|
|
Foto da Corriere.it
|
|
|
|
| Totti festeggia Del Piero con altri compagni dopo
il suo gol (Newpress) |
{foto3s} |
|
Roma, Circo Massimo(Afp)
Due tifosi saggi, con bandiera e casco
|
|
| {foto4d} |
|
Roma, Colosseo (Ansa)
|
(ASAPS)
– Non parliamo mai di calcio, è vero. Ieri sera però c’eravamo anche noi
davanti al teleschermo, insieme a gran parte dei nostri compatrioti, tutti
incollati a vedere 22 giovanotti correre come pazzi dietro al pallone.
Italia-Germania, tu chiamale se vuoi emozioni (Lucio Battisti ci perdoni il furto),
ancora una volta come nel 1970 o il 1982. Serata con pizza e bibite, con Mazzola che parla in
tivvù, seguito poi da Tardelli, icona urlante di quel Mundial concluso al caldo
del Santiago Bernabeu proprio contro la Germania di Schumacher in porta,
battuto 3 volte con Pertini e Bearzot a saltellare insieme mentre Zoff alzava
al cielo la coppa. Non
siamo tecnici e non sappiamo se domenica toccherà a Cannavaro fare il giro di
campo con il trofeo in mano o se insieme ai suoi compagni sfilerà davanti a
Blatter per ritirare la medaglia d’argento dopo la delusione di aver quasi
toccato il cielo con un dito. In fondo
il nostro mondiale l’abbiamo già vinto, credendo insolitamente al nostro Ct ed
ai nostri strapagatissimi campioni, uniti come non mai in un gruppo vero
(sempre insuperabile nei momenti difficili), che ha intimorito ancora una volta
fatalmente i panzer tedeschi. Godiamocela,
questa serata caldissima, mentre i caroselli con le auto e le moto ci tengono
svegli, dal Tirolo alla Calabria, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia. Quante
emozioni, quanta passione. Bella quella generalizzata rivendicazione al diritto
alla felicità sportiva che straboccva dalle piazze pigiate di gente. È la
Nazionale, è il miracolo di uno sport che nonostante i fatti (fattacci) che lo
hanno macchiato e che lo hanno disonorato nel mondo intero, resta la nostra
grande ancora di salvezza, il nostro collante più duro, un potentissimo
sonnifero che dopo un 2 a 0 secco ai rivali di sempre ci fa andare a letto
belli contenti, sereni, anche un po’ più patrioti, e in momenti duri come questi,
ci fa sempre bene. Un paese
spaccato sempre su tutto, anche sul calcio, ritrova così grazie a Lippi e alla
sua Selezione un po’ criticata all’inizio ma ormai osannata dalle masse urlanti
nelle piazze di tutto il mondo (e dalla stampa), la propria unità. Grande
fair-play in campo, certo, ma prima del fischio d’inizio ce ne hanno dette di
tutti i colori e forse ancora una volta non hanno capito proprio niente di noi. Non
siamo solo il paese del sole, degli spaghetti o della pizza. Siamo un popolo
che quando serve c’è. Non sempre, nei mondiali, si può vincere, ma a volte è
d’obbligo “dimostrare” che del catenaccio si può andare fieri. E anche
del nostro umorismo, facile quando si vince. Parafrasiamo Galeazzi che risponde
a Klinsmann, che ci aveva dato il benservito con troppa fretta… “arrivederci…
il Kaiser…” . L’Italia è sempre qui. Avvolta nell’azzurro. Alla prossima…
(ASAPS)
|