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Notizie brevi 01/07/2006

Da Corriere della Sera Lombardia - L’identikit delle vittime: maschi, over 65, cittadini Strade lombarde le più a rischio per i pedoni

Tra i capoluoghi Milano è seconda in graduatoria dietro Roma, ma supera tutti nel rapporto incidenti/abitanti. Oltre cento morti l’anno

Foto dalle rete


Le statistiche sugli incidenti stradali in Italia viaggiano a velocità inversamente proporzionale a quella di auto e moto. Grazie a un’elaborazione dell’Asaps-Il Centauro su dati Istat, è risultato che nel 2004, cioè due anni fa, ben 710 pedoni hanno perso la vita in sciagure della strada. Si tratta di un 9% in meno rispetto ai 781 dell’anno precedente, mentre i feriti sempre secondo l’Istat sono aumentati del 2,9 per cento: 18.285 rispetto ai 17.776 del 2003. Fra i pedoni che hanno perso la vita, netta la maggioranza dei maschi, ben 491 pari al 69%. Le femmine (più prudenti o meno esposte anche nei lavori stradali) sono state 219 pari al 31%. Il più alto numero di vittime si registra, comunque, fra gli over 65. Il triste primato della mortalità pedonale lo detiene la Lombardia con 110 vittime, davanti al Lazio (95), Piemonte (70), Emilia-Romagna (61) e Veneto (60). Un primato che oltre ad avere, come causa, il gran numero di veicoli circolanti sulle strade è determinato anche dalla indisciplina degli automotociclisti quando si trovano di fronte un pedone, e cioè il più debole fra gli anelli della circolazione.
Basilicata e Molise, invece, sembrano regioni modello: nessun pedone è morto sulle loro strade. Anche se, in questi due casi, occorre tener conto della proporzione fra i veicoli circolanti e il numero degli abitanti. Il capoluogo col maggior numero di pedoni morti è Roma con 56, seguita da Milano con 29. Ma il rapporto fra incidenti e numero di abitanti Milano ha un morto ogni 41 mila residenti mentre Roma ne fa registrare uno ogni 44 mila. I dati dell’Istat confermano che la maggior parte dei sinistri che coinvolgono i pedoni avvengono nelle strade cittadine. Rari invece quelli sulla viabilità ordinaria, solitamente nelle ore notturne. In una città come Milano, le vie teatro di incidenti sono per lo più quelle periferiche. Oltre ai dati Istat, però, ci sono per la capitale della Lombardia anche quelli del servizio di Polizia Municipale. Il picco di mortalità pedonale si ebbe l’anno scorso, con 40 vittime, una decina delle quali, però, determinati in situazioni del tutto eccezionali.
Al 27 giugno scorso, praticamente nei primi sei mesi del 2006, la casistica è rientrata in una sorta di tragica «normalità» con 13 morti che costituiscono il 28 per cento del bilancio globale del territorio comunale di Milano. «Manca la cultura del rispetto pedone — dice Emiliano Bezzon, comandante della Polizia Municipale di Milano — e manca anche il senso di autodisciplina di moltissimi "attori" della circolazione». Secondo Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, i pedoni devono seguire alcuni consigli: «Usare sempre le strisce che devono essere rese ancora più evidenti, ad esempio con vernice fosforescente; servirsi quando ci sono, dei sottopassaggi. Di notte e quando c’è maltempo rendersi il più possibile visibili con indumenti chiari e riflettenti. Il tutto in attesa che l’industria adatti la costruzione dei veicoli alle nuove direttive UE per un maggior assorbimento dell’impatto con appositi paraurti e più adeguata tecnologia».

di Nestore Morosini



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Sabato, 01 Luglio 2006
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