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Le statistiche sugli incidenti stradali in Italia viaggiano a velocità inversamente
proporzionale a quella di auto e moto. Grazie a un’elaborazione dell’Asaps-Il Centauro su dati
Istat, è risultato che nel 2004, cioè due anni fa, ben 710 pedoni hanno perso
la vita in sciagure della strada. Si tratta di un 9% in meno rispetto ai 781
dell’anno precedente, mentre i feriti sempre secondo l’Istat sono aumentati del
2,9 per cento: 18.285 rispetto ai 17.776 del 2003. Fra i pedoni che hanno perso
la vita, netta la maggioranza dei maschi, ben 491 pari al 69%. Le femmine (più
prudenti o meno esposte anche nei lavori stradali) sono state 219 pari al 31%.
Il più alto numero di vittime si registra, comunque, fra gli over 65. Il triste
primato della mortalità pedonale lo detiene la Lombardia con 110 vittime,
davanti al Lazio (95), Piemonte (70), Emilia-Romagna (61) e Veneto (60). Un
primato che oltre ad avere, come causa, il gran numero di veicoli circolanti
sulle strade è determinato anche dalla indisciplina degli automotociclisti quando
si trovano di fronte un pedone, e cioè il più debole fra gli anelli della
circolazione. Basilicata e Molise, invece, sembrano regioni modello: nessun pedone è morto sulle loro
strade. Anche se, in questi due casi, occorre tener conto della proporzione fra
i veicoli circolanti e il numero degli abitanti. Il capoluogo col maggior
numero di pedoni morti è Roma con 56, seguita da Milano con 29. Ma il rapporto
fra incidenti e numero di abitanti Milano ha un morto ogni 41 mila residenti
mentre Roma ne fa registrare uno ogni 44 mila. I dati dell’Istat confermano che
la maggior parte dei sinistri che coinvolgono i pedoni avvengono nelle strade
cittadine. Rari invece quelli sulla viabilità ordinaria, solitamente nelle ore
notturne. In una città come Milano, le vie teatro di incidenti sono per lo più
quelle periferiche. Oltre ai dati Istat, però, ci sono per la capitale della
Lombardia anche quelli del servizio di Polizia Municipale. Il picco di
mortalità pedonale si ebbe l’anno scorso, con 40 vittime, una decina delle
quali, però, determinati in situazioni del tutto eccezionali. Al 27 giugno scorso, praticamente nei primi sei mesi del
2006, la
casistica è rientrata in una sorta di tragica «normalità» con 13 morti che
costituiscono il 28 per cento del bilancio globale del territorio comunale di
Milano. «Manca la cultura del rispetto pedone — dice Emiliano Bezzon,
comandante della Polizia Municipale di Milano — e manca anche il senso di
autodisciplina di moltissimi "attori" della circolazione». Secondo
Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, i pedoni devono seguire alcuni
consigli: «Usare sempre le strisce che devono essere rese ancora più evidenti,
ad esempio con vernice fosforescente; servirsi quando ci sono, dei
sottopassaggi. Di notte e quando c’è maltempo rendersi il più possibile
visibili con indumenti chiari e riflettenti. Il tutto in attesa che l’industria
adatti la costruzione dei veicoli alle nuove direttive UE per un maggior
assorbimento dell’impatto con appositi paraurti e più adeguata tecnologia».
di Nestore Morosini
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