti. " Un uomo stimato e benvoluto - dice il presidente della settima circoscrizione Riccardo Delfanti - che ha perso la vita tragicamente mentre stava compiendo il proprio dovere. Con la posa di una targa alla memoria crediamo di interpretare il pensiero di tutti i cittadini di San Michele che hanno avuto modo di conoscerlo. Un gesto di stima e di affetto nei confronti di una persona conosciuta ed apprezzata nel quartiere per le sue doti umane e per il senso del dovere. La sua morte è stata una disgrazia terribile che ha toccato i sentimenti dei cittadini ed è per questo che abbiamo ritenuto giusto e significativo dedicare una targa alla sua memoria sull’edificio più importante del quartiere." (l.p.) LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Decalogo contro la disidratazione ROMA Caldo e afa stanno già «asfissiando» varie città italiane e toccheranno nei prossimi giorni, dice il ministero della salute, livelli di guardia ed i più a rischio sono, come sempre, anziani e bambini. Per difendersi dalle ondate di calore, ricordano gli esperti, sono fondamentali una giusta alimentazione e, soprattutto, avere sempre accanto una bottiglia di acqua, poiché il rischio disidratazione rappresenta uno dei maggiori pericoli. Gli anziani, ha affermato il presidente della Società italiana di geriatria Roberto Bernabei, «dovrebbero bere almeno 2 litri di acqua al giorno e fare moltissima attenzione ai primi segni della disidratazione, una condizione che a volte può presentarsi anche in maniera subdola e difficilmente riconoscibile: avete ad esempio difficoltà di concentrazione, vi gira la testa, perdete l’equilibrio o avvertite dei sintomi "strani"? Se siete anziani e fa molto caldo questi potrebbero anche essere i segni di una disidratazione in atto - afferma l’esperto - ed è dunque bene rivolgersi subito al medico». Un pericolo frequente, ha aggiunto Bernabei, «visto che gli anziani hanno un diminuito senso della sete e, dunque, tendono a bere molto poco anche in presenza di alte temperature». Altra categoria a rischio sono i bambini: «I consigli sono sempre gli stessi - ha sottolineato il presidente della Società italiana di pediatria (Sip) Pasquale di Pietro - ma in questi giorni è importante che vengano ricordati: fondamentale è innanzitutto tenerli scoperti o con vestiti molto leggeri; non farli mangiare troppo, no ai cibi calorici e grassi e spazio alla frutta e alle verdure. Anche per i bimbi i liquidi sono molto importanti: vanno bene anche i gelati - ha sottolineato il presidente dei pediatri - ma è importante essere sicuri della qualità del prodotto contro le facili infezioni, frequenti in questo periodo». Ma la lista dei consigli è ancora lunga: evitare di uscire nelle ore più calde, arieggiare la casa il più possibile nelle ore fresche, evitare correnti d’aria e sbalzi di temperatura, prediligere abiti in fibre naturali come lino e cotone, bagnarsi spesso. Un consiglio particolare, poi, viene da Mario Falconi, segretario della federazione dei medici di famiglia che suggerisce ai malati cronici di consultare il proprio medico per riorganizzare alcune cure, poiché è possibile che alcune terapie come quelle antiipertensive, con il caldo, vadano «ritarate». Ma il caldo si combatte anche a tavola; per gli esperti vanno bene pane, pasta, riso, ma anche verdure, lattuga, cipolla, radicchio, aglio e poi formaggi freschi, uova bollite, latte fresco e frutta come pesche e nettarine, che aiutano a rilassare l’organismo e a facilitare il riposo notturno. Evitare alcolici, bevande ghiacciate e gasate L’ARENA Allarme degli industriali del vino «Poche risorse nel piano rurale» È doppio il «no» del mondo delle imprese venete alle linee di intervento previste dal piano di sviluppo rurale della Regione per il periodo 2007-2013. Il presidente del raggruppamento agroalimentare di Confindustria veneto, Giorgio Pasqua di Bisceglie, ha, infatti, preso decisa posizione contro l’impostazione del Psr, così come ha fatto recentemente in un’assemblea a Rovigo anche il presidente di Confagricoltura Veneto Guidalberto di Canossa. Il giudizio negativo degli industriali parte dalla previsione nel Psr di una riduzione di cento milioni di euro della dotazione finanziaria. «Che, a questo punto», ricorda Pasqua di Bisceglie «si riduce a soli 690 milioni di euro da investire in ben sette anni». (*) Il presidente del raggruppamento confindustriale aveva sottolineato le preoccupazioni sue e del mondo imprenditoriale del settore alimentare già a suo tempo, presentando le osservazioni al progetto del Psr e richiedendo in particolare due cose: l’aumento della dotazione finanziaria, per riportarla almeno in linea con quella del precedente piano , e il ritocco dei massimali per progetto. «Siamo ben consapevoli», rileva Pasqua di Bisceglie «dell’importanza di investire in progetti mirati per lo sviluppo futuro della nostra agricoltura. Le fonti di finanziamento vanno eventualmente distolte da attività di puro sostegno di mercati obsoleti e indirizzate verso la valorizzazione, comunicazione e vendita dei prodotti richiesti dal mercato. In questo caso si avrebbe maggior beneficio per l’intera economia, oltre che per i produttori interessati, e si potrebbe arrivare alla concretizzazione di utili progetti di energia da fonti rinnovabili». (*) Nota: sarebbe interessante conoscere a quanto ammontano gli investimenti della regione per la prevenzione dei danni alcol correlati. ITALIA OGGI Finanziamenti all’estirpazione dei vigneti, distillazione messa al bando e una stretta sullo zuccheraggio dei vini FINANZA E MERCATI Finisce l’era degli aiuti Ue per il vino. Forse LA STAMPA STOCCARDA. Sono 113 i tifosi inglesi fermati nella notte a Stoccarda per stato d’ebbrezza e comporta... Un aiuto alle famiglie degli alcolisti In riferimento all’articolo dal vostro quotidi... Denunciati 5 automobilisti positivi all’etilometro IL SECOLO XIX «Proibire non risolve i problemi» |
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