IL MESSAGGERO (Pesaro)
Alcol e passione calcistica miscela esplosiva:
caroselli, traffico bloccato, schiamazzi e tensione nel centro storico
Festa mondiale,
sfiorata la tragedia
Conducente ubriaco
va in testa coda e rischia di falciare un gruppo di ragazzi
Bandiere tricolori, stendardi,
gagliardetti e foulard. Cortei di auto, moto e motorini, clacson a distesa.
trombe e tromboni. Anche birra, siamo in Germania no? Va tutto bene, ragazzi,
per festeggiare le vittorie della nazionale al mondiale. Ma con giudizio e
senza andare troppo oltre. Oltre le righe, malauguratamente, si è andati a
Macerata, nel centro storico e nelle periferie, la notte tra venerdì e sabato
dopo la tripletta rifilata all’Ucraina. Al punto che si è sfiorata una
tragedia. un’auto finita in testa-coda ha rischiato di falciare un gruppo di
ragazzi su un’aiuola. E poi libagioni sfrenate, traffico intasato come e peggio
che all’ora di punta, momenti di tensione, risse sfiorate e auto ammaccate.
Polizia a carabinieri sono intervenuti nei giorni più caldi. Ma in per
Italia-Germania, se le cose andranno come tutti si augurano, il servizio
d’ordine sarà adeguatamente vitaminizzato. Il questore Paolo Passamonti lo ha
promesso.
Impossibile seguire le imprese dei più scalmanati anche se, bisogna riconoscerlo,
erano una minoranza. L’infernale carosello è scattato subito dopo il triplice
fischio del signor De Bleeckere. Uno sciame di giovani, lasciati locali
pubblici e case, con macchine e moto si è diretto verso il centro. Uno dei
primi ingorghi in piazza Nazario Sauro. Ragazzi e ragazze hanno occupato
l’aiuola fiorita davanti allo Sferisterio, alcuni si sono pure tuffati nella
fontana, qualche macchina ha cominciato a girare a ripetizione sulla rotatoria:
finché una Punto azzurra non è partita in un incontrollabile testacoda: il
conducente, evidentemente alticcio, si è fermato a pochi centimetri dai ragazzi
festanti sul marciapiedi della rotonda. Intasatissima, impercorribile la
circonvallazione delle mura. Anche piazza della Libertà brulicava come un
alveare, ci saranno state mille, millecinquecento persone: traffico bloccato e
le (rare) auto che “pretendevano” di passare venivano prese d’assalto,
“scrollate” e fatte ondeggiare, prese a calci: lo riferiscono testimoni ancora
esterrefatti. Una signora ha chiesto l’intervento della Polizia, e una
“Volante” è intervenuto a trarla d’impaccio; un’altra ha chiesto aiuto al
marito, e si è sfiorato lo scontro fisico con alcuni scalmanati. Un paio di
esagitati incontrollabili hanno spaccato due bottiglie di birra piene a due
passi da una famigliola tranquillamente seduta fuori da un locale pubblico:
schizzi di schiuma e frammenti di vetro hanno sfiorato papà, mamma e le due
bambine; proteste, insulti ma alla fine alcune persone di buona volontà e buon
senso sono riusciti a sloggiare gli energumeni. Ragazzotti malfermi sulle gambe
non mancavano proprio: i baristi in alcuni casi hanno rifiutato di fornire
bevande alcoliche in vetro, ripiegando su meno rischiosi bicchieri di plastica.
Insomma, si è dormito poco e tardi al Palazzo del Governo e dintorni.
Tutto sommato, e per fortuna, è andata bene. Al pronto soccorso i medici non
hanno praticato medicazioni per lesioni serie derivanti da incidenti
riconducibili agli eccessi della “Festa Italia”.
Ora ci aspetta la partita con i tedeschi. Tifo e alcol non sono una miscela
delle più tranquillizzanti. E allora, «fatti i debiti scongiuri e tutti gli
auguri possibili a Lippi e ai suoi azzurri se la partita finirà come tutti
speriamo, martedì notte il servizio d’ordine sarà pronto e adeguato alle
circostanze» garantiscono dalla questura.
G. Pant.
IL MESSAGGERO (Abruzzo)
Festa azzurra e
vandali scatenati Cassonetti ribaltati sulla riviera
E’ finita male la notte di festa per i
tifosi pescaresi che si sono incontrati in centro per festeggiare la vittoria
dell’Italia. Dopo i caroselli di auto per le strade, l’esultanza e dopo i
coloriti e chiassosi strombazzamenti di rito in centro - in piazza Primo maggio
la Nave di Cascella è stata svuotata, recintata e guardata a vista dai vigili
urbani - c’è stato spazio anche per i balordi scatenati in una serie di atti
vandalici. Verso l’una, infatti, un gruppo di teppisti forse in preda all’alcol
ha dato vita davanti lo stabilimento Hai Bin a danneggiamenti contro tutto e
tutti. Cassonetti dei rifiuti sono stati ribaltati e sbattuti in mezzo alla
strada e distrutti, bottiglie e sassi sono stati lanciati contro il furgone
della polizia. Alla fine carabinieri e polizia sono stati costretti a chiudere
la riviera e solo alle 2.30 è stata ripristinata la viabilità. Sono in corso
accertamenti per identificare i teppisti, sul posto è anche intervenuta la
polizia scientifica di Pescara.
E sempre la Polizia ha denunciato due giovani, R.M., 30 anni e D.C.A., 20,
entrambi di Pescara. Intorno alle tre e mezza, i buttafuori dello stabilimento
balneare “Miami Beach”, telefonavano al 113 raccontando di aver avuto problemi
con due avventori in quanto, in evidente stato di ubriachezza, questi
pretendevano di bere gratis. Cacciati dal locale, quelli minacciavano gli
addetti alla sicurezza e continuavano con questo atteggiamento anche all’arrivo
del 113. Alla fine, tutti in Questura.
IL MESSAGGERO (Rieti)
Tarquinia Lido il dopo partita finisce in rissa: feriti 4 operai
di FRANCESCA BIAGIOLA
«Ce l’hai i cappellini?» . Non gli sta bene, e lo colpisce sulla schiena con
un’asta d’acciaio. La festa di inizio estate, a Tarquinia Lido finisce così a
botte. Con un gruppo di giovani che prima picchiano e insultato quattro operai
albanesi, poi se la prendono con chi cerca di soccorrerli. Così la festa per la
vittoria della nazionale in una partita di mondiale dedicata dalla Fifa alla
lotta contro il razzismo negli stadi è iniziata con il messaggio letto al
riguardo dai capitani di Italia e Ucraina Cannavaro e Shevcenko, finisce in una
Tarquinia che segue l’incontro in piazza sul maxischermo, con quattro operai
aggrediti. Perché extracomunitari? o solo colpa dell’alcool? (*) Fatto sta che
alcuni degli aggrediti finiranno contusi al pronto soccorso.
E’ accaduto tutto nella notte tra venerdì e sabato, di fronte agli stabilimenti
Pineta, Baraonda e San Marco. Locali ormai in chiusura, dopo un’intensa serata
con un maxischermo, in piazza delle Naiadi, per assistere ai quarti di finale
del mondiale e con lo show (subito dopo) dello zelighiano Marco Marzocca.
Erano quasi le due di notte e, tornata la calma sulle strade del Lido, gli
operai extracomunitari (tutti tra i 40 e i 50 anni) chiamati ad allestire per
gli espositori il mercatino di antiquariato che avrebbe aperto la mattina, si
erano messi al lavoro.
Giocando sull’equivoco dell’ambulante e dei “cappellini”, vengono avvicinati da
ragazzi un po’ su di giri che distruggono i gazebo montati, li insultano e li
picchiano con le aste di metallo delle strutture. Dagli stabilimenti attigui si
odono le urla e gli ultimi avventori escono insieme ai gestori per prestare
soccorso. Volano invece insulti e bottiglie anche contro di loro; il branco
tira in aria anche diversi ombrelloni fissati in spiaggia.
Qualcuno pensa di riconosce tra gli aggressori dei ragazzi visti a seguire la
partita sul maxi schermo; si chiede subito soccorso; arriveranno due vigili
urbani, i carabinieri solo due ore dopo.
(*) Nota: non lo
sapremo mai. Almeno fino a quando non potremo fare confronti con simili
festeggiamenti fatti in assenza di alcolici.
IL GAZZETTINO (Padova)
Un autobus di linea distrutto a Padova, a
Montebelluna tifosi ubriachi hanno lanciato bottiglie contro gli automobilisti
di passaggio
L’Italia vince, feste
e violenza nelle città
(ni.co.) L’Italia vince e si scatena il caos. Settanta pseudo
tifosi hanno preso d’assalto l’altra sera un autobus che effettua il servizio
di trasporto urbano. Il mezzo di Aps, arrivato in Prato della Valle, proprio
all’altezza dell’ex Foro Boario è stato bloccato dalla moltitudine di tifosi
che stava festeggiando la vittoria dell’Italia sull’Ucraina. Settanta vandali,
però, sono saliti sul bus e hanno iniziato la loro opera demolitrice: nel giro
di pochi muniti hanno devastato le obliteratrici, le emettitrici di biglietti e
tutti gli altri dispositivi di bordo. Non contenti, hanno divelto la botola che
serve per far uscire dall’alto la gente in caso di emergenza e sono andati sul
tetto del veicoli. A calci hanno distrutto la copertura in vetroresina, sotto
la quale ci sono le bombole di metano a duecentocinquanta atmosfere, dato che
quello preso d’assalto è un mezzo con alimentazione ecologica. E stato per un
caso fortuito che non sono state rotte anche le valvole di sicurezza: non fosse
stato così ci sarebbe stata una pericolosa fuga di metano. Sul posto sono
arrivati i Vigili per disciplinare il traffico e la Polizia per accertare i
responsabili. Pare comunque, che che le telecamere installate in zona abbiamo
ripreso il volto di alcuni dei vandali. Sul mezzo ulteriori rilievi sono stati
compiti dalla Digos e dalla Polizia Scientifica. Sull’autobus sono stati
attaccati dai teppisti degli adesivi con le scritte www.desmodromica.com e "Zanonato
non sei il mio sindaco".
TREVISO -Anche nella Marca la serata di festa è stata rovinata dai
soliti esagitati. L’esultanza del popolo azzurro, venerdì notte dopo la
vittoria contro l’Ucraina è sfociata in momenti di tensione a Montebelluna. In
corso Mazzini, in pieno centro, alcuni ubriachi hanno tirato bottiglie vuote
contro le auto in transito, dopo aver occupato parzialmente la strada per
rallentarle. Alcuni di loro si sono appoggiati contro le vetture, scuotendole e
rompendone i vetri, di fronte a bambini e famiglie. Al momento dell’intervento
dei Carabinieri della vicina stazione, la folla si era già dispersa, e in corso
Mazzini restavano le bottiglie infrante. Meglio è andata a Treviso città: dopo
la fine della partita, la festa si è concentrata in zona Duomo, dove molti
giovani (e non solo) hanno parcheggiato le auto a bordo piazza, delimitandone
il perimetro con i classici triangoli rossi che si usano per segnalare gli
incidenti. Un comunissimo pallone di cuoio è servito per "imitare"
gli azzurri, ed intavolare una vera e propria partita di calcio in pieno
centro. Il genuino divertimento di un gruppo di 20 amici ha raccolto molti
consensi... fino all’arrivo della polizia locale che ha sequestrato pallone e
un segnale stradale usato come limite della porta.
CORRIERE ADRIATICO
Dopo partita esplosivo con risse,
incidenti, arresti e feriti in diverse città italiane
Una notte di festa rovinata dai teppisti
ROMA - Un post-partita esplosivo, pieno di emozioni e di gioia, per i tifosi
che hanno festeggiato a lungo per le strade, a suon di clacson e di cori, la
loro nazionale, vittoriosa in Germania. In alcuni casi però hanno provocato
incidenti e risse tanto da essere necessario l’intervento della polizia. Il
bilancio è pesante: feriti, arresti, danneggiamenti vari. Due arresti a Savona
dovuti a un equivoco. L’arrivo della polizia, chiamata da un padre la cui
figlia era stata spaventata da un marocchino, è stato interpretato come un
impedimento dei festeggiamenti. Da qui il lancio di alcuni oggetti contro le
forze dell’ordine e l’arresto dei responsabili della violenta iniziativa. A
Napoli, alcuni teppisti (tre dei quali poi fermati) hanno danneggiato autobus e
creato momenti di panico ad un gruppo di turisti a bordo di un pulmino, preso
di mira da ragazzetti su un ciclomotore. I fermati, di età compresa fra i 18 e
24 anni, andavano in giro per le strade con un estintore, spruzzandone il
contenuto alla gente per strada. A Torre del Greco ci sono state numerose
risse, una addirittura con coltelli e catene che ha provocato feriti. Una
maxirissa ha coinvolto almeno 200 ragazzi. A Roma un vigile urbano è rimasto
lievemente ferito dopo che, insieme con un collega, è stato aggredito con un
lancio di bottiglie e altri oggetti da un gruppo di teppisti che hanno danneggiato
tre auto di servizio. Manganellate a Bologna da carabinieri intervenuti al
centro della città, invaso dai tifosi, per sedare una rissa. A provocarla
l’atteggiamento di un ubriaco che ha incitato gli animi già surriscaldati di un
centinaio di tifosi che si sono fronteggiati con le forze dell’ordine. Per il
lancio di bottiglie contro le forze dell’ordine, in Piazza Verdi, sempre a
Bologna, un ragazzo di 27 anni, Luigi Gaetano, residente in Calabria, è stato
arrestato. Il giovane è accusato di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni
finalizzate alla resistenza e lancio pericoloso di oggetti. Per aver abusato di
alcolici, in giro per festeggiare gli azzurri, una decine di automobilisti a
Foggia è stata denunciata dai carabinieri per guida in stato di ebbrezza. La
cittadina pugliese è stata oggetto di atti vandalici: verde pubblico
danneggiato, cassonetti ribaltati, pali della luce piegati. Festa con finale
amaro per un uomo, a Cosenza, agli arresti domiciliari. La passione per il
pallone lo ha riportato in carcere. Per festeggiare era uscito dalla sua
abitazione. Sorpreso dai carabinieri, Mario Manzo, 48 anni, è stato arrestato. Tragico
rientro a casa per un giovane di 21 anni, Alberto Di Ventura che alle 3 di
notte, sulla via Nomentana a Roma, dopo aver festeggiato la vittoria azzurra, è
morto dopo essersi schiantato contro un albero. Nell’incidente è rimasta
gravemente ferita la sua ragazza
CORRIERE ROMAGNA
Carosello contro mano a P. Marina
Ravenna - La semifinale conquistata dagli azzurri ha scatenato
venerdì sera l’euforia di centinaia di tifosi che si sono riversati in strada
con tricolori e trombette.Grande concentrazione di persone soprattutto nella
zona della stazione e di piazza Mameli. Nessun eccesso, se si esclude un
estintore acceso all’interno di un autobus parcheggiato in viale Farini che era
stato assaltato da alcuni tifosi, poi fatti scendere dalla polizia. A Punta
Marina, invece, un giovane ravennate è finito nei guai per aver percorso viale
delle Nazioni contromano a bordo di una Jaguar pochi minuti dopo la fine
dell’incontro. Sottoposto alla prova del palloncino ha fatto segnalare un
notevole 1,6 grammi litri. Tre volte oltre i limiti di legge. La patente gli è
stata ritirata e l’uomo è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza
IL MESSAGGERO (Marche)
GLI ECCESSI DEL TIFO
Quella città che
non ti aspetti
Ma questa non è Macerata. O,
almeno, non è la Macerata tranquilla, misurata - qualcuno dice un po’
sonnolenta e apatica - che conosciamo. O pensiamo di conoscere. La movida che è
andata in scena l’altra sera ha rivelato un volto ben diverso. Divertito e
divertente, certo, ma anche eccessivo, esagerato e pericoloso. Manifestare
gioia per il successo dell’Italia sull’Ucraina era legittimo, ma quanto è
accaduto in alcune parti della città è passato dal folklore sportivo a qualcosa
che assomigliava un po’ troppo al teppismo. Con tutti i rischi che
atteggiamenti sbracati di questo genere, nell’assenza delle forze dell’ordine,
possono provocare. La gioia di molti non può diventare l’arbitrio di pochi,
che, spesso aiutati dall’uso eccessivo di alcol, inevitabilmente finiscono col
condizionare momenti che devono essere solo di felicità. Martedì sera, in
occasione della semifinale con la Germania, i responsabili dell’ordine pubblico
devono adottare le cautele necessarie a evitare di trasformare una festa in una
bolgia.
A. T.
IL MASSAGGERO
Il regista
Veronesi: «Le risse notturne? Ecco la mia soluzione»
di MAURO EVANGELISTI
Se fossi in Veltroni sa cosa farei per risolvere il problema delle
risse e degli scontri con la polizia a Campo de’ Fiori? Ogni sera ci manderei
due pullman carichi di belle figliole. Quando ci sono molte ragazze, in questi
luoghi affollati di giovani, i ragazzi non pensano alle risse, diciamo che si
concentrano su altro...». Giovanni Veronesi, regista cult ma anche da incassi
strepitosi - due titoli per tutti, “Che ne sarà di noi” e “Manuale d’amore” - è
un osservatore delle nuove generazioni. Anche da Barcellona, dove sta dando gli
ultimi suggerimenti a Fabio Volo mentre si gira il sequel di “Manuale d’amore”,
non perde il gusto della provocazione quando gli raccontano dell’ennesima notte
di violenza sotto la statua di Giordano Bruno. Poi, però, va oltre: «A Campo
de’ Fiori non vado più da quando ogni sera si rischia di imbattersi in una
rissa. Purtroppo è il destino di molti luoghi di moda. A Campo de’ Fiori i
giovani non vanno perché è una piazza stupenda, ma perché qualcuno ha deciso
che deve essere di moda, quasi inconsapevolmente loro seguono la scia. Ormai
nella società moderna un ruolo da protagonisti ce li hanno delle nuove figure,
i pr, che sembrano decidere mode, locali e luoghi. Però in questi posti che
attirano la folla, rapidamente arrivano la violenza, le risse, la droga,
l’alcol...Ecco, l’alcol. Questa è la causa principale dei fenomeni di violenza
che riguardano le nuove generazioni e lo dico io, da ex bevitore, che a 43 anni
ormai ha smesso da tempo. Beh, ai miei tempi chi beveva era l’eccezione. Oggi è
la maggioranza. E bevono tanto, tantissimo, si sfondano anche a quindici anni,
in tutti i sensi. Ragazze comprese». Il pallone, le partite di vaiolance, notti
agitate, gli scontri con la polizia...Potrebbe essere lo spunto per un film?
«No, non me la sentirei mai di girare un film sulla violenza a Campo de’ Fiori,
è una storia troppo triste, nei mesi necessari per scrivere la sceneggiatura
starei malissimo».
IL MESSAGGERO (Marche)
VIA MANZONI
“Resuscita” e si
scaglia contro i soccorritori
Il dramma di un
alcolista, i carabinieri intervengono per bloccarlo in ambulanza
di ANTONIO BOMBA
Lo credevano morto. Lui si è ”risvegliato” e ha cercato di aggredire i
soccorritori. Protagonista B.M., afflitto da anni da gravissimi problemi di
alcolismo, che ieri è stato ritenuto morto per circa un’ora, visto che non
rispondeva alle telefonate della persona che lo assiste. In realtà l’uomo non
poteva sentire gli squilli perché completamente ubriaco. L’episodio s’è
verificato attorno alle 13 in via Manzoni, dove l’uomo vive da solo. La madre
che fino a qualche settimana fa viveva con lui, se n’è andata. Meglio vivere da
sola che con quel figlio di 40 anni che ogni tanto la picchiava. Perché di
tenere le mani a bada quando beve, a B.M. proprio non riesce. Gli altri amici
ed i parenti lo hanno abbandonato da un pezzo. L’unica persona che ancora si
occupa di lui è l’assistente che i servizi sociali gli hanno assegnato qualche
mese fa. Tra i suoi compiti, oltre a quello di controllarlo, c’è quello di
ascoltarlo affinchè non si senta abbandonato.
Così ieri mattina l’assistente sociale ha provato per ore ed ore a telefonare a
B.M, senza risposta. La donna, temendo il peggio, ha chiamato i soccorsi. In
pochi minuti un’automedica, i carabinieri ed i vigili del fuoco sono corsi sul
posto. I pompieri hanno sfondato la porta, scoprendo così che l’uomo stava
dormendo un sonno profondo. L’ennesimo bicchiere di troppo gli aveva impedito
di sentire ogni rumore. Una volta svegliato, B.M. ha tentato di aggredire i
soccorritori. Uno sforzo vano, vista la superiorità numerica dei suoi
“avversari”, che lo hanno caricato in ambulanza per portarlo al pronto
soccorso. Il dramma tuttavia doveva ancora concludersi. Giunto alle Palombare,
l’autista dell’ambulanza è stato costretto a fermare il mezzo, visto che il
paziente ha dato nuovamente in escandescenze e per bloccarlo sono dovuti
giungere di fretta e furia gli stessi carabinieri che poco prima lo avevano
calmato nel suo appartamento. B.M. è stato successivamente portato a Torrette.
IL MESSAGGERO (Civitavecchia)
Pedone travolto e
ucciso da una donna ubriaca
di CARLO ROMANO
Stava rientrando a piedi a casa per seguire la partita dell’Italia ed è stato
falciato da una Classe A guidata da una casalinga che aveva bevuto troppo.
L’investimento mortale è avvenuto l’altra sera poco dopo le 20.30, nel tratto
urbano della via Tiburtina Valeria a Tivoli. La vittima è Virginio
Santolamazza, di 52 anni, un autista del Cotral che abitava con la famiglia
poco lontano dal luogo dove è avvenuto l’incidente, nei pressi del
distaccamento della polizia stradale di Tivoli. Per l’uomo, subito trasportato
nel pronto soccorso del San Giovanni Evangelista in condizioni disperate, non
c’è stato nulla da fare. Ogni tentativo dei medici di salvargli la vita si è
rivelato inutile ed è spirato dopo pochi minuti a causa delle ferite riportate.
L’impatto con la vettura che lo ha investito, gli ha provocato un vasto trauma
celebrale e fratture in tutto il corpo.
Nel pronto soccorso dell’ospedale è stata curata anche V.N., la donna di 58
anni di Tivoli che era alla guida della sua Mercedes Classe A. Ai primi
soccorritori è apparsa in evidente stato confusionale ed in stato di choc. Solo
dopo gli esami clinici disposti dalla polizia stradale di Settebagni, che ha effettuato
i primi rilievi sul posto, è emerso che la casalinga aveva un tasso alcolico
nel sangue di oltre 5 volte superiore al limite massimo stabilito dalla legge.
All’interno della vettura gli investigatori avrebbero sequestrato anche due
bottiglie di superalcolici. Sarà l’inchiesta avviata dalla Procura di Tivoli a
fare piena luce sulla vicenda. Dopo i primi accertamenti la salma della vittima
è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria per i necessari esami
autoptici, mentre nei confronti di V. N. è scattata la denuncia penale in stato
di libertà per omicidio colposo. La donna, che ha raccontato di non ricordare
nulla, dopo una notte trascorsa nel pronto soccorso di Tivoli è stata dimessa
ieri mattina. Lievemente ferita, guarirà in una settimana
ROMAONE.IT
Cinture, alcol e velocità, gli eccessi dei
romani
E’ partita la prima tranche della campagna
estiva anti-incidenti del nucleo radiomobile dei carabinieri. In sette giorni
ben 140 contravvenzioni fra Lungotevere, Colombo, Cassia e Flaminia
Roma, 2 luglio 2006 - Romani indisciplinati al volante, almeno a
giudicare dalle multe elevate nell’ultima settimana dai carabinieri del nucleo
radiomobile di Roma, che in 7 giorni hanno effettuato ben 140 contravvenzioni. In
cima alle effrazioni, il mancato uso delle cinture di sicurezza (44 multe), gli
eccessi di velocità e la guida in stato di ebbrezza. Per questo, sono state
ritirate ben 44 patenti.
E’ solo l’inizio della campagna anti-incidenti estiva dei carabinieri, che per
ora hanno monitorato via Cassia, via Colombo, via Flaminia e Lungotevere,
servendosi anche di speciali apparecchiature: "Autovelox" e
"Provvida" (eccesso di velocità), "Etilometri", Rapiscan
(uso di stupefacenti) "Fado" ( autenticità dei documenti di guida).
LA STAMPA
Un agente indossa le impronte trovate sul corpo bruciato
L’orco e i suoi sicari. Assassini per una risposta non data, nella
baraccopoli di via Lega 50. Hanno ucciso, infierito sulla vittima, bruciato il
corpo. E’ la ricostruzione di squadra mobile e procura per la morte di Dumitru
Policarp, 36 anni, romeno. Come i tre finiti in carcere per l’omicidio: Nicolae
Amelian, 27 anni; Adrian Menaev e Adrian Mercur, entrambi di 21 anni. L’accusa
di omicidio è aggravata dai «futili motivi» per movente e dai colpi di martello
inferti a Policarp dopo averlo legato a un albero. Poi, c’è il vilipendio di
cadavere, per aver trascinato il corpo per 30 metri fino a trovare un
materassso imputridito, servito per coprire e bruciare Dumitru. Lui era già
morto. I tre hanno guardato le fiamme, il fumo, il corpo carbonizzato.
Completato il «lavoro», sono fuggiti. Sono rimasti nascosti in un alloggio di
corso Toscana, dove li ha trovati la polizia. Qualcuno ha visto tutto. E ha
raccontato quel film dell’orrore alla polizia. Il capo della Omicidi Marco
Basile e il collega dell’Antirapina Luigi Mitola avevano già molti elementi,
ottenuti con un sopralluogo di oltre 4 ore la notte del ritrovamento del corpo,
vicino alle baracche infestate dai topi, dove il lerciume accompagna la vita di
chi non può scegliere una sistemazione migliore. Sbandati e clandestini,
Dumitru rientrava in entrambe le categorie. Gli specialisti della polizia
scientifica hanno lavorato molte ore per ricavare un paio di impronte digitali
da quelle mani carbonizzate. «Mai fotosegnalato» è stato il responso della
banca dati nazionale. Come lui, erano sconosciuti pure i due Adrian che hanno
picchiato con martello e bottiglione da 5 litri sulla testa del compatriota.
Clandestini, chiamati a lavorare di tanto in tanto proprio da Nicolae Amelian.
E’ conosciuto in quella baraccopoli. I disperati lo chiamano «Maciste», per via
del suo metro e 90 di altezza che lo fa apparire un gigante. Lo sguardo fa
paura, i modi peggiorano la situazione. Tutti lo temono, ma hanno aiutato
comunque la polizia. E in quegli ambienti, non è certo facile trovare
collaborazione. E’ spuntato persino un cugino di Dumitru, che ha consentito
l’identificazione della vittima. Amelian è famoso perché violento. Ha soltanto
sei anni più dei due giovani coinvolti in questa vicenda, ma è come fossero
sessanta. Sposato, un bimba di sei anni, artigiano edile (dal 2001) con
permesso di soggiorno scaduto a fine ottobre 2005, recluta manodopera tra i
disperati arrivati dal suo Paese per fare qualche lavoretto. Ha l’atteggiamento
dell’orco, di colui che ordina ai più giovani e non ammette trasgressioni.
Persino una mancata risposta diventa un affronto. Come è acceduto a Dumitru.
Sono stati i due Adrian a raccontare la storia alla polizia e al magistrato.
«Andiamo a vedere chi c’è nella baracca» aveva ordinato «Maciste» ai due
giovani operai. Là dentro, avevano trovato Dumitru e un altro giovane, lo
stesso poi diventato testimone dell’omicidio e del rogo per cercare di
distruggere il corpo. Avevano bevuto birra tutti insieme, nella baracca. Poi,
«Maciste» ha fatto una domanda a Dumitru. Lui non ha risposto, intontito
dall’alcol o forse soltanto distratto. Tanto è bastato a scatenare l’ira di
Amelian. Ha incominciato a colpire e ha ordinato ai due Adrian di fare lo
stesso. E loro hanno eseguito. Un martello oppure una mazzetta da muratore
picchiate sulla testa assieme a un bottiglione da cinque litri brandito come
una clava. Dumitru cercava di schivare i colpi, di proteggersi. «Maciste»
voleva far male. Per questo ha ordinato ai due Adrian di aiutarlo a legare il
giovane a un albero. Altre martellate, altre «clavate». La testa di Dumitru a
penzoloni e coperta di sangue ha lasciato intuire come era finita quella sfida
all’orgoglio dell’orco. Non bastava, bisognava far sparire il corpo. Bastava
coprirlo con quel vecchio materasso buttato poco lontano dalla baracca dove era
avvenuto il litigio. In pochi istanti, il corpo di Dumitru era carbonizzato. Il
medico legale Roberto Testi ha accertato che il giovane era stato colpito,
legato e ucciso prima di essere bruciato. Il resto lo hanno raccontato i due
Adrian. «Maciste» ha scelto di tacere. Due impronte da un corpo carbonizzato.
Non vuole sentir parlare di «miracolo» Giovanni Temporale, capo della polizia
scientifica torinese. Ma ci è andato vicino: gli esperti hanno ripulito più
volte la pelle carbonizzata, hanno addirittura sfilato la pelle dalle dita per
sistemarla all’esterno di un guanto di lattice. Un agente ha poi infilato il
guanto e appoggiato le dita su una lastra per rilevare le impronte. «Le mani
tendono a chiudersi a pugno, c’era qualche probabilità che le dita ripiegate
verso il palmo fossero meno danneggiate dalle fiamme rispetto al resto del
corpo» spiega Temporale. Intuizione azzeccata. Quelle impronte potrebbero
essere utili per una conferma dell’identità di Dumitru
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
E nei giorni scorsi un extracomunitario salvato dai carabinieri
Polacco massacrato di botte
Aggressione venerdì sera in piazza Umberto. L’uomo era
ubriacoLa disperazione e il degrado umano, nel cuore della città. Un
cittadino polacco di 27 anni è stato soccorso venerdì sera in piazza Umberto,
dagli agenti della sezione Volanti della Questura. L’uomo aveva un taglio
esteso e profondo al braccio destro, a suo dire frutto di una aggressione a
colpi di cocci di bottiglia. Gli agenti gli hanno praticato le prime cure e una
autolettiga del 118 lo ha trasportato al Pronto soccorso del Policlinico dove i
medici gli hanno suturato la ferita. L’uomo, ancora sotto choc ha raccontato di
essere stato aggredito da alcune persone armate di bottiglie rotte. La sua
narrazione è stata imprecisa anche perché aveva la mente annebbiata
dall’alcool. Ha spiegato di aver bevuto birra ma non tanta da perdere il controllo
e provocare la rissa. Dopo le cure è stato dimesso. Guarirà in un paio di
settimane. Nei giorni scorsi, ancora in piazza Umberto, i carabinieri della
compagnia Bari Centro sono corsi in aiuto di un cittadino straniero di
nazionalità nord africana che, in preda ad un profondo stato di prostrazione,
ha tentato per ben due volte di tagliarsi i polsi. Il primo tentativo è andato
a vuoto grazie al tempestivo sopraggiungere dei militari che insieme ai
sanitari del 118 lo hanno calmato e fatto ragionare. Tornato in se, lo
straniero ha ringraziato e si è allontanato ma fatta poca strada ha raccolto un
vetro e si è tagliato le vene del polso destro. I militari che non lo avevano
perso di vista lo hanno nuovamente soccorso e accompagnato in ospedale. l. nat.
IL TEMPO
Pretendevano di bere
gratis Espulsi dal locale e denunciati
MOMENTI di tensione la scorsa notte in uno degli stabilimenti
balneari della riviera adriatica, frequentato dal popolo della notte. Due
giovani, in preda ai fumi dell’alcol pretendevano di consumare altre bevande
"gratis". Ma richiamati all’ordine dagli addetti alla sicurezza che
li hanno trascinati fuori dal locale, i due sono passati dalle parole pesanti
alle minacce di aggressione. Il loro atteggiamento non si è placato nemmeno
all’arrivo degli agenti della squadra Volante chiamati dal proprietario
dell’esercizio. Per ben due volte di seguito si sono rifiutati di fornire le
proprie generalità ai poliziotti. I due giovani pescaresi, M.R. di 30 anni, e
A.D.C., di 20, hanno pagato la loro bravata con la denuncia: a entrambi,
inoltre, è stata contestata la sanzione amministrativa prevista in casi di
ubriachezza. L’episodio si è verificato presso lo stabilimento balneare
"Miami Beach".
CORRIERE ROMAGNA
Birra e botte da orbi:
il wrestling si fa al bar
CATTOLICA - Wrestling
e birra. Una bella accoppiata che farà divertire sabato prossimo in piazza De
Curtis dalle 22. A quell’ora prenderà il via la quarta edizione della Festa
della birra, evento patrocinato dal Comune. Un’idea di Leo, titolare del bar
Matto Scacco che ha pensato bene di legare al sapore della birra lo spettacolo
del wrestling, all’italiana si intende. Cosa significa? Piuttosto che darsele
di santa ragione o di intavolare teatrini che tanto piacciono ai patiti dei
wrestling, sul ring i lottatori daranno vita a una parodia dello spettacolo
targato Usa. Non mancherà nulla. Ci saranno i commentatori e i ragazzi si
cimenteranno nelle imitazioni dei vari Rey Mysterio, Undertaker, Jbl, Big Show
e altri ancora. Uno spettacolo da godere con un bicchiere di birra in mano.
D’altronde si tratta pur sempre della festa della birra. “Con l’aiuto dei
frequentatori del locale - spiega Leo - abbiamo curato tutto nei minimi
particolari, dai costumi di scena alle musiche, ci sarà perfino il grande
schermo dove verranno proiettati i protagonisti”.
IL TEMPO
Bere birra una
passione di moda
di ALESSANDRA PASQUALOTTO BIRRA, mon amour. Piace a tutti, giovani
e adulti, che al pub come in pizzeria chiedono solo e soltanto birra. Italiana
e straniera poco importa, meglio però la più classica bionda. Una moda
destinata a non finire mai quella della birra che oggi trova spazio in
particolare nei locali selezionati, proposta in raffinate e stravaganti
soluzioni davvero per tutti i gusti. A teorizzarne caratteristiche e
tradizioni, a farne una autentica oportunità di scoperta e di sollazzo per il
palato, in città c’è lo Slow Pub in pieno centro storico. Qui alla sera si può
scegliere anche tra un centinaio di birre differenti, dove la qualità trova
sempre la precedenza sui prodotti industriali. Ed è qui che si vende anche
l’unica birra di casa, prodotta in un microbirrificio di Borgorose. «Il nostro
pub che ricalca la filosofia Slow Food - spiega il titolare Salvatore Accardi -
è stato aperto nel 2005 e da allora ci dedichiamo ad offrire ai giovani e meno
giovani prodotti nuovi ed esclusivi». Ed è soprattutto tra i giovani che la
birra viene apprezzata. «Birre italiane di grande qualità e produzioni europee
tra cui quelle belga, inglesi e tedesche - continua Accardi - Molti chiedono
qualcosa di diverso dal solito stanchi della solita e classica bionda e senza
qualità. Oggi in molti ricercano il prodotto giusto. Ogni birra viene servita
nel suo bicchiere originale ed ha sue caratteristiche particolari. Da noi si
possono assaggiare addirittura birre introvabili e nei giovani c’è curiosità
per il nuovo, anche se alcuni giovani si ostinano a bere le birre che già
conoscono per andare sul sicuro». A tutta birra dunque? «La massa preferisce
questo prodotto, ma per chi non manda giù la birra, abbiamo inventato il
cocktail "senti che te bevi". La birra italiana è sempre la più
richiesta, più la bionda rispetto alla rossa sulla quale c’è sempre
scetticismo. Il pubblico adulto è invece molto interessato alla birra
artigianale e qualche volta proponiamo in degustazione anche la birra fatta da
me». La ricetta? «Assolutamente segreta». Birra per tutti anche al Bag Pipe Pub
"Da Ciocetta" a Cittaducale dove la richiesta è sempre per questo
prodotto, lasciando ad una sparuta minoranza il gusto di farsi un bicchiere di
vino oppure un coktail. «Serviamo birra a tutti i maggiorenni dai 18 in poi -
spiega Marco Aquilini, titolare del pub angioino che ha aperto appena un anno
fa - La birra è sicuramente oggi di gran moda, con preferenza per quelle bionde
e doppio malto. Di solito si accompagna con qualche stuzzichino offerto dalla
casa, ma per i tradizionalisti sono sufficienti le patatine fritte, oppure la
classica pizza. Anche le donne bevono birra ma in questo caso di bassa
gradazoone alcolica e sempre bionda. Da noi per la maggiore vanno le birre
straniere: quella scozzese alla spina e in bottiglia molte le birre belga e
tedesca». E chi ha dimostrato di essere al passo con i tempi è l’inventore
della birra del Borgo che nasce nel 2005 a Borgorose da un’idea di Leonardo Di
Vincenzo, un giovane ricercatore universitario. Nel suo microbirrificio vengono
prodotte oggi quattro birre diverse, sia in fusti che in bottiglie. Sicuramente
le birre più interessanti mai prodotte nel Lazio e già ben collocate nel
panorama della birra artigianale italiana. Birra al farro, ad alta
fermentazione, birra color nocciola, oppure con schiuma color cappuccino per i
giovani che non vogliono rinunciare alla qualità e all’originalità insieme
grazie al made in Rieti.
CORRIERE
ADRIATICO
Niente lattine in
vendita dopo mezzanotte, è polemica
PORTO SAN GIORGIO - Niente lattine in vendita dopo la mezzanotte: i
commercianti si ribellano all’ordinanza comunale sulla sicurezza. “Condividiamo
a pieno l’ordinanza sull’accoglienza e contro l’alcool - spiega Teresa Scriboni
della Confcommercio - ma crediamo che ci sia stato un errore per quanto
riguarda un punto in particolare. Va bene infatti il fatto di non vendere
bibite alcoliche in contenitori in vetro, ma il fatto delle lattine non era
previsto”. Confcommercio che parla di incomprensione con l’amministrazione
comunale: “Sicuramente c’è stato un errore da parte dell’amministrazione, ieri
abbiamo spiegato la cosa al sindaco Brignocchi ed è stato il primo a darci
ragione. Da oggi in poi consideriamo dunque il divieto di distribuire lattine
come decaduto”. Sul caso intervengono anche i commercianti di Io Centro,
l’associazione guidata da Attilio Panichi che ci va giù pesante. “Altro colpo di
mannaia per i commercianti, da parte della giunta Brignocchi - scrive Panichi -
dopo la scelta di chiudere il lungomare al traffico, la chiusura anticipata
alle 2 per gli chalet, il divieto alla somministrazione delle bevande
alcoliche, l’applicazione dell’aliquota massima della tassa sui rifiuti per
quanto riguarda l’occupazione del suolo pubblico, arriva con un comunicato
fatto pervenire a tutte le associazioni di categoria, il divieto a vendere dopo
le ore 24 bibite in genere sia in lattina che in bottiglia, onde evitare
l’accumulo di rifiuti”. Presidente di Io centro che continua: “Ma quanti rospi
dovranno ancora ingoiare i commercianti sangiorgesi? La chiusura del lungomare
al traffico è stata sicuramente la scelta più scellerata di questa amministrazione.
Provvedimenti che hanno solo una unica chiave di lettura: colpire la classe di
chi produce profitto”.
LA
STAMPA
I responsabili vinicoli Cia del Nord Italia
sulle proposte di riforma dell’Ocm vino
Dubbi sulla riduzione del «Vigneto Italia»
E’ di pochi giorni fa l’ufficialità della bozza di proposta della riforma
dell’Ocm Vino, le cui linee di indirizzo cominceranno ad essere discusse in
ogni sede competente dal prossimo settembre, in modo di arrivare alla
definitiva approvazione a metà del prossimo anno. Sugli orientamenti della
riforma, cui ha lavorando lo staff del commissario europeo Mariann Fischer
Boel, si è discusso approfonditamente nei giorni scorsi a Padova durante la
riunione dei responsabili vitivinicoli della Cia del Nord Italia, convocata dal
coordinatore nazionale del settore, l’astigiano Dino Scanavino. Il budget annuo
del comparto vinicolo dell’Unione Europea oscilla attualmente tra i 1300 ed i
1500 milioni di euro di cui quasi 500 destinati alla distillazione nelle sue
più diverse forme. Pur mantenendo inalterata la dimensione del budget,
l’intenzione dell’Unione Europea è quella di ridurre radicalmente, se non
eliminare del tutto, la quota destinata a sostenere le distillazioni eliminando
nel contempo anche le possibilità di arricchimento o di stoccaggio. Provvedimenti
che vanno nella direzione di produrre ciò che il mercato richiede e che il
vigneto consente. A questa misura si accompagna - tesi sostenuta da alcuni tra
i più accreditati funzionari UE - alla riduzione del potenziale viticolo
europeo. Sarebbero infatti almeno 400 o 450mila gli ettari di vigneto da
estirpare. il che porterebbe la superficie vitata europea ben al di sotto dei
tre milioni di ettari (più o meno 2milioni e 800mila), peraltro già
sensibilmente diminuita da 4,2 a 3,2 milioni negli ultimi trent’anni. E’
inoltre da sottolineare che, mentre gli aiuti agli estirpi sono sempre esistiti
ma la loro attuazione era lasciata alle decisioni di ogni singola nazione, nel
caso della nuova riforma Ocm, l’estirpo sarebbe obbligatorio. (*) E lo sarebbe
anche a condizioni - ma in questo caso l’informazione ha bisogno di ulteriori
conferme - piuttosto favorevoli. Si parla infatti di uno stanziamento a
sostegno della misura di circa 2,4miliardi di euro che corrisponderebbero a
circa 6mila euro ad ettaro. Proprio su quest’ultimo punto si è incentrata
l’attenzione dei responsabili vitivinicoli della Confederazione che hanno
espresso l’intenzione di chiedere il massimo dell’attenzione e della cautela
sulla riduzione delle superfici vitate che per il nostro paese costituiscono un
patrimonio storico ed economico. Inoltre è stato sottolineato come
un’operazione del genere possa costituire un perverso incentivo ad abbandonare
le produzioni di qualità (in particolare di collina) mantenendo quelle di minor
pregio ancorché di più agevole conduzione. L’opinione diffusa dei responsabili
di settore della Cia del nord Italia è quella della necessità di impegnarsi al
fine di ottenere l’alleggerimento dell’impatto dell’attuale orientamento della
riforma privilegiando la progettazione di azioni che indirizzino il mercato al
consumo del vino più di quanto non stia avvenendo oggi. Allo stesso tempo è
scaturita la convinzione che sia necessario contrastare l’ipotesi
dell’abolizione totale degli aiuti allo stoccaggio che, in determinate
situazioni, costituiscono un rilevante aiuto alla crescita della qualità del
prodotto. Infine ha suscitato una certa preoccupazione l’intenzione di non
rendere più obbligatorie le cosiddette prestazioni viniche, cosa che potrebbe
mettere in moto - a fronte della presenza sul mercato di forti quantità di
sottoprodotti della vinificazione - meccanismi poco virtuosi e pericolose
propensioni all’uso illecito di tali sottoprodotti. Sull’intera questione della
riforma dell’OCM Vino, il nuovo ministro dell’agricoltura, De Castro ha
espresso la ferma intenzione di costruire la posizione italiana attraverso il
massimo della concertazione della filiera produttiva del settore che potrà già
esprimersi in un incontro seminariale in programma a Roma non appena gli
elementi di discussione saranno concreti ed ufficiali.
(*) Nota: la riduzione della superficie vitata
sarebbe una positiva influenza per la riduzione dei consumi. Attualmente i
contributi agricoli sono vincolati alla produzione ed un viticultore per
ottenerli deve continuare a produrre uva, questo nonostante l’eccesso di
produzione ed il calo dei consumi. L’eccesso di produzione, oltre ad essere per
lo più smaltito con la costosa distillazione, induce a promuovere il consumo di
vino. Tutti i discorsi che ci propinano sulle tradizioni, la cultura, la cucina
ecc. a conti fatti sono sostenuti da fattori economici.
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