Il
Libro Bianco sul trasporto europeo puntava ad una riduzione del 50%
dell’incidentalità nel periodo 2001-2010. Ad oltre metà
del cammino la diminuzione è stata solo del 13%.
Il Commissario Jacques Barrot punta ad un rilancio delle iniziative
«L’Unione Europea può fissare le linee guida, ma sono
gli Stati membri che devono recepirle rendendo così efficaci
le misure stabilite per ridurre drasticamente il numero delle vittime
della strada».
Jacques Barrot, vicepresidente della Commissione Europea e Commissario
ai Trasporti, fa un bilancio dei risultati ottenuti negli ultimi anni
sul terreno della sicurezza stradale. Risale al 2001 la pubblicazione
del Libro Bianco sui trasporti, che fissava un obiettivo ambizioso:
ridurre della metà le vittime della strada entro l’anno
2010.
Il Libro Bianco è un’eredità che Barrot ha ricevuto
dalla precedente Commissione e da Loyola De Palacio, Commissario europeo
ai Trasporti dal 1999 al 2004.
A Bruxelles, il 5 ottobre scorso, nell’ambito di un seminario su
competitività, ambiente e sicurezza organizzato da Scania, Barrot
ha avuto l’occasione per fare il punto dei risultati ottenuti e
per presentare le nuove iniziative ed azioni proposte dalla Commissione
per provare a centrare l’obiettivo fissato al 2010.
«La sicurezza stradale è una delle priorità dell’azione
comunitaria nel settore dei trasporti», ha detto Barrot, «nell’Europa
a venticinque stati gli incidenti stradali provocano ogni anno quasi
quarantamila morti e milioni di feriti».
Una responsabilità condivisa
Nel 2001 è stato fissato l’obiettivo della riduzione del
50% dell’incidentalità entro il 2010. Nel 2003 la Commissione
europea ha compilato una lista di oltre sessanta azioni da intraprendere
per raggiungere l’obiettivo. Misure che vanno dall’incremento
dei controlli su strada allo sviluppo di nuove tecnologie per la sicurezza,
al miglioramento delle infrastrutture e ai programmi di formazione e
di informazione per gli utenti della strada.
«Il programma è completo», secondo Barrot, «ma
è necessario che ci sia la partecipazione di tutti. Bruxelles
ha fissato delle misure che devono essere attuate da tutti gli Stati
membri. Diminuire le vittime degli incidenti stradali è una responsabilità
comune dell’Unione Europea, dei paesi membri, delle case costruttrici,
degli utenti della strada».
La Commissione dovrebbe, alla fine del 2005, pubblicare un bilancio
di metà del percorso, con la situazione descritta paese per paese,
segnalando successi e fallimenti del programma comunitario. La diminuzione
degli incidenti non ha seguito lo stesso ritmo in tutti i paesi europei.
La media generale ha fatto segnare una riduzione del 13%, molto lontana
dalla meta finale.
A ritmo più serrato
«Se continuiamo con questo ritmo», ha denunciato Barrot,
«l’obiettivo del dimezzamento nel 2010 non sarà raggiunto.
La priorità adesso è di portare rapidamente a conclusione
una serie di processi necessari all’armonizzazione su alcune tematiche
funzionali alla sicurezza, tra le quali la patente di guida europea,
le norme sociali per l’autotrasporto professionale, non soltanto
le regole sui tempi di guida e di riposo ma anche sui tachigrafi digitali
e sui controlli stradali.
Proprio i controlli stradali dovranno essere intensificati nel futuro,
secondo la Commissione europea, soprattutto dopo il successo ottenuto
in Francia da una più costante azione di prevenzione e di repressione.
Tra le proposte future c’è anche quella di legare i finanziamenti
comunitari per le infrastrutture dei singoli stati al rispetto di una
futura direttiva, che obblighi gli stessi stati ad un programma stabilito
di manutenzione e miglioramento delle direttrici transeuropee localizzate
sul territorio del paese beneficiario. Una maggiore presenza obbligatoria
di sistemi di sicurezza sui veicoli è allo studio del gruppo
«Cars 21», che ha il compito di rafforzare la competitività
dell’industria automobilistica europea. Cars 21 dovrà costruire
una scaletta di scadenze, valida per i prossimi dieci anni, che stabilisca
un calendario di introduzione obbligatoria dei sistemi di sicurezza
presenti e futuri.
Ultimo, ma non meno importante anello della catena di sicurezza, chi
è alla guida di un veicolo. Programmi di formazione iniziale
e permanente per gli autotrasportatori sono allo studio del Parlamento
e del Consiglio dei ministri europei.