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Rassegna stampa Alcol e guida del 29 giugno 2006

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

VIRGILIO NOTIZIE

BOLOGNA/ COFFERATI: NESSUNA RETROMARCIA SU ORDINANZA ANTI-ALCOOL

"Problema non sono gelaterie o pizze, ma alcool e vetro"

Bologna, (Apcom) - "Non c’è nessuna retromarcia da parte del Comune" sull’ordinanza anti-alcool, che farà chiudere alle 21 fino al 30 settembre alimentari e take-away della zona universitaria e di via Del Pratello: "il provvedimento verrà varato nei tempi tecnici necessari, tra 4 o 5 giorni". Lo ha detto il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, incontrando i cronisti a Palazzo D’Accursio. "Il problema riguarda l’alcool e il vetro - ha aggiunto Cofferati - le pizze d’asporto e le gelaterie non c’entrano: bisogna ridurre la vendita di alcool in certe zone della città e in alcune ore del giorno". "Se gli interessati rinunceranno a vendere alcolici il Comune è disponibile a discutere sugli orari - ha concluso il sindaco - altrimenti faremo ciò che abbiamo annunciato".


 

IL GAZZETTINO (PADOVA)

Gentile Direttore, abbiamo letto ...

Gentile Direttore,

abbiamo letto che i giovani in cerca di aggregazione, sono stati accontentati unitamente ai loro sponsor interessati - gli esercenti che preparano gli spritz - e sono stati spostati al Portello per potersi così scatenare senza disturbare né palazzo Moroni né i residenti delle piazze. Grande accordo tra il signor. Pieruz ed i suoi colleghi baristi. Accordo che accontenta tutti! Non è proprio vero. Non è al Portello bensì lungo il Piovevo. La stradina cioè sopraelevata rispetto l’ultimo tratto di via Trieste. Una bella galleria stradale in mezzo al verde, dove mamme con carrozzine si ritrovano in passeggiata con i loro bambini. Già hanno costruito manufatti in legno per le abbondanti libagioni da servire a questi cari giovani in cerca di svago e di emozioni. Peccato che siano interessate alla moltitudine di giovani avvinazzati - visto quanto accadeva nelle piazze - 3/400 famiglie che risiedono nelle due sponde del Piovevo ed altrettante nei dintorni. Dovranno accettare di essere investite di male parole, di musiche al diapason, di rifiuti e di escrementi, da parte di soggetti più o meno ubriachi che si avviano o rientrano dal luogo di mescita. Non bastano la ressa di auto durante il giorno, le manifestazioni fieristiche e le serate brasiliane in fiera. Non bastano gli uffici di 20 banche, l’area Boschetti, Uls, Inail, Tribunale e via dicendo, che rendono difficoltosa la vita durante il giorno. No, il buon Pieruz ci ha voluto regalare un po’ di gioventù senza regole, collocando in zona ciò che hanno rifiutato altri ed hanno fortemente voluto i signori esercenti che della aggregazione giovanile hanno fatto la loro missioneeconomica! Non ci rimane che sperare in maggiore sorveglianza, pulizia e qualche servizio in più per la zona delle vie Loredan,Portello;Berchet, Scrovegni, Trieste, Gozzi, Tommaseo. Soprattutto vorremmo poter riposare la notte e non avere l’angoscia e la paura di tornare a casa la sera. Chissà se tutto ciò fa parte dei costi di progetto. Se non sarà così, attenderemo pazientemente nuove scadenze elettorali.

Francesco Marcato


 

REDATTORE SOCIALE

GIOVANI

Contro i pericoli della notte, nel maceratese scatta il progetto ’’Sicura;-)mente’’

Comunicazione multimediale rivolta ai ragazzi fra i 14 e i 29 anni e potenziamento degli specifici interventi delle Asl. Tredici i Comuni che hanno aderito all’iniziativa

MACERATA - “Comunque sia la tua notte non scordare la mente”. E’ lo slogan di “Sicura;-:mente”, la campagna di sensibilizzazione che una larga schiera di enti e istituzioni del territorio maceratese lancia in questi mesi ai giovani della provincia. Il progetto punta sulla prevenzione dei rischi della notte: abuso di alcol e guida in stato di ebbrezza, assunzione di sostanze stupefacenti e così via.

Due le direttrici d’azione: da un lato, una comunicazione multimediale rivolta soprattutto a ragazzi e ragazze d’età compresa fra i 14 e i 29 anni; dall’altro, il potenziamento degli interventi “Stammibene” e “Alza la testa, non il gomito”, portati avanti rispettivamente dalle Aziende sanitarie di Macerata e di Civitanova Marche.

Partner dell’iniziativa – lanciata dalla Provincia di Macerata e dalla Prefettura – sono, oltre alle tre Aziende sanitarie del territorio provinciale (è coinvolta pure quella di Camerino) –, tredici Comuni, tutte le forze dell’ordine, la società Contram, i gestori dei locali notturni, nonché le cooperative “Il Sentiero” e “Pars Pio Carosi”.

I Comuni che hanno già formalizzato la loro adesione sono Appignano, Belforte del Chienti, Camerino, Colmurano, Monte San Giusto, Morrovalle, Petriolo, Pollenza, Porto Recanati, San Ginesio, Serrapetrona, Serravalle di Chienti e Tolentino.

“Discutiamo, confrontiamoci e prendiamo provvedimenti prima che avvenga l’irreparabile – ha detto il presidente della Provincia di Macerata, Giulio Silenzi –. Facciamo prevalere, cioè, la cultura della prevenzione. La Provincia di Macerata partecipa in modo convinto al progetto ‘Sicura;-:mente’ proprio perché esso va in questa direzione”. “Non è una campagna di sensibilizzazione isolata – ha aggiunto l’assessore Clara Maccari –. E’ preceduta infatti da forti esperienze, già maturate sul territorio e ora messe in rete per rafforzarne l’efficacia, e sarà seguita da nuove azioni di prevenzione”.

Gli interventi sono a carattere generale – attraverso affissioni, spot radiofonici, volantini eccetera – e in certi casi ben più mirati. Alcuni esempi: gli operatori di “Sicura;-)mente” saranno presenti in discoteca, ai concerti, alle feste della birra e in altri eventi o luoghi frequentati dai più giovani, per distribuire non solo materiale informativo su droghe, alcol e Hiv, ma anche etilometri monouso appositamente etichettati per il progetto: ai ragazzi che supereranno i controlli verranno distribuiti inviti gratis per le discoteche quale segno di incoraggiamento a non “alzare il gomito”. Gli etilometri, con il logo della campagna, saranno distribuiti anche dalle forze dell’ordine nei loro normali posti di blocco notturni. Il progetto prevede anche l’allestimento di infopoint in punti strategici dei Comuni coinvolti, nonché nei locali più “gettonati”. In autunno saranno coinvolte pure scuole e atenei.


 

IL MATTINO (CASERTA)

Meno alcool In discoteca con la Sun

«- Alcool + Giovani», questo lo slogan proposto per il progetto «Studenti sotto le stelle» finanziato dal Comitato per le attività culturali autogestite dagli studenti per promuovere una campagna di sensibilizzazione contro la guida in stato di ebbrezza. L’evento ha visto come cornice la discoteca Lunatika. «La manifestazione ha avuto il successo che meritava e la corsa per accaparrarsi i gadget ne è stata la prova evidente - commenta il senatore accademico Giuseppe Razzano - In questa occasione è stato valido e riuscito il connubio tra giovani e discoteca. Spero che subito dopo l’estate ci sia la possibilità di ripetere iniziative del genere per sensibilizzare i giovani su temi che li riguardano da vicino».


 


ASAPS

Francia, la birra al servizio della sicurezza stradale?
Il governo e le associazioni dicono “no” e bloccano l’iniziativa. Dalla stampa la richiesta di informare il consumatore dei rischi di una bevuta, anche senza volante di mezzo…

(ASAPS) PARIGI – Era stata annunciata come un’iniziativa che avrebbe lasciato il segno, sulla materia, ma il delegato interministeriale per la sicurezza stradale in Francia, Rémy Heitzm si è messo di traverso e l’accordo è saltato. Ci riferiamo al protocollo tra un’azienda leader nella produzione di birra e la rete di autoscuole d’oltralpe, il CER (Centre d’éducation routière), che prevedeva la diffusione di un DVD che avrebbe mostrato gli effetti dell’alcol alla guida. Il filmato, sarebbe poi stato distribuito dai docenti di guida agli allievi, divenendo di fatto uno strumento pedagogico definito da più parti “importante”, che almeno nei programmi avrebbe mostrato chiaramente il ruolo delle bevande alcoliche negli incidenti stradali e che avrebbe denunciato “senza ambiguità” che bere prima di guidare costituisce un pericolo terribile. Le reazioni ostili, però, sono state moltissime, tanto che alcune associazioni hanno diffuso comunicati d’indignazione; prima tra tutte “Strade dei Giovani”, che ha accusato gli organizzatori del protocollo d’intesa di aver promosso un’iniziativa sul tema della prevenzione stradale assolutamente incoerente, visto che era finanziata da un produttore di birra. Il “j’accuse” è arrivato potente anche dall’ANPAA, l’associazione nazionale per la prevenzione nell’alcologia”, che ha definito l’idea di affidare all’azienda il compito di prevenire come un “formidabile colpo pubblicitario”. Lei, l’azienda, rimanda al mittente le accuse, affermando che non c’è nessun fine pubblicitario ma semplicemente l’applicazione in Francia di regole già esistenti all’estero. Confermiamo, noi di Asaps: esiste e ci è stato chiesto di entrare a farne parte, ma per coerenza abbiamo gentilmente declinato l’invito. La parola fine alla polemica, per ora, sembra metterla il quotidiano francese Liberation, che chiede ai produttori di bevande alcoliche quando si allineeranno ai produttori di tabacco, scrivendo sull’etichetta che “bere uccide”. A proposito: non abbiamo più sentito Fisichella dire che la Drive Beer è in regola con il codice della strada… nello spot televisivo e nei manifesti pubblicitari, ci sembra siano scomparsi i riferimenti al codice e anche i simil poliziotti che brindavano con lui. Di questo siamo contenti.


 

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (NORDBARESE)

La recente campagna contro l’uso delle droghe ha sollevato una nuova, devastante dipendenza 

Il «flagello» scommesse

Di Lernia (Oasi 2): «È un’emergenza sottovalutata»

Ma chi l’ha detto che le dipendenze sono soltanto da sostanze proibite? Nel territorio si continua a fare troppo spesso uso ed abuso di alcool e droghe, ma non c’è solo questo a determinare e compromettere i comportamenti di tante gente. Ci sono nemici ben più insidiosi e subdoli, tanto più subdoli se presentati in realtà come fenomeni non soltanto leciti, ma, addirittura, «protetti». È questo il succo di una campagna di sensibilizzazione promossa dalla comunità «Oasi 2» e lanciata in occasione della recente giornata mondiale della lotta alla droga. L’associazione no profit tranese, da venti anni in prima linea sul fronte della prevenzione e della cura delle tossicodipendenze, ha sollevato questo rilevante problema domenica scorsa nel corso della tappa tranese del tour «Chill Out» che, in sinergia con Rete Selene, sta portando i suoi operatori e i suoi mezzi in tutte le maggiori piazze e luoghi del divertimento pugliesi. Ebbene, «Oasi 2» considera tre le principali emergenze nel nostro territorio: cocaina, superalcolici e scommesse, emergenze su cui ritiene sia indispensabile fare convergere il massimo possibile degli sforzi. Ed allora, se si dà atto che «l’uso di cocaina taglia trasversalmente tutte le fasce sociali - spiega il direttore di "Oasi 2" Felice Di Lernia - dilagando tra i giovani e confermandosi quale prima sostanza pesante d’abuso, e l’uso di superalcolici ha ormai raggiunto livelli che vanno ben oltre la soglia di quel consumo che il mondo "adulto" ha sempre considerato "normale"», adesso la nuova preoccupazione è la cosiddetta "emergenza scommesse". «Sono sempre più numerosi i casi di persone e famiglie disperate che si rivolgono ai servizi pubblici e privati, e tra questi "Oasi 2" - prosegue Di Lernia -, chiedendo un aiuto per affrontare in maniera radicale e definitiva quella che è una vera e propria dipendenza patologica». E non ci si riferisce più al tradizionale e «solito» gioco d’azzardo, «ma al fenomeno scommesse in senso stretto - conclude il responsabile dell’associazione -, fenomeno che ha profondamente mutato sia le caratteristiche della dipendenza che il profilo di chi ne è vittima». «In questo senso appare assolutamente paradossale che proprio lo Stato, attraverso i Monopoli che già gestiscono le cosiddette «droghe legali» (alcol e tabacco), si faccia addirittura promotore di una vera e propria campagna di promozione della "scommessa protetta"». (*)

Nico Aurora

 

(*) Nota: come dicono gli americani, bisogna "follow the money", seguire il percorso dei quattrini per arrivare al marcio.


 

IL GAZZETTINO (VICENZA)

CRESPANO Notte di follia per un operaio di trent’anni che rincasando ubriaco ha sfogato la sbornia sulla consorte 

Minaccia la moglie con una motosega 

Quando la donna ha chiamato i carabinieri, è corso a sistemare una bomba da guerra sul davanzale: arrestato

Crespano del Grappa

Ubriaco, tiene un ordigno sul davanzale "per i carabinieri", percuote la giovane moglie, la minaccia con la motosega ma poi viene arrestato dai militari dell’Arma.

Protagonista di questa assurda vicenda maturata in una notte di follia, è Fabrizio Carollo., 30 anni di Crespano del Grappa, operaio in una impresa di costruzioni con mansione di escavatorista che vive insieme alla moglie in un’abitazione del luogo. L’uomo ieri notte è rincasato tardi, verso le 3, completamente ubriaco. Per questo motivo, non appena entrato in casa, la moglie molto probabilmente, gli ha mosso qualche rimprovero e questo lo ha fatto andare su tutte le furie.Con violenza ha cominciato fin da subito a gridare, offendere la povera donna e quindi è passato alle minacce. Poi dalle parole ai fatti l’ha colpita violentemente con calci e pugni mandandola anche a terra. Non contento, l’uomo ormai in preda ad un vero e proprio raptus è corso nella stanza accanto,ha preso la motosega, l’ha accesa e ha cominciato a minacciare la moglie ormai in preda alla disperazione.Ad un certo punto però, l’ira violenta dell’uomo si è placata e la donna, pur tra mille difficoltà, è riuscita ad avvicinarsi al telefono e chiamare i carabinieri. Sul posto si sono recati immediatamente i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Castelfranco che stavano in servizio di pattugliamento sulla Pedemontana. Le forze dell’ordine sono giunte in pochi minuti, sono entrate in casa ed hanno trovato la povera donna piena di lividi ed impaurita e il marito in disparte.I carabinieri l’hanno subito fermato e nello stesso tempo hanno proceduto alla perquisitodell’abitazione. E qui è giunta la seconda sorpresa: infatti sul davanzale hanno trovato un ordigno bellico della prima guerra mondiale, un 145 millimetri per obici, alto 56 centimetri inesploso e ben posizionato.A quanto asserito anche dagli stessi uomini del Terzo reggimento guastatori dell’Esercito di Udine, intervenuti in loco, "distruttivo e potenzialmente letale per un raggio di almeno 200 metri".

Agghiaccianti anche le parole che l’uomo avrebbe proferito: "Questo è per i carabinieri quando arrivano": i militari comunque l’hanno arrestato per detenzione abusiva di arma, oltre alle lesioni personali e alle minacce aggravate nei confronti della moglie e rinchiuso nel carcere di Treviso a disposizione del magistrato. La donna invece, molto provata da questa tremenda esperienza, è stata portata immediatamente al pronto soccorso per essere medicata dalla contusioni ed assistita psicologicamente: ne avrà per almeno otto giorni.

Gabriele Zanchin


 

IL GAZZETTINO (VICENZA)

LA STORIA

(M.C.) Va sul luogo in cui la nipote ha appena avuto un incidente in auto e scopre che alla guida del veicolo che è andato addosso all’auto della congiunta c’erano degli extracomunitari senza assicurazione: l’atmosfera si accende, i poliziotti sul posto gli chiedono di sottoporsi all’alcool-test, ma lui rifiuta, ed allora gli ritirano la patente e gli tolgono venti punti.

Protagonista della vicenda e ieri imputato nella sezione distaccata del Tribunale di Treviso a Castelfranco è B.F., di Mussolente. Davanti al giudice per testimoniare c’era sua cognata, D.T., madre della ragazza rimasta coinvolta nell’incidente in questione. D.T., residente a Loria, ha spiegato come, dal suo punto di vista, fossero andate le cose. La sera del 28 maggio 2005 lei, suo marito, l’imputato ed altri parenti si trovavano a casa per una normale cena di famiglia. Era arrivata una telefonata di un’amica di sua figlia, la quale diceva che erano rimaste coinvolte in un incidente a Vallà di Riese. La figlia di D.T. era anche stata trasportata in ambulanza in ospedale. Così il marito di D.T. era andato in ospedale per star vicino alla figlia, mentre lei insieme al cognato, l’imputato del processo di ieri, erano partiti alla volta di Vallà per vedere quale fosse la situazione.

Una volta lì tra gli agenti e B.F. era nato un diverbio. Così gli agenti gli avevano chiesto di esibire i documenti e di fare l’alcol test, ma lui non ne aveva voluto sapere. Il rifiuto gli è venuto a costare, appunto, il ritiro della patente e venti punti. Il giudice si è riservato di pronunciarsi dopo aver sentito altri testi: udienza rinviata al 22 di novembre.


 

IL GAZZETTINO (VICENZA)

ESCE DI STRADA: AVEVA BEVUTO

SEI VOLTE IL CONSENTITO

Martedì, intorno alle 20, degli appassionati che stavano facendo footing sul colle di Sant’Agata, a Marsan, hanno avvisato il "113" che c’era un tipo che stava scorrazzando in macchina sui viottoli della zona in maniera scriteriata. E in fatti poco dopo l’uomo è uscito di strada. É arrivata una pattuglia della Polizia; gli agenti hanno trovato una Peugeot nel fosso e accanto C.A., 55 anni, di Bassano, visibilmente alterato. L’individuo è stato sottoposto al test alcolimetrico, che ha fatto registrare un valore di 300 mg./dl. (6 volte il consentito!). C.A., che non sarebbe nuovo a "imprese" del genere, è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza; patente ritirata.


 

IL GAZZETTINO (BELLUNO)

I COMMENTI

SEDICO -(ep) «Quello promosso dalla comunità montana Valbelluna merita di diventare un progetto pilota per tutta la provincia al quale occorre dare continuità»: lo sottolinea il presidente della consulta studentesca della provincia di Belluno, Alessio Riccardi. «La fascia di età avvicinata - commenta il rappresentante degli studenti bellunesi - è quella giusta se si vuole intervenire per tempo per arginare comportamenti a rischio».

«L’idea della Valbelluna sarà ripetuta ed estesa - promette l’assessore provinciale alle politiche giovanili, Ezio Lise - e la Provincia ha già attivato due tavoli istituzionali contro bullismo e alcool. Abbiamo iniziato gli incontri per definire un piano strategico per i giovani che ci consenta di trovare le linee guida generali. Non siamo a livelli di disagio evidenziati dalle aree metropolitane, ma anche da noi si avvertono dei segnali che vanno presi per tempo, lavorando però a lunga scadenza».

«Per combattere quegli episodi di bullismo che sono stati registrati sui pullman in questi mesi, a partire da quello di Limana per proseguire con quello cadorino, dopo una prima fase di confronto istituzionale - spiega Ivan Dalla Marta, presidente di Dolomitibus - abbiamo già avviato iniziative concrete».

«Occorrono sinergìe, ed occorre fare rete, dopo aver monitorato le esperienze - esorta la rappresentante del Csa, il centroservizi amministrativi della scuola bellunese, Silvia Cason - Ma bisogna anche cambiare mentalità e smettere di fare sperimentazioni, per passare all’azione concreta».

«I genitori plaudono ad iniziative come quelle promosse dalla comunità montana Valbelluna - spiega infine Irma De Bona, del Forum delle famiglie - e sono disponibili a collaborarvi ed a sostenerle».

«E’ importante creare progetti ed occasioni di questo tipo - conclude il presidente della Valbelluna, Edi Fontana - ed in modo particolare è importante mettere a disposizione le risorse per realizzarli».


 

IL MESSAGGERO (MARCHE)

Ascoli Mare 

In stato di ebbrezza aggredisce gli agenti: arrestato sambenedettese 

Anziché trovare sollievo in un bel bicchiere d’acqua fresca, A.C., sambenedettese di 46 anni, ha preferito fare fronte all’arsura ingerendo un bel numero di bicchieri di bevande alcoliche. E come se nulla fosse si è messo alla guida della sua Land Rover percorrendo l’Ascoli-Mare. Giunto allo svincolo per Porta Cartara, ha trovato davanti “l’intralcio” di una fiammante Audi e, senza avere più i riflessi per bloccare l’auto, l’ha violentemente tamponata. Può succedere. (*) Sul posto è giunta un’auto della Polstrada che al controllo del tasso alcolemico, A.C. è risultato avere nel sangue una percentuale di alcol cinque volte superiore a quello consentito che è dello 0,5 (g/l). In preda ai fumi dell’alcol, il nostro ha prima cercato di ostacolare l’operato degli agenti della Polstrada, quindi insensibile a qualsiasi invito alla moderazione, A.C. ha improvvisamente colpito con una testata al volto il capo pattuglia. Un gesto irrazionale, tanto più aggravato dallo stato di ubriachezza. L’agente della Polstrada, ferito al volto, è stato trasportato con un’ambulanza del 118 al pronto soccorso del “Mazzoni”. Ne avrà per dieci giorni a causa di un trauma cranico e un trauma all’emivolto. L’automobilista, subito dopo la bravata, è stato immobilizzato dall’altro poliziotto e grazie anche all’ausilio di un agente di polizia fuori servizio che in si trovava sul posto. Trasportato in Questura, A.C. è stato tratto in arresto e trasferito al carcere di Marino del Tronto con l’accusa di violenza, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Il sambenedettese dovrà ora rispondere di guida in stato di ebbrezza che prevede, tra l’altro, l’arresto fino ad un mese e un’ammenda da 258 a 1.032 euro nonché la sospensione della patente da quindici giorni a tre mesi.

 

(*) Nota: può succedere, ma si può evitare.


 

IL MESSAGGERO (CIVITAVECCHIA)

Inglese arrestato per ubriachezza 

Piazza delle Erbe, scene da ubriacatura molesta. E’ successo nella tarda serata di ieri l’altro, quando un cittadino inglese senza fissa dimora - già noto alle forze dell’ordine per episodi analoghi - ha iniziato a infastidire i passanti. Ad intervenire è stata la squadra volante, che lo ha portato in Questura per accertamenti. La scena si è però ripetuta anche all’interno degli uffici: così, dopo aver aggredito alcuni poliziotti, agli stessi non è rimasto altro da fare che arrestarlo per resistenza, minacce e lesioni a pubblico ufficiale.


 

IL GAZZETTINO (VICENZA)

Castelfranco

Dopo un incidente ...

Dopo un incidente risulta positivo all’alcol-test, ma, grazie alla testimonianza di un suo collega che dice di avergli offerto una bottiglia di birra nei momenti successivi al sinistro, viene assolto. L’udienza tenutasi ieri nel tribunale di Castelfranco doveva stabilire se l’imputato Giuseppe Meneghetti avesse bevuto prima di ribaltarsi con la sua autocisterna (dunque per lui l’accusa di guida in stato d’ebbrezza), oppure se, come poi sentenziato dal giudice Silvio Maras, avesse assunto sostanze alcoliche solamente dopo il ribaltamento del suo mezzo. I fatti risalgono al novembre del 2004. A testimoniare durante l’udienza di ieri, c’era Giancarlo Stramanà, il collega, il quale ha raccontato del suo coinvolgimento nella vicenda. Stava percorrendo la circonvallazione di Castelfranco, quando ad un certo punto in lontananza aveva visto l’incidente che coinvolgeva l’autocisterna. Passando, si era reso conto che il camion ribaltato era quello del Meneghetti. Stramanà, allora, aveva deciso di fermarsi per vedere come stesse il suo collega e dopo essersi assicurato delle condizioni di salute del Meneghetti i due avevano cominciato a parlare dell’accaduto. Il Meneghetti, provato dall’incidente e particolarmente accaldato, vista la giornata particolarmente calda, aveva chiesto qualcosa da bere al suo collega e questi allora gli aveva teso una bottiglia di birra che aveva con sé. L’incidente era avvenuto intorno alle 14,30 e le forze dell’ordine sul posto avevano disposto che il Meneghetti si sottoponesse all’alcol-test solamente poco prima delle 17.A quell’ora i valori risultavano però leggermente al di sopra della soglia consentita. Ieri in aula, dopo aver sentito testimonianza del collega, che ha detto appunto di aver offerto la birra dopo l’incidente, lo stesso pubblico ministero ha proposto al giudice di assolvere l’imputato: un lieto fine, dunque, per una vicenda che ha dell’incredibile. (*)

Matteo Ceron

(*) Nota: mah.


 

IL GIORNALE DI VICENZA.IT

L’omicidio di viale Trieste. Condanna confermata in terzo grado

Volpon uccise sua moglie La Cassazione: 21 anni

Era la sera dell’11 novembre 2002 quando la gettò dalla finestra

di Diego Neri

Sono le 14.45 quando i giudici della Corte di Cassazione leggono il verdetto. Per Sergio Volpon la condanna è definitiva. Fu lui, la sera dell’11 novembre 2002, a gettare dalla finestra del terzo piano la moglie Maria Teresa Bastianello, che morì sul marciapiede all’angolo fra via Quadri e via Trieste dopo un volo di 12 metri. È la parola fine alla vicenda giudiziaria seguita ad un uxoricidio che in città fece molto discutere. Per Volpon, 57 anni, da tre e mezzo dietro le sbarre, la condanna è confermata: 21 anni di reclusione. La procura vicentina, nel processo di primo grado di un anno e mezzo fa, ne aveva chiesti 25.

I giudici di legittimità, dopo un’ora di udienza, hanno rigettato il ricorso presentato dagli avv. Paolo e Matteo De Meo. «Lui si è sempre detto innocente, fornendo una ricostruzione diversa dei fatti, ma per la giustizia il caso è chiuso».

La Corte di Cassazione non ha fatto altro che confermare il giudizio del primo e del secondo grado, accogliendo le tesi del pm Vartan Giacomelli, che coordinò le indagini della squadra mobile della questura, e quindi del procuratore generale di Venezia, Antonio Biancardi: fu il «marito violento», sotto l’effetto dell’alcol, a gettare la moglie dalla finestra di un condominio, da un’altezza di 12 metri, perché erano ai ferri corti. Volpon era in difficoltà psicologiche, era depresso, beveva e aveva bisogno di soldi per coltivare il vizio dei videopoker. Il movente? Maria Teresa Bastianello, 57 anni, lo aveva rimproverato anche quella sera.

Le consulenze di Giampaolo Antonelli e Franco Zuppichini, e la perizia di Mario Marigo, andavano peraltro nella stessa direzione. Il corpo sul marciapiede venne misurato dalla scientifica della polizia a un metro e 90 dal muro dello stabile. Per raggiungere quel punto fu soggetto a una spinta laterale. Spinta testimoniata dalle impronte dei polpastrelli sulla coscia sinistra: qualcuno l’aveva sollevata di peso. E in casa c’era sì qualcuno: lo dimostrano le testimonianze di Gianluca Cucarolo e Lara Fumaroni, che in macchina erano fermi al semaforo. Quest’ultima vide cadere il corpo, parallelo al marciapiede, che piombò davanti al bar Millennium. Lui scese e, alzando gli occhi, notò un uomo coi capelli bianchi, come Volpon, che si affacciava. Sergio poi è fuggito lasciando le chiavi della moglie nella toppa della serratura interna e chiude con le proprie, per cercare di dimostrare che la moglie si era chiusa in casa. Quando venne rintracciato al cellulare dalla polizia e ritornò in viale Trieste, non si scompose. Aveva bevuto molto, e spiegò agli agenti di non essere tornato a casa nelle ultime ore. Ma altre testimonianze concordarono che le cose erano andate in maniera diversa. Volpon venne arrestato quella notte stessa.

L’avv. De Meo ha sempre tentato di fornire una ricostruzione diversa, sulla scorta del fatto che l’uxoricida si è sempre proclamato innocente, e lo ha ribadito a più riprese davanti ai giudici. Il legale ha insistito, con passione e argomentazioni, che si era trattato di un suicidio o al limite di una caduta accidentale. «Questo è un processo indiziario, non ci sono prove certe e non si può condannare un uomo a 21 anni - aveva ribattuto anche in Appello alla ricostruzione della pubblica accusa -. Volpon è credibile. La pressione delle dita sulla coscia dipese dal fatto che l’aiutò ad alzarsi dal bagno poco prima che lei si lanciasse nel vuoto. È stato un suicidio, già due volte la donna in passato aveva cercato di togliersi la vita».

La versione della difesa, però, non ha convinto i giudici. E quelli della Suprema Corte hanno ritenuto legittimo lo svolgimento del secondo grado. No al ricorso, quindi, condanna confermata: 21 anni, ai quali vanno sottratti quelli già passati in carcere e quelli che saranno scontati in caso di buona condotta.

Sergio Volpon ieri non si è recato a Roma, ha atteso dalla sua cella il verdetto. Il suo avvocato («è una decisione da digerire», ha commentato amareggiato) l’ha avvisato subito con un telegramma. Il caso è chiuso.


 

CORRIERE ROMAGNA

Ubriachi al volante Tre uomini a casa a piedi

CESENATICO - Ubriachi al volante, con valori alcolemici nel sangue superiori anche cinque volte il consentito. In tre sono stati denunciati dei carabinieri solo negli ultimi giorni. I fermati guidavano l’auto a zig zag inebriati dall’alcol. Sul lungomare di Valverde, un operaio di Savignano di 38 anni, che ha evitato per un soffio un incidente, è stato fermato dai carabinieri. All’operaio è stato riscontrato un valore alcolemico cinque volta superiore il consentito (2,72 milligrammo per litro anziché 0,50). Automatica è scattata a suo carico una denuncia penale, oltre il ritiro della patente e il sequestro sul posto dell’auto. Stessa sorte per un argentino 28enne, residente a Borghi, di professione operaio, pizzicato anch’egli con valori alcolici superiori di cinque volte il consentito. Appena poco più “sobrio”, alla prova etilometro, un altro fermato, un muratore di 66 anni con valori alcolici superiori tre volte il lecito.Infine, due giovani di Cesenatico sono stati denunciati alla prefettura quali assuntori di sostanze stupefacenti, dopo che all’interno dell’auto sulla quale viaggiavano sono stati trovati oltre due grammi di stupefacenti.


 

CORRIERE ROMAGNA

Treno in “ostaggio” di sei ubriachi

IMOLA - Pendolari spazientiti, costretti a un ritardo fuori programma. Ma questa volta non era colpa delle Ferrovie. A bloccare il convoglio in servizio da Ravenna a Bologna, mettendo in difficoltà capotreno e capostazione, è stato infatti un gruppo di immigrati che, a dispetto dell’orario, le 7.30 del mattino, erano già completamente ubriachi. Forse dovevano ancora concludere la nottata. Ma comunque la loro molestia ha bloccato la linea per almeno mezz’ora.Per riportare la calma e far arrivare il treno a destinazione è servito l’intervento della polizia. E’ successo ieri. Il regionale era partito da Ravenna alle 6.30. Orario d’arrivo previsto a Bologna: 7.48. Ma chi era a bordo, compreso un buon numero di pendolari saliti alla stazione di Imola, nel capoluogo è arrivato decisamente in ritardo sulla tabella di marcia.A chiedere l’intervento della polizia, appena il treno si è fermato sul binario, è stato il capotreno. I sei, pieni d’alcol, disturbavano e alzavano la voce. E uno di loro, così, per gioco, aveva azionato il freno di emergenza. Temendo che la situazione degenerasse è scattato così l’allarme al 113. Sul posto è arrivata una volante ma quando i poliziotti sono saliti sul treno, i sei immigrati hanno cambiato atteggiamento. Hanno cercato, in sostanza, di impietosire gli agenti sperando che tutto finisse in niente. Ma è bastato il controllo dei documenti per aggravare la loro posizione. Tra tutti e sei, di nazionalità marocchina e di età compresa tra i 37 e i 25 anni, ben tre erano senza permesso di soggiorno. Uno è risultato colpito da un ordine di espulsione emesso dalla Questura di Modena , uno col permesso scaduto da un anno e uno con il documento non più valido da 60 giorni ma comunque ancora rinnovabile. Tutti, stando ai terminali delle forze dell’ordine, avevano precedenti denunce per furti, reati contro il patrimonio e contro la persona. Uno dei sei era uscito solo una settimana fa dal carcere dopo una condanna per rapina.Non riuscendo in due a farli ragionare, gli agenti hanno chiamato rinforzi. Arrivati sul posto altri due mezzi, le forze dell’ordine sono riuscite a far scendere gli immigrati dal treno che così, dopo 30 minuti di stand by inatteso, è potuto ripartire verso Bologna.A quel punto i sei sono stati accompagnati in commissariato. Dopo le foto segnaletiche sono stati poi trasferiti all’ufficio immigrazione di Bologna. E lì, addosso al più anziano del gruppo è stato trovato anche dello stupefacente. L’immigrato, Abdelmajim Jahoui, 37 anni, nascondeva 10 grammi di hashish, già diviso in cinque confezioni da due grammi, nelle mutande. Per lui è scattato l’arresto per detenzione a scopo di spaccio di sostanze stupefacenti. Per i quattro non in regola col permesso è partito invece il decreto di espulsione.


 

CORRIERE ROMAGNA

Donna finisce nelle acque del porto: salvata

RIMINI -Il provvidenziale intervento dei vigili del fuoco ha permesso di salvare in extremis una donna di 42 anni che era finita, l’altra notte, nelle acque del porto canale di Rimini.Erano appena passate le 2.45 quando la donna, una turista, per cause ancora in via d’accertamento è precipitata in mare all fine del molo. Qualunque fosse la sua intenzione iniziale, ma la caduta potrebbe essere stata anche accidentale considerato che pare fosse alterata dall’alcol, una volta in acqua ha cercato di restare a galla fino all’arrivo dei soccorritori che sono riusciti a riportarla a terra. Ricoverata in ospedale per la sindrome d’annegamento, è stata giudicata guaribile in 5 giorni.


 

IL TEMPO

Inglese ubriaco arrestato per resistenza minacce e lesioni

NELLA tarda serata di martedì un equipaggio delle Volanti è intervenuto in piazza delle Erbe, dove una persona arrecava disturbo ai passanti. È stato individuato un uomo che, visibilmente alterato e con fare minaccioso, infastidiva i clienti di un bar ed i passanti. L’uomo, in evidente stato di ebbrezza, veniva accompagnato in Questura dove era indentificato per un cittadino britannico, in Italia senza fissa dimora e già noto per analoghi episodi. L’uomo però dava in escandescenze ed aggrediva alcuni poliziotti. È stato quindi arrestato per resistenza, minacce e lesioni a pubblico ufficiale


 

CORRIERE ROMAGNA

E l’acqua va a ruba

Rimini - Uffa che afa. In questo periodo di temperature e grado di umidità al di sopra delle medie stagionali (30 gradi e l’80 per cento di umidità) il caldo sta mettendo a dura prova il nostro organismo: allora la parola d’ordine è cercare un po’ di refrigerio. Aria condizionata in casa e in auto, un bagno al mare e soprattutto si cerca di rinfrescarsi bevendo. La tendenza delle vendite di alcuni grossisti evidenzia l’aumento del consumo di acqua e succhi di frutta, no invece a bibite gassate e alcolici: “Con le vendite di questo periodo ci stiamo rifacendo del periodo di stallo della prima metà di giugno” raccontano.“Il consumo di bevande è senz’altro in aumento rispetto lo stesso periodo dello scorso anno - analizza Giancarlo Campana amministratore di Doreca Adriatico -, non eccessivamente, siamo attorno a un 6-7 per cento. C’è da dire comunque che l’anno scorso è stato un anno molto difficile”. E nella hit parade delle bevande più gettonate rientrano: “Senza dubbio l’acqua continua a farla da padrona, seguono succhi di frutta, specie agli agrumi. In calo le bibite ad alto costo, quelle con succo e alcool, ma forse questo è legato al fattore moda. In diminuzione anche la richiesta di alcolici in generale”.“La tendenza è verso un incremento - dicono dalla Marr -: più 15 per cento registrato negli ultimi 15 giorni rispetto il periodo 2005, con un sostanziale incremento sull’acqua naturale, molto bassa la richiesta di quella gasata. Sono in aumento le richieste di succhi e birre”.Qualche giorno di caldo però sembra non ancora riscattare il giugno nero. “La settimana di caldo non sta compensando l’andamento negativo di questo mese - commenta Adriano Pari responsabile commerciale Blu Beverage - solo per fare un esempio un locale nostro cliente che lavora nei week end ha già registrato un calo nella vendita di birra di circa il 30 per cento. Il maltempo finora ha rovinato parecchi fine settimana e a questo va aggiunto lo scarso afflusso turisti. Di tedeschi, complice i Mondiali in casa loro, non se ne vedono”.Le indicazioni in occasione dell’ondata di calore sono di: “Bere acqua pura - raccomanda il dottor Walter Pasini del cento Oms medicina del turismo -, preferibilmente acqua minerale, e non bibite dolci o gassate. Caffé, té e birra sono da evitare in quanto diuretiche e stimolanti il sistema nervoso”.Le previsioni meteo, infine, non promettono nulla di buono per oggi con temperature ancora alte, ma un leggero miglioramento dovrebbe registrarsi nella giornata di domani.

Emer Sani


 

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (LECCE)

Movida del giovedì Birra a fiumi e pizzica funk 

Movida del giovedì. Bionda, scura, bruna, nera, oro, alcolica e non... quelli della Vecchia Corona di Copertino le faranno festa (ore 22). A far scorrere fiumi di birra ci penserà la New Orleans Dixie Band, ossia, Ovidio Venturoso (batteria), Andrea Doremi (basso tuba), Paolo Schiavone (trombone), Alfredo Schiavone (tromba), Luca Manno (sax tenore) e Salvatore Pasca (sax alto). Il loro repertorio spazia dagli anni ’20 ad oggi, con predilezione per Armstrong. Jazz anche all’Estrella, in via Costa a Lecce con la chitarra di Giancarlo Del Vitto, Michele Colaci al basso, Francesco Pennetta alla batteria. Pizzica funk con Alter Ego Music Movement al Guadalajara di Santa Maria al Bagno (ore 23).


 

ROCKOL.IT

Venerdì, 30 Giugno 2006
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