E
per ispezioni più diffuse e approfondite le associazioni di categoria
chiedono che ogni provincia ne abbia una Con la nuova entrata in vigore
della riforma dell’autotrasporto si è ormai fatta irrinunciabile
la necessità di aumentare il numero dei controlli sui veicoli
pesanti circolanti sulle strade italiane. Colpire i trasgressori significa
infatti assicurare più competitività alle imprese regolari
e in definitiva togliere di mezzo quelle situazioni che creano costi
aggiuntivi a chi non fa il furbo.
Nel 2004 e nel 2005 il bilancio dei controlli dei ‘centri mobili
di revisione’ sui veicoli da trasporto è stato piuttosto
soddisfacente, soprattutto rispetto a quella situazione di “controllo
zero” che era la norma negli anni precedenti. Oggi le associazioni
chiedono tuttavia un salto di qualità piuttosto ambizioso: avere
a disposizione una “pattuglia mista” (con esperti della Motorizzazione
civile e del Ministero) per singola provincia, in modo da creare una
rete più capillare e legata al territorio, come peraltro prevedevano
gli accordi del novembre 2004.
“Le pattuglie provinciali - spiega Giuseppina Mussetola, amministratore
delegato dell’istituto Mario Rimondini, scuola di formazione
per l’autotrasporto, e componente del Comitato centrale dell’Albo
- potrebbero essere maggiormente coordinate e seguite dalle associazioni
di categoria locali, mentre oggi occorre passare attraverso la commissione
interministeriale della sicurezza presso il Ministero degli Interni.
Intendiamoci, la commissione fa il suo dovere, esaminando con cura i
dati rilevati e fornendo indicazioni di massima sui punti più
caldi e le zone da controllare, ma con strutture più di area
il colloquio sarebbe immediato e i contatti più stretti, con
la possibilità di debellare l’abusivismo e le infrazioni
a vantaggio di chi rispetta le regole”.
Il problema più spinoso rimane comunque quello del personale
disponibile e di quante risorse finanziarie saranno messe a disposizione,
visto che la coperta appare corta e che la polizia stradale si lamenta
della scarsità di addetti. La novità positiva è
che entro l’anno dovrebbero partire i corsi di formazione finalizzati
proprio a fornire una ‘cultura del trasporto’ a chi svolgerà
funzioni di controllore.
“Il Comitato centrale - conferma la Mussetola - ha stipulato una
convenzione con la Direzione generale del Dipartimento Trasporti Terrestri
che prevede tra l’altro l’effettuazione di 24 corsi in 24
diversi uffici di formazione dell’autotrasporto su tutto il territorio
nazionale. I corsi sono rivolti agli operatori del Dipartimento stesso
che poi verranno impiegati specificatamente nelle pattuglie miste. Le
materie riguarderanno tutto ciò che c’è da sapere
sulla regolarità del veicolo, del conducente e delle merci, e
sulla normativa nazionale ed internazionale necessaria per effettuare
i controlli. Oggi infatti una delle lacune più gravi è
quella dell’identificazione dei documenti di trasporto che i conducenti
stranieri di camion forniscono una volta fermati, per tacere dei problemi
di lingua. Ciò comporta che i trasportatori stranieri possano
viaggiare da noi praticamente indisturbati, quando viceversa in Francia
o in Germania gli italiani sono sottoposti a controlli frequentissimi”.
Sarà proprio l’Istituto Rimondini a dare il via ai corsi
ad inizio dicembre, poi a ruota seguiranno tutti gli altri. Restano
tuttavia ancora incerte le modalità di gestione, la composizione
materiale ed il numero effettivo di addetti delle pattuglie.
L’attività dei centri mobili di revisione
Su 8.389 controlli ben 8.432 infrazioni: il 45% dei veicoli non è
in regola
Nel primo semestre 2005 i centri mobili di revisione hanno effettuato
ispezioni in Italia mediante l’attivazione di 602 posti di controllo,
di cui 204 sulla viabilità ordinaria, 117 in autostrada, 87 ai
valichi di frontiera, 80 nei porti e 12 negli autoporti.
I controlli sono stati 8.389, di cui ben 8.043 su veicoli merci. Circa
il 55% dei veicoli esaminati sono risultati in regola (4.689). Nella
maggior parte dei casi (6.541) i mezzi erano di nazionalità italiana;
per il resto 1.266 comunitari e solo 582 extracomunitari, il che indubbiamente
costituisce uno sbilanciamento nelle rilevazioni.
Elevatissimo anche il numero delle infrazioni contestate (8.432, in
media ben più di una a Tir), anche se le patenti ritirate sono
state solo 23 e le carte di circolazione 109. Le violazioni più
numerose riguardano l’efficienza del veicolo (art. 79), con 4.798
sanzioni.
Ovviamente i controlli dei CMR non sono che una piccola parte di quelli
che vengono effettuati annualmente dalla polizia stradale. Tanto per
dare un idea del dimensionamento, nel 2004 i controlli della Polstrada
sui conducenti di veicoli per trasporto di merci e di persone hanno
ampiamente superato quota 300.000.